PER UN PROCESSO ELETTORALE CONFORME ALL’ATTUALE COSTITUZIONE

Editoriale Congo Attualità n. 219 – a cura della Rete Pace per il Congo

Per un calendario elettorale “completo e globale”

Il calendario elettorale che la Ceni ha pubblicato il 26 marzo circa l’organizzazione delle elezioni urbane, municipali e locali nel 2015 non ha trovato l’unanimità. Per la maggioranza al potere, le elezioni locali sono, per i Congolesi, un’opportunità per eleggere le loro autorità locali. Ma per l’opposizione e gran parte della società civile, si tratta di una “provocazione” che tenta di prolungare il mandato del Presidente della Repubblica oltre il 2016.

«Il calendario elettorale parziale  pubblicato dalla Ceni comprende elezioni locali molto complesse e costose, ma non accenna alle elezioni presidenziali che, nel contesto politico attuale, sono le più importanti. Il mio consiglio è che si dovrebbe agire proprio nel senso contrario», ha dichiarato l’inviato speciale degli Stati Uniti per la Regione dei Grandi Laghi e per la RDCongo, Russ Feingold, continuando: «Non è credibile organizzare dapprima delle elezioni molto costose, per poi dire che non ci sono abbastanza fondi per organizzare, entro i tempi prescritti dalla Costituzione, quelle provinciali, legislative e presidenziali».

Molteplici voci della  comunità internazionale, dell’opposizione interna e della società civile richiedono, con insistenza, un calendario elettorale completo e globale che comprenda tutte le fasi del ciclo elettorale.

Perché quattro nuovi progetti di legge?

Il Consiglio dei Ministri ha adottato, il 9 giugno, quattro nuovi progetti di legge che riguardano

– le elezioni urbane, comunali e locali,

– le elezioni dei deputati provinciali, dei senatori nazionali e dei governatori delle province,

– le elezioni presidenziali e legislative,

– la revisione di alcuni articoli della Costituzione.

Questi progetti di legge non saranno discussi in Parlamento se non a partire dal 15 settembre prossimo, quando inizierà la prossima sessione parlamentare.

Il portavoce del governo Lambert Mende assicura che il testo del progetto di revisione della Costituzione non dovrebbe prevedere l’emendamento dell’articolo 220 che blocca, tra l’altro, la durata e il numero dei mandati del Presidente della Repubblica. Non ci sarà alcun cambiamento nemmeno nelle modalità di elezione del Presidente, che rimane a suffragio universale diretto.
Saranno invece modificati almeno altri tre articoli: quelli relativi alle elezioni dei deputati provinciali, dei senatori nazionali e dei governatori di provincia, che saranno eletti a suffragio universale indiretto da coloro che saranno eletti a suffragio diretto nelle elezioni locali. Il motivo avanzato dal governo è di tipo finanziario, perché le elezioni indirette sono meno costose che quelle a suffragio universale diretto.

Nello stesso tempo però, diverse forze politiche della maggioranza favorevoli alla revisione della Costituzione affermano che, «a questo punto, nulla impedisce la formulazione di emendamenti sugli articoli bloccati della Costituzione». Secondo loro, se tali modifiche sono fatte per sbloccare gli articoli bloccati, la camera bassa del Parlamento potrebbe  sottomettere a referendum popolare la revisione degli articoli problematici, un’operazione che, paradossalmente, sarebbe condotta dalla stessa Ceni, incaricata di organizzare sia le elezioni che i referendum.

A questo proposito, si nota che la maggioranza presidenziale usa un linguaggio troppo “ambiguo” (si afferma di voler rispettare la Costituzione, ma non si dice quale: quella attuale o quella modificata) e che il suo obiettivo, quello di rimanere al potere il più a lungo possibile, costi quel che costi e nonostante le elezioni, viene spesso celato dall’esagerata loquacità o dal silenzio, secondo i casi.

Per elezioni democratiche, libere, trasparenti e tranquille

Da quanto precede, non è difficile prevedere difficoltà di ordine organizzativo, logistico ed economico, errori, ritardi e slittamenti che, ancora una volta, potrebbero facilitare brogli elettorali.

È inoltre interessante notare come tutte le iniziative proposte dalla Ceni trovino immancabilmente il consentimento della Maggioranza Presidenziale e il parere sfavorevole dell’opposizione e della società civile. Da qui a dubitare della neutralità, indipendenza e autonomia della Ceni, il passo è facile, il che crea un clima di pregiudizi, polemiche, tensioni e conflitti che avranno delle ripercussioni negative sull’intero processo elettorale.

Per avere delle elezioni veramente democratiche, libere, trasparenti e tranquille, risulta necessario che la Ceni assicuri:

– il rispetto della Costituzione attualmente in vigore, soprattutto nel suo articolo 220,

– l’adeguamento ai tempi elettorali previsti dalla Costituzione,

– la priorità a quelle elezioni la cui mancata organizzazione nei tempi stabiliti dalla Costituzione contribuirebbe ad aumentare la tensione politica,

– una elezione a suffragio universale diretto anche a livello provinciale,

– il dialogo e il consenso tra tutte le parti politiche e sociali implicate nel processo elettorale,

– la pubblicazione di un calendario elettorale completo e globale che comprenda tutte le fasi del ciclo elettorale 2013 – 2016.