Primi incerti passi verso un nuovo ciclo elettorale

Editoriale Congo Attualità n. 212 – a cura della Rete Pace per il Congo

 

Il 30 gennaio, il presidente della Ceni, Padre Apollinaire Malu Malu, ha presentato all’Assemblea Nazionale dei Deputati la tabella di marcia per la continuazione del processo elettorale.

Due ipotesi

– Nel primo caso, la CENI propone che le elezioni comunali e locali a suffragio universale diretto siano organizzate nel 2015, seguite dalle elezioni a suffragio universale indiretto dei deputati provinciali (un cambiamento rispetto al passato), dei senatori nazionali, dei governatori di provincia, dei sindaci, dei borgomastri e dei capi settore. Le elezioni a suffragio universale diretto del Presidente della Repubblica e dei deputati nazionali sarebbero previste per il 2016. Secondo questa prima ipotesi di lavoro, il ciclo elettorale si concluderebbe nel 2016.

– Nel secondo caso, il presidente della CENI propone di iniziare il ciclo elettorale con le elezioni urbane, municipali e locali a suffragio universale diretto, seguite dalle elezioni, a suffragio universale indiretto, dei sindaci, dei borgomastri e dei capi settore. Le elezioni a suffragio universale diretto dei deputati provinciali, dei deputati nazionali e del Presidente della Repubblica avrebbero luogo nel 2016. Le elezioni a suffragio indiretto o in secondo grado sarebbero, quindi, rinviate al 2017 (dopo le elezioni presidenziali e legislative nazionali e provinciali). In tal modo, le elezioni dei Senatori nazionali e dei governatori di provincia si terrebbero nel 2017.

Adeguarsi alla Costituzione, senza pretendere di modificarla secondo le circostanze

Nella prima ipotesi, il presidente della Ceni ha suggerito la possibilità di organizzare le elezioni dei deputati provinciali a “suffragio universale indiretto”, per minimizzare i costi di organizzazione e ridurre i tempi. Se i deputati provinciali vengono eletti in secondo grado, pensa la CENI, si risparmierebbero tempo e denaro.

Ma questa ipotesi è incostituzionale, perché viola l’articolo 197 della Costituzione che prevede l’elezione dei deputati provinciali a suffragio universale diretto. Comporterebbe, quindi, la revisione di tale articolo e aprirebbe, in tal modo, la via ad una più ampia revisione della Costituzione, in particolare dell’articolo 220, che prevede che «la forma repubblicana dello Stato, il principio del suffragio universale, la forma rappresentativa del governo, il numero e la durata del mandato del Presidente della Repubblica, l’indipendenza della magistratura, il pluralismo politico e sindacale, non possono essere oggetto di alcuna revisione costituzionale». Un’eventuale modifica di tale articolo potrebbe aprire la strada alla modifica anche dell’articolo 70 che stipula: «Il Presidente della Repubblica è eletto a suffragio universale diretto per un mandato di cinque anni, rinnovabile una sola volta». È ciò che i partiti dell’opposizione e il popolo congolese non vogliono.

Inoltre, se i deputati provinciali fossero eletti con voto indiretto in secondo grado, i senatori nazionali e i governatori di provincia, i cui elettori sono appunto i deputati provinciali, sarebbero eletti, a loro volta, con voto indiretto in terzo grado, il che aumenterebbe la distanza tra le Istituzioni e il popolo.

Essere realisti, per non cadere nella trappola

Occorre ricordare che le elezioni urbane, municipali e locali non hanno mai avuto luogo, né nel 2006, né nel 2011. Inoltre, gli attuali deputati provinciali sono stati eletti a suffragio universale diretto alla fine di ottobre 2006 e gli attuali senatori nazionali e governatori provinciali sono stati eletti, a suffragio universale indiretto, nel mese di gennaio 2007, per un periodo di cinque anni secondo la Costituzione. Il loro mandato risulta quindi scaduto rispettivamente dalla fine del 2011 e dall’inizio del 2012.

Di fronte a questa situazione, la CENI, che si è data come obiettivo principale quello di risolvere la questione degli arretrati elettorali del 2006 e del 2011, avrebbe scelto di iniziare il ciclo elettorale organizzando le elezioni comunali, urbane e locali nel 2015, ciò che consentirebbe di rendere giustizia agli elettori che non hanno ancora avuto la possibilità di eleggere le loro autorità locali.

Nello stesso tempo, la CENI avverte che non è possibile, per questioni materiali, finanziarie, e temporali, organizzare le elezioni, a suffragio diretto, dei deputati provinciali e, a suffragio indiretto, dei governatori provinciali e dei senatori nazionali nel 2015, anno in cui si svolgerebbero le elezioni urbane, municipali e locali.

D’altra parte, l’opposizione politica e l’opinione pubblica reclamano con forza le elezioni, a suffragio diretto, dei deputati provinciali, per poter rinnovare il Senato, arrivato a fine mandato già da due anni. Inoltre, in seguito alle elezioni truccate del 2011, non tollererebbero né un eventuale prolungamento del mandato presidenziale, né una minima revisione costituzionale.

Per questo, secondo vari osservatori, nell’attuale situazione di incertezza politica, la Ceni dovrebbe dar la priorità al consolidamento delle Istituzioni politiche nazionali rispetto a quelle locali.

Se continuare il processo elettorale iniziando con le elezioni locali comportasse l’organizzazione delle elezioni provinciali a suffragio indiretto, contrariamente alle disposizioni della Costituzione, o lo slittamento delle elezioni dei senatori e dei governatori al 2017, sarebbe auspicabile che, per favorire la coesione nazionale nell’attuale situazione di tensione politica, la Ceni potesse prendere in considerazione la possibilità di rimandare al 2017 non le elezioni dei Senatori nazionali e dei governatori di provincia, ma quelle urbane, municipali e locali.

Una terza ipotesi alternativa

Varie forze politiche suggeriscono di organizzare le elezioni dei deputati provinciali a suffragio universale diretto nella prima metà del 2015, il che permetterebbe di non modificare la Costituzione e di organizzare anche le elezioni a suffragio universale indiretto dei senatori nazionali e dei governatori di provincia nello stesso anno. Il 2016 dovrebbe essere dedicato alle elezioni presidenziali e legislative a livello nazionale. Le elezioni urbane, municipali e locali potrebbero essere organizzate in concomitanza con le elezioni dei deputati provinciali nel 2015 o, qualora non fosse possibile, rinviate al 2017.

Nel frattempo, la Ceni dovrà procedere alla verifica del database elettorale attuale, eliminando eventuali doppioni, i defunti e gli stranieri che si erano illegalmente iscritti; introducendo gli elettori che erano stati precedentemente omessi e coloro che, nel frattempo, hanno raggiunto la maggior età, diventando quindi nuovi potenziali elettori. La Ceni introdurrà nel suo database i risultati del censimento generale della popolazione quando essi saranno disponibili.

La Ceni dovrà verificare anche l’attuale mappatura delle circoscrizioni, delle sezioni e dei seggi elettorali a partire dai dati di cui dispone, aggiornandoli all’attuale situazione demografica e amministrativa locale. Anche in questo caso, la Ceni introdurrà nel suo database i cambi necessari, una volta che il processo di decentramento sia effettivo.