La speranza di un ritorno alla ragione

Editoriale Congo Attualità n.251 – a cura della Rete Pace per il Congo

La sentenza della Corte Costituzionale circa l’organizzazione delle elezioni dei Governatori provvisori delle nuove province

La Commissione elettorale si è trovata nell’impossibilità di organizzare le elezioni dei governatori provvisori delle province recentemente create, perché molte Assemblee Provinciali delle 21 nuove province hanno concluso le loro sessioni straordinarie senza aver potuto adottare il loro regolamento interno e senza eleggere il loro Comitato direttivo definitivo, due condizioni pertanto necessarie per organizzare qualsiasi tipo di elezioni. Inoltre, il tempo (120 giorni) entro cui, secondo la legge, la Commissione elettorale doveva procedere alle elezioni dei governatori provvisori delle nuove province è già arrivato a termine. Per questo, la Commissione elettorale si è rivolta alla Corte Costituzionale, chiedendole come potere procedere.

L’8 settembre, la Corte Costituzionale ha risposto alla richiesta inoltrata dalla Commissione elettorale. Essa ha disposto che le elezioni dei governatori delle nuove province siano “assolutamente” organizzate prima di ogni altro tipo di elezioni previste nel calendario elettorale globale, incluso prima delle elezioni provinciali e locali di ottobre 2015. Inoltre, la Corte “ordina” alla Commissione elettorale di “valutare, in modo indipendente e imparziale, l’intero processo elettorale previsto nel suo calendario elettorale globale” pubblicato nel mese di febbraio. La Corte costituzionale ha quindi “esortato il governo” ad accelerare l’installazione dei comitati direttivi definitivi delle assemblee provinciali delle nuove province e di fornire alla Commissione elettorale “i mezzi necessari per l’immediato svolgimento delle elezioni dei governatori […] delle nuove province. La Corte Costituzionale ha “ordinato” al Governo di “prendere immediatamente delle misure transitorie eccezionali per tutelare l’ordine pubblico e la sicurezza e per garantire la regolarità e la continuità dei servizi pubblici nelle province interessate”.

La tentazione di intonare un canto d’addio alle elezioni

Se nella sentenza della Corte costituzionale non c’è alcuna proposta formale di rinvio delle prossime scadenze elettorali, tuttavia, dati i tempi estremamente stretti, i problemi di finanziamento e le difficoltà organizzative e logistiche cui deve far fronte la Commissione elettorale, sembra davvero difficile organizzare le elezioni dei governatori delle nuove province in sole sei settimane, senza rinviare le elezioni locali e dei deputati provinciali programmate per il prossimo 25 ottobre. La grande domanda che ci si pone è questa: fin dove arriverà questa strategia dello slittamento delle elezioni? Non saranno a rischio anche le elezioni presidenziali e legislative nazionali previste per il mese di novembre 2016? La tentazione è quella di intonare un canto d’addio a tutte queste elezioni.

La speranza di un ritorno alla ragione

Sia la Comunità internazionale, sia i partiti di opposizione e la Società Civile hanno sottolineato con forza la necessità di dare la priorità all’organizzazione, entro i tempi previsti dalla Costituzione, delle elezioni presidenziali, legislative nazionali e legislative provinciali.

Concretamente, il Vice-Presidente del partito di opposizione “Rinascimento del Congo” (Reco), Fabrice Puela, ha proposto di rinviare le elezioni locali a dopo il 2016 e di organizzare le elezioni dei deputati provinciali nel mese di luglio 2016, invece del mese di ottobre 2015, come finora previsto nel calendario elettorale pubblicato dalla Commissione elettorale. Per quanto riguarda le elezioni presidenziali e legislative nazionali, esse dovrebbero essere organizzate nel mese di novembre 2016, come finora previsto, in modo da rispettare scrupolosamente le disposizioni costituzionali.

Anche il presidente del Senato, Léon Kengo wa Dongo, ha auspicato, in occasione dell’apertura della sessione parlamentare di settembre, l’organizzazione delle elezioni presidenziali, legislative nazionali e legislative provinciali nel 2016, rinviando a più tardi le elezioni locali.

Questa proposta ha il merito di dare alla Commissione elettorale il tempo necessario per una migliore preparazione delle elezioni e di permetterle, nello stesso tempo, di organizzare le principali elezioni entro i tempi previsti dalla Costituzione. Dato che sono i deputati provinciali che eleggono i senatori nazionali, un secondo merito di questa proposta è quello di permettere al nuovo Presidente eletto di prestare giuramento davanti a un Parlamento recentemente eletto, ciò che non è accadde nel 2011, quando l’attuale presidente prestò giuramento davanti a senatori già “fuori mandato”, perché eletti nel 2006, nella precedente legislatura.

D’altra parte, la proposta di Fabrice Puela sembra fattibile e possibile, perché anche nel 2006 si organizzarono il primo turno delle presidenziali e le legislative nazionali il 30 luglio e il secondo turno delle presidenziali e le elezioni dei deputati provinciali il 29 ottobre.

Si può dunque sperare che quelli che ancora insistono nel volere organizzare le elezioni a partire da quelle locali, mettendo a rischio le presidenziali del 2016, ritornino alla ragione e abbiano l’onestà di riconoscere che è ormai impossibile che la Commissione elettorale possa organizzare tutte le elezioni in un solo anno.