Congo Attualità n. 251

INDICE:

EDITORIALE: La speranza di un ritorno alla ragione

  1. A PROPOSITO DEL PROCESSO ELETTORALE GLOBALE
    1. Alcuni problemi da risolvere
    2. Organizzare le elezioni nel rispetto dei tempi previsti dalla Costituzione
    3. Alcune proposte
  2. ELEZIONI DEI GOVERNATORI provvisori DELLE 21 NUOVE PROVINCE
  3. LA RISPOSTA DELLA CORTE COSTITUZIONALE ALLA COMMISSIONE ELETTORALE
    1. La sentenza della Corte
    2. Le reazioni
    3. Un progetto di nomina di commissari speciali
  4. L’APERTURA DELLA SESSIONE PARLAMENTARE DI SETTEMBRE

EDITORIALE: LA SPERANZA DI UN RITORNO ALLA RAGIONE

1. A PROPOSITO DEL PROCESSO ELETTORALE GLOBALE

a. Alcuni problemi da risolvere

Molti osservatori ritengono il calendario elettorale pubblicato dalla Commissione elettorale complesso e difficilmente realizzabile. A questo proposito, una parte dell’opposizione chiede il rinvio delle elezioni locali, a causa della loro complessità, mentre la maggioranza di governo chiede il rispetto di tutte le scadenze previste. Secondo l’opposizione, questa seconda ipotesi condurrebbe allo “slittamento” del calendario elettorale oltre il 2016, nonostante che il secondo e ultimo mandato dell’attuale capo dello Stato, Joseph Kabila, termini in dicembre 2016. Invitati dal presidente Kabila in giugno scorso per delle consultazioni in vista di un dialogo preliminare alle elezioni, i principali partiti di opposizione hanno boicottato l’invito, sospettando che la maggioranza stesse cercando dei sotterfugi per non organizzare le elezioni presidenziali entro la fine del 2016. Un’altra parte dell’opposizione si dice piuttosto favorevole a un dialogo politico prima delle elezioni, a condizione però che sia organizzato con la facilitazione della comunità internazionale.[1]

Secondo l’attuale vice presidente dell’UDPS – ala di Kibasa, Albert Moleka, a causa dei numerosi ritardi, sarà difficile evitare lo slittamento del processo elettorale. Ciò non implica, tuttavia, l’accettazione dello slittamento dei mandati del Presidente della Repubblica e dei deputati. Albert Moleka ritiene che lo slittamento del processo elettorale è inevitabile, ma ha affermato che «ciò non significa che, costituzionalmente, dobbiamo accettare uno slittamento del mandato del Presidente della Repubblica o dei deputati. Lo slittamento del processo elettorale è dovuto al fatto che, tecnicamente, sarà quasi impossibile organizzare le elezioni presidenziali e legislative nazionali nel mese di novembre 2016. Dico questo partendo dal presupposto che, se vogliamo delle elezioni credibili, occorre tener conto di certi criteri incomprimibili nell’organizzazione tecnica delle elezioni». Ha poi aggiunto: «La Costituzione è chiara. Non dice che un presidente rimane presidente fino a quando non si organizzino altre elezioni. Il giuramento costituzionale del Presidente della Repubblica lo impegna a salvaguardare la Costituzione e le leggi della Repubblica. Non c’è, quindi, alcuna possibilità di aggiungere anche un solo giorno al mandato del Presidente della Repubblica».[2]

A proposito dei mezzi per finanziare le elezioni, Samy Badibanga ha rivelato che nel 2012 l’Assemblea Nazionale aveva incluso nella legge finanziaria 252,5 milioni di dollari; nel 2013, 241,5 milioni; nel 2014, 248,5 milioni e 60 milioni per il primo trimestre 2015, per un totale di più di 800.000.000 $ che avrebbero dovuto essere messi a disposizione della Commissione elettorale. Ha poi precisato che il Governo ha finora sbloccato solo 124 milioni di dollari in contanti a favore della Commissione elettorale, cioè solo circa il 16% del bilancio votato per il processo elettorale. “Dove sono finiti gli altri milioni?”, egli si chiede denunciando le spese non autorizzate ma intraprese in questi mesi dall’Esecutivo Nazionale. Egli cita il caso della costruzione del palazzo del governo in “Piazza Royal”, a Kinshasa / Gombe, della fattoria agro-industriale di Bukanga-Lonzo, nella provincia di Bandundu, l’acquisto di due Airbus per la compagnia aerea nazionale Congo Airways, etc.

Dati i ritardi che si accumulano sul calendario elettorale globale reso pubblico nel mese di febbraio 2015, Samy Badibanga pensa che la Commissione elettorale dovrebbe dire, in maniera chiara ed esplicita, al popolo congolese e alla comunità internazionale se è effettivamente in grado di organizzare le 5 elezioni dirette previste nel suo calendario. In caso negativo, dovrebbe semplicemente ammetterlo, in modo che ognuno prenda coscienza della necessità di discutere di un calendario elettorale consensuale.

Data l’impossibilità quasi sicura di mettere in atto l’attuale calendario elettorale, Samy Badibanga pensa che il governo, che non può giustificare che fine hanno fatto gli almeno 800 milioni di dollari, stanziati tra il 2012 e il 2015 per il processo elettorale, sarebbe meglio che si dimettesse. Per quanto riguarda la Commissione elettorale, data la natura inquinata del database elettorale in vigore, a causa della presenza dei nomi di molti elettori già deceduti, della circolazione di certificati elettorali false, dei cambiamenti di indirizzo non registrati … dovrebbe intraprendere un’operazione di revisione e correzione dei dati contenuti nel suo database elettorale.[3]

b. Organizzare le elezioni nel rispetto dei tempi previsti dalla Costituzione

Il 26 agosto, in una conferenza stampa al termine di una sua visita a Kinshasa, l’inviato speciale degli Stati Uniti nella regione dei Grandi Laghi, Thomas Perriello, ha affermato la necessità di organizzazione le elezioni presidenziali e legislative nel 2016. «Abbiamo sottolineato che è necessario che le autorità congolesi rispettino la Costituzione e che le elezioni presidenziali e legislative si tengano entro i termini stabiliti dalla Costituzione», ha dichiarato Thomas Perriello poco dopo aver incontrato il Capo di Stato, Joseph Kabila.[4]

Il 27 agosto, una coalizione di trentatré ONG congolesi per la difesa dei diritti umani ha chiesto al presidente Joseph Kabila di «non violare la Costituzione per rimanere al potere, ma di rispettarla». Esse invitano le autorità congolesi e la Commissione elettorale nazionale indipendente (CENI) ad organizzare le elezioni presidenziali e legislative entro i termini costituzionali, prima della fine del 2016. «L’alternanza pacifica al potere nel 2016 è un fattore essenziale per il consolidamento della pace e dello sviluppo socio-economico», ha dichiarato da parte sua Timothée Mbuya, membro di Justicia ASBL.

Il capo della MONUSCO, Martin Kobler, nel corso della conferenza settimanale delle Nazioni Unite, aveva già detto che la Monusco non si immischia negli affari interni della RDCongo, ma che la posizione della comunità internazionale è chiara: “la Costituzione deve essere rispettata”. Martin Kobler aveva anche proposto che la commissione elettorale fornisse «un calendario elettorale più realistico, affinché possa essere finanziabile».[5]

Il 28 agosto, riunito a Ginevra, il gruppo degli inviati speciali della comunità internazionale per la Regione dei Grandi Laghi ha sottolineato l’importanza di potere organizzare le elezioni presidenziali e legislative nazionali “entro i termini costituzionali, con la partecipazione di tutte le persone eleggibili“. In una loro dichiarazione, gli inviati internazionali hanno ribadito l’appoggio della comunità internazionale alla RDCongo per organizzare elezioni trasparenti, credibili e inclusive. Hanno anche lanciato un appello a tutti i responsabili politici, al fine di arrivare rapidamente a un accordo sulle condizioni che rendano possibile un processo elettorale credibile. A tal fine, gli inviati internazionali hanno sottolineato la necessità di adottare, senza alcun indugio, le misure necessarie per garantire uno spazio politico aperto e la libertà dei mezzi di comunicazione, in vista di un’uguale partecipazione di tutte le parti al processo elettorale.

Il gruppo degli inviati internazionali è composto dall’inviato speciale delle Nazioni Unite per la Regione dei Grandi Laghi, Saïd Djinnit, il rappresentante speciale dell’Unione Africana per i Grandi Laghi, Ibrahima Fall, il rappresentante speciale del Segretario generale dell’ONU per la RDCongo, Martin Kobler, il Coordinatore dell’Unione Europea per la Regione dei Grandi Laghi, Koen Vervaeke, l’inviato speciale degli Stati Uniti per la Regione dei Grandi Laghi, Thomas Perriello e l’inviato speciale del Belgio per i Grandi Laghi, Frank de Coninck.[6]

c. Alcune proposte

Il 3 agosto, il partito di opposizione Rinascimento del Congo (Reco) ha proposto di rinviare le elezioni locali a dopo il 2016 e di organizzare le elezioni provinciali nel mese di luglio 2016, invece del mese di ottobre 2015, come finora previsto nel calendario elettorale pubblicato dalla Commissione elettorale. Il Vice-Presidente di questo partito, Fabrice Puela, l’ha dichiarato in una conferenza stampa a Kinshasa. Egli ha affermato che il calendario elettorale pubblicato dalla Commissione elettorale nel mese di febbraio 2015, non è più realistico, a causa delle problematiche finanziarie e giuridiche cui è sottoposto. «Si potrà organizzare le elezioni legislative provinciali nel mese di luglio 2016 e le elezioni presidenziali e legislative nazionali nel mese di novembre 2016, in modo da rispettare scrupolosamente le scadenze costituzionali ed evitare il famoso slittamento da tutti temuto», ha dichiarato Fabrice Puela. Il Vice-Presidente della Reco ha proposto anche l’aggiornamento delle liste degli elettori mediante una nuova operazione di iscrizione di tutti gli elettori, compresi i Congolesi della diaspora. «Secondo alcuni esperti, se tale operazione potesse iniziare in settembre o ottobre, essa potrebbe concludersi entro il mese di maggio 2016», ha dichiarato Fabrice Puela.[7]

Il Presidente della Lega Nazionale per Elezioni Libere e Trasparenti (LINELIT), Jerôme Bonso, ha affermato che, per organizzare delle elezioni pacifiche, occorre ripulire il database elettorale e integrarvi i nuovi maggiorenni e i Congolesi della diaspora. Operazioni che possono richiedere più di un anno, secondo la sua analisi. «La gara per l’appalto può durare due mesi, l’ordinazione dei materiali due mesi, la consegna un mese, la distribuzione due mesi, la formazione degli agenti un mese, la sperimentazione del materiale una quindicina di giorni, l’operazione di registrazione degli elettori sei mesi, l’analisi e la revisione dei dati altri due mesi», ha affermato Jerôme Bonso che è anche il coordinatore della piattaforma “Azione per Elezioni Trasparenti e Pacifiche (AETA). Secondo Jerôme Bonso, il problema dovrà essere posto sotto il punto di vista politico. Egli propone, quindi, di organizzare un dialogo politico in vista di un consenso elettorale circa un riadattamento del calendario elettorale e la revisione del database elettorale.

Ma secondo Fabrice Puela, deputato dell’opposizione, si dovrebbe “iniziare immediatamente con l’operazione di rinnovamento del database elettorale e pianificare le elezioni indispensabili: le presidenziali e le legislative nazionali e provinciali.[8]

Il procuratore generale presso la Corte Costituzionale ha chiesto alla Commissione elettorale di procedere all’operazione di registrazione dei nuovi maggiorenni sulle liste degli elettori. Secondo il suo parere, escludendo i nuovi maggiorenni dalla possibilità di partecipare alle prossime elezioni, la Commissione elettorale aveva violato l’articolo 5 della Costituzione.[9]

Secondo le Forze Acquisite al Cambiamento (FAC) e la Dinamica dell’opposizione congolese per l’Unità d’Azione, la necessità di una nuova operazione di registrazione degli elettori è giustificata per il fatto che “il database elettorale del 2011 non tiene conto dei cambiamenti avvenuti dopo il mese di marzo 2011 e, quindi, non include i cittadini diventati maggiorenni o rientrati in patria dopo tale data, né tiene conto dei cambiamenti di indirizzi o dei decessi avvenuti“.[10]

L’11 settembre, il gruppo dei candidati alle elezioni dei deputati provinciali del Nord Kivu ha chiesto alla Commissione elettorale di pubblicare la lista definitiva dei candidati alle elezioni provinciali. Il gruppo ha fatto questa richiesta a Goma, una decina di giorni prima dell’inizio della campagna elettorale delle elezioni provinciali, come prevista nel calendario elettorale globale.

In una lettera aperta alla Commissione elettorale, il gruppo dei deputati provinciali del Nord Kivu si rammarica del fatto che, nell’imminenza di tali elezioni, non sia ancora stata data alcuna indicazione, violando il calendario elettorale globale pubblicato dalla stessa Commissione elettorale. Il portavoce del gruppo, Patrick Bala, l’ha reso noto in questo modo: «Constatiamo che la Commissione elettorale non è ancora pronta per organizzare queste elezioni entro la data fissata nel suo calendario elettorale globale. Alcuni di noi hanno dovuto dimettersi da certi incarichi, altri hanno dovuto chiedere dei permessi di aspettativa. È per questo che chiediamo alla Commissione elettorale di assumersi le sue responsabilità e di non tenere il popolo in ostaggio. Dobbiamo fare rispettare il calendario elettorale globale previsto».[11]

Il 14 settembre, a Kinshasa, una coalizione di trentatré ONG congolesi per la difesa dei diritti umani ha sottolineato la necessità di organizzare con priorità, cioè prima delle altre, le elezioni presidenziali e legislative e entro i tempi previsti dalla Costituzione. Nel corso di una conferenza stampa, le Ong hanno messo in guardia il Governo congolese e la Commissione elettorale contro qualsiasi tentativo di ritardare queste elezioni. Secondo queste ONG, il Governo e la Commissione elettorale non dovrebbero fare della sentenza della Corte Costituzionale “un pretesto per ritardare le elezioni le elezioni presidenziali e legislative“. Secondo il coordinatore di questa piattaforma, Georges Kapiamba, membro dell’Associazione Congolese per l’Accesso alla Giustizia (ACAJ), le elezioni presidenziali e le legislative sono legate a delle esigenze costituzionali: «Siamo consapevoli che non è più possibile, tecnicamente e materialmente, che la Commissione elettorale riesca ad organizzare tutte le elezioni previste nel suo calendario elettorale pubblicato il 12 febbraio dell’anno in corso. Se le elezioni non si svolgeranno entro il periodo costituzionale, il governo e la Commissione elettorale non possono avanzare alcuna scusa».[12]

2. ELEZIONI DEI GOVERNATORI provvisori DELLE 21 NUOVE PROVINCE

Il 21 agosto, il Questore della Commissione elettorale, Chantal Ngoyi, ha annunciato che «la Commissione elettorale constata che l’installazione delle nuove province sta incontrando varie difficoltà, tra cui il fatto che, nella maggior parte dei casi, le nuove Assemblee provinciali hanno concluso la loro sessione speciale senza aver esaurito l’ordine del giorno, soprattutto per quanto riguarda l’installazione dei comitati definitivi delle Assemblee provinciali, come stabilito dall’articolo 9 comma 1 della legge di pianificazione». «Di conseguenza», ha aggiunto senza fornire alcun dettaglio, «la Commissione elettorale annuncia all’opinione nazionale che sta studiando il modo e i mezzi per armonizzare il proprio calendario elettorale, per renderlo compatibile con il processo di installazione delle nuove province».[13]

Secondo la Commissione elettorale, le elezioni dei governatori sono per il momento impossibili, perché molte delle 21 Assemblee Provinciali hanno infatti concluso le loro sessioni straordinarie senza aver potuto adottare il loro regolamento interno, né eleggere il loro Comitato centrale definitivo, due condizioni pertanto necessarie per organizzare qualsiasi tipo di elezioni.

Occorre quindi risolvere questa situazione di stallo che blocca l’organizzazione delle future elezioni. Si tratta di risolvere il problema della data, rinviata sine die, delle elezioni dei governatori delle 21 nuove province. Ufficialmente, si rende dunque necessario armonizzare due disposizioni: la legge sull’organizzazione delle elezioni e la legge di programmazione di installazione delle nuove province e quella sull’organizzazione delle elezioni. Per questo, la Commissione elettorale ha deciso di ricorrere alla Corte Costituzionale per ottenere un suo parere in merito.[14]

Come ce se ne può rendere conto, secondo l’articolo 10 della legge di programmazione n. 15/004 del 28 febbraio 2015 relativa alle modalità di installazione delle nuove province, “la durata della effettiva installazione delle istituzioni Provinciali non può superare 120 giorni dalla data della creazione delle commissioni di installazione delle nuove province smembrate”.

Secondo l’articolo 195 della Costituzione, le istituzioni provinciali sono l’Assemblea Provinciale dei deputati e il Governo provinciale. D’altra parte, le commissioni cui fa riferimento l’articolo 10 della legge di programmazione sono state create il 13 aprile 2015, mediante i decreti n. 15/005 e 15/006 relativi all’organizzazione e al funzionamento delle commissioni di installazione delle nuove province smembrate e alla nomina dei membri delle commissioni di installazione delle nuove province smembrate.

Dunque, le Assemblee provinciali e i Governi provinciali avrebbero dovuto essere installati entro 120 giorni dalla creazione delle commissioni, cioè entro il 12 agosto 2015.

Tuttavia, nessuna istituzione provinciale è stata, finora, effettivamente installata.

Di conseguenza, avendo la legge di programmazione fissato un tempo massimo per le attività di installazione delle nuove province, è necessario constatare che, secondo la suddetta legge, l’istituzione delle nuove province è stata un fallimento.

Da quanto precede, rimangono solo due possibilità per assicurare il buon funzionamento delle istituzioni provinciali:

Secondo la prima possibilità, si potrebbe tornare al punto di partenza, cioè alla configurazione delle anteriori undici province, considerando la legge di programmazione come abrogata tacitamente in forza del suo articolo 10. La legge di programmazione è una legge nata male, simile a una persona sterile deceduta senza lasciare alcun erede.

Secondo la seconda possibilità, si potrebbe cambiare la legge di programmazione, in particolare il suo articolo 10. Nel frattempo, le undici ex province dovrebbero essere gestite come in passato. Inoltre, non si può immaginare l’installazione di nuove province senza pensare all’installazione anche delle giurisdizioni giudiziarie corrispondenti, come le Corti d’Appello, che dovrebbero dirimere i contenziosi elettorali eventualmente riscontrati nel corso delle elezioni dei governatori e dei deputati provinciali, previste all’articolo 9 della legge stessa di programmazione.

Allo stesso modo, è fuori luogo pensare che gli ex deputati provinciali delle vecchie province possano far prevalere i loro mandati ottenuti nell’ambito delle ex province per legiferare in seno alle nuove province, tanto più che la legge di programmazione, all’articolo 9, punto 2, parla di convalida dei poteri. Se si trattasse di ex deputati provinciali, come potrebbe la legge parlare di convalida delle competenze, quando le competenze degli ex deputati provinciali erano già state convalidate?

Quindi, si tratta di nuovi poteri che non possono che derivare da nuove elezioni provinciali ancora da organizzare perché, nello spirito dei padri costituenti congolesi, le istituzioni provinciali sono guidate da persone elette, votate dagli elettori di dette Province intese come entità giuridiche. Cioè, quando si passa all’installazione di una nuova provincia, si dovrebbe dare la parola alla popolazione di questa provincia, affinché elegga i suoi deputati provinciali che, a loro volta, dovranno eleggere i governatori. Non è possibile affidare a deputati di vecchie province il compito di animare nuove province. Secondo quanto detto, è possibile affermare che la legge di programmazione non ha raggiunto il suo obiettivo e che è necessario tornare al formato anteriore delle undici province o modificare l’articolo 10 della legge di programmazione. È sbagliato proporre che il Capo dello Stato proceda lui stesso alla nomina di governatori delle nuove province perché, in tal caso, violerebbe la Costituzione.[15]

Il 3 settembre, il governo congolese ha affermato di non disporre dei mezzi finanziari necessari per l’organizzazione delle elezioni dei governatori delle 21 nuove province.

Il primo ministro Augustin Matata Ponyo l’ha dichiarato nel corso di un incontro con i giudici della Corte Costituzionale a Kinshasa: «Non ci sono soldi per organizzare queste elezioni e nemmeno per installare le nuove province».

Secondo certe informazioni, il capo del governo avrebbe avanzato dei motivi poco convincenti a proposito della sua decisione di non sbloccare i mezzi che avrebbero permesso alla commissione elettorale di organizzare le elezioni dei governatori delle nuove province. Egli si è giustificato per il fatto della caduta dei prezzi del petrolio e del rame sul mercato internazionale. Secondo lui, l’economia congolese è sottoposta a questa crisi e, per il momento, il Governo congolese non è in grado di finanziare le elezioni dei governatori delle 21 nuove province.

Il capo del governo congolese rispondeva alla convocazione inviatagli dalla Corte Costituzionale cui si era precedentemente rivolta la Commissione Elettorale, per motivi di interpretazione della legge di programmazione relativa all’installazione delle nuove province, dal momento che il tempo legale fissato per l’organizzazione delle elezioni dei governatori delle nuove province è già arrivato a termine e ampiamente superato e oltrepassato.[16]

Il deputato dell’opposizione Martin Fayulu ha chiesto alla Corte Costituzionale di ricostituire le precedenti province smembrate. L’ha rivelato in seguito alle dichiarazioni del primo ministro Matata Ponyo che, il 4 settembre, davanti alla Corte Costituzionale, aveva affermato che il governo non aveva i fondi sufficienti per organizzare le elezioni dei governatori e vice-governatori delle 21 province recentemente create. Secondo Martin Fayulu, lo smembramento delle ex province è stato effettuato troppo “in fretta” e la decisione di procedere a tale riforma senza possedere i mezzi per attuarla è stato un atto irresponsabile.[17]

3. LA RISPOSTA DELLA CORTE COSTITUZIONALE ALLA COMMISSIONE ELETTORALE

a. La sentenza della Corte

L’8 settembre, la Corte Costituzionale ha risposto alla richiesta inoltrata dalla Commissione elettorale relativa all’interpretazione della legge sulla creazione delle nuove province.

In una sentenza resa pubblica nel corso di un’udienza a Kinshasa, la Corte Costituzionale ha constatato la presenza di una “forza maggiore”, la mancata installazione dei comitati direttivi definitivi delle assemblee provinciali delle nuove province, che impedisce alla Commissione elettorale di organizzare, entro il termine legale, le elezioni dei governatori e vice-governatori. Tuttavia, la Corte costituzionale ha disposto che le elezioni dei governatori delle nuove province siano “assolutamente” organizzate prima di ogni altro tipo di elezioni previste nel calendario elettorale globale, incluso prima delle elezioni provinciali e locali di ottobre 2015. La Corte costituzionale ha quindi “esortato il governo” ad accelerare l’installazione dei comitati direttivi definitivi delle assemblee provinciali delle nuove province e di fornire alla Commissione elettorale “i mezzi necessari per l’immediato svolgimento delle elezioni dei governatori […] delle nuove province, ancor prima delle elezioni dei deputati provinciali sull’insieme del territorio della Repubblica”.

La Corte Costituzionale ha “ordinato” al Governo di “prendere immediatamente delle misure transitorie eccezionali per tutelare l’ordine pubblico e la sicurezza e per garantire la regolarità e la continuità dei servizi pubblici nelle province interessate”. La Corte costituzionale non precisa la natura di tali misure ma, da diversi giorni, nei media congolesi, si evoca la possibilità di una nomina dei governatori e vice-governatori da parte dell’esecutivo. Inoltre, la Corte “ordina” alla Commissione elettorale di “valutare, in modo indipendente e imparziale, l’intero processo elettorale previsto nel suo calendario elettorale globale” pubblicato nel mese di febbraio.

Da parte loro, il governo e la Commissione elettorale hanno dichiarato di aspettare di essere informati dalla Corte costituzionale, per poter pronunciarsi circa la sentenza della Corte Costituzionale. Circa le spese relative all’organizzazione delle elezioni dei governatori e vice-governatori, il portavoce del governo, Lambert Mende, ha affermato che non sono state contabilizzate nella legge finanziaria e che “il governo non è quindi in grado di far miracoli”. Il costo delle elezioni dei governatori si aggirerebbe intorno ai 2 milioni di dollari.

Secondo diversi osservatori, ordinando alla Commissione elettorale di organizzare le elezioni dei governatori prima di ogni altro tipo di elezioni, la Corte Costituzionale ha aperto la strada ad un rinvio del ciclo elettorale che avrebbe dovuto concludersi prima della fine del 2016 con le elezioni del Presidente della Repubblica.[18]

Il 9 settembre, una fonte della Corte Costituzionale ha affermato che il governo può provvisoriamente affidare la gestione delle ventuno nuove province a certi alti funzionari dello Stato. Questa fonte, che ha richiesto l’anonimato, ha dichiarato che una tale procedura non violerebbe la Costituzione. Secondo questa fonte, la Corte Costituzionale non autorizza alcuna forma di slittamento (rinvio) delle elezioni. “Qualora vi si arrivasse, la responsabilità sarebbe dei politici”, ha detto. I giudici della Corte hanno messo la Commissione elettorale e il Governo di fronte alle loro responsabilità, ha ribadito la fonte, secondo cui si possono organizzare le elezioni governatoriali e aggiornare il database elettorale, includendovi i nuovi maggiorenni, in soli nove mesi. È semplicemente questione di volontà politica e di stanziamento del denaro necessario.[19]

b. Le reazioni

Il 9 settembre, il Segretario Generale delle Forze Innovative per l’Unione e la Solidarietà (Fonus), Emery Okundji, ha chiesto di respingere la sentenza della Corte Costituzionale: «La Commissione elettorale, il Governo e la Corte Costituzionale, tutti si sono messi nella strategia dello slittamento delle elezioni orchestrata dal presidente della Repubblica che non intende lasciare il suo incarico al termine del suo mandato e che moltiplica gli ostacoli – lo ripetiamo – per restare al potere, nonostante i limiti imposti dalla Costituzione per quanto riguarda la durata e il numero dei mandati presidenziali». Egli ha inoltre chiesto la sospensione del processo di creazione delle nuove province, per evitare che la messa in atto del calendario elettorale si blocchi completamente.[20]

Se nella sentenza della Corte costituzionale non c’è alcuna proposta formale di slittamento del calendario elettorale, tuttavia, dati i tempi estremamente stretti, i problemi di finanziamento e le difficoltà organizzative e logistiche cui deve far fronte la Commissione elettorale, sembra davvero difficile organizzare le elezioni dei governatori in sole sei settimane, senza rinviare le prime scadenze del ciclo elettorale programmate per il prossimo 25 ottobre e relative alle elezioni dei deputati provinciali. La grande domanda rimane questa: fin dove arriverà questa strategia dello slittamento delle elezioni?[21]

In seguito alla pubblicazione della sentenza della Corte Costituzionale che ha ordinato al Governo di prendere delle misure transitorie eccezionali per garantire il funzionamento delle nuove province e alla Commissione elettorale di organizzare le elezioni dei governatori di queste nuove province prima di qualsiasi altro tipo di elezioni, Clement Kanku, membro dell’opposizione, ritiene che la Corte abbia aperto la strada ad uno slittamento del calendario elettorale che comporti il rinvio delle elezioni. Tuttavia, il deputato del PPRD Ramazani giudica “equilibrato” il verdetto della Corte.

Il deputato dell’opposizione e presidente del Movimento del Rinnovamento, Clement Kanku, si chiede se la sentenza della Corte Suprema non dia al Capo dello Stato la possibilità di nominare, alla guida delle nuove province, degli alti funzionari invece di governatori, in attesa delle elezioni dei governatori. Egli ritiene inoltre che l’ingiunzione fatta alla commissione elettorale di organizzare le elezioni dei governatori provvisori delle nuove province prima delle elezioni dei deputati provinciali comporti uno slittamento del calendario elettorale che porterebbe al rinvio delle prossime elezioni.

Da parte sua, Ramazani Shadari, deputato nazionale e vice Segretario generale del PPRD, il partito presidenziale, considera la sentenza della Corte Costituzionale equilibrata e realistica.

Ramazani Shadari respinge l’ipotesi della nomina di alti funzionari alla guida delle nuove province. «Non si nominerà nessuno. Si dovranno invece eleggere i governatori prima delle elezioni dei deputati provinciali, come stabilito dalla Corte. Ma in attesa di queste elezioni, la Corte ha chiesto al Governo di adottare delle misure necessarie per garantire l’ordine e la sicurezza», ha ribadito il deputato della maggioranza.[22]

Il deputato dell’opposizione Fabrice Puela esprime, invece, la sua “grande delusione” per la pubblicazione della sentenza. In primo luogo, egli sostiene che la Commissione elettorale non ha alcuna potere per far ricorso alla Corte Costituzionale. Pertanto, aggiunge, la Corte non ha alcuna competenza per emettere la sentenza che ha pubblicato. Egli ha spiegato che, secondo la costituzione, solo “il Capo dello Stato, il Presidente dell’Assemblea Nazionale, il presidente del Senato, il Governo, un gruppo di deputati superiore al 10 % dei membri della Camera e i Presidenti delle Assemblee provinciali” possono rivolgersi alla Corte Costituzionale. Secondo Fabrice Puela, la Commissione elettorale avrebbe dovuto passare attraverso una di queste istituzioni. Ciò che non ha fatto. Fabrice Puela ha aggiunto: «Sin dall’inizio, la Corte costituzionale si era dichiarata incompetente. Anche i giudici dei tribunali di pace, anche i giudici più giovani sanno che quando ci si dichiara incompetenti, il dado è tratto: non è più possibile ritornare indietro». Nella sua sentenza, la Corte ha dichiarato di essere parzialmente competente, dato che ha anche il ruolo di regolare il funzionamento delle istituzioni. Una tesi respinta da Fabrice Puela che ricorda la separazione dei poteri sanciti dalla Costituzione.[23]

Per quanto riguarda la sentenza della Corte Costituzionale che chiede al Governo di adottare delle “misure eccezionali” e alla Commissione elettorale di “valutare il calendario elettorale”, il deputato nazionale Samy Badibanga, presidente del gruppo parlamentare “UDPS e alleati”, ha constatato che la Corte ha avallato la strategia dello slittamento. Egli si è detto sorpreso che le due istituzioni non abbiano ricevuto l’ingiunzione di rispettare a tutti i costi i ​​limiti costituzionali relativi all’organizzazione delle elezioni presidenziali e legislative previste il 27 novembre 2016. A suo parere, anche le elezioni provinciali dovrebbero essere organizzate urgentemente, perché i deputati provinciali e i senatori nazionali sono fuori mandato dal 2011.[24]

c. Un progetto di nomina di commissari speciali

Il 18 settembre, il portavoce del governo Lambert Mende ha annunciato che, in una riunione del consiglio dei ministri svoltasi a Kinshasa, il Governo ha deciso di nominare dei commissari speciali e i loro delegati per amministrare le province appena create.

Il governo ha preso questa decisione per conformarsi alla sentenza della Corte Costituzionale che gli aveva chiesto di prendere delle misure transitorie eccezionali per mantenere l’ordine pubblico e la sicurezza e garantire la regolarità e la continuità dei servizi pubblici nelle nuove province.

Lambert Mende ha sottolineato che l’ordine impartito dalla Corte Costituzionale è in linea con lo spirito della legge sui principi fondamentali relativi alla libera amministrazione delle province che, in caso di necessità in materia di rappresentanza dello stato nelle province, il potere centrale può sostituirsi ai governatori provinciali. D’altra parte, la Commissione elettorale ha assicurato che organizzerà le elezioni dei governatori e vice-governatori dopo l’installazione dei Comitati centrali definitivi delle assemblee provinciali delle nuove province che avranno già votato e fatto approvare i loro regolamenti interni dalla Corte costituzionale.[25]

4. L’APERTURA DELLA SESSIONE PARLAMENTARE DI SETTEMBRE

Il 15 settembre, l’Assemblea nazionale e il Senato hanno aperto la loro sessione parlamentare di settembre dedicata alla votazione del bilancio dello Stato per il 2016. Alcuni deputati hanno affermato che il dialogo proposto dal presidente Kabila, la sentenza della Corte Costituzionale, il calendario elettorale, la legge sulla creazione delle nuove province e la politica applicata dal governo su questo tema potrebbero costituire la materia di discussione in Parlamento. Hanno aggiunto che anche il primo ministro, Augustin Matata Ponyo, dovrà fornire spiegazioni sulla responsabilità del governo nel finanziamento delle elezioni. Le stesse fonti hanno indicato che anche la Commissione elettorale potrà essere ascoltata per quanto riguarda il proseguimento e l’attuazione del calendario elettorale globale pubblicato nel mese di febbraio.[26]

In occasione dell’apertura della sessione parlamentare di settembre, dedicata essenzialmente alla legge finanziaria, il presidente del Senato, Léon Kengo wa Dongo, ha auspicato l’organizzazione delle elezioni presidenziali, legislative nazionali e legislative provinciali nel 2016. Secondo lui, le altre elezioni locali potrebbero essere organizzate in seguito.

Egli ha suggerito alla classe politica congolese la “razionalizzazione delle future elezioni“. Ciò che rimanda, secondo lui, alla concentrazione di tutti i mezzi disponibili, per organizzare le elezioni sopra citate, rispettando le scadenze costituzionali incomprimibili, invece di organizzare tutte le elezioni nel 2016. Leon Kengo wa Dondo ha fatto osservare che «il governo parla di difficoltà finanziarie. Ricordo che, per l’organizzazione di tutte le elezioni, si è stimato che occorra poco più di un miliardo di dollari. Per qualsiasi osservatore avvertito, non è difficile constatare che questo importo equivale a più di un dodicesimo del bilancio nazionale, almeno se ci si attiene al bilancio del 2015». A parte le questioni sociali, l’anno 2016 sarà un anno elettorale, ha ricordato Leon Kengo wa Dondo. «Il prossimo anno è essenzialmente elettorale, ma ci impone due principali vincoli politici: il finanziamento delle prossime elezioni e la materializzazione del decentramento politico dello stato», ha dichiarato il presidente del Senato.

Leon Kengo wa Dondo ha affermato che «le elezioni sono un modo normale di respirazione di ogni stato democratico. Circa le future elezioni, vorrei innanzi tutto ribadire, davanti al popolo congolese, l’impegno inequivocabile di tutti i senatori per andare al più presto alle elezioni». Egli ha sottolineato che non vi è alcun motivo per cui esse siano rinviate a tempo indeterminato. Léon Kengo wa Dondo ha tuttavia dichiarato che qualsiasi tipo di decisione spetta alla Commissione elettorale, l’organismo responsabile per l’organizzazione delle elezioni.[27]

Il Presidente dell’Assemblea Nazionale, Aubin Minaku, ha ricordato che questa sessione è essenzialmente economica, ma che sarà marcata anche dalla continuazione del processo di decentramento e dall’organizzazione delle elezioni. A questo proposito, egli ha sottolineato la necessità di un processo elettorale pacifico. Sul decentramento, i parlamentari dovranno deliberare una seconda volta sulla legge relativa al fondo nazionale di perequazione: «si ricorderà che i due rami del Parlamento hanno adottato la legge organica sul funzionamento del fondo nazionale di perequazione. Tuttavia, interpellata secondo l’articolo 124, comma 3 della Costituzione, la Corte costituzionale ha dichiarato alcune disposizioni non conformi».[28]

[1] Cf Radio Okapi, 04.09.’15

[2] Cf Pitshou Mulumba – Le Potentiel – 7sur7.cd – Kinshasa, 08.09.’15

[3] Cf Kimp – Le Phare – Kinshasa, 11.09.’15

[4] Cf Radio Okapi, 27.08.’15

[5] Cf Radio Okapi, 28.08.’15

[6] Cf Radio Okapi, 04.09.’15

[7] Cf Radio Okapi, 03.08.’15

[8] Cf Radio Okapi, 09.09.’15

[9] Cf 7sur7.cd – Kinshasa, 09.09.’15

[10] Cf Le Potentiel – 7sur7.cd – Kinshasa, 11.09.’15

[11] Cf Radio Okapi, 12.09.’15

[12] Cf Radio Okapi, 14.09.’15

[13] Cf Radio Okapi, 22.08.’15

[14] Cf RFI, 03.09.’15

[15] Cf Maitre Kabengela Ilunga Jean-Marie – Le Phare – Kinshasa, 02.09.’15

http://www.lephareonline.net/echec-de-nouvelles-provinces-retour-au-format-de-11-provinces/

[16] Cf Radio Okapi, 04.09.’15; 7sur7.cd- Kinshasa, 03.09.’15

[17] Cf Radio Okapi, 06.09.’15

[18] Cf AFP – Africatime, 08.09.’15; Radio Okapi, 08.09.’15

[19] Cf Radio Okapi, 09.09.’15

[20] Cf RFI, 10.09.’15

[21] Cf RFI, 09.09.’15

[22] Cf Radio Okapi, 09.09.’15

[23] Cf Radio Okapi, 09.09.’15

[24] Cf Kimp – Le Phare – Kinshasa, 11.09.’15

[25] Cf Radio Okapi, 19.09.’15; 7sur7.cd – Kinshasa, 19.09.’15

[26] Cf Radio Okapi, 15.09.’15

[27] Cf Radio Okapi, 15.09.’15

[28] Cf Radio Okapi, 15.09.’15