POSSIBILE SLITTAMENTO DELLE ELEZIONI 2014-2015

Editoriale Congo Attualità n. 228– a cura della Rete Pace per il Congo

La Società Civile della Repubblica Democratica del Congo (RDCongo) suona il campanello d’allarme su un possibile slittamento, per problemi di ordine finanziario, legislativo e di tempistica, delle prossime elezioni locali e, quindi, anche delle seguenti, incluse le presidenziali e legislative del 2016.

La questione del finanziamento

Per l’organizzazione dell’insieme delle elezioni (2014 -2016), la Commissione Elettorale Nazionale Indipendente (Ceni) aveva chiesto un finanziamento di 750 milioni di $. Per l’anno 2014, l’Assemblea Nazionale ha stanziato 169 milioni di $ ma, fino a novembre, il Governo ne ha sbloccati solo 30. È evidente che, senza mezzi economici, la Ceni non può lavorare.

La questione del censimento

Il governo ha annunciato l’organizzazione di un censimento generale della popolazione prima delle elezioni legislative e presidenziali del 2016. Richard Muyej, ministro degli interni, ha affermato che è sulla base dei risultati di questo censimento  che la Ceni redigerà le liste degli adulti aventi diritto di voto. Se l’iniziativa è buona, ci si può però chiedere quanto tempo potrà richiedere tale operazione in un Paese grande come l’Europa occidentale, senza vie di comunicazione e con una popolazione di circa 70 milioni di persone. È poco probabile che tale operazione si concluda in meno di un anno. Forse ne occorreranno 2 o 3. In questo caso, si assisterebbe ad un inevitabile slittamento delle operazioni elettorali del 2016. È ciò che i partiti dell’opposizione e la Società Civile temono, perché lo slittamento delle elezioni servirebbe alla maggioranza presidenziale come alibi per mantenere al potere il Presidente Kabila, il cui secondo e ultimo mandato, secondo la Costituzione, termina il 19 dicembre 2016.

La questione della mancanza dei testi legislativi necessari

Il 30 gennaio, il presidente della Ceni aveva presentato all’Assemblea nazionale e al Governo il programma di massima per il proseguimento del processo elettorale.

All’Assemblea nazionale, aveva chiesto di rivedere, entro maggio 2014,  il quadro giuridico (legge elettorale) per l’insieme delle elezioni: comunali, urbane, locali, provinciali, senatoriali, legislative e presidenziali.

Al Governo, aveva chiesto di pubblicare, entro la fine di febbraio 2014, la lista ufficiale e la delimitazione delle varie entità territoriali, come  le città, i comuni, i quartieri, i settori e i raggruppamenti.

Per quanto riguarda la giustizia, aveva chiesto che i tribunali di grande istanza per il trattamento dei contenziosi delle elezioni urbane, comunali e locali fossero operativi entro settembre 2014.

Finora, né l’Assemblea nazionale dei deputati, né il Governo non si sono ancora pronunciati chiaramente su queste questioni. Tant’è vero che il Parlamento dovrà riunirsi in sessione straordinaria dal 5 gennaio al 5 febbraio 2015, appunto per decidere cosa rispondere alla Ceni. Perso un anno intero!

La questione dei ritardi accumulati dalla Ceni

Secondo il comunicato stampa n. 024/CENI/14 del 26 maggio 2014, le scadenze del calendario delle elezioni urbane, municipali e locali erano:

  • dal 10 giugno al 9 luglio 2014: Accreditamento degli osservatori elettorali a lungo termine;
    • dal 1° ottobre al 20 ottobre 2014: Controllo esterno del database della Ceni da parte di terzi;
    • dal 3 al 20 novembre 2014: Esame dell’allegato alla legge elettorale sulla distribuzione dei seggi;
    • dal 10 dicembre 2014 al 18 gennaio 2015: Convocazione degli elettori e presentazione delle candidature e loro esame.

Solo il primo punto è stato finora realizzato. Inoltre, l’operazione di aggiornamento delle liste degli elettori da parte della Ceni avrebbe dovuto terminare il 21 ottobre 2014, ma è iniziata solo il 10 dicembre ed è ancora in corso. Quest’operazione consiste nell’affissione al pubblico delle liste provvisorie degli elettori, affinché i cittadini aventi diritto al voto possano controllare se il loro nome è ripreso nella lista.

Le alternative proposte

Secondo la Società Civile congolese, occorre ormai ammettere che, nella situazione attuale e per i numeroso ritardi accumulati, non è più realistico pensare di poter organizzare le elezioni locali, tra l’atro molto costose, nel 2015. Secondo essa, «è urgente che le diverse parti che intervengono nel processo elettorale trovino un consenso su un calendario elettorale globale che eviti al Paese una crisi costituzionale e istituzionale. La prima cosa da fare sarebbe quella di stabilire delle priorità: quali sono le elezioni che sembrano essere le più importanti e che possono avere il maggiore impatto per la pace e la stabilità nel paese?». In questo senso, la Società Civile raccomanda che la priorità ora sia data all’organizzazione delle elezioni presidenziali e legislative del 2016.

Secondo la Società Civile, «la Costituzione prevede che le elezioni del presidente della Repubblica siano convocate 90 giorni prima della scadenza del mandato del presidente in carica. Il suo mandato scade il 19 dicembre 2016 per cui, secondo lo spirito e la lettera della Costituzione, le prossime elezioni presidenziali dovranno essere convocate il 19 settembre 2016».

Per quanto riguarda l’organizzazione del censimento generale della popolazione prima delle elezioni legislative e presidenziali del 2016, che molto probabilmente genererebbe uno slittamento di quelle stesse elezioni, Martin Fayulu, deputato nazionale dell’opposizione, afferma che, «affinché le elezioni legislative e presidenziali abbiano luogo nel 2016, secondo lo spirito della Costituzione, la soluzione più semplice, più facile e meno costosa, è quella di fare, invece del censimento, una nuova operazione di registrazione degli elettori. In questo modo, si potranno includere anche i giovani che, nel 2016,  saranno in età di potere votare. E non ci vorrà molto tempo. Da cinque a sei mesi saranno sufficienti per effettuare questa operazione su tutto il territorio nazionale».

Secondo alcuni analisti della situazione congolese, sarebbe anticostituzionale condizionare la data dell’organizzazione delle elezioni presidenziali a quella della pubblicazione dei risultati del censimento della popolazione organizzato dall’ONIP. Infatti, la Costituzione fissa il tempo per le elezioni presidenziali, disponendo che siano «convocate 90 giorni prima della fine del mandato del Presidente in carica», mentre non dà alcuna indicazione sulla data di qualsiasi tipo di censimento. Quindi, dato che l’organizzazione delle elezioni è costituzionalmente prioritaria rispetto all’organizzazione del censimento, il processo elettorale potrebbe continuare sulla base dell’aggiornamento dell’attuale database della Ceni, fino a quando no si avranno i risultati definitivi del censimento generale.