IL DIALOGO DELL’ULTIMA OPPORTUNITÀ DIVENTA REALTÀ

Editoriale Congo Attualità n. 304– a cura della Rete Pace per il Congo

Un dialogo finalmente inclusivo

L’8 dicembre, è iniziata a Kinshasa una nuova fase del dialogo tra Maggioranza e opposizione, sotto la mediazione dei Vescovi della Conferenza Episcopale Nazionale del Congo (CENCO). L’obiettivo è di cercare una via d’uscita dall’attuale crisi politica causata dalla non organizzazione delle elezioni presidenziali, inizialmente previste, secondo le disposizioni costituzionali, per la fine del mese di novembre 2016. Una prima fase del dialogo si era svolta in settembre e ottobre, presso la Cittadella dell’Unione Africana e si era conclusa con un accordo firmato il 18 ottobre, malgrado l’assenza di una grande parte dell’opposizione che l’aveva boicottata.  È per ottenere un accordo più inclusivo che la CENCO, con l’appoggio del Presidente della Repubblica Joseph Kabila, a convocato questa seconda fase di  dialogo cui partecipano anche il Raggruppamento dell’Opposizione (RASSOP) e il Fronte per il Rispetto della Costituzione (FRC) che non avevano partecipato alla prima fase.

 

Proposte divergenti

Dopo dieci giorni di lavori, varie sono ancora le divergenze esistenti tra la Maggioranza e l’Opposizione, soprattutto per quanto riguarda la fine del mandato dell’attuale Presidente della Repubblica, l’organizzazione delle elezioni e il periodo intermedio che intercorre dalla fine del mandato fino alle prossime elezioni.

  1. La maggioranza si attiene all’accordo della Cittadella dell’Unione Africana firmato il 18 ottobre:

– l’attuale Presidente della Repubblica rimane in funzione fino all’insediamento del nuovo Presidente, conformemente all’articolo 70.2 della Costituzione.

– un nuovo governo di unità nazionale sarà presieduto da un primo ministro membro dell’opposizione che ha partecipato al dialogo della Cittadella dell’Unione Africana.

– l’operazione di registrazione degli elettori sarà terminata entro il 31 luglio 2017.

– le prossime elezioni presidenziali, organizzate simultaneamente con le legislative nazionali e provinciali, entro la fine del mese di aprile 2018.

  1. Nel campo dell’opposizione, il RASSOP propone di

– Istituire un governo di unità nazionale con un Primo ministro designato dal RASSOP stesso.

– Organizzare le elezioni presidenziali, abbinate alle legislative nazionali, entro settembre 2017, e quelle provinciali tre mesi dopo, nel mese di dicembre 2017.

– Includere nell’accordo finale una clausola in cui si affermi che, nel periodo intermedio compreso tra la fine del mandato dell’attuale Presidente e l’insediamento del nuovo presidente eletto,  il Governo si impegna a non procedere ad alcuna revisione costituzionale, né per via parlamentare, né per via  referendaria.

– Includere nell’accordo finale una seconda clausola in cui si dichiari che l’attuale Presidente della Repubblica non si candiderà alle prossime elezioni per un terzo mandato.

– Creare un Consiglio Nazionale di Transizione, una specie di istituzione di appoggio alla democrazia che, presieduta da Etienne Tshisekedi, dovrebbe impedire a Joseph Kabila di continuare ad esercitare un’autorità plenipotenziaria (Kabila diventerebbe un Presidente simbolico che regnerebbe ma non governerebbe) e darebbe a Etienne Tshisekedi un ruolo specifico durante il periodo intermedio.

 

Un accordo è ancora possibile, ma dipende dalla buona volontà di tutte le parti

Dall’analisi delle due posizioni, si potrebbe dedurre che, con un po’ di buona volontà da parte di entrambe le parti, non sarebbe molto difficile arrivare ad un compromesso. Per esempio: la Maggioranza potrebbe accettare le due clausole richieste dal RASSOP  e, in cambio, quest’ultimo potrebbe accettare che l’attuale Presidente rimanga in funzione fino alle prossime elezioni presidenziali. Anche per quanto riguarda l’organizzazione delle elezioni, si potrebbe trovare una via intermedia, sia per l’ordine di successione come per le date.

Per arrivare ad un accordo consensuale, la Maggioranza, principale responsabile dell’attuale crisi politica, perché è stata incapace o non ha voluto organizzare le elezioni entro i tempi previsti dalla costituzione, dovrebbe far prova di flessibilità, accettando che l’opposizione possa apportare delle modifiche all’accordo della Cittadella dell’Unione Africana firmato il 18 ottobre e favorendo la sua partecipazione a una cogestione del Paese durante il periodo intermedio. Da parte sua, l’Opposizione dovrebbe convincersi che ora la priorità non è quella di risolvere il famoso contenzioso elettorale del 2011 (Kabila vinse le elezioni in seguito a ingenti brogli elettorali, a scapito di Etienne Tshisekedi), ma di trovare la via più realistica ed efficace che permetta di organizzare elezioni trasparenti e credibili nel più breve tempo possibile, ciò che porrebbe definitivamente fine all’attuale crisi politica.