NORD-KIVU: RIBELLI OLTRE GOMA, LA RISPOSTA DEI GRANDI LAGHI

Misna

Un cessate il fuoco e il ritiro da Goma: è la richiesta al Movimento del 23 marzo (M23) che arriva da Kampala, al termine di colloqui al vertice tra Stati membri della Conferenza internazionale della regione dei Grandi Laghi (Cirgl) sul deteriorarsi della situazione nella provincia del Nord Kivu (est).

“Anche se ci sono lamentele legittime da parte del gruppo dei ribelli del M23, non possiamo accettare un’espandersi del conflitto o l’idea di vedere destituito il governo legittimo congolese o che la sua autorità venga minata” ha detto Yoweri Museveni, presidente di turno dell’organismo regionale, in una dichiarazione congiunta con il suo omologo congolese Joseph Kabila e quello ruandese Paul Kagame. “I ribelli dovranno uscire dalla città sulla base di un piano che gli consegneremo. Ci sarà una forza presente per assicurarci che nessuno commetta violazioni del cessate il fuoco” hanno annunciato da Kampala i capi di Stato dei tre paesi confinanti. Dal canto suo il presidente Kabila ha precisato che “seguirà il meccanismo deciso al livello regionale affinché la pace prevalga in questa regione tormentata”. Fermo sulle sue posizioni, Kagame ha invece ribadito che “di fronte a problemi così complessi non servono scambi d’accuse né rendere gli altri responsabili dei propri problemi”. Prima della conclusione della riunione di Kampala, le autorità di Kigali hanno invitato Kinshasa ad avviare un dialogo politico con la ribellione; una strada che finora i governanti congolesi non hanno mai contemplato.

Nelle stesse ore, dall’Onu sono arrivate pesanti accuse al Rwanda, già anticipate il mese scorso in un rapporto di esperti internazionali diffuso ieri integralmente. “Il governo ruandese continua a violare l’embargo sulle armi fornendo un sostegno militare diretto ai ribelli, aiutando nel reclutamento, incoraggiando e facilitando le diserzioni nei ranghi delle forze regolari congolesi, fornendo munizioni, armi, consulenza politica e informazioni riservate” si legge nel documento. Per di più le Nazioni Unite hanno individuato che “la catena di comando de facto del M23 è in mano al generale Bosco Ntaganda (ricercato dalla Cpi, ndr) con collegamenti che vanno fino al ministro della Difesa di Kigali, il generale James Kabarebe”. Ma il rapporto indica anche nell’Uganda un stretto alleato del M23: “Alti responsabili del governo di Kampala hanno inviato in territorio congolese truppe a sostegno dei ribelli, ma hanno anche offerto armi, supporto tecnico e consulenza politica, facilitando inoltre le loro relazioni esterne” afferma l’inchiesta Onu. Negli ultimi mesi sia Kampala che Kigali hanno sempre formalmente respinto ogni accusa in merito a un presunto coinvolgimento nella ribellione del M23, nata lo scorso aprile dalle ‘ceneri’ del Congresso nazionale per la difesa del popolo (Cndp, tutsi).

Dopo la caduta di Goma, ieri i miliziani hanno annunciato la conquista di Sake, piccola località a una ventina di chilometri ad ovest del capoluogo del Nord-Kivu. “Siamo arrivati a Sake alle 16. Non ci fermeremo, stiamo proseguendo verso Bukavu (capoluogo della vicina provincia del Sud Kivu, 200 chilometri a sud, ndr)” ha dichiarato il portavoce militare del M23, il colonnello Vianney Kazarama. Ritiratesi da Goma, le truppe regolari congolesi (Fardc) continuerebbero ad arretrare: dapprima erano ripiegate su Sake e ora sono segnalate più a sud, a Minova. Gli ultimi sviluppi militari sul terreno stanno avendo gravi ripercussioni umanitarie, non solo a Goma. Secondo l’Ufficio di coordinamento degli Affari umanitari dell’Onu, gli scontri hanno causato almeno 475.000 sfollati interni mentre 75.000 persone avrebbero cercato rifugio nei vicini Rwanda e Uganda. Il bilancio dei combattimenti nel capoluogo orientale non è ancora noto, ma l’emittente locale ‘Radio Okapi’ ha riferito di “corpi senza vita dei soldati regolari in mezzo alle strade” e di almeno 80 militari feriti e “abbandonati a se stessi nel locale ospedale dell’esercito”. Nelle ultime ore “qualche attività ha ripreso a funzionare ma nell’insieme la città è ancora ferma” aggiunge la stessa fonte.

[VV]