Congo Attualità n. 479

CIÒ CHE IL RAPPORTO DEL GRUPPO DI ESPERTI DELL’ONU DICE A PROPOSITO DEL MOVIMENTO DEL 23 MARZO (M23)

INDICE

1. IL MOVIMENTO DEL 23 MARZO (M23/ARC) E LE DINAMICHE REGIONALI
a. Espansione territoriale, controllo di zone strategiche e amministrazioni parallele
b. Organizzazione e reclutamento di nuove leve
c. Finanziamento e imposizione di tasse
d. Materiale militare dell’M23/ARC
e. Incursioni e operazioni militari dell’esercito ruandese in territorio congolese e suo appoggio all’M23/ARC
f. L’Uganda e l’M23/ARC
g. Saccheggi, omicidi, detenzioni arbitrarie e torture perpetrate dall’M23/ARC
h. Una coalizione di gruppi armati e sua cooperazione, di fatto, con le FARDC contro l’M23/ARC
i. Discorsi xenofobi nei confronti della popolazione ruandofona
l. Raccomandazioni
2. ALCUNE DICHIARAZIONI DOPO LA PUBBLICAZIONE DEL RAPPORTO

1. IL MOVIMENTO DEL 23 MARZO (M23/ARC) E LE DINAMICHE REGIONALI[1]

a. Espansione territoriale, controllo di zone strategiche e amministrazioni parallele

  1. La frequenza, la durata e l’intensità degli attacchi del Movimento del 23 marzo / Esercito Rivoluzionario del Congo (M23/ARC) hanno continuato a seguire una tendenza al rialzo. L’M23/ARC, da solo o congiuntamente con l’esercito ruandese (Rwanda Defence Force / RDF), ha notevolmente ampliato l’area che controllava in precedenza, un’area che ora comprende città, strade ed ex postazioni strategiche delle Forze Armate della Repubblica Democratica del Congo (FARDC), tra cui il campo militare di Rumangabo, attaccato per la prima volta dall’M23/ARC il 25 maggio. Il 12 giugno l’M23/ARC si è scontrato con le FARDC a Bunagana e ha preso il controllo di questa cittadina strategica situata sulla frontiera tra la Repubblica Democratica del Congo e l’Uganda.
  1. Fino a metà ottobre 2022, l’M23/ARC controllava un territorio circa tre volte più grande di quello che controllava nel mese di marzo 2022. Il 20 ottobre, dopo un periodo di relativa calma osservata da metà giugno in poi, l’M23/ARC ha lanciato una nuova offensiva contro le FARDC, respingendole verso nord, nord-ovest, ovest e sud-ovest. A partire dal 1° novembre 2022, il territorio controllato dall’M23/ARC si è nuovamente raddoppiato, comprendendo località strategiche, come le città di Rutshuru e Kiwanja, il campo militare di Rumangabo, la centrale elettrica di Matebe e i posti di frontiera di Bunagana e di Kitagoma.
  1. L’M23/ARC ha potuto ingaggiare intensi combattimenti su più fronti contemporaneamente e per diverse settimane, il che rivela un alto grado di organizzazione, un miglioramento delle strategie di combattimento, un aumento degli effettivi mediante il reclutamento di nuove leve e un considerevole incremento dell’equipaggiamento militare.
  1. Al momento della stesura di questo rapporto, le FARDC e le forze della Missione dell’ONU in RDCongo (MONUSCO) non erano state in grado di arrestare l’avanzata dell’M23/ARC nel territorio di Rutshuru, nonostante l’arrivo di rinforzi.

b. Organizzazione e reclutamento di nuove leve

  1. L’M23/ARC ha continuato ad agire ancora sotto l’alto comando del “Generale” Sultani Makenga, oggetto a sanzioni da parte dell’ONU, e ha consolidato la sua struttura militare e civile.
    Nelle zone sotto il suo controllo, l’M23/ARC ha istituito dei propri servizi di intelligence e delle amministrazioni parallele, nominando dei capi di raggruppamento e di villaggi a lui fedeli, come a Bunagana, Jomba, Bweza, Rutsiro, Nkokwe et Kanyabusoro.

+ Allegato 23: La direzione del ramo politico è affidata a:
– Bertrand Bisimwa: Presidente
– Benjamin Mbonimpa: Segretario Generale
– Lawrence Kanyuka: portavoce civile e negoziatore
– Bosco Mbera Bagabo alias Castro: negoziatore
– Erasto Bahati: responsabile delle finanze
La direzione del ramo militare è affidata a:
– “Generale” Emmanuel Sultani Makenga: Comandante in Capo
– “Colonnello” Yusuf Mboneza: vice comandante per le operazioni/intelligence. Ferito in battaglia, è stato sostituito da:
– “Colonnello” Bernard Byamungu: vice comandante per le operazioni/intelligence da ottobre 2022, in sostituzione di Yusuf Mboneza
– “Colonnello” Justin Gaceri Musanga: Vice-Comandante per l’amministrazione/logistica
– “Colonnello” Ernest Sebagenzi: Capo di Stato Maggiore, secondo vice comandante per le operazioni e l’intelligence e responsabile delle relazioni civili e militari [da verificare]
– “Maggiore” Willy Ngoma: portavoce militare
– “Colonnello” Dieudonné Padiri: G1 (amministrazione) o G2 (intelligence) o G4 (logistica).
– Castro Mbera: negoziatore e anche G2 (intelligence) [da verificare]
– “Colonnello” Imani Nzenze Idi: G3 (operazioni) [da verificare]
– Joseph Kabayiza: G4 (logistica) [da verificare]
– Albert Kabamba: G5 [da verificare]
– “Colonnello” Leon Kanyamibwa: Addetto alla formazione e all’addestramento
– “Colonnello” Innocent Rukara: comandante di artiglieria [da verificare]
– “Colonnello” Kalala Kanyamarere e dottor Jean Paul: comandanti dell’ospedale militare
– “Maggiore” Willy Mihigo, alias Secoper: negoziatore [da verificare].

  1. Dal mese di luglio 2022 in poi, mentre si stava preparando per una nuova offensiva contro le FARDC, l’M23/ARC ha intensificato il reclutamento di nuove leve non solo nei territori di Rutshuru, Masisi, Walikale e Lubero, ma anche in Uganda e Ruanda, aumentando il numero dei suoi effettivi. L’M23/ARC ha utilizzato dei minorenni come combattenti. Il più delle volte le nuove reclute erano state attratte da false promesse di impiego.

+ Allegato 24: Il reclutamento di nuove leve da parte dell’M23/ARC si è orientato verso ex membri del Congresso Nazionale per la Difesa del Popolo (CNDP), ex combattenti dell’M23 e giovani disoccupati, tra cui dei minorenni. Il Gruppo degli esperti ha parlato con 15 combattenti dell’M23/ARC catturati o arresi, cinque dei quali avevano prestato servizio nel CNDP e nell’M23 nel 2008 e nel 2012. Tre di loro hanno dichiarato che, mentre erano in Uganda, sono stati sollecitati da un certo “Gacheri” che ha chiesto loro di tornare a far parte dell’M23/ARC, perché il governo della RDC aveva acconsentito alle richieste avanzate dall’M23. “Gacheri” avrebbe ingannato gli ex combattenti, dicendo loro che sarebbero stati integrati nell’esercito congolese e che avrebbero ricevuto cinque anni di stipendio. Altri combattenti, la maggior parte dei quali erano molto giovani, addirittura minorenni, sono stati attirati ad aderire all’M23/ARC con false promesse di lavoro a Goma, ma poi sono stati portati nei campi di addestramento dell’M23/ARC a Tchanzu, Runyoni e Sabinyo. Un individuo denominato “Thomas” ha coordinato il loro reclutamento tramite intermediari, ha pagato il loro trasporto fino a Goma o Gisenyi e ha loro offerto tra 50 e 100 $. Da lì, in moto o in autobus,  le reclute sono state portate in Ruanda e in Uganda, da dove poi sono rientrate in territorio congolese, più precisamente in zone controllate dall’M23/ARC, dove hanno ricevuto un addestramento militare, prima di essere inviate a combattere.

  1. Dei combattenti M23/ARC catturati o arresi hanno confermato che il “colonnello” Kanyamibwa è il responsabile delle operazioni di addestramento militare a Tshanzu e Runyoni. Degli abitanti residenti in zone controllate dall’M23/ARC hanno confermato l’esistenza di questi centri di addestramento. Diversi ex combattenti hanno dichiarato che le reclute che cercavano di fuggire sono state giustiziate o detenute e torturate in prigioni sotterranee. Fustigazioni e percosse erano le forme comuni di punizione.
  1. L’instabilità della catena di comando locale delle FARDC, il fatto che i militari dell’esercito congolese abbiano in vari casi abbandonato le proprie postazioni di fronte all’avanzata dell’M23/ARC, la diserzione di alcuni membri delle FARDC per aderire all’M23/ARC, a volte addirittura con armi, sono elementi che, in un certo senso, hanno favorito l’M23/ARC.

c. Finanziamento e imposizione di tasse

  1. L’M23/ARC ha iniziato a riscuotere tasse, in particolare ai posti di frontiera di Bunagana e Kitagoma e nei territori occupati. Il reddito così generato ha contribuito al finanziamento delle sue operazioni militari.
  1. Nelle zone controllate dall’M23/ARC, i nuclei familiari, il bestiame e i prodotti agricoli sono soggetti a tasse da versare in contanti o in natura. Ad esempio, i proprietari di bestiame devono pagare 7 dollari per capo di bestiame e gli agricoltori 3 dollari per ottenere l’accesso alla propria terra.
  1. Alla frontiera di Bunagana, tra la RDCongo e l’Uganda, l’M23/ARC impone delle tasse ai pedoni che vi transitano portando con sé delle merci, il che gli ha procurato una quantità significativa di entrate. Considerando che, a metà ottobre 2022, circa 500 pedoni al giorno attraversavano questa frontiera, pagando ciascuno circa 7.000 scellini ugandesi ($ 1,80), se ne deduce che l’M23/ARC ha raccolto una media di 27.000 dollari al mese, è ciò solo alla frontiera di Bunagana.

d. Materiale militare dell’M23/ARC

  1. Varie fotografie e riprese video mostrano che, almeno dalla metà di giugno 2022, i dirigenti e i combattenti dell’M23/ARC indossano delle uniformi nuove, dei caschi in kevlar e dei giubbotti antiproiettili.

+ Allegato 26: Gli elmetti e i giubbotti antiproiettile usati dall’M23/ARC sono dello stesso tipo di quelli usati dall’esercito ruandese (RDF), incluso nelle operazioni dell’RDF in Mozambico. Il motivo mimetico digitale delle uniformi è simile all’uniforme standard dell’RDF, anche se non esattamente lo stesso. La ripetuta constatazione di combattenti dell’M23/ARC dotati di kit nuovi di zecca indica che l’M23/ARC è stato rifornito di una quantità significativa di nuove uniformi e di equipaggiamento. Il Gruppo degli esperti osserva che, date le somiglianze tra l’equipaggiamento dell’M23/ARC e quello dell’esercito ruandese / RDF (uniformi, elmetti, giubbotti antiproiettili, zaini, armi, ecc.), potrebbe diventare sempre più difficile distinguere i combattenti M23/ARC dai militari RDF.

  1. Varie immagini mostrano che alcuni combattenti dell’M23/ARC trasportano del materiale militare letale che non era stato precedentemente registrato come parte dell’arsenale tradizionale dell’M23/ARC. Una parte dell’equipaggiamento militare, tra cui delle armi recuperate sui luoghi degli scontri avvenuti in zone controllate dall’M23/ARC o in zone in cui era stata segnalata la presenza delle RDF, è stata fabbricata nel 2014 e nel 2019. Ciò dimostra che l’M23/ARC ha acquisito questo equipaggiamento militare di recente, cioè dopo la crisi del 2012-2013, il che significa che il materiale militare recuperato appartiene a un esercito regolare che appoggia l’M23/ARC sul campo di battaglia.

+ Allegato 27: Il Gruppo di esperti ha ispezionato armi, munizioni e abbigliamento militare recuperati dalle FARDC nell’area di Kibumba, dopo gli scontri avvenuti nei pressi di Kibumba e Kibati alla fine di maggio 2022:
– Un’uniforme militare completa, simile a quelle utilizzate dall’RDF, con cartellino RDF;
– Un elmetto in kevlar balistico composito simile a quelli utilizzati dall’RDF e non documentato come facente parte dell’arsenale delle FARDC;
– Sette granate da fucile antiuomo DQJ03-40 (tipo 90) e relativi contenitori, simili a quello recuperato dal Gruppo di esperti nell’area di Kibumba;
– Un mortaio da 60 mm (tipo 31), documentato come facente parte, tra l’altro, dell’arsenale delle FARDC;
– Una scatola di munizioni PKM documentata come facente parte, tra l’altro, dell’arsenale delle FARDC e simile a quelle viste nelle riprese video dei soldati RDF nell’area di Kibumba;
– Un fucile d’assalto di tipo AK, documentato come facente parte, tra l’altro, dell’arsenale delle FARDC e  delle RDF.
Il Gruppo di esperti ha recuperato del materiale militare nell’area adiacente al campo base delle FARDC a Rumangabo, dove l’M23/ARC e le RDF si erano posizionati, prima dell’attacco e della sua conquista a fine maggio 2022. Il materiale recuperato – una scatola di munizioni e tre cartucce – potrebbe , tuttavia, non essere attribuito a nessuna delle parti in guerra.
Il Gruppo ha inoltre ispezionato armi, munizioni e abbigliamento militare recuperati dalle FARDC dopo gli scontri:
– Otto uniformi militari simili a quelle utilizzate dalle RDF e contrassegnate con etichette RDF, e un elmetto in Kevlar simile a quelli utilizzati dalle RDF e non documentato come facente parte dell’arsenale delle FARDC;
– Un fucile d’assalto di tipo AK, documentato come facente parte, tra l’altro, dell’arsenale delle FARDC e della RDF;
– Quattro munizioni 12,7 e parte di una granata da fucile antiuomo (tipo 90), entrambi non documentati come facenti parte dell’arsenale delle FARDC.
Il Gruppo di esperti ha ispezionato il materiale militare recuperato dalle FARDC il 30 e 31 maggio 2022, nei dintorni di Tchanzu, dove si sono svolti pesanti combattimenti tra le FARDC, appoggiate dalla MONUSCO, e l’M23/ARC. Il materiale recuperato comprendeva quattro proiettili di mortaio da 60 mm, due razzi da 40 mm, sei micce di proiettili di mortaio, sette percussori usati per accendere l’innesco del proiettile di mortaio e una granata per fucile antiuomo DQJ03-40.

  1. ​​​​Le immagini fornite dai droni confermano l’approvvigionamento transfrontaliero di armi, munizioni e mezzi di artiglieria. Il fatto che l’M23/ARC controlli vaste zone di confine con l’Uganda e con il Ruanda ha facilitato il passaggio transfrontaliero di materiale militare, rifornimenti e reclute.

e. Incursioni e operazioni militari dell’esercito ruandese in territorio congolese e suo appoggio all’M23/ARC

  1. Il Gruppo degli esperti ha ottenuto degli elementi di prova, secondo cui dei membri dell’esercito ruandese (Rwanda Defence Force – RDF) hanno condotto delle operazioni militari nel territorio di Rutshuru, tra novembre 2021 e ottobre 2022. Il Gruppo osserva che dal mese di gennaio 2022, almeno cinque soldati dell’RDF sono stati arrestati nel territorio della RDCongo.

+ Allegato 28: Il 28 marzo 2022, il portavoce del governatore militare del Nord Kivu, il generale Ekenge, ha riferito pubblicamente dell’arresto di due soldati dell’RDF, Jean-Pierre Habyarimana e John Uwajeneza Muhindi, della 402ª brigata, 65° battaglione. Entrambi sono stati intervistati dal Gruppo di esperti in febbraio 2022.
Habyarimana ha ammesso di essere stato reclutato da un certo “Mukundwa”,  insieme ad altri 30 civili e soldati RDF, il 10 novembre 2021 in Ruanda. Trasportati a Kisoro, una città ugandese alla frontiera con la RDCongo, sono stati condotti in un campo base dell’ M23/ARC sul Monte Sabinyo. Qui, le nuove reclute sono state dotate di uniformi simili a quelle delle FARDC. Habyarimana ha dichiarato al Gruppo che in novembre 2021 e in gennaio 2022, in tre occasioni ha partecipato ad operazioni di combattimento contro alcune postazioni delle FARDC e dell’Istituto Congolese per la Conservazione della Natura (ICCN), nei dintorni di Tchanzu/Runyoni, Bukima e Ngugo. Habyarimana è stato arrestato dalle FARDC alla fine di gennaio 2022.
Il 28 maggio 2022, altri due soldati RDF, Nkundagagenzi Elysee (115° Battaglione) e Ntwari Gad/Guard (15° Battaglione, 503a Brigata), armati e in tenuta militare sono stati catturati dalla popolazione locale, vicino a Biruma, e consegnati agli agenti di polizia della RDC che li hanno arrestati. In due comunicati ufficiali, l’RDF ha affermato che i due soldati erano stati sequestrati dalle FARDC in collaborazione con le FDLR, mentre erano di pattuglia lungo il confine. Tuttavia, testimoni oculari e fonti della società civile hanno riferito al Gruppo di esperti che, al momento del loro arresto, i due soldati delle RDF hanno dichiarato di aver partecipato ad operazioni militari contro il campo base delle FARDC a Rumangabo. A sua volta, il Meccanismo Congiunto Ampliato di Verifica (EJVM) ha riferito che i due soldati della RDF hanno dichiarato di essere stati inviati in pattuglia di ricognizione armata sul territorio della RDC, con altre sette persone comandate dal sottotenente Habarurema, per identificare la posizione dell’artiglieria che aveva colpito il villaggio di Kinigi, in Ruanda, il 23 maggio 2022, e identificare quindi “il nemico” responsabile del bombardamento.
Entrambi i soldati dell’RDF sono stati consegnati alle autorità ruandesi all’inizio di giugno 2022, con la mediazione dell’Angola.
Il 24 ottobre, il caporale della RDF, Emmanuel Nduwayezu, si è arreso a un capo locale del territorio di Masisi. Successivamente, è stato arrestato dalle FARDC basate a Kiwanja.

  1. Testimoni oculari, … hanno riferito della presenza di truppe dell’RDF nel territorio della Repubblica Democratica del Congo. A volte sono state viste mentre stavano camminando, a piedi e in colonna, dopo essere entrate in territorio congolese attraverso il Ruanda. Le truppe ruandesi RDF hanno occupato varie posizioni in diverse zone. Dieci combattenti dell’M23/ARC catturati e testimoni oculari hanno riferito che le truppe RDF hanno spesso eretto delle postazioni di appoggio nei pressi delle basi dell’M23/ARC in prima linea. Riprese aeree e fotografie hanno confermato la presenza di soldati dell’RDF in villaggi e zone di confine e, addirittura, all’interno delle postazioni dell’M23/ARC. I soldati indossavano uniformi e attrezzature militari standard.

+ Allegato 29: Testimoni oculari, fonti delle FARDC, membri della società civile e autorità locali intervistati dal Gruppo di esperti a Kibumba e Buhumba, territorio di Rutshuru, hanno riferito che, il 24 maggio 2022, a piedi e in colonna, un gran numero di militari RDF è arrivato dal lato ruandese del confine ed è entrato nella RDC, attraverso almeno quattro punti di ingresso. Le truppe dell’RDF hanno occupato diverse posizioni nei dintorni di Kibumba e hanno interrotto la strada RN2 per diversi giorni. Hanno attaccato e cacciato le FARDC dalle loro posizioni situate lungo la RN2, tra Kibumba e Kibati. Hanno poi intrapreso alcune operazioni militari contro le FDLR.
Quattordici testimoni oculari intervistati dal Gruppo di esperti hanno identificato questi uomini armati e in uniforme, stimati tra 900 e 1000, come membri delle RDF, per le loro uniformi militari diverse da quelle congolesi, per il loro equipaggiamento anch’esso diverso da quello dell’esercito congolese, della loro organizzazione, del loro modo di comportarsi e per la lingua parlata.
Secondo i rapporti della MONUSCO e dei servizi di intelligence, le truppe RDF erano composte da membri del 6°, 19° e 25° battaglione e da forze speciali RDF che operavano sotto il comando generale della 3a divisione della RDF, il tenente colonnello André Nyanvumba.

+ Allegato 30: Il Gruppo ha ottenuto prove fotografiche della presenza, il 21 novembre 2021, di militari RDF in un campo base dell’M23/ARC, situato sul Monte Visoke. I militari RDF erano armati e in tenuta militare. Anche dodici ex combattenti dell’M23/ARC hanno riferito di aver visto soldati delle RDF nel campo base dell’M23/ARC. Le riprese aeree del 27 giugno 2022 mostrano uomini con uniformi militari e armi simili a quelle in dotazione della RDF, su una collina di Tchengerero, che all’epoca era sotto il controllo dell’M23/ARC.
In più occasioni, le immagini aeree hanno mostrato la presenza, in prossimità delle frontiere della RDC, del Ruanda e dell’Uganda, di lunghe colonne di uomini armati, talvolta fino a 500. che si spostavano in modo molto organizzato e che erano dotate di uniformi e di un equipaggiamento  militare standardizzato (uniformi, elmetti, zaini e armi personali simili a quelle della RDF). Per esempio, il 28 maggio 2022, un drone ha individuato una colonna di circa 500 uomini armati con uniformi, zaini ed elmetti standardizzati, che si spostavano da Runyoni verso il confine ruandese.

  1. In maggio e giugno 2022, l’RDF ha condotto operazioni contro le postazioni delle Forze Democratiche per la Liberazione del Ruanda (FDLR) nella Repubblica Democratica del Congo. Sia unilateralmente che congiuntamente con l’M23/ARC, l’RDF ha effettuato delle operazioni militari anche contro le postazioni dell’esercito congolese (FARDC). Inoltre, l’RDF ha fornito rinforzi all’M23/ARC per operazioni specifiche e finalizzate alla conquista di città e zone strategiche. In maggio 2022, ad esempio, l’M23/ARC e l’RDF hanno attaccato congiuntamente il campo militare delle FARDC a Rumangabo. Ancora insieme, hanno conquistato Bunagana in giugno 2022.

+ Allegato 31: A fine maggio e inizio giugno 2022, la RDF ha condotto alcune operazioni militari contro le FDLR/Forze Combattenti Abachunguzi (FOCA) e RUD-Urunana, vicino a Kibumba, nella zona compresa tra i vulcani Nyamulagira e Nyiragongo, e contro il Collettivo dei Movimenti per il Cambiamento / Forze di Difesa del Popolo (CMC/FDP) nelle zone intorno a Rugari e a Rumangabo.
Il 2 giugno 2022, un gruppo di circa 290 soldati della RDF ha sequestrato quattro persone civili nei pressi di Rugari e della foresta di Mikeno, le ha costrette a indicare loro il cammino verso il campo base delle FDLR del “colonnello” Ruvugayimikore Protogène, alias Ruhinda, e a trasportare i bagagli personali dei militari della RDF. Un civile ruandese utilizzato come esploratore dalla RDF durante l’operazione ha detto ai sequestrati che questa operazione era la terza effettuata sul territorio congolese per uccidere Ruhinda.
L’M23/ARC e la RDF hanno nuovamente attaccato le FDLR a Rugari e dintorni alla fine di ottobre 2022.
Questo allegato non fornisce un elenco esaustivo delle operazioni che le RDF hanno intrapreso contro le FDLR.

+ Allegato 32: Il 24 maggio 2022, le truppe dell’RDF hanno attaccato la postazione del 34081° reggimento delle FARDC, situata sulla collina di Nyondo, a Kibumba. Secondo le FARDC, i servizi dell’intelligence e la MONUSCO, questa operazione è stata condotta dalle truppe RDF della 3ª divisione delle RDF, su istruzioni del maggiore generale Alexis Kagame.
Un giorno dopo, il 25 maggio 2022, un altro attacco ha colpito la postazione del 3408° reggimento delle FARDC situata sulla collina di Kasinga, a Kibumba. Fonti delle FARDC e della MONUSCO hanno riferito della presenza, durante questo attacco, di 35 combattenti M23/ARC, utilizzati dalla 3ª Divisione delle RDF come suoi ausiliari. Fonti delle FARDC, agenti dei servizi di intelligence e autorità locali hanno riferito che, in queti attacchi, sono stati uccisi 20 soldati e ufficiali delle FARDC.

  1. Rispondendo alla richiesta di informazioni avanzatagli dal Gruppo di esperti, il governo del Ruanda ha affermato che l’RDF non ha mai attraversato la frontiera con la Repubblica Democratica del Congo e ha respinto le accuse di appoggio all’M23/ARC, insinuando che la Repubblica del Congo cerca di fare del Ruanda il capro espiatorio dei suoi fallimenti. Ha anche indicato di non aver mai permesso all’M23/ARC di reclutare nuove leve sul suo territorio e di non avere alcuna intenzione di farlo.

f. L’Uganda e l’M23/ARC

  1. Alla fine di marzo 2022, le truppe dell’esercito ugandese, le Forze di Difesa del Popolo Ugandese (UPDF), hanno impedito all’M23/ARC di conquistare la cittadina transfrontaliera di Bunagana. Tuttavia, il 12 giugno 2022, quando l’M23/ARC, appoggiato dall’esercito ruandese, ha attaccato le postazioni dell’esercito congolese proprio a Bunagana, esso è passato attraverso l’Uganda e ha attraversato la frontiera tra l’Uganda e la Repubblica Democratica del Congo senza alcuna difficoltà. Una simile situazione si era già verificata nel 2012.
  1. Al momento della stesura di questo rapporto, continuano ad arrivare segnalazioni di combattenti M23/ARC e di nuove reclute che si spostano liberamente tra l’Uganda e la RDCongo. Da parte sua, l’Uganda ha dichiarato al gruppo di esperti che, a sua conoscenza, nei campi profughi situati sul suo territorio non ci sono combattenti dell’M23/ARC, aggiungendo che non tollererebbe che una qualsiasi parte del suo territorio fosse utilizzata per destabilizzare un paese terzo.

g. Saccheggi, omicidi, detenzioni arbitrarie e torture perpetrate dall’M23/ARC

  1. Nel territorio di Rutshuru, in particolare nelle zone occupate dall’M23/ARC, numerosi sono stati i casi di saccheggi, furti, estorsioni, rapimenti, torture, stupri e omicidi.
  1. Il Gruppo di esperti ha constatato che, nelle località di Ruvumu e Ruseke, rispettivamente il 21 giugno e il 1° luglio, l’M23/ARC ha ucciso almeno 21 persone civili, tra cui donne e bambini, mentre tentavano di fuggire. Un sopravvissuto al massacro di Ruseke ha dichiarato di aver visto la bandiera ruandese sulle spalline di alcuni soldati in uniforme che hanno compiuto questo massacro.
  1. Nelle zone da esso occupate, l’M23/ARC ha spesso compiuto delle rappresaglie contro le popolazioni civili sfollate che tentavano di andare a lavorare nei loro campi, accusandoli di collaborare con le FARDC o di essere delle spie. Questi civili sono stati spesso arrestati, imprigionati e picchiati, a volte fino alla morte, dall’M23/ARC.
  1. Diverse fonti hanno riferito che, in alcune zone controllate dall’M23/ARC, dei combattenti dell’M23/ARC hanno violentato delle donne che stavano andando a coltivare i loro campi.
  1. L’M23/ARC ha saccheggiato centri di salute e campi coltivati per rifornirsi di medicinali e di viveri. Ha costretto dei civili, tra cui donne e bambini, a lavorare alle sue dipendenze (trasporto di armi, munizioni, viveri e acqua).
  1. I combattimenti tra l’M23/ARC e l’esercito congolese (FARDC) hanno causato una grave crisi umanitaria. Dalla ripresa dei combattimenti, il 20 ottobre, nel territorio di Rutshuru più di 180.000 persone sono state costrette a fuggire, il che ha accentuato una crisi umanitaria che era già molto grave.

h. Una coalizione di gruppi armati e sua cooperazione, di fatto, con le FARDC contro l’M23/ARC

  1. La ripresa delle ostilità da parte dell’M23/ARC ha provocato un cambiamento di alleanze tra i gruppi armati attivi nel Nord Kivu e ha creato una nuova dinamica tra questi e l’esercito congolese.
  1. I gruppi armati locali si sono riuniti a Pinga nel mese di maggio 2022 e hanno formato una coalizione per combattere contro l’M23/ARC. All’incontro hanno partecipato gruppi armati rivali tra loro, tra cui la fazione Nduma Défense of Congo-Rénové (NDC-R) di Guidon Shimiray Mwissa, l’Alleanza dei Patrioti per un Congo Libero e Sovrano (APCLS) di Janvier Karairi Buingo, i Mai-Mai Nyatura – Collettivo dei Movimenti per il Cambiamento – Forze di Difesa del Popolo (CMC/FDP), guidati da Dominique Ndaruhuste, alias Domi, e i Mai-Mai Nyatura – Abazungu (Alleanza dei Nazionalisti Congolesi per la Difesa dei Diritti Umani / Alleanza delle Forze di Difesa del Popolo) diretta da Jean-Marie Bonane. Erano presenti anche i “colonnelli” Silencieux e Potifaro delle Forze Democratiche per la Liberazione del Ruanda (FDLR) e il colonnello Salomon Tokolonga, del 3411° reggimento dell’esercito congolese (le Forze Armate della Repubblica Democratica del Congo – FARDC). Il 13 luglio 2022, anche le Forze Patriottiche Popolari – Esercito Popolare, guidate da “Kabido”, hanno aderito a questa coalizione.
  1. La riunione di Pinga si è conclusa con un patto di non aggressione tra i gruppi armati e ha dato vita a una coalizione pronta a collaborare con l’esercito congolese, le FARDC, nella lotta contro l’M23/ARC e i suoi alleati. Secondo alcuni testimoni presenti all’incontro, i capi dei gruppi armati si sono detti pronti a mettere a disposizione delle FARDC circa 600 loro combattenti.
  1. In seguito a questo incontro, i vari gruppi armati membri della nuova coalizione hanno annunciato, attraverso comunicati, messaggi audio e video, la loro volontà di combattere contro l’M23/ARC. Essi hanno quindi ripreso a riarmarsi, a reclutare nuove leve e ad addestrarle.
  1. Alcuni capi dei gruppi armati, dei combattenti ed ex combattenti hanno confermato di aver combattuto, unilateralmente o in collaborazione con l’esercito congolese, contro le truppe dell’M23/ARC o dell’esercito ruandese (RDF). Dichiarazioni di testimoni, fotografie e video dimostrano che, in maggio e giugno 2022, dei combattenti CMC/FDP, APCLS, FDLR, NDC-R o MPA hanno combattuto contro l’M23 /ARC, a Bambu, Rugari, Rumangabo e dintorni.
  1. Ex combattenti, fonti della società civile, membri delle autorità locali e ricercatori hanno riferito che, dopo l’incontro di Pinga, i gruppi armati membri della nuova coalizione hanno ripetutamente ricevuto armi e munizioni da membri dell’esercito congolese (FARDC).
  1. La collaborazione di questi gruppi armati con l’esercito congolese e, soprattutto, la partecipazione delle FDLR alle operazioni militari condotte contro l’M23/ARC sono state ripetutamente denunciate da quest’ultimo e dal governo ruandese. Il governo del Ruanda ha riferito al gruppo di esperti che la collaborazione tra le FARDC e le FDLR costituisce una minaccia per la sicurezza del Ruanda.

i. Discorsi xenofobi nei confronti della popolazione ruandofona

  1. Nel contesto della ripresa delle ostilità da parte dell’M23/ARC e dell’intensificarsi delle sue operazioni, il Gruppo degli esperti ha osservato un preoccupante aumento della xenofobia e una proliferazione di discorsi di incitamento all’odio, alla discriminazione e alla violenza nei confronti delle popolazioni ruandofone, in particolare la comunità tutsi, percepite come complici dell’M23/ARC.
  1. Questa retorica si è diffusa in tutto il paese, sia in occasione di manifestazioni, sia attraverso discorsi pubblici tenuti da agenti delle forze della difesa e della sicurezza, da personalità politiche, da membri della società civile e da membri della diaspora congolese.
  1. Numerosi messaggi e registrazioni audio e video diffusi sui social media chiedevano esplicitamente l’espulsione dei “Ruandesi” dalla Repubblica Democratica del Congo.
  1. Dei membri della comunità tutsi del Nord Kivu e del Sud Kivu hanno dichiarato di essersi sentiti dire, anche da membri dell’esercito congolese, che non sono cittadini congolesi per la loro morfologia e la loro lingua. Sono stati accusati di appoggiare l’M23/ARC e il Ruanda e gli è stato intimato di ritornare in Ruanda.

l. Raccomandazioni

  1. Il Gruppo di esperti raccomanda al governo congolese di:
    a) Adottare tutte le misure necessarie per proteggere la popolazione civile nelle zone in cui sono presenti dei gruppi armati, in particolare in quelle zone dei territori di Djugu, Mahagi, Irumu, Beni e Lubero, in cui la presenza dell’esercito è stata ridotta al minimo, in seguito al trasferimento di numerose truppe verso le zone occupate dal Movimento del 23 marzo (M23/ARC);
    b) Prendere tutte le misure necessarie per impedire la cooperazione tra elementi dell’esercito regolare (FARDC) e i gruppi armati, in particolare nei territori di Rutshuru e di Nyiragongo;
    c) Dare nuovo slancio alle consultazioni con i gruppi armati, affinché aderiscano al Programma di disarmo, smobilitazione, reinserimento comunitario e stabilizzazione;
    d) Condannare la xenofobia e l’incitamento all’odio e alla violenza contro qualsiasi persona o gruppo, per questioni di appartenenza o di origine etnica e consegnare i responsabili alla giustizia.
  1. Il Gruppo degli esperti raccomanda che il Comitato del Consiglio di Sicurezza istituito nell’ambito della risoluzione 1533 (2004) riguardante la Repubblica Democratica del Congo:
    a) esorti gli Stati della regione ad adempiere al loro obbligo di notificare preventivamente al Comitato qualsiasi dispiegamento di truppe nella Repubblica Democratica del Congo, anche quando tale dispiegamento avvenga nell’ambito della forza militare regionale della Comunità dei paesi dell’Africa dell’Est (CAE);
    b) Chieda ai governi degli Stati confinanti con la Repubblica Democratica del Congo, in particolare quelli del Ruanda e del Burundi, di impedire ogni tipo di appoggio ai gruppi armati attivi nella Repubblica Democratica del Congo.

2. ALCUNE DICHIARAZIONI DOPO LA PUBBLICAZIONE DEL RAPPORTO

Il 31 dicembre, in un comunicato stampa diffuso in seguito alla pubblicazione del rapporto del gruppo degli esperti dell’Onu per la RDC, «l’Unione Europea (UE) accoglie con favore le numerose iniziative di pace intraprese da alcuni Capi di Stato dell’Africa, per tentare di risolvere le cause del conflitto in corso nell’est della Repubblica Democratica Repubblica del Congo (RDC).
L’UE ribadisce il suo pieno sostegno ai processi di pace di Luanda (Angola) e di Nairobi (Kenya) e invita tutte le parti ad attuare rapidamente le decisioni prese nell’ambito di queste due iniziative.
L’UE ribadisce il proprio sostegno all’integrità territoriale e alla sovranità di tutti i Paesi della regione e condanna fermamente qualsiasi tipo di appoggio a gruppi armati locali o stranieri. Qualsiasi forma di appoggio a questi gruppi armati e il mancato rispetto dell’embargo sulle armi e del regime di sanzioni costituiscono una diretta violazione del diritto internazionale e degli impegni assunti dai Paesi della regione.
L’UE esorta il Ruanda a mettere fine ad ogni sua forma di appoggio al Movimento del 23 marzo (M23) e ad utilizzare tutti i mezzi necessari per fare pressione sull’M23, affinché si conformi alle decisioni prese dai Capi di Stato della Comunità dei paesi dell’Africa dell’Est (CAE) a Nairobi (Kenia) e in occasione del minivertice sulla pace e sulla sicurezza nell’est della RDC, tenutosi a Luanda (Angola) il 23 novembre 2022.
L’UE esorta inoltre tutti gli Stati della regione a impedire qualsiasi appoggio ai gruppi armati attivi nella RDC. Chiede al governo congolese di interrompere e di impedire qualsiasi cooperazione tra le forze del suo esercito (FARDC) e i gruppi armati, tra cui le Forze Democratiche per la Liberazione del Ruanda (FDLR), e di prendere tutte le misure necessarie per proteggere la popolazione civile sul suo territorio.
L’UE ricorda che lo smantellamento e il rimpatrio dei gruppi armati stranieri e il proseguimento delle consultazioni con tutti i gruppi armati locali, in vista della loro adesione al programma di disarmo e di reintegrazione comunitaria, sono due elementi importanti di qualsiasi soluzione politica a lungo termine, volta a mettere fine all’insicurezza nell’est della RDC e nella regione.
Infine, l’UE condanna con la massima fermezza la xenofobia e l’incitamento all’odio e alla violenza nei confronti di qualsiasi persona o gruppo, a causa della sua razza o della sua origine etnica, e chiede che i responsabili di tali atti siano citati in sede giudiziaria».[2]

Il 3 gennaio, in un comunicato stampa, la Rete Contro il Terrorismo nella RDC (RCT), composta da quasi centocinquanta organizzazioni della società civile congolese, ha accolto con favore l’ultimo rapporto del gruppo degli esperti delle Nazioni Unite per la RDCongo, un rapporto che contiene molti elementi di “prove inconfutabili” di gravi crimini commessi nell’est del Paese dal Movimento del 23 marzo (M23), con l’appoggio di militari dell’esercito ruandese (RDF).
Secondo la Rete Contro il Terrorismo (RCT), «il rapporto del gruppo degli esperti delle Nazioni Unite rivela che l’M23 ha utilizzato dei minorenni come combattenti, ha bombardato strutture civili, ha commesso massacri, stupri, detenzioni arbitrarie, torture e altre violazioni dei diritti umani che hanno causato la fuga degli abitanti verso altre zone ritenute più sicure, all’interno del Paese e all’estero». Per i firmatari del comunicato, «questi atti costituiscono dei crimini di aggressione, crimini di guerra, crimini contro l’umanità, crimini di genocidio e crimini economici».
Alla luce di tutti questi fatti, la RCT chiede alla Corte Penale Internazionale (CPI) di aprire un’inchiesta giudiziaria internazionale su questi casi di gravi violazioni dei diritti umani, per individuarne gli autori, ciò che potrebbe contribuire a porre fine all’impunità dell’M23 e all’appoggio che questo gruppo armato riceve da parte del Ruanda. In questo modo, «la comunità internazionale eviterebbe di far finta di ignorare i crimini elencati nel recente rapporto del gruppo degli esperti delle Nazioni Unite, com’è successo per il Rapporto Mapping sulle più gravi violazioni dei diritti umani e del diritto umanitario internazionale, commessi tra il marzo 1993 e il giugno 2003, in territorio della RDC». Nel suo comunicato, la RCT chiede anche al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite di sanzionare il regime ruandese, per aver violato l’embargo sulle armi destinate ai gruppi armati attivi nella RDC, tra cui l’M23.
A proposito dell’aiuto finanziario recentemente concesso all’esercito ruandese dal Consiglio Europeo, «la RCT deplora il fatto che, in questo contesto di guerra di aggressione contro la RDC da parte del regime ruandese, l’Unione Europea abbia deciso, l’1 dicembre 2022, di concedere 20 milioni di euro alle forze armate ruandesi ( RDF), quando il presidente Paul Kagame aveva già minacciato di attaccare la RDC per ben due volte, la prima nel suo discorso del 22 febbraio 2022 davanti al parlamento ruandese e, la seconda volta, in occasione del vertice del Commonwealth, il 23 giugno 2022, in questi termini: “Attraverso l’M23, difendiamo i Congolesi di origine ruandese, affinché possano accedere ai diritti di proprietà”».[3]

Il 5 gennaio, in un comunicato del Dipartimento di Stato, gli Stati Uniti d’America hanno accolto con favore il rapporto degli esperti delle Nazioni Unite, che descrive «l’aumento della violenza, l’incremento dell’insicurezza e il deterioramento della crisi umanitaria nell’est della RDC».
Secondo il comunicato, «riconoscendo ciò che i Capi di Stato della Comunità dei paesi dell’Africa dell’Est (CAE) e dell’Angola stanno già facendo a favore della pace, esortiamo i Governi della regione dei Grandi Laghi Africani ad accelerare l’attuazione degli impegni assunti per porre fine al conflitto, in particolare quelli concordati nel corso del mini vertice su pace e sicurezza, svoltosi a Luanda (Angola) il 23 novembre».
Prendendo atto delle prove chiare e irrefutabili dell’appoggio ruandese al Movimento del 23 marzo (M23) e dei rapporti credibili sulle gravi violazioni dei diritti umani commesse dall’M23, gli Stati Uniti hanno ribadito la loro richiesta, rivolta al regime ruandese, di cessare ogni appoggio all’M23 e di ritirare le sue truppe allestì della RDCongo: «Prendendo atto della chiara evidenza dell’appoggio ruandese all’M23 e dei vari rapporti credibili su gravi violazioni dei diritti umani da parte dell’M23, ribadiamo il nostro appello al Ruanda, affinché cessi ogni tipo di appoggio all’M23 e ritiri le sue truppe dall’est della RDCongo».
Gli Stati Uniti hanno esortato anche tutti i gruppi armati, compreso l’M23, a cessare tutte le ostilità, a deporre le armi e ad aderire alle consultazioni del processo di pace di Nairobi coordinato dalla CAE. In questa logica, gli Usa chiedono che l’M23, già sotto le sanzionato dell’Onu, si ritiri verso i luoghi specificati nel comunicato di Luanda emesso il 23 novembre, ritornando in tal modo nella sua posizione iniziale del Monte Sabinyo.
Il governo degli Stati Uniti denuncia inoltre la collaborazione attualmente esistente tra elementi delle forze armate congolesi (FARDC) e vari gruppi armati, tra cui le Forze Democratiche per la Liberazione del Ruanda (FDLR), Tale collaborazione era già stata constatata nell’ultimo rapporto del gruppo degli esperti delle Nazioni Unite.
Infine, gli Stati Uniti sottolineano la loro grande preoccupazione per l’escalation della xenofobia e dell’incitamento all’odio contro la comunità ruandofona presente nella RDC, due elementi che erano stati evidenziati nel rapporto citato. Gli USA chiedono pertanto alle autorità della RDC di condannare tali discorsi e di identificarne i responsabili, affinché siano consegnati alla giustizia.[4]

[1]  Cf https://documents-dds-ny.un.org/doc/UNDOC/GEN/N22/757/87/PDF/N2275787.pdf?OpenElement
[2] Cf https://www.consilium.europa.eu/fr/press/press-releases/2022/12/31/democratic-republic-of-the-congo-declaration-by-the-high-representative-on-behalf-of-the-eu-on-the-publication-of-the-recent-un-group-of-experts-report/
[3] Cf Radio Okapi, 04.01.’23; Actualité.cd, 04.01.’23
[4] Cf Radio Okapi, 05.01.’23; Carmel Ndeo – Politico.cd, 05.01.’23; Jephté Kitsita – 7sur7.cd, 05.01.’23