Congo Attualità n. 379

INDICE

EDITORIALE: ELEZIONI DEL 30 DICEMBRE 2018 → UNA PRIMA VALUTAZIONE E TRE PRIORITÀ PER UN PROCESSO ELETTORALE PIÙ DINAMICO
1. IL PROCESSO ELETTORALE
a. Le elezioni legislative nazionale e provinciali a Beni, Butembo e Yumbi
b. Le elezioni dei governatori delle province
c. Il caso particolare del continuo rinvio delle elezioni del governatore del Sankuru
2. L’ASSEMBLEA NAZIONALE
a. L’approvazione del regolamento interno
b. La rappresentatività delle varie forze politiche all’interno dell’emiciclo
c. Le elezioni dei membri del Comitato definitivo di presidenza
3. IL SENATO
a. L’apertura della prima sessione

EDITORIALE: ELEZIONI DEL 30 DICEMBRE 2018 → UNA PRIMA VALUTAZIONE E TRE PRIORITÀ PER UN PROCESSO ELETTORALE PIÙ DINAMICO

1. IL PROCESSO ELETTORALE

a. Le elezioni legislative nazionale e provinciali a Beni, Butembo e Yumbi

Il 31 marzo, la Commissione elettorale ha organizzato le elezioni legislative nazionali e provinciali a Yumbi (Mai-Ndombe), Butembo e Beni (Nord Kivu), dove queste elezioni non si erano svolte in dicembre 2018, a causa di problemi sanitari e per motivi d’insicurezza.Secondo la Sinergia delle Missioni di Osservazione Cittadina delle Elezioni (SYMOCEL), anche queste elezioni sono state caratterizzate da alcuni malfunzionamenti delle macchine per votare e dalla mancanza dei nomi di alcuni elettori sulle liste esposte nei centri di voto. I seggi elettorali erano 2.229, tra cui 1.224 per il territorio di Beni, 319 per la città di Beni, 563 per la città di Butembo e 123 per Yumbi. Gli elettori registrati erano 1.257.636, tra cui 677.185 per il territorio di Beni, 182.877 per la città di Beni, 330.612 per la città di Butembo e 66.962 per Yumbi.[1]

Il 9 aprile, la Commissione Elettorale Nazionale Indipendente (CENI) ha pubblicato i risultati delle elezioni legislative nazionali e provinciali tenutesi il 31 marzo nelle circoscrizioni di Yumbi (Mai Ndombe), Beni e Butembo (Nord Kivu). Originariamente programmate per dicembre 2018, queste elezioni erano state rinviate a marzo 2019 per motivi di insicurezza e problemi di sanità. Nelle circoscrizioni di Beni e Butembo (Nord Kivu), sui 14 seggi disponibili per l’Assemblea Nazionale dei Deputati, Lamuka – la coalizione che ha sostenuto la candidatura di Martin Fayulu alle scorse presidenziali – ne ha ottenuti 10, il Fronte Comune per il Congo (FCC), la coalizione prossima all’ex presidente Joseph Kabila, ne ha ottenuti 3 e “Verso il Cambiamento” (CACH), la coalizione prossima al nuovo presidente Felix Tshisekedi, ne ha ottenuto 1. Nella circoscrizione di Yumbi (Mai-Ndombe), l’unico seggio disponibile per l’Assemblea Nazionale è andato al Partito Popolare per la Ricostruzione e la Democrazia (PPRD), membro del FCC.[2]

b. Le elezioni dei governatori delle province

Il 5 marzo, la Commissione Elettorale Nazionale Indipendente (CENI) ha fissato per il 30 maggio le elezioni dei governatori e vice-governatori delle province del Nord Kivu e di Mai-Ndombe. Gli Uffici di Ricevimento e di Trattamento delle Candidature (BRTC) saranno aperti dal 6 al 12 aprile. Le elezioni si terranno nelle rispettive assemblee provinciali e i risultati saranno pubblicati lo stesso giorno. A differenza delle altre 24 province, in cui le elezioni si svolgeranno il 26 marzo, il Nord Kivu e il Mai-Ndombe dovranno dapprima organizzare le elezioni dei deputati nazionali e provinciali che, nelle circoscrizioni di Beni, Butembo (Nord Kivu) e Yumbi (Mai-Ndombe), sono state rinviate al 31 marzo per motivi di insicurezza e di sanità. Per il Nord Kivu mancano ancora 14 deputati provinciali su un totale di 48. Per il Mai-Ndombe, ne manca solo 1 sui 21 previsti.[3]

Il 12 marzo, in un comunicato stampa, la CENI ha pubblicato la lista dei candidati governatori. Si tratta di 107 candidati per 24 posti di governatori provinciali. Nello stesso comunicato, la CENI ha ricordato che le elezioni dei governatori da parte dei deputati provinciali  si svolgeranno il 27 marzo.[4]

Il 22 marzo, la Commissione Elettorale Nazionale Indipendente ha annunciato che le elezioni dei governatori di 24 province si svolgeranno il 10 aprile. Nelle restanti 2 province, il Nord Kivu e il Mai-Ndombe, esse avranno luogo posteriormente. La campagna elettorale è prevista dal 6 all’8 aprile e l’insediamento dei nuovi governatori eletti il 2 maggio. Inizialmente previste per il 27 marzo, le elezioni dei governatori di provincia erano state posticipate a tempo indeterminato, in seguito ad una decisione presa nell’ambito di una riunione interistituzionale convocata dal Capo dello Stato il 18 marzo e relativa alla questione della corruzione che ha colpito l’organizzazione delle elezioni senatoriali.[5]

Il 10 aprile, la Commissione Elettorale Nazionale Indipendente (CENI) ha organizzato le elezioni dei governatori di 22 province. Il Fronte Comune per l Congo (FCC) ha vinto in 16 province, Lamuka in 1 (Mongala) e CACH in 1 altra (Kasai Oriental). In 4 province (Haut-Lomami, Kasaï-Centrale, Nord-Ubangi e Tshopo), la CENI dovrà organizzare un secondo turno per un ballottaggio tra i primi due candidati. In due province (Sankuru e Sud-Ubangi), queste elezioni erano state sospese ufficialmente per ragioni logistiche e tecniche e si terranno il 13 aprile. Nelle due province del Nord Kivu e Mai-Ndombe, queste elezioni sono previste per il 30 maggio, poiché le loro assemblee provinciali non sono ancora state istituite, a causa del rinvio delle elezioni legislative provinciali al 31 marzo scorso.[6]

Il 13 aprile, la CENI ha organizzato il secondo turno delle elezioni dei governatori delle province dell’Alto Lomami, Kasai Centrale, Nord Ubangi e Tshopo, poiché nel primo turno del 10 aprile nessun candidato aveva raggiunto la maggioranza assoluta. Il Fronte Comune per il Congo (FCC) ha vinto in 3 province (Kasaï-Centrale, Tshopo e Nord-Ubangi), mentre nella provincia dell’Alto Lomami ha vinto un candidato indipendente. Queste elezioni sono state organizzate anche nelle province del Sankuru e del Sud Ubangi, dove erano state sospese per motivi tecnici. Tuttavia, nel Sankuru esse non hanno avuto luogo per mancanza di quorum, a causa della tensione che si è creata tra i deputati provinciali, per il fatto che, in lizza, sarebbe rimasto un solo candidato, membro del FCC. Nel Sud Ubangui, dove le elezioni si sono svolte, nessun candidato ha raggiunto la maggioranza assoluta. Ne consegue che, in entrambe le province, le elezioni del governatore sono state riprogrammate per il 15 aprile.[7]

Il 15 aprile, la CENI ha organizzato il secondo turno delle elezioni del Governatore della provincia del Sud Ubangui, dove ha vinto un candidato del FCC. Invece, nella provincia del Sankuru, queste elezioni sono state rinviate a tempo indeterminato, dietro richiesta dello stesso Presidente della Repubblica, per la questione della “candidatura unica” non ancora risolta.[8]

c. Il caso particolare del continuo rinvio delle elezioni del governatore del Sankuru

Lo scorso febbraio, la Commissione Elettorale Nazionale Indipendente (CENI) aveva convalidato la candidatura di Lambert Mende, membro del Fronte Comune per il Congo (FCC), ministro uscente della comunicazione ed ex portavoce del governo.  Nello stesso tempo aveva invalidato la candidatura di Joseph Sthéphane Mukumadi, per detenzione di un passaporto francese e, quindi, una nazionalità straniera. La Corte d’Appello di Lusambo, capoluogo della provincia, aveva confermato la decisione della CENI, dando a Lambert Mende l’opportunità di presentarsi come candidato unico. Per protestare contro questa “candidatura unica” di Lambert Mende, la popolazione di Lusambo aveva organizzato delle manifestazioni in cui una persona era rimasta uccisa.
Il 27 marzo, in seguito ad un ricorso inoltrato dal candidato Mukumadi, il Consiglio di Stato aveva dichiarato nulla la sentenza della Corte d’Appello di Lusambo e aveva convalidato la candidatura di Mukumadi. Tuttavia, conformemente alla sentenza emanata dalla Corte d’Appello di Lusambo, la Commissione elettorale aveva definitivamente bocciato la candidatura di Mukamadi e fissato la data del 10 aprile come giorno delle elezioni del governatore di Sankuru, in concomitanza con altre 23 province.
Il 9 aprile però, il Consiglio di Stato ha dichiarato la sospensione delle elezioni del governatore della provincia di Sankuru, fino all’effettiva applicazione della sua sentenza, relativa al ricorso inoltrato dal candidato Joseph Sthéphane Mukumadi. Pur considerando illegale la decisione del Consiglio di Stato, la Commissione elettorale ha rinviato queste elezioni al 13 aprile, facendo riferimento a questioni tecniche e amministrative.[9]

L’11 aprile, su richiesta del presidente della Repubblica, Félix Antoine Tshisekedi Tshilombo, il comitato centrale del Consiglio Superiore della Magistratura (CSM) si è riunito per esprimere un suo parere sulla decisione presa dal Consiglio di Stato e relativa al contenzioso del candidato Mukamadi. Secondo il CSM, «accettando il ricorso di Joseph Stéphane Mukumandi, senza seguire le disposizioni della costituzione e della legge elettorale, il Consiglio di Stato ha violato la legge, perché il trattamento di tale ricorso non era di sua competenza … Quindi, emessa da una giurisdizione incompetente, la sentenza 002 del Consiglio di Stato, sezione “contenziosi”, è da ritenersi inesistente e, di conseguenza, non può essere applicata». Lambert Mende Omalanga sarà quindi il solo candidato alle elezioni del governatore della provincia di Sankuru.[10]

Il 13 aprile, il Consiglio di Stato ha risposto alla presa di posizione del Consiglio Superiore della Magistratura che, l’11 aprile, aveva sospeso l’applicazione della sua sentenza sull’organizzazione delle elezioni del governatore della provincia di Sankuru. Secondo il Consiglio di Stato, la candidatura di Mukumadi deve essere considerata valida. Il presidente del Consiglio di Stato, Vunduaye Tepemako, ha dichiarato che «il Consiglio Superiore della Magistratura è un organo di gestione amministrativa, finanziaria e disciplinare del potere giudiziario, ma non ha ricevuto né dalla costituzione, né dalla legge, la missione di sostituirsi ai tribunali e corti della repubblica» e ha precisato che, «né l’Assemblea Generale del Consiglio Superiore della Magistratura, né il suo comitato centrale hanno il potere giurisdizionale di interpretare, di criticare o, più grave ancora, di dichiarare inesistenti le sentenze emesse dalle corti e dai tribunali della Repubblica nelle loro rispettive giurisdizioni».[11]

Il 13 aprile, le elezioni del governatore del Sankuru non si sono svolte, sebbene fossero state programmate dalla Commissione elettorale. La maggior parte dei deputati provinciali non si sono presentati, in segno di protesta contro la “candidatura unica” di Lambert Mende Omalanga.
Su un totale di 27 deputati, ne erano presenti solo 8. In assenza di quorum e in conformità con l’articolo 169 della legge elettorale, le elezioni del governatore della provincia di Sankuru sono state posticipate al 15 aprile.[12]

Il 14 aprile, il Presidente della Repubblica, Félix Tshisekedi, ha chiesto alla Commissione elettorale di posticipare ulteriormente l’organizzazione delle elezioni del governatore di Sankuru, previste per il 15 aprile. Secondo Basile Olongo, vice primo ministro ad interim responsabile dell’interno e della sicurezza, il presidente della Repubblica ha ritenuto che la situazione sia estremamente seria.[13]

2. L’ASSEMBLEA NAZIONALE

a. L’approvazione del regolamento interno

Il 22 marzo, i deputati nazionali hanno approvato il nuovo regolamento interno dell’Assemblea nazionale. Sono state create tre nuove commissioni permanenti: “Diritti umani”, “Genere, famiglia e figli”, “Controllo e valutazione delle leggi”. Esse si aggiungono alle altre sette commissioni già esistenti: Politico – Amministrativa – Giuridica, Economico – Finanziaria, Questioni Sociali, Relazioni Esterne, Difesa e Sicurezza, Ambiente, Pianificazione Territoriale. Il testo è stato inviato alla Corte costituzionale, che ha 15 giorni per pronunciarsi sulla sua conformità alla Costituzione. Se la Corte non emettesse alcun parere entro questi 15 giorni, il regolamento entrerà in vigore automaticamente. Le elezioni dei membri del comitato definitivo di presidenza dell’Assemblea Nazionale si svolgeranno dopo l’entrata in vigore del regolamento interno.[14]

Il 30 marzo, la Corte costituzionale ha dichiarato conforme alla Costituzione il regolamento interno dell’Assemblea nazionale che, dunque, entra immediatamente in vigore, permettendo quindi l’organizzazione delle elezioni e l’insediamento dei membri del Comitato definitivo di presidenza della Camera dei deputati.[15]

b. La rappresentatività delle varie forze politiche all’interno dell’emiciclo

Il 4 aprile, in un comunicato, il Comitato provvisorio di presidenza dell’Assemblea Nazionale ha chiesto ai deputati, partiti e coalizioni politiche di dichiarare la propria appartenenza politica, se all’opposizione o alla maggioranza. Secondo le disposizioni degli articoli 25 e 26 del regolamento interno, questa dichiarazione deve essere trasmessa all’ufficio del 1° relatore dell’Assemblea nazionale prima delle 15:00 del 6 aprile. Alcuni partiti politici l’hanno già deciso. Ad esempio, attraverso una dichiarazione firmata da Christophe Lutundula, il G7 ha già annunciato che apparterrà all’opposizione. Il G7 è composto dai seguenti partiti: l’Alleanza per il Rinnovamento in Congo (ARC), l’Alleanza dei Democratici per il Progresso (ADP), il Partito Democratico Cristiano (PDC), l’Unione Nazionale dei Democratici Federalisti (UNADEF) e l’Unione Nazionale dei Federalisti Congolesi (UNAFEC).
Inoltre, il Comitato provvisorio di presidenza dell’Assemblea nazionale ha ricordato che il verbale del consenso politico tra la maggioranza e l’opposizione sulla ripartizione dei ruoli all’interno del Comitato definitivo di presidenza dell’Assemblea nazionale deve essergli trasmesso entro e non oltre la stessa data del 6 aprile.[16]

Il 6 aprile, il presidente dell’Unione Nazionale dei Federalisti del Congo (UNAFEC), Gabriel Kyungu wa Kumwanza, ha ricordato che il suo partito non appartiene allo schieramento dell’opposizione, come sottolineato dal G7 (gruppo di sette partiti politici) in una dichiarazione firmata dal deputato Christophe Lutundula. Gabriel Kyungu ha dichiarato che, «anche senza far parte del regime, l’UNAFEC appoggia pienamente Felix Tshisekedi come presidente della Repubblica. Quindi, non può collocarsi sul fronte dell’opposizione. La nostra rappresentante, la deputata Mireille Masangu, non appartiene ad alcun schieramento politico, né all’opposizione, né alla maggioranza. Ella è neutrale».[17]

Il 17 aprile, nel suo intervento alla plenaria dell’Assemblea Nazionale, il deputato e segretario nazionale generale dell’Unione per la Nazione Congolese (UNC), Jean Baudouin Mayo, ha dichiarato che “Verso il Cambiamento” (CACH), piattaforma politica di cui fa parte, appartiene alla maggioranza al potere.
In effetti, tra il presidente Felix Tshisekedi e l’ex presidente Joseph Kabila esiste un accordo di coalizione per condividere il potere, anche se non è ancora stato reso noto.
Inoltre, il Comitato provvisorio di presidenza dell’Assemblea nazionale ha redatto un documento che stabilisce la rappresentatività delle varie forze all’interno dell’emiciclo.
Su un totale di 485 deputati già convalidati, l’opposizione ne ha 103 e la maggioranza 382.
La maggioranza è composta da 24 partiti e coalizioni: UDPS e alleati, UNC e alleati, il PPRD, AFDC e gli alleati, PALU e alleati, ADRP, CCO, ABCE, AAAC, RRC, PCD, ATIC APECO, ALLIANCE CODICE, PRP, ADU, AAB, AABC, AA / a.
L’opposizione è invece rappresentata da 10 partiti e coalizioni: MS, UREP, AMK, ADO, ADVANCE, AR, ACC, G7, MLC, AAD.[18]

c. Le elezioni dei membri del Comitato definitivo di presidenza

Il 5 aprile, il portavoce del Partito Popolare per la Ricostruzione e la Democrazia (PPRD), François Nzekuye, ha annunciato che il PPRD presenterà Jeannine Mabunda Lioko come sua candidata alla presidenza dell’Assemblea nazionale. Ministra dal 2007 al 2012, Jeanine Mabunda era stata nominata consigliera speciale del presidente Joseph Kabila per la lotta contro la violenza sessuale. François Nzekuye ha dichiarato che tale decisione è stata presa in accordo con la piattaforma di Felix Tshisekedi,”Verso il Cambiamento” (CACH), cui sarà affidato il posto di 1° vicepresidente.
Per questo secondo posto, secondo alcuni osservatori, si cita il nome di Jean-Marc Kabund, attuale presidente ad interim dell’Unione per la Democrazia e il Progresso Sociale (UDPS).[19]

Il 10 aprile, in una lettera firmata dal presidente e dal relatore della delegazione parlamentare dell’opposizione, Christophe Lutundula e Jacques Djoli, e indirizzata al presidente del comitato provvisorio di presidenza dell’Assemblea nazionale dei deputati, l’opposizione parlamentare ha chiesto che le vengano attribuiti due posti (un titolare e un vice) in seno al comitato definitivo di presidenza dell’Assemblea nazionale, secondo le disposizioni dell’articolo 26 del regolamento interno, secondo il quale la distribuzione dei posti deve imperativamente essere la seguente: Maggioranza: 5 posti (2 titolari e 3 vice); Opposizione: 2 posti (1 titolare e 1 vice).
L’opposizione ha giustificato questa sua richiesta per il fatto di aver ottenuto 10 deputati in più alle elezioni legislative nazionali svoltesi il 31 marzo a Beni, Butembo e Yumbi. Secondo l’opposizione, i risultati di queste ultime elezioni hanno modificato l’indice di proporzionalità in seno all’Assemblea Nazionale, facendo passare il numero dei deputati dell’opposizione da 103 a 113 e di quello della maggioranza da 382 a 387, su un totale di 500.[20]

Il 17 aprile, il presidente del Comitato provvisorio di presidenza dell’Assemblea nazionale ha proposto alla plenaria di istituire una commissione di 26 persone, per esaminare i dossier dei 15 nuovi deputati eletti il 31 marzo a Yumbi, Beni e Butembo, al fine di convalidare i loro mandati. La plenaria ha adottato questa proposta e i lavori in commissione inizieranno dopo che la Commissione Elettorale Nazionale Indipendente (Ceni) le abbia trasmesso i relativi dossier.[21]

Il 17 aprile, il relatore del Comitato provvisorio di presidenza dell’Assemblea Nazionale, Jackson Ausse, ha annunciato che le elezioni dei membri del Comitato definitivo di presidenza dell’Assemblea Nazionale si svolgeranno il 23 aprile, prima della convalida dei mandati dei deputati eletti a Beni, Butembo e Yumbi.
Va dapprima ricordato che l’Assemblea Nazionale è composta da 500 deputati, fra cui 387 della maggioranza e 113 dell’opposizione. Secondo l’articolo 26 del regolamento interno dell’Assemblea nazionale, con questo indice di proporzionalità, l’opposizione avrebbe quindi diritto a due posti (un titolare e un vice) e la maggioranza a cinque posti (due titolari e tre vice). È per raggiungere questo indice di proporzionalità che, in plenaria, il deputato Christophe Lutundula, membro dell’opposizione, ha chiesto di procedere dapprima alla convalida dei nuovi deputati eletti a Beni, Butembo e Yumbi, e solo successivamente alle elezioni dei membri del Comitato definitivo di presidenza.
Invece, il deputato François Nzekuye, membro della maggioranza, ha dichiarato che, per calcolare la distribuzione proporzionale dei posti, la maggioranza si è basata sui 485 deputati già convalidati. Egli ha quindi aggiunto che, secondo tale schema, non era quindi possibile attribuire all’opposizione parlamentare i due posti da essa richiesti, perché i mandati dei dieci deputati neoeletti, che aumenterebbero il suo indice di proporzionalità, non sono ancora stati convalidati. Egli ha quindi concluso il suo intervento dicendo che il FCC e il CACH hanno concordato di concedere all’opposizione un solo posto, quello di vice relatore.
Reagendo alla proposta del suo collega della maggioranza, il deputato Christophe Lutundula, ha affermato che l’opposizione ha rinunciato di accettare l’incarico di vice relatore del Comitato definitivo, come proposto dalla coalizione FCC-CACH. Egli ha anche annunciato che l’opposizione non parteciperà né alle elezioni dei membri del Comitato definitivo di presidenza dell’Assemblea nazionale, né ai lavori delle varie commissioni. Inoltre, per quanto riguarda la legislatura dal 2018 al 2023, l’opposizione ha rinunciato alla presidenza delle commissioni ad essa riservate dal Regolamento Interno. Pertanto, per 5 anni, l’opposizione sarà presente solo per le sessioni plenarie dell’Assemblea nazionale. Dopo questa dichiarazione, i deputati dell’opposizione hanno lasciato la sala.[22]

Il 18 aprile, Jeannine Mabunda, membro del Fronte Comune per il Congo (FCC) e Jean-Marc Kabund, membro di CACH, hanno presentato la loro candidatura rispettivamente alla presidenza del Comitato definitivo dell’Assemblea nazionale e al posto di primo vicepresidente.[23]

Il 22 aprile, durante una sessione plenaria, l’Assemblea nazionale ha convalidato i mandati dei 15 deputati nazionali eletti ultimamente a Beni, Butembo e Yumbi. Ora possono partecipare a tutte le operazioni legislative come delineato nella costituzione. Il Fronte Comune per il Congo (FCC) aveva proposto che questa operazione fosse effettuata dopo l’elezione del Comitato definitivo di presidenza dell’Assemblea Nazionale, ciò che i partiti dell’opposizione sono riusciti ad evitare.[24]

Il 22 aprile, l’opposizione parlamentare ha confermato che non parteciperà all’elezione dei membri del Comitato definitivo di presidenza dell’Assemblea nazionale, perché i 15 deputati convalidati ultimamente non sono stati presi in considerazione, in vista di un’equa ripartizione dei posti di responsabilità all’interno del Comitato definitivo di presidenza dell’Assemblea Nazionale. Continuando a rivendicare due posti su sette, l’opposizione ha abbandonato la sala.[25]

Il 22 aprile, dopo la convalida del suo mandato parlamentare, il deputato Muhindo Nzangi, eletto a Butembo, ha minacciato di far ricorso alla Corte Costituzionale, qualora il Comitato provvisorio di presidenza non riconosca il suo diritto di poter partecipare, come elettore o candidato, alle elezioni dei membri del Comitato definitivo di presidenza: «I dieci deputati supplementari ci permettono di avere due seggi all’interno del Comitato definitivo di presidenza. È necessario riaprire il dibattito e i negoziati, affinché anche noi possiamo partecipare a tali elezioni o presentarci come candidati. Altrimenti, faremo ricorso alla Corte Costituzionale perché, senza di noi, le elezioni dei membri del Comitato definitivo costituiranno una violazione della legge».
Alla maggioranza parlamentare che ha brandito il fatto che il tempo per la presentazione delle candidature è già scaduto, Muhindo Nzangi ha risposto che «se hanno accettato di convalidare i nostri mandati parlamentari prima delle elezioni dei membri del Comitato definitivo di presidenza, devono accettare anche il fatto che, essendo cambiato il rapporto di proporzionalità tra la maggioranza e l’opposizione, quest’ultima ha acquisito il diritto di rivendicare due seggi».[26]

Il 22 aprile, dopo la convalida dei mandati dei deputati recentemente eletti a Beni, Butembo e Yumbu, i deputati riuniti in plenaria hanno deciso il rinvio delle elezioni dei membri del Comitato definitivo dell’Assemblea Nazionale al 24 aprile, anche se inizialmente erano previste per il 23 aprile.[27]

Il 24 aprile, i 387 deputati che hanno partecipato alla plenaria hanno proceduto all’elezione dei membri del Comitato definitivo di presidenza dell’Assemblea nazionale. La coalizione FCC-CACH ha presentato un unico candidato per ogni posto. Non essendo soddisfatta dell’unico posto che la maggioranza le aveva riservato, quello del vice relatore, e richiedendone 2, l’opposizione aveva deciso di non presentare alcun candidato e ha rifiutato di partecipare a queste elezioni.
I membri del Comitato definitivo di presidenza che sono stati eletti sono:
Presidente: Jeannine Mabunda Lioko (PPRD), con 375 voti
Primo vicepresidente: Jean-Marc Kabund-A-Kabund (UDPS), con 350 voti
Secondo vicepresidente: Boniface Banamage Nkolo (AAB), con 350 voti
Relatore: Celestin Musao Kalombo Mbuyu (AA / a), con 272 voti
Vice Relatore:
Questore: Marie-Claire Alfani Machozi (AFDC-A), con 371 voti
Vice Questore: Innocent Unyon Vakpa Katumba Oruma (AABC), con 371 voti.[28]

Il 24 aprile, in una dichiarazione letta dal deputato Christophe Lutundula, l’opposizione parlamentare ha dichiarato di aver inoltrato un ricorso al Consiglio di Stato, per ottenere l’annullamento dell’elezione dei membri del Comitato definitivo di presidenza dell’Assemblea nazionale: «L’opposizione parlamentare annuncia di aver presentato al Consiglio di Stato una richiesta di annullamento, per violazione della legge, non solo della decisione dell’Assemblea Plenaria che aveva assegnato ingiustamente 6 posti del Comitato definitivo di presidenza alla maggioranza e uno solo, quello di vice relatore, all’opposizione, ma anche della decisione del Comitato provvisorio di presidenza che aveva stabilito la data dell’elezione del Comitato definitivo di presidenza. L’opposizione intende rivolgersi anche agli organismi interparlamentari africani e internazionali».[29]

3. IL SENATO

a. Apertura della prima sessione

Il 5 aprile, il Senato si è riunito per la sua prima sessione straordinaria. Conformemente agli articoli 114 della Costituzione e 224 della legge elettorale, questa plenaria di apertura è stata presieduta dal segretario generale del Senato, Gilbert Kukibi. Dopo il suo discorso inaugurale, egli ha proceduto all’insediamento del Comitato provvisorio di presidenza del Senato.
Questo comitato è presieduto dal senatore più anziano, Mamboleo Léon, eletto nel Sud Kivu sulla lista dell’Unione Nazionale per il Congo (UNC). È assistito dalle due deputate più giovani, Kamitatu Marie Jose Sona, eletta nel Kwilu sulla lista del G7 e Lwese Bakwamoyo Victorine, eletta nel Kasaï. Su un totale di 109 membri del Senato, 81 hanno preso parte alla sessione inaugurale, 20 non sono ancora stati registrati e 8 non sono ancora stati eletti. Tra i senatori della precedente legislatura, ne sono stati rieletti solo 10. È aumentato il numero delle donne: 19 senatrici, anziché 8 della scorsa legislatura. Secondo gli articoli 114 e 116 della Costituzione, il comitato provvisorio di presidenza ha trenta giorni per convalidare i mandati, redigere e approvare il suo regolamento interno ed eleggere il comitato definitivo di presidenza.[30]

[1] Cf Actualité.cd, 31.03.’19
[2] Cf Belga – via mediacongo.net, 10.04.’19
[3] Cf Fonseca Mansianga – Actualité.cd, 05.03.’19
[4] Cf Radio Okapi, 13.03.’19
[5] Cf Radio Okapi, 22.03.’19
[6] Cf Radio Okapi, 10.04.’19
[7] Cf Radio Okapi, 13.04.’19 et Actualité.cd, 13.04.’19
[8] Cf Radio Okapi, 15.04.’19
[9] Cf Christine Tshibuyi – Actualité.cd, 09.04.’19; Actualité.cd, 11.04.’19
[10] Cf Christine Tshibuyi – Actualité.cd, 13.04.’19
[11] Cf Actualité.cd, 13.04.’19
[12] Cf Apollinaire Ngandu et Will Cleas Nlemvo – Actualité.cd, 13.04.’19
[13] Cf Stanis Bujakera – Actualité.cd, 14.04.’19
[14] Cf Radio Okapi, 25.03.’19
[15] Cf Radio Okapi, 30.03.’19
[16] Cf Actualité.cd, 04.04.’19
[17] Cf Patrick Maki – Actualité.cd, 06.04.’19
[18] Cf 7sur7.cd, 18.04.’19
[19] Cf Top Congo – via mediacongo.net, 05.04.’19
[20] Cf Berith Yakitenge – Actualité.cd, 12.04.’19
[21] Cf Aloterembi Daniel – mediacongo.net, 17.04.’19
[22] Cf Actualité.cd, 17.04.’19; 7sur7.cd, 17.04.’19; Forum des As – Kinshasa, 18.04.’19; Eric Wemba – Le Phare – Kinshasa, 18.04.’19
[23] Cf Orly-Darel Ngiambukulu – 7sur7.cd. 19.04.’19
[24] Cf Berith Yakitenge – Actualité.cd, 22.04.’19
[25] Cf Berith Yakitenge – Actualité.cd, 22.04.’19
[26] Cf Berith Yakitenge – Actualité.cd, 23.04.’19
[27] Cf Jephté Kitsita – 7sur7.cd, 23.04.’19
[28] Cf Radio Okapi, 24.04.’19; Actualité.cd, 24.04.’19
[29] Cf Jephté Kitsita – 7sur7.cd, 24.04.’19
[30] Cf Radio Okapi, 05.04.’19