Congo Attualità n. 373

Attraverso i verbali dei risultati elettorali affissi al pubblico davanti i seggi elettorali subito dopo le operazioni di spoglio, la popolazione sa già chi essa ha scelto come Presidente della Repubblica.

Ciò che irriterebbe il popolo congolese e che potrebbe portarlo all’insurrezione, sarebbe la pubblicazione, da parte della Commissione elettorale, di risultati elettorali, anche se provvisori, che non siano conformi alla verità delle urne. Pertanto, se ci fosse una rivolta della popolazione, la responsabilità sarebbe della Commissione elettorale.

È quindi indispensabile che essa pubblichi i risultati elettorali conformi con la verità delle urne, seggio elettorale per seggio elettorale.

(Mons. Marcel Utembi, presidente della Conferenza Episcopale Nazionale del Congo)

INDICE

1. IL RAPPORTO DELLA MISSIONE D’OSSERVAZIONE ELETTORALE DELLA CENCO
a. La pubblicazione
b. La reazione della CENI e la risposta della CENCO
2. IL RINVIO DELLA PROCLAMAZIONE DEI RISULTATI ELETTORALI PROVVISORI
a. L’annuncio della CENI
b. Il rafforzamento delle “misure di sicurezza”

1. IL RAPPORTO DELLA MISSIONE D’OSSERVAZIONE ELETTORALE DELLA CENCO

a. La pubblicazione

Il 3 gennaio, la Missione di Osservazione Elettorale della Commissione Giustizia e Pace della Conferenza Episcopale Nazionale del Congo (MOE JPC / CENCO) ha presentato il suo rapporto preliminare sullo svolgimento delle elezioni del 30 dicembre 2018. Eccolo:

Allestimento e apertura dei seggi elettorali

Il giorno delle elezioni, gli osservatori di JPC / CENCO hanno presentato 12.988 rapporti relativi all’allestimento e all’apertura dei seggi elettorali.
Secondo questi rapporti, i centri elettorali erano generalmente installati nei luoghi previsti dalla legge. Tuttavia, diversi centri elettorali erano situati in luoghi interdetti dalla legge, tra cui luoghi di culto e sedi di partiti politici.
Su 39.082 seggi elettorali osservati prima delle 9.30, 34.871 sono stati allestiti prima dell’orario di apertura del voto.
I rapporti attestano che, generalmente, davanti ai seggi elettorali, l’affissione delle liste degli elettori, dei candidati e degli elettori per deroga non erano sistematici. Il 5,7% dei seggi non ha pubblicato alcun documento.
Il 66% dei rapporti indica che, fino alle 9:30, i seggi elettorali erano in possesso delle liste degli elettori,della lista degli elettori per deroga, dell’urna, delle schede elettorali, della macchina per votare, della cabina elettorale e dell’inchiostro indelebile. Il 37,72% di questi rapporti indica che mancava qualcosa. Mentre lo 0,11% attesta che tutti questi materiali mancavano.
L’81% dei rapporti attesta che 5 membri del seggio elettorale erano presenti all’ora di apertura.
L’87% dei rapporti riferisce che gli osservatori nazionali e internazionali erano presenti all’ora di apertura dei seggi, l’85% dei rapporti riferisce che i testimoni dei partiti e i giornalisti erano presenti all’apertura dei seggi.
L’83,36% dei rapporti indica che, entrando in funzione, la macchina per votare ha stampato una scheda di apertura delle operazioni di voto. Il 42,84% dei rapporti attesta che questa scheda è stata firmata dai membri del seggio e dai testimoni presenti; il 57,24% riferisce che è stata firmata solo dai membri del seggio; mentre lo 0,22% riferisce che è stata firmata solo dai testimoni presenti.
Il 63% dei rapporti indica che i membri del seggio elettorale hanno rispettato le procedure per l’apertura delle operazioni di voto. Tuttavia, il 27% dei rapporti segnala che i membri del seggio elettorale non hanno conteggiato le schede elettorali prima dell’apertura dei seggi.
Il 67,43% dei rapporti testimonia il fatto che i seggi elettorali osservati hanno aperto tra le 6:00 e le 7:00; il 22,69% dei rapporti indica che hanno aperto tra le 7:01 e le 9:00, mentre il 9,88% segnala che l’apertura è avvenuta dopo le 9:00. L’arrivo tardivo dei materiali, l’allestimento tardivo dei seggi elettorali, i malfunzionamenti della macchina per votare, le procedure di apertura molto lunghe, l’assenza di almeno tre membri del seggio elettorale e altri contrattempi sono i motivi che hanno causato l’apertura tardiva dei seggi elettorali.

Svolgimento delle operazioni di voto

Il 91,51% dei rapporti riferisce che la verifica dell’identità degli elettori sui loro certificati elettorali e sulla lista degli elettori e / o delle deroghe è stata sistematica. Secondo 8,59% dei rapporti, questa verifica non è stata sistematica. Lo 0,25% dei report indica che questo controllo non è stato eseguito.
L’86,39% dei rapporti indica che il controllo dell’assenza di inchiostro indelebile sulle dita degli elettori è stato sistematico. Secondo il 12,54% dei rapporti, questo controllo non è stato sistematico. L’1,06%  dei rapporti riferisce che questo controllo non è stato fatto.
Il 90,49% dei rapporti attesta che la firma sul registro degli elettori da parte degli elettori che hanno votato è stata sistematica. Secondo l’8,30% dei rapporti, questa firma non è stata sistematica.
L’1,20% dei rapporti indica che questa firma non è stata posta.
Il 93,01% dei rapporti attesta che l’applicazione, da parte dei membri del seggio elettorale, dell’inchiostro indelebile sulle dita degli elettori che hanno votato è stata sistematica. Secondo il 6,69% dei rapporti, questa applicazione non è stata sistematica. Lo 0,29% dei rapporti sottolinea che tale applicazione non è stata eseguita.
Il 65% dei rapporti indica che la cabina elettorale è stata collocata in un luogo che garantiva la segretezza del voto. Per ragioni di disabilità, analfabetismo e difficoltà nell’uso della macchina per votare, vari rapporti attestano che ci sono stati degli elettori che hanno chiesto aiuto. Degli 84.930 elettori intervistati, l’81,70% ha dichiarato di aver fatto liberamente la propria scelta in seguito a tale assistenza.
Il 22,94% dei rapporti attesta che il voto è stato interrotto, per alcuni minuti, a causa di un gusto della macchina per votare. Il 5,77% dei report attesta che questo guasto è durato più di un’ora.
Il 73,32% dei rapporti segnala che le operazioni di voto si sono concluse dopo le 17:00 e il 61,13% dei rapporti indica che degli elettori erano ancora in coda dopo le 17:00.
L’86,64% dei rapporti attesta che, alla chiusura del seggio elettorale, la macchina per votare ha stampato una scheda di chiusura e il 67,77% dei rapporti indica che questa scheda è stata firmata dai membri del seggio elettorale e dai testimoni dei partiti che erano presenti.
Gli osservatori di JPC / CENCO hanno riferito che alcuni individui detenevano illegalmente materiale elettorale, tra cui macchine per votare, schede elettorali e schede dei risultati. È stato il caso del territorio di Mambasa, nella provincia dell’Ituri, e del territorio di Kabongo, nella provincia di Haut-Lomami.

Lo spoglio delle schede elettorali e il conteggio dei voti

L’85,14% dei rapporti certifica che, dopo la chiusura delle operazioni di voto, lo spoglio delle schede elettorali e il conteggio dei voti sono stati organizzati direttamente dai membri del seggio elettorale. Il 13,65% dei rapporti indica che lo spoglio delle schede elettorali e il conteggio dei voti non sono stati organizzati direttamente dai membri del seggio elettorale.
Il 95,62% dei rapporti attesta che le urne sono rimaste sigillate fino all’inizio del conteggio dei voti. Il 3,47% sottolinea che le urne non sono rimaste sigillate fino all’inizio del conteggio dei voti.
Il 91,69% dei rapporti riferisce che il numero del sigillo corrispondeva al numero del sigillo di apertura. Il 5,09% riferisce che il numero del sigillo non corrispondeva al numero del sigillo di apertura.
Il 96,64% dei rapporti certifica che il presidente del seggio elettorale ha aperto le urne davanti agli altri membri del seggio, ai testimoni dei partiti, agli osservatori elettorali, ai giornalisti e agli elettori da lui designati. Il 2,30% dei rapporti indica che il presidente del seggio elettorale non ha aperto le urne davanti a loro.
Il 94,64% dei rapporti riferisce che il presidente del seggio elettorale ha ordinato la stampa delle schede dei risultati dalla macchina per votare. Il 3,79% dei rapporti attesta che il presidente del seggio elettorale non ha ordinato questa stampa.
Il 92,31% dei rapporti attesta che i risultati della macchina per votare sono stati in linea con i risultati del conteggio manuale. Il 7,09% dei rapporti afferma che questi risultati non erano coerenti con quelli del conteggio manuale.
Il 96,03% dei rapporti indica che i membri del seggio elettorale hanno redatto il verbale dello spoglio delle schede elettorali e la scheda dei risultati sulla base del conteggio manuale. Il 2,01% dei rapporti indica che i membri del seggio elettorale non hanno redatto il verbale dello spoglio delle schede elettorali e la scheda dei risultati sulla base del conteggio manuale.
I rapporti certificano che i seguenti documenti sono stati firmati da tutte le parti presenti (membri del seggio elettorale, testimoni e 5 elettori presenti):
– verbale dello spoglio delle schede elettorali (86,85% dei rapporti)
– scheda dei risultati della macchina per votare (69,84% dei rapporti)
– scheda dei risultati del conteggio manuale (72, 78% dei rapporti)
Il 91,74% dei rapporti attesta che i pacchetti dei materiali rimanenti sono stati confezionati alla presenza dei membri del seggio elettorale, dei testimoni, degli osservatori elettorali e di 5 elettori presenti. Il 6,00% indica che i pacchetti dei materiali rimanenti non sono stati confezionati in loro presenza.
L’87,72% dei rapporti indica che i pacchetti dei materiali rimanenti sono stati sigillati. Il 9,25% indica che questi pacchetti non sono stati sigillati.
Il 90,66% dei rapporti attesta che i pacchetti dei risultati sono stati sigillati. Il 6,05% indica che questi pacchetti non sono stati sigillati.
Il 79,68% dei rapporti riferisce che una copia della scheda dei risultati è stata affissa direttamente davanti al seggio elettorale. Il 16,85% dei rapporti attesta che questa copia della scheda dei risultati non è stata affissa direttamente davanti al seggio elettorale.

Incidenti

L’88,03% degli incidenti si è verificato all’interno dei siti di voto.
Il 51,42% degli incidenti ha causato l’interruzione delle operazioni elettorali.
Qui di seguito, gli incidenti ripresi per categoria:

Categoria Percentuale
Malfunzionamento della macchina per votare 33,28 %
Mancato rispetto del perimetro di sicurezza 7,13 %
Intemperie 6,59 %
Interdizione di accesso o espulsione di osservatori elettorali 5,85%
Casi di violenza (scontri o tafferugli) 5,55%
Interdizione di accesso o espulsione di testimoni di partito 5,27 %
Campagna elettorale in giorno di elezioni 5,12 %
Acquisto di voti o corruzione 4,69 %
Intimidazioni e/o minacce 3,37 %
Seggio elettorale non aperto 2,58 %
Introduzione di schede elettorali illegali nell’urna 1,26 %
Impedimento di voto ad elettore legittimo 1,26 %
Liste elettorali stracciate 0,68 %
Interdizione di accesso o espulsione di agenti elettorali 0,43 %
Centri di voto inesistenti 0,41%
Sequestri 0,19%
Confisca del Kit di osservazione 0,13 %
Saccheggio o incendio di seggio elettorale 0.04 %

Raccomandazioni

Alla CENI
– Pubblicare progressivamente i risultati provvisori delle elezioni del 30 dicembre 2018, a partire dal conteggio manuale di ciascuna circoscrizione.
– Preservare da ogni forma di manipolazione illecita i materiali elettorali sensibili, in particolare le macchine per votare, centralizzarli e inviarli alle sue antenne.
– Pubblicare e diffondere la mappatura dei centri locali di compilazione dei risultati, per facilitarne l’accesso degli osservatori elettorali e dei testimoni dei partiti.
Ai partiti politici
– Assicurare la presenza dei propri testimoni nei Centri Locali di Compilazione dei Risultati, al fine di garantire la trasparenza e la credibilità delle operazioni di compilazione dei risultati;
– Esortare i propri attivisti alla calma, in attesa della pubblicazione dei risultati provvisori da parte della CENI. In caso di mancata soddisfazione di questi risultati, utilizzare le vie di ricorso legalmente previste.
Agli organi giudiziari competenti
– In caso di contestazione dei risultati provvisori, trattali in modo imparziale, neutrale e indipendente.

Conclusione

La CENCO riconosce il lavoro svolto dalla Commissione Elettorale Nazionale Indipendente (CENI) e l’impegno di tutte le altre parti implicate nel processo elettorale per il buon esito delle elezioni del 30 dicembre 2018. Inoltre, la CENCO risalta la grande determinazione degli elettori che si sono mobilitati in modo massiccio, per adempiere al loro dovere civico, nonostante le varie difficoltà e irregolarità constatate nei Centri di voto e nei seggi elettorali. Il popolo congolese è arrivato a questo appuntamento della sua storia in piena responsabilità e ciò è fonte di grande soddisfazione nazionale.
È importante sottolineare che le irregolarità sopra accennate non hanno potuto intaccare in modo significativo la scelta che il Popolo congolese ha chiaramente espresso attraverso le urne.
In effetti, la MOE-JPC/CENCO ha constatato che i dati in suo possesso, ottenuti a partire dai verbali emessi dai seggi elettorali, rivelano in modo chiaro la scelta di un candidato come Presidente della Repubblica. A tal fine, spetta alla CENI, in quanto istituzione di appoggio alla democrazia, pubblicare, con tutta responsabilità, i risultati elettorali nel rispetto della verità e della giustizia.
Per rispettare la volontà del Popolo, dissipare ogni sospetto e assicurare l’integrità dei risultati che dovranno essere pubblicati, la CENCO propone il seguente schema:
1° Prendere in considerazione solo i risultati provenienti dal conteggio manuale dei voti e affissi al pubblico davanti ogni seggio elettorale;
2° Assicurarsi che il controllo di coerenza a livello dei Centri Locali di Compilazione dei Risultati (CLCR) venga effettuato in presenza degli osservatori elettorali e dei testimoni dei partiti;
3° Pubblicare i risultati seggio elettorale per seggio elettorale.[1]

b. La reazione della CENI e la risposta della CENCO

Il 4 gennaio, in una lettera indirizzata al Presidente della CENCO, il presidente della CENI, Corneille Nangaa, ha ufficialmente protestato contro ciò che egli descrive come una proclamazione illegale di tendenze e risultati elettorali da parte di persone e organismi che non hanno una competenza legale per farlo. Egli ha affermato che «l’annuncio delle tendenze, come fatto dal P. N’shole, rischia di intossicare la popolazione e di preparare una rivolta popolare, di cui la CENCO sarà l’unica responsabile». Secondo lui, P. Nshole viola sistematicamente le disposizioni legali sull’organizzano delle elezioni nella RD Congo, in particolare gli articoli 211 della costituzione, 71 della legge elettorale, 16 del codice di buona condotta dei partiti politici e dei candidati e la carta di buona condotta degli osservatori elettorali. Tutti questi testi e articoli ricordano che la CENI è l’unica istituzione autorizzata a proclamare i risultati elettorali provvisori.
Corneille Nangaa chiede che la CENCO faccia una smentita formale che assicurerebbe la continuità delle relazioni tra la Ceni e la Cenco.[2]

Il 4 gennaio, in una conferenza stampa, il Fronte Comune per il Congo (FCC) ha criticato l’ultima comunicazione della Conferenza Episcopale Nazionale del Congo (CENCO), che ha dichiarato di essere in possesso del nome del vincitore delle elezioni presidenziali del 30 dicembre 2018. Secondo Kikaya Bin Karubi, principale consulente del capo dello Stato per le questioni diplomatiche, l’atteggiamento della CENCO è irresponsabile e anarchico: «L’FCC deplora, denuncia e condanna con forza l’attitudine irresponsabile e anarchica della CENCO, in particolare quella del Padre Donatien Nshole, che … si permette di proclamare illegalmente delle tendenze che, per quanto riguarda le elezioni presidenziali, esprimerebbero la vittoria di un candidato già ben identificato. Questa dichiarazione è stata resa nota quando la CENI non ha contabilizzato che il 20% delle schede elettorali a livello nazionale e il loro conteggio è ancora in corso. Per l’FCC, si tratta di una grave violazione della costituzione, della legge elettorale e del codice di buona condotta, secondo cui le diverse parti non possono anticipare la proclamazione dei risultati elettorali, prerogativa riservata solo alla CENI».[3]

Il 4 gennaio, a Kinshasa, il presidente Joseph Kabila ha incontrato una delegazione della CENCO. L’incontro si è concentrato sulla situazione socio-politica della RD Congo, principalmente sulle elezioni del 30 dicembre 2018. Dopo l’incontro con il Presidente della Repubblica, P. Donatien Nshole, segretario generale della Cenco, ha dichiarato che non spetta alla CENCO pubblicare i risultati di queste elezioni: «La CENCO non ha il diritto di pubblicare i risultati elettorali. Ma, come missione di osservazione presente su tutto il territorio nazionale, la CENCO ha ottenuto un campione di dati che le ha permesso di rendersi conto dell’espressione della popolazione. Ci sono stati dei problemi ma, nonostante queste difficoltà, l’essenziale si è salvato. Ciò che è importante è che le lacune non influenzino l’espressione e la scelta della popolazione». Egli ha infine sottolineato l’appello di Joseph Kabila per l’unità e la pace: «Ho gradito ciò che il Presidente della Repubblica ha detto alla fine dell’incontro. Il suo desiderio è di lasciare questo paese nell’unità e nella pace. E questo è l’obiettivo anche della CENCO».[4]

Il 5 gennaio, in una lettera indirizzata al presidente della CENI, il presidente della CENCO, Mons. Marcel Utembi, ha dichiarato che la CENCO è rimasta sorpresa dalle accuse che il presidente della CENI ha rivolto al P. Donatien Nshole, segretario generale della CENCO. Tra queste accuse, la principale è quella di violare le disposizioni legali relative all’organizzazione delle elezioni. Riconoscendo che spetta alla CENI pubblicare i risultati delle elezioni, mons. Marcel Utembi ha affermato che la CENCO non li ha mai pubblicati, come la CENI sembra insinuare, e ha ricordato che spetta proprio alla CENI pubblicare i risultati elettorali “in conformità con la verità delle urne”.
Il presidente della CENCO ha affermato che «il rapporto preliminare reso pubblico dal segretario della CENCO si concentra sui fatti e sugli atti del processo elettorale e non sulle tendenze e sui risultati elettorali. Gli elementi in esso contenuti provengono dall’osservazione sul posto, nei siti e nei seggi elettorali. È spiacevole accusare la CENCO di “intossicare la popolazione preparando una rivolta di cui la Cenco sarebbe l’unica responsabile”, facendone un eventuale capro espiatorio … Sono le irregolarità che irriterebbero la popolazione e la più grave, che potrebbe portare il popolo congolese all’insurrezione, sarebbe quella di pubblicare dei risultati, anche se provvisori, che non fossero conformi alla verità delle urne. Pertanto, se ci fosse una rivolta della popolazione, la responsabilità sarebbe della CENI. In effetti, attraverso i verbali affissi al pubblico nei seggi elettorali e con le informazioni raccolte dai testimoni dei candidati, la popolazione sa bene chi sono quelli che, a maggioranza, essa ha scelto. Riteniamo giusto che la CENI focalizzi la sua attenzione sulla conformità dei risultati da pubblicare con la verità delle urne: ciò potrebbe confermare la sua indipendenza, la sua qualità di istituzione di appoggio alla democrazia e il suo contributo al consolidamento della pace».[5]

2. IL RINVIO DELLA PROCLAMAZIONE DEI RISULTATI ELETTORALI PROVVISORI

a. L’annuncio della CENI

Il 6 gennaio, il presidente della CENI, Corneille Nangaa, ha annunciato il rinvio della pubblicazione dei risultati provvisori delle elezioni presidenziali del 30 dicembre 2018. Egli ha spiegato che il lavoro di raccolta dei verbali e delle schede dei risultati dei diversi seggi elettorali e della loro trasmissione ai vari centri locali di compilazione e agli altri destinatari legali è ancora in corso. Egli ha rivelato che, fino al 5 gennaio, il tasso di compilazione dei risultati delle elezioni presidenziali del 30 dicembre era di circa il 53% a livello nazionale, ciò che ha reso impossibile pubblicare i risultati provvisori il 6 gennaio, com’era previsto. Corneille Nangaa ha quindi dichiarato che «non è possibile pubblicare i risultati questa domenica. Stiamo procedendo bene, ma non abbiamo ancora ricevuto tutti i dati necessari». Ha aggiunto che la pubblicazione dei risultati elettorali avverrà la prossima settimana, ma non ha fornito alcuna data precisa.
Corneille Nangaa ha sottolineato che una delle cause del ritardo nella pubblicazione dei risultati delle elezioni presidenziali del 30 dicembre è la mancata trasmissione dei dati per via elettronica:
«Per inviare i materiali elettorali sul territorio, abbiamo impiegato da 23 a 30 giorni. Il recupero di questi materiali non può quindi essere effettuato in due giorni. Inoltre, si è voluto che non si trasmettesse nulla per via elettronica. Se si fosse accettato il principio della trasmissione dei risultati mediante la macchina per votare, oggi avremmo avuto tutti i risultati. Si è deciso che la trasmissione fosse manuale. Ora stiamo applicando questo principio. Non si può volere una cosa e il suo contrario».[6]

Il 7 gennaio, il coordinatore della commissione elettorale della maggioranza presidenziale, Muhika Gilbert, ha dichiarato che, secondo il Fronte Comune per il Congo (FCC), piattaforma che appoggia la candidatura di Emmanuel Ramazani Shadari per la presidenziale, il rinvio della pubblicazione dei risultati provvisori da parte della CENI è giustificato, considerando le vaste dimensioni del paese e la mancanza di infrastrutture di comunicazione.
Da parte sua, Christophe Lutundula, membro di Lamuka, la coalizione che appoggia la candidatura di Martin Fayulu alle presidenziali, ha intimato alla CENI di non tentare di modificare i risultati dalle urne. Secondo lui, la CENI può continuare ad andare di rinvio in rinvio, come ha fatto negli ultimi tre anni, ma la cosa più importante è che rispetti la verità delle urne, per permettere un cambiamento politico per via democratica.
In un’intervista, il portavoce di Felix Tshisekedi, Vidiye Tshimanga, ha rivelato che, in seguito al rinvio della pubblicazione dei risultati delle elezioni presidenziali, la coalizione Verso il Cambiamento (CACH) rimane “sospettosa e vigile”, poiché la CENI potrebbe «fare un brutto gioco, con la complicità del Fronte Comune per il Congo (FCC), per impedire la vittoria del popolo congolese».[7]

b. Il rafforzamento delle “misure di sicurezza”

Il 4 gennaio, il commissario provinciale della polizia nell’Ituri, il generale Henri Kapend, ha messo in guardia contro qualsiasi manifestazione pubblica che possa essere organizzata il giorno della pubblicazione dei risultati provvisori delle elezioni del 30 dicembre. Nel corso di un raduno di agenti della polizia organizzato allo stadio Amani di Bunia, egli ha dichiarato che, in quel giorno, non tollererà alcuna manifestazione di contestazione dei risultati elettorali. Egli ha affermato di aver già identificato le case delle persone che intende mantenere sotto controllo: «Trasmetterò ai servizi di (sicurezza ) la lista di tutte quelle persone su cui abbiamo già condotto delle indagini. Porrò degli agenti delle forze dell’ordine nei pressi delle loro case affinché, se il giorno in cui si promulgheranno i risultati elettorali ci saranno dei disordini, piomberemo immediatamente su di loro».[8]

Il 5 gennaio, in un messaggio trasmesso alla radio, il commissario provinciale della polizia nazionale congolese (PNC) nel Kasaï Central, il generale Fidèle Kaumba, per la città di Kananga, ha vietato qualsiasi raggruppamento di più di due persone, fino a nuovo avviso: «Le persone che non osserveranno questa misura saranno arrestate e subiranno il rigore della legge». Questa disposizione è stata presa mentre la CENI dovrebbe pubblicare i risultati delle presidenziali il 6 gennaio. Vari agenti di polizia sono ben visibili nei principali punti caldi della città. Sempre a Kananga, il governatore del Kasaï centrale, Denis Kambayi, ha ordinato la chiusura di tutti i parcheggi dei taxi-moto e di tutti i mercati situati lungo le strade pubbliche.[9]

Il 7 gennaio, a Goma (Nord Kivu), un gran numero di agenti della polizia sono stati dislocati nei pressi dei grandi incroci e in altri punti caldi della città. Essi sono particolarmente presenti nei pressi dei mercati e dei parcheggi di transito degli autobus. Sono tra 5 e 10 in ogni posizione. Secondo una fonte delle forze dell’ordine, questo incremento della presenza della polizia ha lo scopo di prevenire qualsiasi eventualità e bloccare qualsiasi tipo di manifestazione. Tuttavia, in città, la situazione è rimasta fondamentalmente calma. I mercati, i negozi e altre attività commerciali hanno aperto come al solito.

La sera del 5 gennaio, in diversi quartieri della città, si era diffusa una falsa notizia sulla pubblicazione dei risultati elettorali a favore di un candidato alla presidenza della Repubblica e vari giovani erano scesi in strada per festeggiare cantando e ballando. Un gran numero di loro (circa 60) sono stati arrestati per perturbamento dell’ordine pubblico, schiamazzi notturni e atti di vandalismo.[10]

[1] Cf Congoforum.be, 04.01.’19
http://www.congoforum.be/fr/nieuwsdetail.asp?subitem=41&newsid=212328&Actualiteit=selected
[2] Cf Radio Okapi, 05.01.’19
[3] Cf Jephté Kitsita – 7sur7.cd, 04.01.’19
[4] Cf Radio Okapi, 05.01.’19
[5] Cf Actualité.cd, 05.01.’19; Radio Okapi, 06.01.’19
[6] Cf Radio Okapi, 06.01.’19; Actualité.cd, 06 et 07.01.’19
[7] Cf Radio Okapi, 07.01.’19
[8] Cf Radio Okapi, 05.01.’19
[9] Cf Sosthène Kambidi – Actualité.cd, 05.01.’19
[10] Cf Actualité.cd, 07.01.’19; Paulin Munyagala – Congoforum.be, 07.01.’19