UNA BUONA NOTIZIA → IL PRESIDENTE KABILA NON SI RICANDIDERÀ PER UN TERZO MANDATO

Editoriale Congo Attualità n. 362 – A cura di Rete Pace per il Congo

La designazione di Emmanuel Ramazani Shadari come candidato del FCC per le prossime elezioni presidenziali

L’8 agosto, il portavoce del governo congolese ha annunciato che il presidente Joseph Kabila aveva designato Emmanuel Ramazani Shadari come candidato del Fronte Comune per il Congo (FCC) per le elezioni presidenziali del prossimo 23 dicembre.
In seguito ai continui rinvii delle elezioni, si era diffusa l’opinione secondo cui l’attuale presidente della Repubblica volesse rimanere al potere, cambiando la costituzione, per ricandidarsi per un terzo mandato presidenziale, una possibilità assolutamente esclusa dalla costituzione che prevede un massimo di due mandati presidenziali consecutivi di cinque anni ciascuno. Molte volte l’opposizione e la società civile gli avevano chiesto di dichiarare pubblicamente che non si sarebbe ricandidato per un terzo mandato, ma egli si era sempre limitato a dichiarare che “avrebbe rispettato la costituzione”, senza aggiungere altre precisazioni, aumentando così i dubbi circa le sue intenzioni. L’annuncio della designazione di Emmanuel Ramazani Shadari come candidato successore dell’attuale Presidente Joseph Kabila è stato, quindi, accolto con enorme soddisfazione.

Un passo avanti, nonostante ciò che resta ancora da fare

Se l’annuncio di un candidato del FCC alle elezioni presidenziali diverso dal presidente in carica rappresenta un passo avanti riconosciuto da tutti (incluso dall’opposizione, dalla società civile e dalla comunità internazionale), tuttavia rimangono aperti, tra altri, due grandi problemi: la questione del registro elettorale e l’utilizzazione della macchina per votare.

– Per quanto riguarda il registro elettorale, nella sua operazione di controllo esterno, l’OIF vi ha riscontrato la presenza di oltre sei milioni di elettori registrati senza impronte digitali. È vero che la legge elettorale prevede la possibilità di omettere le impronte digitali degli elettori con mani amputate o dite lesionate o ustionate. Ma sei milioni di elettori registrati senza impronte digitali è un numero troppo elevato e difficile da giustificare sulla base della disposizione legislativa appena citata. Si tratta, quindi, di una grave irregolarità di cui vanno ricercate le cause e sanzionati i responsabili. Da parte sua, l’opposizione ritiene che questi sei milioni di elettori registrati senza impronte digitali rappresentino degli elettori “fittizi” introdotti nel registro elettorale, per facilitare brogli elettorali a favore della maggioranza presidenziale. Per questo, essa chiede che la Commissione elettorale li elimini dal registro, rischiando però di privare milioni di elettori del loro diritto al voto.
Per risolvere questo problema, la Commissione elettorale dovrebbe procedere, al più presto, alla pubblicazione delle liste provvisorie degli elettori, peraltro già annunciata per metà luglio scorso.
Tale operazione permetterebbe di verificare il livello di esattezza e di affidabilità del registro elettorale e di correggere le eventuali irregolarità.

– Per quanto riguarda l’utilizzazione della macchina per votare, temendo che essa possa favorire altri brogli elettorali, l’opposizione si dice nettamente contraria a tale decisione della Commissione elettorale ed esige di ritornare al voto cartaceo. Si tratta di una richiesta che, benché legittima, non ha più alcun senso, dal momento in cui la Commissione elettorale ha già da tempo firmato un contratto e investito soldi per la sua fabbricazione ed è già in attesa di un primo lotto di 35.000 esemplari.
È vero che, in un paese in cui le nuove tecnologie dell’informatica e della comunicazione (NTIC) non sono ancora molto diffuse, gran parte della popolazione troverà difficile usare questo strumento di alta tecnologia, com’è la macchina per votare. Ma questo problema potrebbe essere risolto, almeno in parte, se i partiti e la società civile accettassero di collaborare con la commissione elettorale nella formazione elettorale dei cittadini.
Per limitare ed evitare il rischio dei brogli elettorali connessi all’utilizzazione della macchina per votare, i partiti politici, soprattutto quelli dell’opposizione, dovrebbero assicurare la presenza dei loro osservatori (testimoni) in tutti i seggi elettorali il giorno delle elezioni, affinché possano verificare che i risultati forniti dalla macchina per votare corrispondano a quelli ottenuti con il conteggio manuale delle schede elettorali cartacee introdotte dagli elettori nella macchina al momento del voto e, successivamente, depositate nelle urna elettorale.

Solo l’impegno di tutti per risolvere i problemi rimasti ancora aperti può contribuire ad evitare il rischio dei brogli elettorali e rendere le prossime elezioni più trasparenti e credibili.