La nomina di un nuovo primo ministro → soluzione o complicazione dell’attuale crisi politica?

Editoriale Congo Attualità n. 317– a cura della Rete Pace per il Congo

Una nomina contestata sin dall’inizio

Il 7 aprile, il Presidente della Repubblica, Joseph Kabila, ha nominato Bruno Tshibala Nzenze Primo Ministro. Vice segretario generale dell’Unione per la Democrazia e il Progresso Sociale (UDPS), Bruno Tshibala era anche portavoce del Raggruppamento dell’Opposizione (RassOp), creato in giugno 2015. Originariamente, il Raggruppamento  era retto da un Consiglio dei Saggi presieduto da Etienne Tshisekedi, e da un comitato di coordinamento delle attività. Dopo la morte di Etienne Tshisekedi, all’inizio di febbraio 2017, il Raggruppamento si è ristrutturato, introducendo un terzo organo, quello della Presidenza.  Bruno Tshibala ha contestato questa riorganizzazione che ha comportato la nomina di Félix Tshisekedi (membro dell’UDPS) e di Pierre Lumbi (membro del G7), rispettivamente come Presidente del Raggruppamento e Presidente del Consiglio dei Saggi. Dissociandosi dal tandem Tshisekedi-Lumbi, Bruno Tshibala era passato al gruppo dissidente di Joseph Olenghankoyi, una decisione  che ha portato alla sua esclusione sia dall’UDPS che dal Raggruppamento / ala Tshisehedi-Lumbi.

Ne consegue che sia l’UDPS che il RASSOP / ala Félix Tshisekedi – Pierre Lumbi hanno contestato tale nomina e hanno accusato il Presidente Kabila di aver violato l’Accordo del 31 dicembre 2016, secondo il quale il nuovo Primo Ministro doveva essere designato e presentato dal RASSOP e nominato dal Presidente della Repubblica. In realtà, se è vero che il RASSOP / ala Félix Tshisekedi – Pierre Lumbi non ha presentato al Presidente della Repubblica alcun candidato, a causa della situazione di stallo delle trattative, è altrettanto vero che, nel corso di previe consultazioni da parte del Presidente Kabila, il RASSOP / ala dissidente di Joseph Olenghankoyi aveva presentato una lista di cinque nomi, tra cui quello di Bruno Tshibala.

Inoltre, il RASSOP / ala Félix Tshisekedi – Pierre Lumbi rimprovera al Presidente Kabila di aver proceduto alla nomina di un nuovo Primo Ministro, senza che le diverse parti implicate nel dialogo svoltosi con la mediazione dei Vescovi della Conferenza Episcopale Nazionale del Congo (CENCO) siano arrivate ad un accordo sulle modalità di attuazione dell’Accordo del 31 dicembre, comprese le modalità di nomina del nuovo Primo Ministro.

In questo contesto, la Delegazione dell’Unione Europea, la Monusco e i ministri degli Affari Esteri del Belgio e della Francia hanno dichiarato di aver preso atto della nomina del nuovo Primo Ministro, ma si dicono preoccupati per la mancanza di consenso su tale nomina contraria, secondo loro, alla lettera e allo spirito dell’accordo del 31 dicembre 2016 che prevede la nomina di un Primo Ministro proposto dal Raggruppamento dell’Opposizione e, successivamente, nominato dal Presidente della Repubblica.

Le principali sfide del nuovo Primo Ministro

Avendo messo tutti davanti al fatto compiuto, il Presidente Kabila deve ora assumersi la responsabilità dell’attuazione dell’Accordo del 31 dicembre, soprattutto per quanto riguarda l’organizzazione delle elezioni presidenziali, legislative nazionali e legislative provinciali entro la fine del mese di dicembre 2017, come previsto dall’Accordo stesso. La clausola secondo la quale il nuovo Governo, la Ceni e il CNSA potranno decidere una data che vada oltre dicembre 2017, qualora la situazione lo richieda, non dovrà servirgli da pretesto per prolungare a tempo indeterminato la sua presenza alla Presidenza della Repubblica.

Solo l’organizzazione di elezioni trasparenti e credibili potrà permettere di ridare legittimità popolare e legalità costituzionale alle Istituzioni dello Stato arrivate, tutte, a fine mandato: la Presidenza della Repubblica (il 19 dicembre 2016), la Camera dei deputati nazionali (Febbraio 2017), Deputati provinciali, Senato e Governatori delle Province (fine 2011 – inizio 2012). Solo l’organizzazione di elezioni libere, democratiche e prive di brogli elettorali potrà garantire il rispetto delle disposizioni costituzionali, secondo le quali il Presidente della Repubblica è eletto per un mandato di cinque anni rinnovabile una sola volta.

Avendo da parte sua accettato l’incarico di Primo Ministro, Bruno Tshibala dovrà riportare l’organizzazione delle elezioni al centro dell’azione del suo prossimo governo, facendone la priorità assoluta. Il suo governo dovrà trovare tutti i mezzi necessari per finanziare le attività della Ceni, senza esitare di ricorrere, se necessario, anche all’aiuto esterno e presentare al Parlamento per approvazione, i progetti di legge relativi alla legge finanziaria e all’aggiornamento della legge elettorale e della legge sulla ripartizione dei seggi in Parlamento.

Da parte loro, i partiti dovranno uscire dalla logica della corsa ai posti ministeriali che ha prevalso nella seconda fase del dialogo del Centro Interdiocesano, per dedicarsi pienamente alla preparazione delle elezioni. In modo particolare, i partiti della MP dovrebbero abbandonare quell’atteggiamento di prepotenza proprio di chi è già al potere e favorire un clima politico più rispettoso della democrazia e dei diritti umani. I partiti del Raggruppamento dell’Opposizione dovrebbero abbandonare la via dell’intransigenza e la politica della sedia vuota e accettare compromessi intermedi che potrebbero favorire un cambiamento progressivo del quadro politico congolese.