Nomina di un primo ministro –> trattative ancora bloccate

Editoriale Congo Attualità n. 311– a cura della Rete Pace per il Congo

 

La questione relativa alla nomina di un nuovo Primo Ministro continua a bloccare il dialogo tra la Maggioranza Presidenziale (MP) e il Raggruppamento dell’Opposizione (RASSOP) attualmente in corso con la mediazione dei Vescovi della Conferenza Episcopale Nazionale del Congo (CENCO).

Maggioranza e opposizione continuano ad interpretare in modo diverso l’articolo III.3.3. dell’accordo del 31 dicembre, secondo il quale “il Governo della Repubblica è guidato dal Primo Ministro presentato dall’opposizione politica non firmataria dell’accordo del 18 ottobre 2016 / Raggruppamento dell’Opposizione e nominato dal Presidente della Repubblica conformemente all’articolo 78 della Costituzione“.

Secondo l’opposizione, l’accordo prevede che essa debba presentare il nome di un unico candidato che il Presidente della Repubblica dovrà nominerà ufficialmente Primo Ministro.

Secondo la maggioranza, invece, l’opposizione deve presentare una lista di più nomi (almeno tre), tra i quali il Presidente della Repubblica ne nominerà uno.

Posizioni antitetiche

– Secondo il Raggruppamento dell’Opposizione (RASSOP), avendo il Presidente della Repubblica terminato il suo secondo e ultimo mandato presidenziale il 20 dicembre 2016, senza avere organizzato nuove elezioni, egli non detiene più la legittimità, né la legalità conferitegli dal popolo mediante le elezioni. Ne consegue che la forza istituzionale di cui ora dispone è diversa da quella anteriore al 20 dicembre 2016: ora è un senatore a vita (come altri ex Presidenti della Repubblica) facente funzione di Presidente della Repubblica in mancanza di un successore. Il RASSOP sembra quindi ignorare nel modo più assoluto il secondo paragrafo dell’articolo 70 della Costituzione che stipula che, “alla fine del suo mandato, il Presidente della Repubblica resta in funzione fino all’effettivo insediamento del nuovo presidente eletto” e che è ripreso nel testo dell’accordo del 31 dicembre, per giustificare la permanenza, alla Presidenza della Repubblica, del Presidente Joseph Kabila arrivato a fine mandato. Il RASSOP ritiene quindi che spetti a lui designare, tra i suoi ranghi, il nome di chi sarà Primo Ministro e presentarlo al facente funzione di Presidente della Repubblica, affinché quest’ultimo proceda alla sua nomina in modo ufficiale.

– Secondo la Maggioranza Presidenziale (MP), invece, proprio in ragione del 2° paragrafo dell’articolo 70 della Costituzione, il Presidente della Repubblica Joseph Kabila resta in funzione fino all’organizzazione delle prossime elezioni, conservando tutte le prerogative di cui disponeva prima della fine del suo mandato.

Una di queste prerogative è esattamente quella di nominare il Primo Ministro del Governo, previa consultazione della maggioranza parlamentare (da non confondere con la maggioranza presidenziale). Normalmente, è in questa consultazione che il Presidente ottiene i nomi di varie persone tra le quali egli potrà decidere chi nominare Primo Ministro. Dato che, secondo l’accordo del 31 dicembre, è il RASSOP che deve presentare al Presidente il nome del prossimo Primo Ministro, la MP chiede che esso presenti una lista di più nomi (almeno tre), in sostituzione della normale consultazione della maggioranza parlamentare.

Etienne Tshisekedi lascia una lettera che fa discutere

Le due parti, maggioranza e opposizione, stanno mantenendo le loro rispettive posizioni e di conseguenza, le discussioni si trovano a un punto morto.

Da parte sua, il RASSOP ha tentato di mettere in atto la sua posizione, ma con risultati assai deludenti. Il 17 gennaio, Pierre Lumbi, presidente del G7, una piattaforma membro del RASSOP, e il P. Théo Tshilumba, segretario personale di Etienne Tshisekedi, hanno consegnato ai vescovi della CENCO una lettera che Etienne Tshisekedi, presidente del Comitato dei Saggi del RASSOP, aveva indirizzato, ancor prima della sua morte, al Presidente della Repubblica Joseph Kabila, nella quale Etienne Tshisekedi avrebbe presentato il nome del prossimo Primo Ministro che il Presidente della Repubblica avrebbe dovuto nominare. I vescovi della Cenco hanno approfittato del loro incontro, il 20 febbraio, con il Presidente Joseph Kabila per consegnargliela personalmente, ma egli non l’ha accettata. In effetti, ci si può chiedere quale valore legale possa avere una tal lettera relativa alla nomina del Primo Ministro, redatta il 12 gennaio e presentata al Presidente della Repubblica il 20 febbraio, quando le due parti, la MP e il RASSOP, non sono ancora arrivate ad alcun accordo sulle modalità concrete della designazione e della nomina del prossimo Primo ministro, come richiesto dall’articolo III.3.4. dell’Accordo stesso: “Le modalità pratiche dell’attuazione dei principi sopra enunciati (tra cui la designazione e la nomina del Primo Ministro) sono determinate da un ulteriore accordo concluso tra le parti interessate e parte integrante del presente accordo“.

Il RASSOP: accettare un compromesso ragionevole o rischiare di perdere tutto

Lasciando la lettera nelle mani dei vescovi, il presidente Kabila ha loro detto che sta aspettando, dalle mani del prossimo presidente del Comitato dei Saggi del RASSOP, la lista di tre nomi candidati al posto di Primo Ministro. È questo un segno chiaro che il Presidente della Repubblica Joseph Kabila non cederà affatto sulla questione della nomina del prossimo Primo Ministro, tanto più che ha già a sua disposizione l’accordo del 18 ottobre, il Governo Badibanga e la Commissione elettorale già impegnata nell’operazione di registrazione degli elettori.

Se continuerà ad insistere sulla sua posizione, il RASSOP rischia di perdere tutto ciò che ha ottenuto, giustamente, con l’accordo del 31 dicembre: la garanzia che il Presidente della Repubblica non potrà ripresentarsi per un terzo mandato presidenziale; la garanzia che nel periodo pre-elettorale non ci sarà alcuna modificazione della Costituzione, né per via parlamentare, né per via referendaria; il posto di Primo Ministro e la formazione di un nuovo Governo con la partecipazione attiva anche di membri del RASSOP. Per evitare tutto ciò, sta quindi al RASSOP assumere un atteggiamento realista e prendere le decisioni più opportune. Ciò permetterebbe di concludere rapidamente le trattative in corso, firmare il documento relativo alle disposizioni pratiche per l’attuazione dell’Accordo del 31 dicembre, designare e nominare il nuovo Primo Ministro e formare il nuovo Governo d’unità nazionale avente come priorità quella di organizzare le elezioni.