Il dialogo di fronte alla sfida dell’urgenza delle elezioni presidenziali

Editoriale Congo Attualità n. 294– a cura della Rete Pace per il Congo

Il dialogo tra Maggioranza Presidenziale, parte dell’Opposizione e Società civile si sta concludendo.

Tra i punti principali dell’accordo che le tre parti stanno per firmare, ce ne sono almeno tre: la rielaborazione completa del registro elettorale (liste degli elettori), l’ordine di successione delle prossime elezioni e il nuovo calendario elettorale, con particolare riferimento alla data delle elezioni presidenziali.

Si spera che la rielaborazione completa del registro elettorale (liste degli elettori) permetta di risolvere i problemi constatati in quello attuale, tra cui la persistenza di doppioni (elettori registrati due o più volte), la presenza di persone già decedute o straniere e l’omissione dei nuovi maggiorenni e dei residenti all’estero.

È opportuno ricordare a proposito di questa operazione che, il 31 luglio, a Gbadolite, dando inizio all’operazione di revisione delle liste elettorali nella provincia del Nord-Ubangi, il presidente della Commissione elettorale, Corneille Nangaa, aveva affermato che, nei giorni seguenti, la Commissione elettorale avrebbe pubblicato il cronogramma di tutta l’operazione della revisione delle liste degli elettori. Ma dopo ben cinquanta giorni, si è ancora in attesa di tale pubblicazione.

Per quanto riguarda l’ordine di successione delle prossime elezioni, sembra che si sia deciso di organizzare in primo luogo le elezioni presidenziali abbinate alle legislative nazionali e provinciali, con l’eventualità, se possibile, di aggiungervi anche le locali. Si tratta di un confuso “compromesso”

tra la maggioranza (che voleva dare la priorità alle elezioni locali) e l’opposizione (che voleva privilegiare le presidenziali) che rischia di complicare l’organizzazione delle stesse elezioni.

Secondo molti osservatori, se sarà già molto difficile, anche solo per motivi logistici e finanziari, organizzare contemporaneamente le presidenziali e le legislative nazionali e provinciali, sarà quasi impossibile, per non dire assolutamente impossibile, organizzare simultaneamente le quattro elezioni. Secondo gli stessi osservatori, il volere organizzare contemporaneamente le presidenziali e le locali fa parte di una strategia ben precisa della Maggioranza Presidenziale per ritardare le elezioni presidenziali e mantenere al potere l’attuale Capo dello Stato oltre la fine del suo secondo ed ultimo mandato presidenziale che terminerà il 19 dicembre 2016.

Circa l’elaborazione del calendario elettorale, se è vero che è una prerogativa della Commissione elettorale, tuttavia, sulla base dei dati forniti dalla Commissione elettorale, i partecipanti al dialogo dovrebbero dare delle indicazioni precise, tra cui, per esempio, quella relativa alla data dell’organizzazione delle elezioni presidenziali, che non dovrebbe oltrepassare l’anno 2017.

Se, secondo la Commissione elettorale, il nuovo registro elettorale sarà pronto per giugno – luglio 2017, già sarebbe possibile organizzare le prime elezioni, tra cui le presidenziali, in ottobre – novembre 2017. A queste elezioni potrebbero essere abbinate le elezioni dei deputati provinciali, il che permetterebbe di poter organizzare anche le elezioni indirette dei senatori nazionali e dei governatori delle Province, già fuori mandato dal 2012. Le elezioni legislative nazionali potrebbero essere organizzate qualche mese dopo insieme alle locali.

Una cosa sembra particolarmente preoccupante e riguarda la questione del finanziamento delle elezioni. Secondo Alexis Thambwe Mwamba, ministro della giustizia e co-moderatore del dialogo, per finanziare il ciclo elettorale, la RDC non può contare sul contributo dei partner internazionali, perché «promettono molto, ma spesso non mantengono le loro promesse». Egli ha quindi precisato che «la RDC finanzierà l’intero processo elettorale da sola» e che «il governo provvederà a procurare tutti i mezzi necessari». Più che a un rimprovero nei confronti della Comunità internazionale, queste parole sembrano piuttosto una minaccia rivolta non solo all’opposizione, ma soprattutto al popolo congolese. In qualsiasi momento e con la falsa scusa di pseudo difficoltà finanziarie, l’attuale potere potrà ricorrere alla sua strategia di sempre: «non è possibile organizzare le elezioni, è quindi necessario rinviarle». Sembra accertato che l’attuale potere non sia affatto disposto ad organizzare le elezioni. Per questo, l’Opposizione, la Società civile, le confessioni religiose, il popolo intero devono continuare a mantenere alta la pressione, per difendere l’inviolabile diritto costituzionale al voto.