Auguri di Natale da Bukavu

Carissimi familiari ed amici tutti,                                                                 NATALE 2012

 

… scongiurata, per ora,  l’ora X della fine del mondo (?!), siamo già invece di nuovo a Natale! Sento che quest’anno, almeno in Italia, potete cantare di nuovo, in tutta verità … ‘alla neve e al gelo’! Qui siamo invece ancora in piena stagione delle piogge equatoriali, con dei grossi rovesci, improvvisi e abbondanti, e delle altrettanto rapide schiarite raggianti, dai colori… da paradiso terrestre!

Vi confesso però che anche quest’anno faccio fatica a comporre ‘il compitino’ degli auguri, data la situazione molto poco ‘natalizia’ che stiamo vivendo da queste parti. Forse anche per questo ho tardato fino all’ultimo! Comunque devo farlo, almeno per amicizia e per il dovere di farvi sapere qualche cosa  anche di questa parte del mondo, e spero poi anche di poter sentire, alla fine del compitino, la gioia di aver ristabilito la comunicazione… Non meravigliatevi però se la mia ‘enciclica’ sarà anche quest’anno poco ‘natalizia’, … almeno secondo gli schemi bolsi di certa pubblicità e di certe nenie commerciali, spero in decrescita con la crisi economica.

Personalmente comunque, finora tutto bene, anche se andiamo sui 74! Quindi, il passo  rallenta un pò, per forza, da solo… Ma non mi mancano per ora le distrazioni, cioè le occupazioni: un po’ di pastorale, celebrazioni, ritiri, confessioni, ecc., sia soprattutto l’impegno molteplice dell’inse-gnamento nei seminari e nelle case religiose di formazione. Un lavoro che mi tiene appunto ben occupato, ma che, confessiamolo, mi piace anche, e mi sembra che non dispiaccia troppo nemmeno alle… vittime!

Ormai arriverò in ritardo, ma voglio aggiungervi un’ultima notizia natalizia (sto ultimando questa mia nel fine mattinata di Natale!) Sono appena tornato dalla parrocchia qui vicina dei gesuiti, dove di solito ‘faccio festa’ con la messa dei ragazzi. Ma stamattina abbiamo dovuto riunito due messe d’orario per poter celebrare insieme i battesimi di 110-120 bambini dai 0 ai 3anni: vedeste che festa di gente, di canti, di colori, di gioia! E insieme che ordine, che raccoglimento, che partecipazione! Due ore e mezza, … ma son certo che neanche gli angeli a Betlemme eran riusciti a farGli una festa così bella e calorosa! Un Natale non di cartapesta, ma vero, in carne e ossa! E come fai allora a non commuoverti un pò, almeno sotto i baffi?

 

>>> Il resto, notizie ed auguri in annesso!

 

(…) La situazione umanitaria, invece, sempre più lamentevole. Sempre più gente alla porta (anche adulti e anziani, donne e uomini), per dirti francamente una sola parola: NJALA! = FAME! Una situazione doppiamente assurda, qui nel paradiso terrestre del Kivu, dove basterebbe poter grattare un pò, e la terra ti dà tutto! Invece c’è una miseria endemica crescente, fino alla vera fame: perché?

 

Spero che nessuno pensi ancora (… sarebbe davvero un retrogrado imperdonabile!) che sia perché “hanno poca voglia di lavorare”! Specialmente per le donne-mamme, una diceria così è talmente assurda e ingiusta… che meriterebbe il lavaggio del cervello!?

 

Le cause vere che stanno portando questo popolo alla morte lenta per esaurimento psicofisico e sociale, spirituale e materiale, è invece il caos endemico e perdurante, l’insicurezza totale, l’inefficienza, la corruzione e la menzogna, l’ingiustizia, la violenza e il disinteresse supremo per il bene comune, a tutti livelli e in tutte le strutture, amministrative, sanitarie, politiche, militari, a livello sia locale che regionale e statale, fino al presidente in carica di questa cosiddetta repubblica democratica… fondata sull’hold-up!

Moltiplicate poi quanto appena detto alla decima potenza, a causa di tutto il pullulare sinistro di gruppi spietati di banditi-ribelli che appaiono e scompaiono nelle foreste e campagne e si moltiplicano all’infinito, e all’improvviso riemergono dal nulla e fanno terra bruciata qua e là, e mantengono così, da decenni ormai, tutto l’est del Congo in uno stato di guerriglia e di paura permanente, anzi di coma umano e sociale profondo.

Aggiungetevi per di più, come cacio sui maccheroni, un terzo elemento, e non da poco, cioè l’intrallazzamento oscuro, sotterraneo ma non troppo, avido e senza scrupoli, delle multinazionali protette dalle potenze occidentali, ed ora anche dai cinesi, che sono molto interessate a manovrare i capobanda locali di turno gli uni contro gli altri, per creare più confusione e trambusto possibile, per poter così metter direttamente le mani ingorde (a prezzi più che stracciati!) sulle ricchezze naturali, qui ‘purtroppo’ molto abbondanti, di cui le grandi industrie e in generale l’economia boccheggiante del mondo intero hanno oggi estremo bisogno…

 

La miscela esplosiva di tutti questi fattori perversi messi insieme, com’era d’attendersi… ma che nessuno si attendeva accadesse ancora un volta!, nella seconda metà di novembre u.s. ha generato un nuovo episodio clamoroso e velenoso di soprafazione e di violenza: il lento accerchiamento prima e la rapidissima e devastante invasione poi  di Goma, la città capitale della provincia del Nord Kivu Nord, e dintorni, al lato nord del lago Kivu (sul lato sud del quale si affaccia invece Bukavu, capitale del sud Kivu, dove io risiedo).

Un altro frutto ben amaro di insicurezza e di violenza che hanno dovuto ingoiare di nuovo, e che stanno continuando a masticare amaramente ancora una volta, tutta la popolazione del Nord Kivu, in particolare la gente di Goma e dintorni. Un nuovo fatto di guerra incredibile e impensabile, che ha avuto e ha ripercussioni evidenti e gravi su tutto il Congo e che ha suonato di nuovo la campanella d’allarme sulla situazione sociopolitica e militare molto precaria di tutto il nostro paese-continente! Campanella che hanno udito un pò d’dappertutto almeno in Europa e America, e anche il Papa, e perfino all’ONU!

 

(Ma di questa nuova tragedia che si è abbattuta ultimamente su Goma, e che sta mettendo di nuovo sottosopra  tutto l’est qui del Congo, e il Congo intero, anzi tutta la regione dei grandi laghi, immagino che gran parte di voi non ne abbia sentito nulla di nulla, vero?! Col che si dimostra ancora una volta il gretto e ottuso provincialismo di quasi tutti i (grandi?) mezzi di comunicazione italiani, radio-tv e giornali, tutti presi, si vede, dalle sulfuree imprese ed eroiche dichiarazioni di Berlusca, Maroni e Cie, o al massimo di Monti!

Veramente una vergogna! Solo le piccole agenzie e riviste cattoliche, specialmente missionarie, devono averne parlato un pò, ma chi le legge? E dove trovarle? Allora vi do un consiglio natalizio gratis: se non volete continuare a deprimervi intellettualmente e moralmente,… meno tv e internet, e cercate invece nell’agenzia MISNA, in Fides, Congo-Attualità, Famiglia Cristiana, ecc., e in particolare nelle riviste missionarie, le notizie più vere, a misura del mondo, che aprono gli occhi e il cuore alla vera fraternità umana, quella che il Bimbo di Betlemme è venuto a piantare di nuovo sulla terra, dato che non se ne trovava più in giro la semente…  

 

Cos’è successo? Incredibile ma vero! L’ultimo nato  degli innumerevoli gruppi ribelli che continuano a pullulare e ad imperversare indisturbati qui dal nord al sud di questa grossa fetta orientale del Congo, un ‘nuovo’ gruppo dei… soliti tutzi congo-rwandesi, il cosiddetto M-23, che era apparso improvvisamente sotto mentite spoglie in marzo-aprile scorso, sostenuto, in modo occulto ma non troppo, dall’attuale regime tutzi del Rwanda, da alcuni mesi stava lanciando tonitruanti proclami, minacce, pretese, ricatti e assalti sporadici più a nord di Goma, pretendendo praticamente (e lo pretende ancora!) che gli si regali su un piatto d’argento… la stessa città e i ricchi dintorni, sulla frontiera del Rwanda, per farne una repubblica indipendente dal Congo, ma vassalla dell’attuale regime tutzi del Rwanda!

Improvvisamente, dopo tanto tuonare e contro ogni attesa, in cinque giorni, con l’appoggio e rinforzi, diretti e documentati all’ONU, dei regimi tutzi del Rwanda e dell’Uganda, questi tutzi congo-rwandesi in mezza giornata hanno sbaragliato l’esercito Brancaleone dell’immenso Congo, hanno preso l’importante aeroporto e invaso la città di Goma, e per una decina di giorni vi si sono insediati e l’hanno svaligiata e umiliata come meglio hanno potuto, obbligando ancora una volta decine di migliaia di povera gente a lanciarsi in una fuga disperata di proporzioni bibliche, abbandonando tutto nei loro villaggi per ammassarsi poi, dopo marce estenuanti e disperate, in campi-profughi improvvisati e senza i minimi servizi, in condizioni che definire infra-umane è un eufemismo ! Per giorni e giorni è stato interrotto anche ogni collegamento sul lago Kivu tra Goma e Bukavu, con un inizio di penuria anche da noi qui a Bukavu e soprattutto nella grande isola di Idjwi, di viveri di prima necessità, che arrivano normalmente via Goma.

All’inizio di dicembre il suddetto gruppo vandalico si è poi ritirato a qualche kilometro dalla città di Goma, ma tenendola sempre per bene sotto tiro. L’ha fatto solo perché l’Onu e l’Unione Africana gli hanno promesso che avrebbero costretto il governo di Kabila di Kinshasa a trattare con lui! Trattative impossibili, effettivamente poi iniziate, ma subito inceppate a ripetizione,  a Kampala, … sotto la ‘protezione’ del governo ugandese, anch’esso tutzi e anch’esso accusato dallo stesso ONU di sostenere attivamente il medesimo gruppo vandalico! Un imbroglio davvero tragicomico, se non fosse drammatico e insensato, e apparentemente insolubile, dato che anche il regime di Kabila di Kinshasa ha la coda di paglia…

Lascio comunque tirare a voi la conclusione visiva della situazione reale di questa fetta malcapitata di mondo e di umanità! A me viene sempre più spesso in mente l’icona molto realistica di quel malcapitato che “scendeva da Gerusalemme verso Gerico, quando incontrò i briganti. Gli portarono via tutto, lo presero a bastonate e poi se ne andarono, lasciandolo mezzo morto” (Luca 10, 30)!

Purtroppo nemmeno la nostra chiesa sembra potersi opporre efficacemente a questa deriva che sembra inarrestabile. Quella ruandese è completamente muta, non si sa se per paura del dittatore o perché miope lei stessa. L’episcopato congolese fa certo ripetutamente delle letture realistiche della situazione e lancia spesso delle denunce e degli appelli ai quattro venti, che non riescono però né a conscientizzare né a mobilitare veramente le comunità cristiane, e ancor meno la società civile in genere. L’opposizione politica a Kabila è divisa e non riesce a fare coro… anche perché anche in essa non è apparso finora nessuno che abbia davvero una voce veramente credibile!

 

Nessun motivo, dunque, per sperare? E’ vero che apparentemente i motivi di speranza non sono umanamente né molti né molto forti, purtroppo. Ma non possiamo essere dei pessimisti fatalisti: la speranza è sempre l’ultima a morire, e qualche lucina qua e là, a ben cercare, la si trova. Per es.:

 

> Per esempio il fatto che… i fatti sono testardi. E così, nonostante che tutto sembri cospirare a che la situazione reale di questa fetta di mondo resti nascosta, silenziata e coperta dall’omertà internazionale, molto interessata allo sfruttamento selvaggio, ma sottobanco, delle materie prime, qualcosa comincia comunque  a trapelare nell’opinione pubblica mondiale, specialmente in Francia, Belgio, GB, Usa, ecc., grazie anche alla grande stampa e a dei giornalisti veramente sensibili ai grandi fatti e movimenti umani (eccetto che in Italia, naturalmente, come detto e dimostrato molte volte!).

 

> Così anche il Consiglio di sicurezza dell’ONU si è dovuto interessare e pronunciare varie volte, ultimamente, (con la solita inefficacia, purtroppo!) ma comunque prendendo atto ufficialmente della situazione, denunciando almeno a parole le aggressioni, i soprusi e le violenze inaccettabili, e cominciando a chiamare per nome, finalmente, anche gli istigatori e i presunti responsabili.

 

> Negli ultimi giorni si è fatto sentire perfino Obama, che ha tirato finalmente le orecchie a Kagame, il presidente del Rwanda e principale manovratore da anni di tutto questo interminabile maremoto qui nella regione dei grandi laghi, e stretto ‘collaboratore’ delle multinazionali per contrabbandare le ricchezze del Congo, ma che era finora protetto e considerato il pupillo prediletto, sopratutto dal mondo politico inglese e Usa.

 

> Tra i motivi di speranza c’è poi, soprattutto, la sempre straordinaria forza di resistenza, ma ormai anche la rabbia e la rivolta morale (anche se non ancora canalizzata in protesta politica), della gente, ormai ben sveglia e sempre più cosciente della situazione incettabile e dei suoi principali responsabili.

Essa li identifica, giustamente, in primo luogo nell’inerzia, nell’incapacità e forse anche nel doppio gioco delle stesse autorità nazionali. Per cui ha accolto molto freddamente e con molto scetticismo il recente appello di Kabila alla mobilizzazione generale, dopo lo schiaffo umiliante della caduta di Goma.

 

> Eppoi, tra i motivi di speranza, come dimenticare il Natale?! Possibile che Paolo abbia detto un’enorme fandonia quando, meditando sul mistero di Natale ma già nella prospettiva della Croce, si domanda: “Dio che non ha risparmiato nemmeno il proprio Figlio, ma lo ha ‘dato’ per tutti noi, come non ci donerà ogni altra cosa (cioè anche un po’ di pace e di giustizia) assieme con Lui?”  Sì, quel Dio che ha ascoltato il grido che montava verso di lui da un popolo di schiavi in Egitto (Esodo 3), ci ha assicurato – parola di Gesù! / Luca 18,6-8 – che “non tarderà a far giustizia ai poveri e agli oppressi che gridano verso di lui giorno e notte”! Certo, Lui ha uno strano orologio per misurare il ‘tempo opportuno’, ma se ci date una mano, noi siamo disposti ad insistere con la vedova impavida, sicuri che verrà finalmente l’ora buona promessa!

 

E allora ecco la nostra certezza: il diavolo non può averla vinta per sempre, nemmeno contro i poveri Giobbe congolesi! Aiutateci quindi a tener accesa la fiammella della nostra speranza attiva e liberatrice! Vi posso dire che ho l’impressione che essa resista ancora abbastanza bene, qui nel cuore sano della gente normale. Ma intercedeteci un supplemento, sempre molto utile per tener duro nella bufera che sembra non mai finire. Grazie!

 

E allora, BUON NATALE di pace e di coraggio anche a voi tutti, amici e familiari!

 

Cordialissimi auguri, con caro ricordo solidale nella preghiera, Antonio Tr. sx