Congo Attualità n. 432

SACRA UNIONE PER LA NAZIONE: ETEROGENEITÀ E COMPETIZIONE

INDICE

1. TSHISEKEDI DI FRONTE A UN REBUS
2. LA “SACRA UNIONE” SAREBBE UN “FCC BIS”?
3. LA SACRA UNIONE PER LA NAZIONE GIÀ DIVISA ALLA RICERCA DEI POSTI
4. ADESIONI IN AUMENTO
5. LE DIVERGENZE TRA UDPS-FCC E MLC-INSIEME PER LA REPUBBLICA

1. TSHISEKEDI DI FRONTE A UN REBUS

Come far coesistere l’UDPS, l’UNC, degli ex kabilisti FCC, Moïse Katumbi e Jean-Pierre Bemba? Questa è la delicata equazione che il presidente Felix Tshisekedi sta cercando di risolvere all’interno della sua “Sacra Unione”, da lui voluta per conquistarsi una maggioranza favorevole all’Assemblea nazionale. Ci sarà spazio per tutti nella “Sacra Unione”? La nuova maggioranza parlamentare in costruzione attorno al presidente Félix Tshisekedi attira immense folle. Sin dall’inizio della sua iniziativa intrapresa per invertire i rapporti di forza in seno all’Assemblea nazionale, il Capo dello Stato è riuscito a ottenere l’appoggio di quasi tutto lo spettro politico congolese, meno alcuni kabilisti rimasti ancora fedeli all’ex presidente. Il prezzo sarà quindi molto alto per far parte della “Sacra Unione” e, soprattutto, per occupare i posti chiave che saranno attribuiti in seguito al cambio della maggioranza parlamentare: presidenza e vicepresidenza dell’Assemblea nazionale, Primo Ministro e ministeri strategici … ciascuno vuole un proprio posto, per poter assicurarsi una presenza nel panorama politico del Paese.
Una maggioranza di ex FCC
Il problema è che “la Sacra Unione” è diventata “un vero ostello aperto a tutti”, ha affermato uno dei nuovi arrivati ​​che vede la nuova maggioranza crescere in modo esponenziale. All’UDPS, il partito presidenziale, e all’UNC, suo partner nella coalizione CACH, si aggiungono ora molti transfughi dall’FCC pro-Kabila che hanno accolto la proposta del presidente Tshisekedi. Questi ultimi sono così numerosi, a tal punto che “ora sono diventati la maggioranza” all’interno della “Sacra Unione”, come ha fatto rilevare un membro di CACH. Molti esponenti dell’FCC hanno recentemente cambiato casacca per aderire al grande campo presidenziale. Tra essi: l’emblematico ex portavoce della piattaforma kabilista, Lambert Mende; il ministro dell’Industria, Julien Paluku; il ministro dell’urbanismo, Pius Muabilu; l’ex governatore del Kasaï, Ngoy Kasanji; Jean-Lucien Bussa, Jean-Charles Okoto, …
Un pienone?
Oltre a questi nuovi arrivati ​​provenienti dall’FCC, il presidente Tshisekedi è riuscito a convincere anche parte dell’opposizione. Jean-Pierre Bemba dell’MLC e Moïse Katumbi di Insieme per la Repubblica hanno, anch’essi, deciso di dare una possibilità alla “Sacra Unione”. In questa sbalorditiva coalizione c’è anche uno dei fulcri principali su cui il Capo dello Stato fa affidamento per continuare la costruzione di una nuova maggioranza: Modeste Bahati e la sua cinquantina di deputati dell’AFDC-A.  Modeste Bahati è stato nominato “informatore” con l’incarico di individuare una nuova maggioranza che consentirà la nomina di un futuro Primo Ministro più in linea con la “visione” di Félix Tshisekedi. La cosa più difficile sarà trovare un modus operandi all’interno di questa nuova alleanza eterogenea e, soprattutto, una ripartizione dei posti che accontenti tutti. Con così tante tendenze politiche, spesso molto diverse tra loro, che ora coprono l’intero panorama politico congolese, l’equazione sembra ben difficile da risolvere.
Una difficile ripartizione dei posti
All’epoca della coalizione FCC-CACH, ci volle molto tempo per trovare un accordo sulla composizione del primo governo di Sylvestre Ilunga. Furono necessari sette mesi per trovare un giusto equilibrio tra UDPS-UNC e FCC. Attualmente, nelle cancellerie occidentali, si dubita molto che questa strana coalizione di maggioranza possa mettersi rapidamente d’accordo su una ripartizione dei posti soddisfacente per tutti. È difficile prevedere che la presidenza dell’Assemblea nazionale non sia affidata a un membro dell’FCC versione “Sacra Unione”. L’FCC è maggioritario e, nell’emiciclo, può far il bel e il brutto tempo: è difficile immaginare che Felix Tshisekedi riesca a imporre un’altra formazione politica. Si tratta di una scelta che potrebbe far rabbrividire il proprio partito presidenziale, ma anche l’MLC e Insieme per la Repubblica. Il posto di primo ministro potrebbe essere attribuito a una personalità di compromesso. L’unica che finora è emersa è “l’informatore” Modeste Bahati, che potrebbe ottenere il consenso sia all’interno dell’FCC che delle altre componenti.
Una “cannibalizzazione” da parte dell’FCC
Di fronte a questo puzzle, Felix Tshisekedi sa già che ci saranno dei delusi. Per il momento, c’è tensione con Moïse Katumbi e Jean-Pierre Bemba, che ora si chiedono cosa possano fare di fronte a questa situazione di grande confusione, per non sostenere un ennesimo inciucio tra FCC e Tshisekedi. La sfiducia è ben visibile tra il Capo dello Stato e i due leader dell’opposizione, che assistono impotenti alla cannibalizzazione della “Sacra Unione” da parte dell’FCC. Chi può pilotare una nave del genere, con a bordo Tshisekedi, Bemba, Katumbi, Mende, Bahati? Nello schieramento di Katumbi, su radio Top Congo, Mohindo Nzagi ha dichiarato: «Nelle condizioni attuali, noi non saremo nella “Sacra Unione”. Ci hanno detto chehanno già ottenuto la maggioranza parlamentare con i deputati FCC che vi hanno recentemente aderito. Il numero dei deputati dell’FCC è già sufficiente».
Un’autostrada per la dissoluzione?
La forte predominanza dell’FCC nella “Sacra Unione” è senza dubbio il più grande handicap della nuova coalizione. Quale fiducia potrà avere il Presidente Tshisekedi in questi deputati ex FCC che hanno criticato e boicottato le consultazioni nazionali prima di entrare a far parte della “Sacra Unione”? Riuscirà il Capo dello Stato a governare meglio e a riformare la RDC con gli stessi deputati ex FCC e con un nuovo governo in cui dovrà dare ampio spazio a degli ex membri della coalizione pro-Kabila? La “Sacra Unione” non sembra semplificare l’equazione politica, ma complicarla, moltiplicando sempre più attori con interessi divergenti. Il presidente Tshisekedi ha tuttavia a sua disposizione una minaccia efficace per mettere in riga tutti (e soprattutto gli ex FCC) in caso di blocco istituzionale: lo scioglimento dell’Assemblea nazionale. Molti deputati faranno di tutto per non perdere il loro agognato stipendio. Ma questa soluzione sarebbe devastante anche per l’attuale Capo dello Stato, che si troverebbe in grande difficoltà per organizzare delle elezioni entro 60 giorni, senza mezzi finanziari e con una Commissione Elettorale (Ceni) a lui non del tutto favorevole.[1]

2. LA “SACRA UNIONE” SAREBBE UN “FCC BIS”?

Una riflessione di Matata Ponyo Mapon, ex Primo Ministro

Il Fronte Comune per il Congo (FCC) era stato creato principalmente per far eleggere, tra le sue fila, un Presidente della Repubblica in occasione delle elezioni di dicembre 2018. In realtà, si è trattato di un nato morto. Per capirlo, basta una semplice riflessione sulla sua struttura al momento della sua creazione: l’FCC era un conglomerato di raggruppamenti politici e di personalità provenienti da qualsiasi schieramento politico. Dalla maggioranza presidenziale e dall’opposizione. Da destra, da sinistra e dal centro. C’erano lumumbisti, mobutisti, tshisekedisti, bembisti, kengisti, kabilisti e opportunisti … Si trattava di una struttura eterogenea che non avrebbe mai potuto essere unita. Quando è stato creato, l’FCC non aveva né anima né spirito. Ancora non li ha e non li avrà mai, a meno che non ci sia un miracolo. Infatti, tutti i raggruppamenti di partiti che avevano aderito all’FCC avevano ciascuno il proprio ideale che non corrispondeva necessariamente a quello degli altri. Inoltre, gli obiettivi degli uni e degli altri non erano gli stessi. Può un corpo senza anima e senza spirito vivere o sopravvivere? Niente affatto. Un gruppo con obiettivi contrastanti potrebbe tracciare un piano e elaborare metodologie e tecniche per raggiungere i suoi obiettivi? Difficile da credere.
La Sacra Unione della Nazione dovrebbe evitare gli errori dell’FCC: essere un’associazione di partiti, coalizioni e politici provenienti da ogni dove, con l’obiettivo di costituire una maggioranza parlamentare, dimenticando che quest’ultima non è un fine, ma un mezzo per meglio governare. Una tale struttura, senza anima e senza spirito, non può che dare risultati simili a quelli dell’FCC. Cosa si può fare di diverso con gli stessi attori che hanno composto l’FCC e che ora hanno attraversato il fiume per unirsi a Verso il Cambiamento (CACH) e formare la Sacra Unione? Alcuni di loro dicono ad alta voce di essere stati “comprati” con allettanti somme di denaro. Altri dicono di andarci senza crederci, se non per cercare dei posti. Se il CACH ha duramente criticato l’FCC, è principalmente a causa di questi stessi attori politici che ieri erano i campioni del kabilismo e oggi sono diventati campioni del tshisekedismo! Alcuni sono addirittura ritornati alla loro casa di origine, perché inizialmente erano tshisekedisti. Possono i diavoli di ieri diventare gli angeli di oggi? Cosa possono fare di meglio oggi nella Sacra Unione che non hanno potuto fare ieri nell’FCC? Non saranno quelli che domani potrebbero tradire anche il tshisekedismo? Si è sicuri che non riattraverseranno il fiume alla viglia delle prossime elezioni del 2023? La Repubblica Democratica del Congo ha bisogno di una vera maggioranza parlamentare che esca dalle urne. Una vera maggioranza, quella della rottura, che sarebbe l’espressione di un popolo bisognoso di un cambiamento radicale. Etienne Tshisekedi wa Mulumba aveva riassunto il suo programma d’azione in una sola parola: “il mio programma è il cambiamento”.
Il popolo congolese non ha più bisogno di vedere gli stessi attori, che hanno sempre fallito a partire dagli anni 1960 e che continuano a ingannarlo con la stessa demagogia. Si tratta sempre degli stessi che cambiano come camaleonti: erano Lumumbisti, Mobutisti, Tshisekedisti (il padre), Kabilisti (il padre e il figlio) e oggi ridiventano Tshisekedisti (il figlio). E per quanto tempo? Gli stessi metodi non possono che produrre gli stessi risultati. Il popolo ha bisogno di nuove persone, con nuove idee e garanti dei veri valori. I nuovi protagonisti non sono necessariamente giovani, perché alcuni tra loro sono invecchiati prematuramente attraverso il malgoverno. Il popolo ha bisogno di giovani e meno giovani capaci di creare una nuova elite di politici competenti, laboriosi, coraggiosi, portatori di valori e convinti del fatto che l’obiettivo primario della politica è quello di lavorare per il popolo e non per se stessi. Non in teoria, ma in pratica. C’è da temere che, nella sua forma attuale, la Sacra Unione della Nazione non sia in grado di creare una nuova classe politica e un nuovo ideale. Poiché le stesse cause portano agli stessi effetti, il rischio è quello di un nuovo FCC ora denominato Sacra Unione della Nazione. E i risultati? Saranno quasi uguali a quelli dell’FCC.[2]

3. LA SACRA UNIONE PER LA NAZIONE GIÀ DIVISA ALLA RICERCA DEI POSTI

La Sacra Unione per la Nazione voluta dal presidente Felix Tshisekedi si sta già dirigendo verso un muro, ancor prima di essere formalmente istituita.
Il Capo dello Stato sta cercando di trovare un accordo con due suoi alleati, mentre una lunga serie di kabilisti, membri del Fronte Comune per il Congo (FCC), ha già invaso la sua coalizione. Tra questi ultimi, è sufficiente ricordare, per esempio, Steve Mbikayi, attuale ministro per le azioni umanitarie; Alphonse Ngoy Kasanji, ex governatore del Kasaï e Lambert Mende, ministro della comunicazione e portavoce del governo ai tempi dell’ex presidente Joseph Kabila.
L’arrivo di un folto gruppo di kabilisti non è un dato rassicurante perché, sin dall’inizio, la Sacra Unione per la Nazione era stata concepita come unione incentrata su tre persone: l’attuale presidente Tshisekedi, l’ex vicepresidente Jean-Pierre Bemba e l’ex governatore del Katanga, Moïse Katumbi.
Ma, dietro le quinte, le cose si sono complicate. I tre alleati, accomunati dall’unica volontà di allontanare l’ex presidente Joseph Kabila dal potere, hanno tuttavia degli obiettivi divergenti.
Dopo aver nominato Modeste Bahati, un ex kabilista, come informatore incaricato di “identificare una nuova maggioranza parlamentare”, il presidente Tshisekedi ha fatto sapere che il futuro primo ministro “sarà Modeste Bahati o un’altra persona”.
Da parte loro, Jean-Pierre Bemba e Moïse Katumbi non la pensano nello stesso modo.
Durante il loro ultimo incontro con il Presidente Félix Tshisekedi, essi gli avrebbero ribadito la loro posizione. Secondo un consigliere del presidente della Repubblica, che ha chiesto l’anonimato,
«Moïse Katumbi vorrebbe che la presidenza dell’Assemblea nazionale andasse alla sua coalizione.
Da parte sua, Jean-Pierre Bemba vorrebbe essere nominato Primo Ministro. Ma il Presidente della Repubblica avrebbe loro detto di aver già fatto le sue scelte per entrambi i posti».
Secondo informazioni concordanti, Felix Tshisekedi vorrebbe mantenere Modeste Bahati come Primo Ministro, oppure affidare questo incarico all’ala dell’FCC che ha aderito alla sacra Unione.
Inoltre, per quanto riguarda la presidenza dell’Assemblea nazionale, il presidente penserebbe a Jean Pierre Lihau, figlio di Marcel Lihau, uno dei tre fondatori dell’UDPS insieme a Etienne Tshisekedi.
Lihau è un ex membro dell’FCC, la piattaforma politica di Joseph Kabila.
Insomma, Félix Tshisekedi vorrebbe evitare di aprire ai suoi due nuovi alleati la via verso la presidenza della Repubblica.
Perché, mediante la presidenza dell’Assemblea nazionale, Moïse Katumbi cercherebbe soprattutto di esercitare un controllo sulla revisione costituzionale e sulla nomina dei membri della Commissione elettorale, in vista delle prossime elezioni del 2023.
D’altra parte, la nomina di Jean-Pierre Bemba come Primo ministro potrebbe essere un vero rompicapo. Infatti, l’ex vicepresidente non sarebbe eleggibile alla presidenza della Repubblica, perché condannato per “manomissione di testimoni” dalla Corte Penale Internazionale (CPI). L’anteriore regime, quello di Joseph Kabila, aveva assimilato questa condanna a una condanna per “corruzione” e non gli aveva riconosciuto il diritto di presentare la propria candidatura alle elezioni presidenziali del 2018. Ma ora, nel caso in cui la Sacra Unione per la Nazione riuscisse ad ottenere la maggioranza in Parlamento, Bemba potrebbe ben rivendicare una revisione della legge elettorale su questo argomento. Inoltre, dopo i suoi 10 anni di reclusione a L’Aia presso la CPI, egli spera di riprendere l’attività politica diretta il più presto possibile.
Infine, se Moïse Katumbi e Jean-Pierre Bemba riuscissero ad ottenere questi due posti importanti (la presidenza del Governo e quella dell’Assemblea Nazionale), essi potrebbero poi costituire un vero incubo per Félix Tshisekedi, in occasione della prossime elezioni presidenziali previste nel 2023. Infatti, l’Unione per la Democrazia e il Progresso Sociale (UDPS), il partito del presidente Félix Tshisekedi, sta già denunciando un “ricatto” da parte di Jean-Pierre Bemba e Moïse Katumbi. Una cosa è certa, la Sacra Unione si sta gradualmente trasformando in una Torre di Babele.[3]

4. ADESIONI IN AUMENTO

Alcune dichiarazioni

Il 2 gennaio, secondo una corrispondenza inviata dal suo presidente, Athanase Matenda, al capo dello stato, il raggruppamento politico Alleanza dei Costruttori per un Congo Emergente (ABCE) ha aderito alla Sacra Unione Sacra della Nazione promossa dal presidente della Repubblica, Félix Tshisekedi. Questo raggruppamento politico dispone di 12 deputati nazionali.[4]

L’8 gennaio, in una sua dichiarazione, il raggruppamento politico Alleanza degli Artefici per il Buon governo del Congo (AABC), presieduto da Julien Paluku, ministro dell’Industria, ha annunciato la sua adesione ufficiale alla Sacra Unione per la Nazione. Ex membro del Fronte Comune per il Congo (FCC) di Joseph Kabila, l’AABC è composto da 21 partiti politici e dispone di 20 deputati nazionali, 2 senatori, 43 deputati provinciali, 2 ministri nel governo centrale, 1 governatore (Nord Kivu) e 1 vice governatore (Kwango).[5]

L’11 gennaio, in una dichiarazione politica resa pubblica a Kinshasa, il Partito Laburista (PT) di Steve Mbikayi ha annunciato la sua adesione alla Sacra Unione per la Nazione.
Va ricordato che, quando alcuni membri del Fronte Comune per il Congo (FCC) avevano iniziato ad annunciare la loro adesione alla Sacra Unione per la Nazione voltando le spalle a Joseph Kabila, Steve Mbikayi proclamava ad alta voce la sua fedeltà all’FCC. Secondo lui, si trattava di “adesioni beffarde” e di “alleanze ironiche”. Inoltre, Steve Mbikayi aveva energicamente criticato “l’opportunismo e il vagabondaggio politico” di quelli che aderivano alla Sacra Unione  per la Nazione senza conoscerne i testi fondanti. Molte volte egli aveva ripetuto che, «se si dovrà dialogare con le altre forze politiche, lo faremo rimanendo fedeli all’FCC. Ciò che rifiutiamo è l’opportunismo politico che emerge da frettolose adesioni alla Sacra Unione senza conoscerne gli obiettivi e i contenuti». Ancora dopo la destituzione del Comitato di presidenza dell’Assemblea Nazionale, Steve Mbikayi aveva annunciato che l’FCC non avrebbe mai “negato” la sua identità dopo aver combattuto una grande battaglia: «Abbiamo combattuto la buona battaglia e abbiamo perso! Ci schiereremo in ordine di battaglia per continuare la lotta. Combatteremo per risalire sul pendio. Non siamo di quelli che rinnegano la loro identità! Affronteremo tutto rimanendo in piedi».[6]

Il 13 gennaio, in una sua dichiarazione politica, il raggruppamento politico della Convenzione dei Congolesi Uniti (CCU) e Alleati guidato da Lambert Mende ha annunciato ufficialmente la sua adesione alla Sacra Unione per la Nazione. Il raggruppamento ha affermato di voler «prendere parte attiva, nell’ambito della Sacra Unione, all’elaborazione di un programma di governo centrato sul consolidamento dello Stato di diritto, della sovranità nazionale, della democrazia politica, economica, sociale e culturale e sul rafforzamento della lotta contro la corruzione e il tribalismo, di concerto con il Capo dello Stato e in conformità con le pertinenti disposizioni della Costituzione». In un’intervista a Jeune Afrique il 12 gennaio, Lambert Mende, ex ministro delle Comunicazioni, portavoce degli ultimi governi Kabila e attuale deputato nazionale eletto nel Sankuru, ha confermato la sua adesione alla Sacra Unione della Nazione definendola come una «coalizione di governo allargata, per porre fine alla crisi politico-istituzionale che, da diversi mesi, sta rallentando lo sviluppo della RDC».[7]

Il 16 gennaio, nel corso di un culto ecumenico, la presidente nazionale della Convenzione dei Democratici Laburisti Unificati (CDTU), Gisèle Ndaya Luseba, ha annunciato ai fedeli, attivisti e autorità politiche presenti che il partito, membro del raggruppamento politico AAB, ha deciso di lasciare l’FCC dell’ex presidente Joseph Kabila per entrare a far parte della Sacra Unione per la Nazione voluta dall’attuale Capo dello Stato, Félix Tshisekedi.[8]

Il 18 gennaio, in una conferenza stampa a Kinshasa, il raggruppamento politico Alleanza per l’Avvenire (AAa) di Pius Muabilu ha confermato la sua adesione alla Sacra Unione per la Nazione, per “contribuire al miglioramento della vita quotidiana dei Congolesi”. Nella stessa dichiarazione, Marie Nyange, presidente ad interim di questo raggruppamento politico, ha condannato l’opportunismo di quei politici che aderiscono alla Sacra Unione per ottenere dei posti di responsabilità.[9]

Il 18 gennaio, i raggruppamenti politici Alleanza dei Democratici per il Rinnovamento e il Progresso (ADRP), Alleanza degli Artefici per il Buon governo nel Congo (AABC), Azione Alternativa per il Benessere e il Cambiamento (AAB) e la Coalizione dei Democratici (CODE) hanno confermato la loro adesione alla Sacra Unione della Nazione. Secondo un comunicato stampa del gabinetto della Presidenza, i leader di questi raggruppamenti politici e membri dell’attuale governo di coalizione uscente, José Mpanda, Julien Paluku, Jonathan Bialosuka e Jean-Lucien Bussa, hanno confermato la loro decisione nel corso di un loro incontro con il Capo dello Stato. I raggruppamenti ADRP, AABC, AAB e CODE dispongono di una settantina di deputati nazionali, 4 governatori provinciali e diversi deputati provinciali e, finora, erano membri del Fronte Comune per le Congo (FCC) dell’ex presidente della Repubblica Joseph Kabila.[10]

Qualche perplessità

Il 9 gennaio, in un incontro con i senatori e i deputati del suo partito, l’Avvenire del Congo (ACO), membro dell’FCC, Patrick Bologna ha affermato che «quelli che passano dall’altra parte, lo fanno per i propri interessi egoistici. Tutti cercano un posto e, nei prossimi giorni, il Capo dello Stato si troverà in difficoltà, quando ciascuno gli chiederà un posto a tutti i costi».[11]

Il 12 gennaio, l’ex giudice presso la Corte costituzionale Eugène Banyaku Luape ha presentato il suo punto di vista sulla Sacra Unione per la Nazione. Secondo lui, essa «non può essere un conglomerato di partiti politici che vi aderiscono per magia o per posizionamento. Deve invece esprimere un chiaro impegno per lo Stato di diritto, i valori repubblicani e il miglioramento delle condizioni di vita della popolazione». Riguardo all’eventuale formazione di un nuovo governo,egli ha affermato che «è necessario evitare il ritorno delle solite persone agli stessi posti e agli stessi errori del passato».[12]

5. LE PROFONDE DIVERGENZE TRA UDPS-FCC E MLC-INSIEME PER LA REPUBBLICA

L’11 gennaio, in una corrispondenza indirizzata al Capo dello Stato Félix Tshisekedi, con copia riservata al presidente ai dell’Unione per la Democrazia e il Progresso Sociale (UDPS), Jean Marc Kabund, 34 deputati nazionali del Partito Popolare per la Ricostruzione e la Democrazia (PPRD) che hanno aderito alla Sacra Unione, hanno chiesto la presidenza dell’Assemblea Nazionale. A questo proposito, un deputato del PPRD passato alla Sacra unione ha dichiarato: «Noi, deputati eletti del PPRD, abbiamo scritto al Capo dello Stato per sottoporgli le nostre richieste. Non abbiamo aderito alla Sacra Unione non per ottenere dei posti, ma per contribuire al benessere del popolo»,  aggiungendo: «Ma per lavorare per il popolo, occorre essere in posti che permettano di controllare bene le cose. È per questo che abbiamo chiesto la presidenza dell’Assemblea nazionale». Questo deputato del PPRD ha anche fatto sapere che i deputati nazionali del PPRD che hanno accettato di far parte della Sacra Unione hanno già scelto un loro candidato: «Abbiamo optato per Jean Pierre Lihau come nostro coordinatore all’interno della Sacra Unione e come candidato alla presidenza dell’Assemblea Nazionale. Inoltre, il nostro punto focale per le relazioni con la Sacra Unione sarà il deputato Adrien Bokole. Tuttavia, ci affidiamo all’arbitrio del Capo dello Stato».[13]

Il 13 gennaio, il Presidente della Repubblica, Félix Tshisekedi, ha ricevuto Moïse Katumbi di Insieme  per la Repubblica, Jean-Pierre Bemba del Movimento di Liberazione del Congo (MLC) e Jean-Marc Kabund dell’Unione per la Democrazia e il Progresso sociale (UDPS).
Secondo l’ufficio stampa del Capo dello Stato, questo incontro si è svolto in continuità con quello del 26 dicembre scorso.
Dopo l’incontro Moïse Katumbi e Jean-Pierre Bemba non hanno rilasciato alcuna dichiarazione.
Secondo alcune fonti, si é trattato di una valutazione del cammino fatto sin dall’annuncio della fine della coalizione FCC-CACH fino all’inizio dei contatti intrapresi per creare la Sacra Unione della Nazione voluta dal Presidente Felix Tshisekedi. Probabilmente, si è parlato delle nuove adesioni, ma anche della futura configurazione della maggioranza parlamentare e della composizione del prossimo Comitato di presidenza dell’Assemblea nazionale.[14]

Secondo alcune fonti, come durante il loro precedente incontro del 26 dicembre, Jean-Pierre Bemba e Moïse Katumbi avrebbero insistito per sapere qualcosa di più sugli obiettivi e i contenuti della Sacra Unione per la Nazione. I due avrebbero sottolineato la necessità di tener conto del contesto dei problemi quotidiani del popolo, tra cui la persistente insicurezza nell’Est del Paese, le continue violazioni dell’integrità territoriale, la degradazione dell’economia, la difficoltà ad assicurare la gratuità dell’istruzione primaria e secondaria, il mancato rispetto dei diritti fondamentali alla salute, all’alimentazione, all’acqua potabile e all’elettricità. Secondo Chérubin Okende, deputato nazionale di Insieme per la Repubblica, «è importante favorire un contratto che rispecchi le priorità di una governance al servizio del popolo». Un altro punto di preoccupazione sarebbe l’esagerata adesione di deputati dell’FCC alla Sacra unione e, in particolare, la loro pretesa di ottenere la prossima presidenza dell’Assemblea nazionale. D’altra parte, anche la società civile si dice preoccupata per il fatto che, al fine di ottenere una diversa maggioranza parlamentare attraverso la Sacra Unione della Nazione, il presidente Tshisekedi stia attualmente accettando, tra le file della Sacra Unione, delle personalità finora pro-Kabila, varie delle quali sospettate di corruzione e tentate di eludere la giustizia, il che potrebbe rallentare la lotta contro la corruzione.[15]

Il 16 gennaio, in una trasmissione radiofonica, il deputato nazionale di Insieme per la Repubblica di Moïse Katumbi, Muhindo Nzangi, ha annunciato che, nelle condizioni attuali, la sua formazione  politica non potrà aderire alla Sacra Unione per la Nazione. Egli ha denunciato “la mancanza di consenso sul programma”. Secondo Insieme per la Repubblica, si dovrebbe dare la priorità alle principali necessità della popolazione, cioè alle problematiche sociali, alle riforme economiche e alla sicurezza. Tuttavia, secondo Muhindo Nzangi, queste richieste del suo partito non sono state accolte dal Presidente della Repubblica. Questa mancanza di consenso sul programma implica anche una mancanza di consenso sui prossimi responsabili delle istituzioni. «Abbiamo ricevuto un gentile no», ha affermato il deputato eletto a Butembo (Nord Kivu), aggiungendo: «Dopo averci chiesto di fare il lavoro (mozione di sfiducia contro il Comitato di presidenza dell’Assemblea Nazionale), ora i nostri amici di CACH ci dicono che hanno già ottenuto la maggioranza  parlamentare con i deputati FCC che stanno aderendo alla Sacra Unione e che il loro numero è già sufficiente».
Secondo vari osservatori, dietro il dibattito su un eventuale programma comune, potrebbe dunque nascondersi una lotta per il controllo dei posti strategiche (primo ministro e presidenza dell’Assemblea nazionale). Un altro problema potrebbe essere quello relativo alla volontà del Presidente Felix Tshisekedi di accettare degli ex membri dell’FCC per la formazione del prossimo governo, cosa non gradita ad altre piattaforme politiche, come quella di Katumbi.[16]

Il 19 gennaio, l’informatore Bahati Lukwebo si è pronunciato su un presunto ritiro di Insieme per la Repubblica dalla Sacra Unione della Nazione. Lukwebo ha smentito le voci apparse a tale proposito e ha assicurato che la piattaforma politica di Moïse Katumbi non ha finora rilasciato alcuna dichiarazione ufficiale in tal senso: «Insieme per la Repubblica non ha fatto alcuna dichiarazione scritta su un suo ritiro ufficiale dal processo di costituzione della Sacra Unione della Nazione. La nostra speranza è che non vi si arrivi, perché c’è bisogno di tutti».[17]

Il 19 gennaio, in un incontro con i deputati nazionali dell’FCC che hanno accettato di aderire alla Sacra Unione della Nazione, il deputato Jean-Marc Kabund, presidente ai dell’Unione per la Democrazia e il Progresso Sociale (UDPS), ha affermato che, durante l’ultimo loro incontro con il presidente Tshisekedi, Moïse Katumbi e Jean-Pierre Bemba hanno rivendicato rispettivamente la presidenza dell’Assemblea nazionale e il posto di Primo Ministro. Secondo lui, i due sopra citati non possono pretenderlo perché, tra l’altro, hanno meno di 100 deputati. Perciò, egli qualifica questa loro richiesta di tentativo di assassinare la nascente Sacra Unione della Nazione.
Jean-Marc Kabund ha fatto osservare che non è possibile ignorare gli sforzi e i contributi dei deputati FCC, ai quali ha promesso il suo appoggio fino alla fine di questo cammino di riconfigurazione del quadro politico nazionale.[18]

Il 20 gennaio, in un comunicato congiunto, i deputati membri di Insieme per la Repubblica di Moïse Katumbi e del Movimento di Liberazione del Congo (MLC) di Jean-Pierre Bemba hanno affermato che le dichiarazioni di Jean-Marc Kabund non sono altro che delle contro verità. Secondo il comunicato, le affermazioni di Kabund non hanno fatto onore al suo rango di personalità politica, perché non ha rispettato l’obbligo di riservatezza, un imperativo richiesto a qualsiasi uomo aspirante ad alte responsabilità dello Stato. «Le parole di Kabund non riflettono in alcun modo la quintessenza dell’incontro avvenuto tra il Capo dello Stato e i nostri due leader», si legge nel comunicato, secondo il quale l’unica opzione ritenuta è stata quella di proseguire le discussioni per il bene del popolo.[19]

Secondo diversi deputati dell’entourage del presidente Tshisekedi, i dissidenti del Fronte Comune per il Congo (FCC) sono ormai quasi la maggioranza all’interno della Sacra Unione della Nazione. Con l’ampia adesione di questi disertori FCC, Felix Tshisekedi si sente in una posizione di forza, ma alcuni membri del suo gabinetto l’hanno invitato alla prudenza, per non cadere nella stessa trappola dell’FCC di Joseph Kabila.
D’altra parte, tutte queste adesioni di deputati FCC alla Sacra Unione della Nazione non piacciono né al Movimento di Liberazione (MLC) di Jean-Pierre Bemba, né ad Insieme per la Repubblica di Moïse Katumbi. Anzi, alcuni membri di queste due piattaforme politiche ritengono addirittura di essere stati utilizzati e, in un certo senso strumentalizzati, dal Presidente  Félix Tshisekedi, per far cadere il Comitato di presidenza dell’Assemblea nazionale e indebolire Joseph Kabila. Perciò, essi insistono sulla necessità di redigere e di mettere per iscritto un documento congiunto che contenga un programma comune di azione che sia frutto di un consenso, sia sulle riforme essenziali da realizzare, sia sulla ripartizione delle responsabilità, in ciò che alcuni chiamano equilibrio dei poteri.[20]

Il 20 gennaio, in una conferenza stampa, l’informatore Bahati Lukwebo ha dichiarato che, quando sarà il momento, la Sacra Unione avrà una sua carta “repubblicana”: «Verrà il momento in cui ci si darà una carta “repubblicana”. Essa non sostituirà un partito o un raggruppamento politico. Servirà solo per mettere insieme persone che hanno la stessa visione e che vogliono lavorare davvero per il popolo congolese». La questione della Carta della Sacra Unione era stata discussa nei recenti incontri tra Félix Tshisekedi, Moïse Katumbi e Jean Pierre Bemba. Questi ultimi due ritengono che si debba elaborare un progetto comune che permetta alla Sacra Unione di avere una base sa cui fondare la collaborazione. Essi chiedono un documento scritto che contenga, in modo  chiaro, le priorità comuni di una governance post-Kabila, i criteri orientativi per una condivisione delle responsabilità e il profilo dei leader delle istituzioni chiave. Katumbi e Bemba non accettano che l’FCC possa diventare il gruppo maggioritario all’interno della Sacra Unione. Ma a questo punto, le discussioni tra le tre parti si sono bloccate. Secondo quanto riferito, il campo presidenziale ha rifiutato di soddisfare le richieste di Katumbi e Bemba. Ma nessuna decisione finale è stata presa a proposito di un eventuale rifiuto da parte dell’MLC e di Insieme per la Repubblica di aderire alla Sacra Unione della Nazione.[21]

[1] Cf Christophe Rigaud – Afrikarabia.com, 17.01.’21 http://afrikarabia.com/wordpress/rdc-tshisekedi-face-au-casse-tete-de-lunion-sacree/
[2] Cf 7sur7.cd, 08.01.’21 https://www.7sur7.cd/2021/01/08/tribune-l-union-sacree-est-ce-le-fcc-bis-ex-pm-matata
[3] Cf Politico.cd, 14.01.’21   https://www.politico.cd/la-rdc-a-la-une/2021/01/14/blocage-autour-des-postes-lunion-sacree-se-fissure-deja.html/75131/
[4] Cf Christel Insiwe – 7sur7.cd, 11.01.’21
[5] Cf Germain Lobo – Actualité.cd, 08.01.’21
[6] Cf Germain Lobo – Actualité.cd, 11.01.’21; Stéphie Mukinzi – Politico.cd, 12.01.’21
[7] Cf Germain Lobo – Actualité.cd, 13.01.’21; Radio Okapi, 13.01.’21
[8] Cf Marie Jeanne Mupela – Actualité.cd, 16.01.’21
[9] Cf Siméon Isako – Cas-info.ca, 18.01.’21; Roberto Tshahe – 7sur7.cd, 19.01.’21
[10] Cf Prince Mayiro – 7sur7.cd, 18.01.’21
[11] Cf Politico.cd, 09.01.’21
[12] Cf Ivan Kasongo – Actualité.cd, 12.01.’21
[13] Cf Siméon Isako – Cas-info.ca, 11.01.’21
[14] Cf Actualité.cd, 13.01.’21
[15] Cf Kamanda wa Kamanda Muzembe – RFI, 15.01.’21
[16] Cf Stéphie Mukinzi – Politico.cd, 16.01.’21; Cas-info.ca, 16.01.’21
[17] Cf Clément Muamba – Actualité.cd, 19.01.’21
[18] Cf Berith Yakitenge – Actualité.cd, 19.01.’21
[19] Cf JM Mawete – Politico.cd, 20.01.’21
[20] Cf Actualité.cd, 20.01.’21
[21] Cf Clément Muamba – Actualité.cd, 20.01.’21