Congo Attualità n. 267

INDICE

EDITORIALE: REVISIONE DEL DATABASE ELETTORALE PER ELEZIONI NEI TEMPI PREVISTI DALLA COSTITUZIONE

  1. IL PROCESSO ELETTORALE
    1. Una nota tecnica della Commissione elettorale sulla revisione del database elettorale
    2. Le reazioni delle OHG e dell’Opposizione
    3. L’attività della Commissione elettorale
    4. Il Governo non ha risorse per finanziare le elezioni, ma le trova per acquistare del materiale antisommossa
  2. IL DIALOGO POLITICO NAZIONALE
    1. L’UDPS dice No a un dialogo convocato da Joseph Kabila
    2. Un dialogo sempre più improbabile

EDITORIALE: REVISIONE DEL DATABASE ELETTORALE PER ELEZIONI NEI TEMPI PREVISTI DALLA COSTITUZIONE

 

1. IL PROCESSO ELETTORALE

a. Una nota tecnica della Commissione elettorale

Il 23 gennaio, l’Agence d’information.com ha pubblicato un documento confidenziale della Commissione elettorale intitolato “NOTA TECNICA SULL’AGGIORNAMENTO DEL DATABASE ELETTORALE E DELLA RIPARTIZIONE DEI SEGGI”. Il testo non è ancora stato reso pubblico, ma l’Agence d’information.com ne ha ottenuto una copia.

AGGIORNAMENTO DEL DATABASE ELETTORALE IN VISTA DELLE ELEZIONI GENERALI[1]

A. PREVISIONI STATISTICHE
N. Variabili tecniche Revisione parziale Revisione totale
1 Popolazione elettorale prevista 17.266.631 40.901.135
2 Certificati elettorali necessari 22.446.620 53.171.476
3 Moduli di identificazione 25.899.946 61.351.703
4 Centri di iscrizione 6.100 Ipotesi A: 10.100 *

Ipotesi B: 19.100 **

5 Kit di iscrizione 12.200 Ipoteesi A: 20.200

Ipotesi B: 38.200

6 Personale necessario 30.500 Ipotesi A: 50.500

Ipotesi B: 95.500

7 Preventivo finanziario 122.638.250 $ Ipotesi A: 202.877.245 $

Ipotesi B: 290.215.669 $

8 Tempo necessario 13 mesi e 10 giorni 16 mesi e 1 giorno
* Ipotesi A: Possibilità di raggruppare vari centri di voto in un solo centro d’iscrizione.

** Ipotesi B: Un centro d’iscrizione equivale a un centro di voto.

B. PROBLEMI TECNICI E OPZIONI PROPOSTE
N. Problemi Revisione parziale Revisione totale Opzione

proposta

Aspetti

positivi

Aspetti

negativi

Aspetti positivi Aspetti

negativi

1 Come tener conto della nuova nomenclatura delle entità amministrative (nuove province, nuove città, nuovi comuni) al momento dell’iscrizione degli elettori? Circolazione di certificati elettorali con i nomi di entità amministrative che non esistono più. Emissione di nuovi certificati elettorali basati sulla nomenclatura amministrativa in vigore. Revisione

totale

2 Come integrare gli elettori regolarmente iscritti ma assenti dal database della Commissione elettorale? Difficoltà di ricuperare tutti gli elettori potenzialmente omessi. Possibilità di risolvere definitivamente i problemi degli elettori omessi. Revisione totale
3 Come integrare i giovani diventati maggiorenni dopo il 2011 e gli adulti non iscritti nel 2011? Possibilità di integrarli quando si presentano per iscriversi. Possibilità di integrarli quando si presentano per iscriversi. Indifferente
Come integrare i Congolesi che hanno ricuperato i loro diritti civili? Possibilità di integrarli. Difficoltà, da parte della Commissione elettorale, di identificarli. Possibilità di integrarli. Difficoltà, da parte della Commissione elettorale, di identificarli. Indifferente
4 Come eliminare dal database i Congolesi che hanno perso i loro diritti civili o il loro diritto di voto a causa del cambiamento del loro status sociale? Incertezza della dichiarazione personale e della testimonianza da parte di terzi. Esclusione dei Congolesi che hanno perso i loro diritti civili, dei militari e degli agenti di polizia. Incertezza della dichiarazione personale e della testimonianza da parte di terzi. Revisione

totale

5 Come eliminare dal database gli elettori deceduti (stimati sul 1.600.000)? Assenza di meccanismi che possano permettere alla Commissione elettorale di eliminare questa categoria di persone. Esclusione totale dei deceduti. Revisione totale
6 Come risolvere la problematica degli elettori per i quali, nel database, mancano certi elementi informatici, quali la foto o le impronte digitali? Persistenza di elettori per i quali, nel database,   mancano alcuni elementi informatici. Possibilità di risolvere i problemi relativi agli elementi informatici. Revisione totale
7 Come iscrivere i Congolesi residenti all’estero? Possibilità di iscriverli nelle liste degli elettori. – Rischio di ottenere delle iscrizioni multiple di uno stesso elettore (doppioni);

– Rischio di iscrizione di elettori con doppia nazionalità.

Possibilità di iscriverli nelle liste degli elettori. Rischio di iscrizione di elettori con doppia nazionalità. Revisione totale
8 Come effettuare i cambiamenti di indirizzo e le correzioni dei dati d’identità per gli elettori presenti nel database, ma che hanno, o devono, cambiare questi dati (elettori stimati sui circa 7 milioni)? Circolazione di certificati elettorali con la vecchia nomenclatura e degli errori circa i dati d’identità per gli elettori che non si presenteranno all’operazione di iscrizione. Possibilità di procedere a tutte le correzioni possibili. Revisione

totale

9 Come togliere dalla circolazione i falsi certificati elettorali prodotti fuori dal circuito normale di produzione? I falsi certificati elettorali continueranno a circolare, soprattutto per il fatto che servono anche da carta d’identità. Possibilità di limitare la circolazione di falsi certificati elettorali. Revisione totale
NECESSITÀ
1 Quadro legale I. Necessità armonizzare la legge sull’identificazione e la registrazione degli elettori del 24 dicembre 2004 con la legge elettorale del 12 febbraio 2015; II. Aggiornamento delle misure d’applicazione della legge sull’identificazione e la registrazione degli elettori; III. Necessità dell’operatività dei Tribunali di Pace e di grande Istanza (costruzione degli edifici e assegnazione di personale adeguato).
2 Appoggio logistico Necessità di un dispositivo adeguato per il dispiegamento del materiale e del personale come: – Nel 2006: appoggio della MONUC e dei partner bilaterali (circa 66 aerei, 22 elicotteri, magazzini aeroportuali, …). – Nel 2011: appoggio della MONUSCO e dei partner bilaterali (2 battelli con chiatte, 40 aerei ed elicotteri, 16 magazzini aeroportuali, …).
3 Tempo Secondo l’opzione che si farà, la quantità dei kit di iscrizione e il finanziamento disponibile.
4 Necessità finanziarie Messa a disposizione dei mezzi finanziari necessari, in applicazione della legge finanziaria approvata, conformemente a un piano erogazione da convenire con il Governo.
5 Sicurezza Prendere tutte le disposizioni necessarie per assicurare la sicurezza dell’operazione, sia a livello dei Centri d’iscrizione che a livello delle strutture amministrative della Commissione elettorale.
6 Stretta collaborazione con il Ministero degli Affari Esteri e con il Vice Ministero dei Congolesi residenti all’estero, per quanto riguarda la questione dell’identificazione e iscrizione dei Congolesi residenti all’estero.
II. RIPARTIZIONE DEI SEGGI
– Problematica della presa in conto della popolazione totale del paese come base per la ripartizione dei seggi (si vedano gli articoli 09 punto 10 della Legge Organica della Commissione elettorale e 115, 145, 146, 192 e 208 della legge elettorale). Ma un’eccezione è menzionata o all’articolo 237 Ter.

– Decreto n. 0089/2015 dell’8 settembre 2015 emesso dalla Corte Costituzionale che ha chiesto alla Commissione elettorale di rivalutare il calendario elettorale globale e di organizzare le elezioni dei Governatori prima di ogni altra elezione.

b. Le reazioni

Il 28 gennaio, la Commissione Africana per la Supervisione delle Elezioni (Case) ha affermato che la Commissione Elettorale Nazionale Indipendente (CENI) non è tecnicamente in grado di organizzare le elezioni entro i limiti di tempo fissati dalla Costituzione. L’ONG ha invitato la CENI a informare la popolazione circa l’impossibilità tecnica di avere le elezioni nei tempi previsti dalla Costituzione. Per spiegare questa impossibilità, André Kiomba, Vice Presidente della Case, ha fatto riferimento al tempo che può prendere la revisione delle liste degli elettori voluta dalla maggior parte delle parti implicate nel processo elettorale. André Kiomba ha affermato che, nel 2005-2006, la creazione del database elettorale era durata circa 14 mesi e che, per le elezioni del 2011, la stessa operazione era durata 14 mesi e tre settimane, precisando che la Monusco aveva fornito l’appoggio logistico per questa operazione e ricordando che la CENI non dispone ormai che di soli 10 mesi per organizzare le elezioni presidenziali entro i limiti di tempo fissati dalla Costituzione. Secondo la Case, la Ceni avrebbe bisogno di circa 16 mesi per potere organizzare le prossime elezioni, mentre il mandato dell’attuale Capo dello Stato si concluderebbe nel prossimo mese di dicembre.[2]

Il 30 gennaio, la Missione Internazionale di Osservazione Elettorale (M.I.O.E.) ha invitato la comunità internazionale a mobilitare i fondi necessari per finanziare le elezioni nella RDCongo. In occasione della presentazione del rapporto annuale della M.I.O.E. sul processo elettorale nella RDC, il coordinatore di questa struttura, Jérémie Kenda Tshinyama, ha affermato che, «affinché si possa organizzare le elezioni entro i tempi previsti dalla Costituzione, occorre disporre dei mezzi necessari. Senza queste risorse, la Commissione elettorale non potrà fare nulla. Da quando è stato pubblicato il calendario elettorale, il governo non ha potuto (o non ha voluto) finanziare le elezioni previste». Egli ha quindi chiesto al Governo, alla Comunità internazionale e alla Commissione elettorale, a ciascuno secondo le proprie competenze, di “salvare” il processo elettorale. Secondo il rapporto annuale di quest’organizzazione, la M.I.O.E. ha finora reclutato diciotto mila osservatori elettorali per coprire le prossime elezioni congolesi.[3]

Il 30 gennaio, in una dichiarazione firmata da Charles Mwando Nsimba, il G7 (UNADEF, UNAFEC, MSR, ARC, PDC, MSDD e ACO) ha ricordato che, «nella sua dichiarazione del 14 gennaio 2016, il G7 aveva proposto uno schema per sbloccare il processo elettorale, organizzando le elezioni presidenziali e legislative (nazionali e provinciali) entro i tempi costituzionali. Per ricapitolare, il G7 aveva invitato la Commissione elettorale a convocare, nel più breve tempo possibile, la tripartita Maggioranza – Opposizione – Commissione elettorale, al fine di risolvere la questione delle divergenze esistenti tra le parti su vari aspetti del processo elettorale, e di pubblicare, dopo la tripartita, un calendario elettorale consensuale che rispetta le scadenze elettorali previste dalla Costituzione.

Il G7 proponeva il seguente calendario elettorale:

1° trimestre 2016: Acquisto dei materiali necessari per l’operazione d’iscrizione degli elettori;

2° trimestre 2016: revisione delle liste elettorali;

3° trimestre 2016: aggiornamento del quadro giuridico, convocazione delle elezioni e presentazione delle candidature;

4° trimestre 2016: elezioni provinciali, legislative e presidenziali. Queste tre elezioni potrebbero essere previste nello stesso giorno.

Il G7 aveva chiesto alla Commissione elettorale di avviare immediatamente, attraverso l’operazione di iscrizione dei nuovi maggiorenni, la revisione delle liste degli elettori, sulla base delle raccomandazioni emesse dalla Missione di controllo dell’OIF. Questa revisione non è da confondersi con un rifacimento completo e totale del database elettorale e tanto meno con un censimento generale della popolazione congolese.

Al Governo, il G7 aveva raccomandato di semplificare e di accelerare le procedure di aggiudicazione degli appalti per l’acquisto dei kit e di altri materiali necessari, al fine di riuscire a organizzare le elezioni entro le scadenze elettorali previste nella Costituzione. Inoltre, il G7 gli aveva chiesto di concordare con la Commissione elettorale un piano di erogazione delle risorse finanziarie già previste nel preventivo 2016 per le elezioni e di rilanciare la collaborazione con i partner internazionali, in particolare con la MONUSCO, il PNUD e l’UE, nell’ambito del progetto di appoggio al ciclo elettorale in Congo (PACEC), per quanto riguarda sia l’acquisto di attrezzature che il sostegno logistico.

Il G7 ha potuto constatare che il Governo, la Commissione elettorale e i partner internazionali si sono incontrati il 29 gennaio 2016, per riflettere insieme su come rilanciare il processo elettorale, in particolare sulla questione della revisione delle liste degli elettori e su quella del finanziamento delle elezioni.

Questa evoluzione della situazione dà ragione al G7 e alla Dinamica dell’Opposizione che hanno sempre sostenuto che le questioni relative al calendario elettorale, all’aggiornamento delle liste degli elettori, al finanziamento delle elezioni, alla sicurezza in tempi di elezioni sono delle questioni essenzialmente tecniche, di competenza delle istituzioni costituzionali e che, pertanto, non richiedono alcuna convocazione di un forum nazionale extra-costituzionale. È per questo che il G7 e la Dinamica dell’Opposizione hanno categoricamente rifiutato di partecipare al dialogo politico nazionale che, voluto dal Presidente della Repubblica, ha fatto perdere inutilmente sette preziosi mesi che sarebbero potuti essere utilizzati per organizzare le elezioni.

Tuttavia, nonostante questo nuovo dinamismo osservato a livello della Commissione elettorale, il G7 deplora il fatto che i suoi dirigenti stiano iniziando una campagna che mira a fare aderire i Congolesi all’idea che è ormai necessario organizzare le elezioni oltre i tempi previsti dalla Costituzione. Il G7 contesta l’affermazione della direzione della Commissione elettorale, secondo la quale l’operazione di revisione delle liste degli elettori necessiterebbe almeno 13 mesi. Infatti:

  1. a) L’OIF, di cui tutti accettano le conclusioni della sua operazione di controllo (audit) del database elettorale, ha riconosciuto i risultati positivi dell’operazione di stabilizzazione della cartografia dei centri elettorali e di affidabilità del database elettorale condotta dalla stessa Commissione elettorale e ha raccomandato di completarla, mediante l’operazione d’identificazione e d’iscrizione dei nuovi maggiorenni, che può essere realizzata in un periodo di tempo compatibile con le esigenze delle scadenze costituzionali;
  2. b) Nel calendario elettorale pubblicato in febbraio 2015, la stessa Commissione elettorale aveva stimato sugli 8 mesi il periodo di realizzazione dell’operazione di revisione, includendovi anche il tempo necessario per l’acquisto del materiale di iscrizione;
  3. c) In passato, la registrazione degli elettori non ha mai preso più di 6 mesi, con infrastrutture di comunicazione peggiori di quelle attuali.

In realtà, la Commissione elettorale vuole tirare in lungo l’organizzazione delle elezioni. Il G7 teme che essa risollevi ancora una volta la questione delle elezioni locali, comunali e urbane per, ufficialmente, promuovere il decentramento e la democrazia di base, quando in realtà l’obiettivo vero è quello di favorire il famoso rinvio delle elezioni.

Data la vastità del lavoro ancora da fare e per riuscire a organizzare le elezioni entro i limiti di tempo consentiti dalla Costituzione, il G7 ritiene che sia necessario rinforzare le capacità operative della Commissione elettorale e aggiungerle un appoggio permanente composto da personalità esperte e da organizzazioni specializzate.

Il G7 rimane convinto che, se il Presidente della Repubblica e la maggioranza presidenziale ne avessero la volontà politica e cessassero di continuare ad ostacolare il processo elettorale, sarebbe possibile organizzare le elezioni presidenziali, legislative e provinciali in modo trasparente, pacifico e credibile, nello stretto rispetto del quadro giuridico in vigore.

Per rilanciare il processo elettorale, il G7 richiede, ancora una volta, alla Commissione elettorale di pubblicare un calendario elettorale più snello e realistico, e che tenga conto dei vincoli costituzionali».[4]

Il 1° febbraio, in seguito all’ultima nota tecnica della Commissione elettorale sull’aggiornamento delle liste elettorali, il segretario generale dell’Unione per la Nazione Congolese (UNC), Jean-Bertrand Ewanga, ha pubblicamente accusato la Commissione elettorale di volere facilitare il presidente Kabila sulla “via del rinvio delle elezioni e del prolungamento del suo mandato presidenziale”: «Il fatto che la Commissione elettorale proponga oggi un periodo di 13 – 16 mesi per l’operazione di registrazione dei nuovi maggiorenni è una prova sufficiente che dimostra che questa istituzione di appoggio alla democrazia è diventata una cassa di risonanza della Maggioranza presidenziale e il braccio secolare del governo, perdendo automaticamente tutta la sua indipendenza». È per questo che «l’UNC chiede alla Commissione elettorale di riorganizzarsi e di presentare immediatamente un calendario elettorale realistico, tenendo conto delle scadenze costituzionali, poiché il tempo che ci separa dal 19 dicembre 2016 sta diventando sempre più vincolante, tanto più che l’OIF aveva ritenuto che, per l’iscrizione dei nuovi maggiorenni, fossero stati sufficienti 4 mesi».

In questo senso, Jean-Bertrand Ewanga ha fatto osservare che «l’iscrizione di 25 milioni di elettori nel 2006 aveva preso 6 mesi, quando non si aveva ancora alcuna esperienza in materia elettorale. Nel 2011, sono stati sufficienti 5 mesi per registrare 32 milioni di elettori».

L’UNC ha affermato di non capire come mai, per registrare oggi 8 milioni di nuovi maggiorenni, con l’esperienza acquisita dagli agenti della Commissione elettorale, essa chieda un periodo di13 – 16 mesi per l’aggiornamento delle liste degli elettori. «È semplicemente strano, se non insultante nei confronti del popolo congolese», ha insistito Jean-Bertrand Ewanga.[5]

Il 2 febbraio, una coalizione di 33 organizzazioni non governative ha chiesto alla Commissione elettorale di pubblicare, in modo indipendente, un calendario elettorale aggiornato, «tenendo conto dell’imperativo delle scadenze elettorali previste nella Costituzione». Durante una conferenza stampa tenuta a Kinshasa, il coordinatore del raggruppamento di queste associazioni, Georges Kapiamba, ha accusato la Commissione elettorale di “perdere tempo”, per causare il prolungamento del mandato presidenziale del Capo dello Stato oltre il 2016. Georges Kapiamba ha affermato che «si constata che la Commissione elettorale non fa nulla. È necessario che essa prenda le distanze dalle posizioni assunte dal Governo e che pubblichi un calendario aggiornato che tenga conto dell’imperativo delle scadenze costituzionali, soprattutto per quanto riguarda le elezioni del Presidente della Repubblica». Nella loro dichiarazione, le 33 Ong si sono dette preoccupate per la situazione di stallo in cui si trova il processo elettorale e che sembra provocata dallo stesso Governo, con la complicità dei responsabili della Commissione elettorale.[6]

c. L’attività della Commissione elettorale

Il 28 gennaio, nel corso di una riunione tripartita tenutasi a Kinshasa, la Commissione Elettorale Nazionale Indipendente (CENI), il governo e i partner internazionali della RDCongo si sono impegnati a sbloccare il processo elettorale.

Il governo ha dichiarato di essere pronto ad erogare le risorse finanziarie necessarie per il processo elettorale. Il ministro degli Interni e capo della delegazione governativa, Evariste Boshab, ha evocato, in particolare, il finanziamento della revisione del database elettorale. Ha inoltre annunciato che, nel corso della sessione parlamentare di marzo, il governo avrebbe presentato due disegni di legge necessari per la revisione del database elettorale.

Da parte sua, il numero due della MONUSCO, Mamadou Diallo, ha evocato il sostegno che la missione delle Nazioni Unite potrebbe portare al processo elettorale, soprattutto nel settore della logistica, ciò che potrebbe contribuire ad alleviare le difficoltà di ordine economico da parte del Governo congolese.

Per quanto riguarda l’organizzazione delle prossime elezioni nei tempi previsti dalla Costituzione, il presidente della Ceni, Corneille Nangaa, ha dichiarato che essa dipende dalla durata dell’operazione relativa alla revisione delle liste degli elettori che, secondo una fonte della stessa Ceni, «richiederà almeno tredici mesi». Egli ha inoltre indicato che il 10 febbraio la Ceni pubblicherà un bando per la gara d’appalto in vista dell’acquisto del materiale necessario per la revisione delle liste elettorali. Inoltre, egli ha affermato che la Ceni pubblicherà un nuovo calendario elettorale “rivisto e realistico” al termine delle consultazioni in corso.[7]

Il 29 gennaio, la nuova direzione della Commissione elettorale ha aperto una serie di consultazioni con i diversi leader dell’opposizione. Concepita come unico incontro cui avrebbero partecipato tutti i partiti dell’opposizione, la prima riunione è iniziata con una divergenza su punti di vista diversi:

alcuni volevano un unico incontro cui partecipassero tutte le forze dell’opposizione e altri privilegiavano, invece, degli incontri separati, secondo le diverse piattaforme di appartenenza. Dopo un breve scambio di idee, il presidente della Commissione elettorale, Corneille Nangaa, ha deciso di consultare i gruppi politici e le piattaforme dell’opposizione in modo separato.

Al primo incontro di questa serie di consultazioni avviate dalla Commissione elettorale hanno partecipato la Nuova Classe Politica guidata da Steve Mbikayi, l’Opposizione Cittadina rappresentata da Justin Bitakwira, l’Opposizione extraparlamentare guidata da Gaston Dindo, le Forze del Futuro, partito politico di Arthur Zahidi Ngoma e il Raggruppamento Congolese per la Democrazia (RCD), partito politico di Azarias Ruberwa Manywa. Si tratta del G5, una piattaforma di cinque partiti di opposizione favorevoli al dialogo politico voluto dal Presidente della Repubblica.

Durante l’incontro sono state sollevate varie questioni, tra cui quella relativa alla fattibilità o meno delle elezioni nazionali nel 2016. A tali questioni, il Presidente Nangaa ha riservato delle risposte di tipo pratico. Secondo lui, la cosa più importante è iniziare le operazioni di preparazione delle elezioni nazionali. Da parte loro, i membri dell’opposizione hanno fatto notare che il tempo stringe e che ci si dovrebbe concentrare subito sull’essenziale. Dopo l’incontro, Steve Mbikayi ha fatto queste osservazioni: «Ciò che, a mio parere, è importante è che, viste le varie difficoltà, non è realistico continuare a parlare ancora di elezioni entro i tempi previsti dalla Costituzione perché, secondo la Commissione elettorale, solo la revisione delle liste degli elettori prenderà circa 14 mesi. Occorrerà quindi vedere cosa si dovrebbe fare, per evitare un vuoto giuridico dopo il 2016 e l’instabilità che ne deriverebbe».[8]

Il 30 gennaio, in seguito ad un incontro con il presidente della Commissione elettorale a Kinshasa, il Vice Ministro degli Esteri incaricato dei Congolesi residenti all’estero, Antoine Boyamba, ha annunciato che il Governo e la Commissione elettorale intendono istituire una commissione mista per l’identificazione e la registrazione dei Congolesi residenti all’estero.

Da parte sua, il presidente della Commissione elettorale, Corneille Nangaa, ha affermato che la registrazione dei Congolesi della diaspora sulle liste degli elettori richiede un’armonizzazione tra la Commissione elettorale e il Governo.

Egli ha fatto osservare che ci sono alcune difficoltà da superare in questo processo di registrazione dei cittadini congolesi residenti all’estero: «Secondo l’attuale legge sull’identificazione e la registrazione degli elettori, per farsi iscrivere occorre essere sul territorio nazionale. È dunque necessario procedere alla revisione di questa legge, per permettere che i Congolesi che si trovano all’estero si facciano identificare e registrare». Corneille Nangaa ha precisato che i Congolesi residenti all’estero potranno partecipare solo alle elezioni presidenziali.

Sarà la futura commissione mista che proporrà un eventuale aggiornamento della legge sull’identificazione e la registrazione degli elettori che, attualmente, non consente di includere i Congolesi residenti all’estero nella lista degli elettori.

A livello delle varie rappresentanze diplomatiche, il governo ha già avviato un lavoro di “censimento” di tutti i concittadini titolari di un passaporto congolese. Il governo stima tra i 7 e gli 8 milioni il numero dei congolesi che vivono all’estero.[9]

d. Il Governo non ha risorse per finanziare le elezioni, ma le trova per acquistare del materiale antisommossa

Il 22 gennaio, i verbali del Consiglio dei ministri ha rivelato che il rallentamento dell’economia mondiale e il calo dei prezzi dei principali prodotti esportati dalla RDCongo, come il rame e il petrolio, hanno fatto perdere alle casse dello Stato, nel corso del 2016, più di 1,3 miliardi di dollari.[10]

Il 27 gennaio, il ministro degli Interni, Evariste Boshab, ha consegnato al capo della polizia nazionale congolese, il generale Charles Bisengimana, una notevole quantità di equipaggiamento anti-sommossa, tra cui 5 veicoli dotati di gettiti d’acqua per neutralizzare i manifestanti, 5 blindati dotati di 9 tubi lanciatori di gas lacrimogeni per disperdere la folla, fucili e lanciagranate antisommossa, rivoltelle a impulsione elettrica e una grande quantità di munizioni esplosive e di gomma. Secondo il ministro degli Interni, Evariste Boshab, questo equipaggiamento antisommossa permetterà alla polizia di gestire la folla in occasione di manifestazioni pubbliche, senza mettere a repentaglio la vita dei manifestanti.

Il capo della polizia congolese, il generale Charles Bisengimana, ha dichiarato che l’acquisto di questi mezzi permetterà alla polizia di intervenire durante le manifestazioni senza provocare “danni collaterali”, aggiungendo che si è in attesa di un secondo lotto ancora più importante.

Il direttore della Voce dei Senza Voce (VSV), un’ONG congolese per la difesa dei diritti dell’uomo, Dolly Ibefo, si è detto «molto preoccupato per l’acquisto di questo equipaggiamento antisommossa», aggiungendo che, in un clima politico molto teso alla vigilia delle prossime elezioni, ciò dimostra che «il potere si sta preparando ad intervenire con la violenza contro la popolazione inerme».[11]

Il 2 febbraio, il primo ministro Augustin Matata Ponyo ha dichiarato che il calo dei prezzi delle materie prime rischia di compromettere il finanziamento delle future elezioni, tra cui le elezioni presidenziali, ma ha aggiunto di potere fare a meno dell’aiuto del Fondo monetario internazionale.

Egli ha affermato che, «se il prezzo del rame è sceso a 2.600 dollari per tonnellata e il barile di petrolio a 10 dollari e se le società minerarie chiudono (…) non potremo finanziare le elezioni con il denaro delle famiglie». Matata ha precisato che, nel 2016 , i prezzi “caleranno ancor di più”, a causa della contrazione della domanda da parte della Cina, ciò che avrà un “impatto diretto” sulle entrate dello Stato. Nonostante queste difficoltà di ordine finanziario, il primo ministro ha ribadito di non volere “ricorrere” alle istituzioni finanziarie internazionali, dato che, finora, il Governo ha raggiunto dei buoni risultati economici anche senza il ricorso a programmi del FMI.[12]

L’ex ministro dell’ambiente, José Endundo, membro del PDC e uno dei leader del G7, nel corso della trasmissione Libera espressione su CongoWeb, ha affermato che il governo ha organizzato la mancanza di risorse finanziarie, per giustificare oggi l’impossibilità di organizzare le elezioni entro il tempi previsti dalla Costituzione.[13]

2. IL DIALOGO POLITICO NAZIONALE

A proposito della nomina di Edem Kodjo da parte dell’UA, secondo un consulente del presidente Kabila, è stata la RDCongo che le avrebbe sollecitato la nomina di un facilitatore: «Avevamo presentato al Segretario Generale dell’Onu, Ban Ki-moon, una lista di nomi tra cui scegliere un facilitatore. Dopo varie settimane di attesa, non abbiamo ricevuto alcuna risposta … Quindi abbiamo scritto a Dlamini-Zuma per chiederle un aiuto, lasciandole la libertà di scegliere chi voleva. Lei ci ha risposto subito».[14]

a. L’UDPS dice No a un dialogo convocato da Joseph Kabila

Il deputato nazionale Samy Badibanga, presidente del gruppo parlamentare “UDPS e alleati” all’Assemblea nazionale è stato intervistato dal settimanale Jeune Afrique:

  1. A. Perché rifiutare il dialogo proposto dal governo?
  2. B. Vogliamo il dialogo, ma a certe condizioni: il potere deve dapprima impegnarsi a rispettare la Costituzione, in particolare per quanto riguarda la durata e il numero dei mandati del Presidente della Repubblica. Chiediamo inoltre che si nomini un mediatore neutrale, per la supervisione del processo. Ma non è questo ciò che il potere propone.
  3. A. La nomina, da parte dell’Unione Africana, di Edem Kodjo come facilitatore non vi soddisfa? S. B. Non è una questione di persone, ma di metodo. Perché l’UA ha preso questa iniziativa, invece di inserirsi nella dinamica esistente? L’ONU aveva già iniziato delle consultazioni in vista della preparazione di un dialogo cui Etienne Tshisekedi aveva accettato di partecipare. Ciò avrebbe permesso di includere certi partner, come gli Stati Uniti e l’Unione Europea. Allora perché l’UA ha dato inizio a un nuovo procedimento? E perché non ha detto nulla sul rispetto della Costituzione e del calendario elettorale?
  4. A. Etienne Tshisekedi, presidente dell’UDPS, aveva accettato un “pre-dialogo” prima di ritrattarsi. I suoi tentennamenti non sono uno dei motivi del ritardo che si è constatato?
  5. B. Il rispetto dei testi e lo stato di diritto sono sempre stati la sua bussola. Non cambierà idea. Ma è vero che l’UDPS è stato, se non ingannato, almeno implicato in questo “pre-dialogo” che non ha fatto che ritardare le cose.
  6. A. È ancora possibile organizzare le elezioni presidenziali entro i tempi costituzionali, cioè prima di dicembre 2016?
  7. B. È la Commissione elettorale che potrà dirlo ma, a mio modesto parere, questo non è più possibile. Abbiamo solo trentasei settimane per integrare nelle liste elettorali i nuovi maggiorenni, per fare una revisione completa del database elettorale e per pubblicarlo. E quando la Commissione elettorale si sarà pronunciata, si dovranno stabilire le responsabilità. Non avevamo, noi parlamentari, approvato dei finanziamenti che la Commissione elettorale che non ha mai ricevuto? Credo che il potere ha intenzionalmente rifiutato di organizzare le elezioni.
  8. A. Nel mese di dicembre, lei e Félix Tshisekedi vi siete incontrati, a Parigi, con Moïse Katumbi, ex governatore del Katanga. L’UDPS prevede un’unica candidatura?
  9. B. Moïse Katumbi fa oggi parte dell’opposizione. Siamo d’accordo con lui sul rispetto della Costituzione e sull’alternanza nel 2016, ed è questa la battaglia che dobbiamo dapprima vincere. È troppo presto per parlare di candidatura. Se ci dividiamo, rischiamo di perdere tutto. Ciò detto, credo che il tempo di una leadership individuale sia finito: la situazione richiede una certa unità. Con delle elezioni presidenziali a un solo turno, si deve trovare un accordo a monte.[15]

Il 4 febbraio, a Bruxelles, il presidente dell’UDPS, Etienne Tshisekedi ha incontrato l’inviato dell’Unione Africana, Edem Kodjo, cui ha confermato il suo rifiuto, da parte del suo partito, di partecipare al dialogo politico unilateralmente convocato dal Presidente Kabila.

Secondo quanto riferito, Etienne Tshisekedi ha insistito sulla “bi-polarizzazione di un prossimo dialogo”: da una parte, il presidente uscente Joseph Kabila e i suoi alleati, dall’altra, il leader dell’UDPS e “tutti coloro che aspirano al cambiamento”. Un modello molto diverso da quello voluto da Kinshasa, cioè un dialogo politico nazionale inclusivo tra la maggioranza al governo, l’opposizione e la società civile. Etienne Tshisekedi ha mantenuto la sua posizione definita nella lettera inviata, alla fine di gennaio, a Nkosazana Dlamini-Zuma, presidente della Commissione dell’Unione Africana: il suo partito non parteciperà a delle trattative politiche convocate dal presidente Kabila, essendo quest’ultimo, secondo lui, parte implicata nella crisi.

Secondo un comunicato della presidenza del partito, entrambe le personalità hanno discusso sulla «necessità di un dialogo politico, per evitare una grave crisi che sarebbe dannosa per la stabilità delle istituzioni e del processo democratico». Rimanendo fedele all’accordo quadro di Addis Abeba, l’UDPS ha riassunto in cinque punti le sue esigenze relative al dialogo: il suo rifiuto del dialogo proposto unilateralmente da Joseph Kabila, il suo attaccamento al rispetto della Costituzione, il suo impegno per un’alternativa democratica nel 2016, la sua determinazione a non violare il patto repubblicano sorto dal dialogo inter-congolese di Sun City e fondamento della Costituzione e, infine, il suo impegno a non tradire le legittime aspirazioni del popolo ad un regime democratico.[16]

b. Un dialogo sempre più improbabile

Il 1° febbraio, il Raggruppamento delle Forze sociali e federaliste del Gran Katanga (RFS), un partito di opposizione, ha proposto l’annullamento del dialogo nazionale e la creazione di un comitato internazionale di appoggio alla Commissione elettorale. Questo suggerimento è contenuto nel piano di uscita dalla crisi che il partito ha inviato al facilitatore dell’Unione africana, Edem Kodjo. Il coordinatore del RFS, Jean Raymond Muyumba, ha anche indicato – senza fornire ulteriori dettagli – che è possibile organizzare, in un solo giorno, le elezioni presidenziali, legislative nazionali e legislative provinciali, a metà novembre 2016.[17]

L’organizzazione del dialogo sembra sempre più improbabile. La nomina di un facilitatore da parte dell’Unione Africana non ha prodotto i risultati attesi e non ha risolto alcun problema. Il dialogo per riuscire a organizzare delle elezioni pacifiche è ben visto da tutti i Congolesi. Ma subordinare le elezioni al dialogo è un’assurda frenesia che potrebbe riportare il paese verso il baratro. Infatti, in seguito alle lentezze delle trattative che stanno precedendo il dialogo in preparazione delle elezioni, si teme che una perdita di tempo si riveli fatale per la prosecuzione del processo elettorale.

Intestardirsi sulla strada del dialogo equivarrebbe a preparare le basi per un caos generalizzato. Dopo molti anni di guerra, la RDCongo non merita un simile destino.

Di conseguenza, rimane un solo modo per evitare un eventuale caos il cui spettro si profila all’orizzonte: concentrare gli sforzi sul processo elettorale, al fine di organizzare le elezioni essenziali, tra cui le elezioni presidenziali, la cui data è prevista dalla Costituzione.

Il tempo per il dialogo è finito. È il minimo che si possa ormai dire. È giunto il momento di cambiare rotta, focalizzando tutte le energie sulle elezioni.

Data l’urgenza di rimettere in movimento la macchina del processo elettorale, è saggio mettere da parte il dialogo e orientare tutti gli sforzi sull’organizzazione delle le elezioni essenziali secondo le scadenze costituzionali.[18]

[1] Cf Luigi Elongui – l’Agence d’information, 23.01.’16 http://www.lagencedinformation.com/094-rdc-grandes-manoeuvres-en-catimini.html

[2] Cf Radio Okapi, 29.01.’16

[3] Cf Radio Okapi, 31.01.’16

[4] Cf Le Phare – Kinshasa, 01.02.’16 http://www.lephareonline.net/le-g7-pour-un-calendrier-electoral-allege-et-realiste/

[5] Cf Eric Wemba – Le Phare – Kinshasa, 02.02.’16

[6] Cf Radio Okapi, 03.02.’16

[7] Cf Radio Okapi, 28.01.’16

[8] Cf La Prospérité – via www.congosynthese.com – Kinshasa, 30.01.’16

[9] Cf Radio Okapi, 31.01.’16

[10] Cf Radio Okapi, 23.01.’16

[11] Cf AFP – Africatime, 28.01.’16; Radio Okapi, 28.01.’16

[12] Cf AFP – Africatime, 03.02.’16

[13] Cf John Tshingombe – Congo News, 06.02.’16

[14] Cf Jeune Afrique, 03.02.’16

[15] Cf Le Potentiel – Kinshasa, 02.02.’16

http://www.lepotentielonline.com/index.php?option=com_content&view=article&id=13985:rdc-samy-badibanga-je-pense-que-le-pouvoir-a-intentionnellement-refuse-d-organiser-les-elections-en-2016&catid=90:online-depeches

[16] Cf Radio Okapi, 05.02.’16; Trésor Kibangula – Jeune Afrique, 05.02.’16

[17] Cf Radio Okapi, 02.02.’16

[18] Cf Le Potentiel – Kinshasa, 01.02.’16