Congo Attualità n. 267 – Supplemento

INDICE:

  • LA “CACOFONIA” DELLO SDOPPIAMENTO DI CERTI PARTITI POLITICI
  • Il caso specifico del MSR

LA “CACOFONIA” DELLO SDOPPIAMENTO DI CERTI PARTITI POLITICI

Il 18 gennaio, l’Alleanza per il Rinnovamento del Congo (ARC) ha chiesto al ministro dell’Interno, Evariste Boshab, di porre fine alla “cacofonia” dello sdoppiamento di certi partiti politici, come l’ARC, il PDC, l’ACO e il MSR, in seguito alla creazione del G7 nel mese di settembre 2015. Questo raggruppamento politico è composto dai sette partiti esclusi dalla maggioranza presidenziale, in seguito alla pubblicazione di una loro lettera aperta indirizzata al Presidente della Repubblica, Joseph Kabila. Nella lettera, essi chiedevano l’assoluto rispetto della Costituzione, in vista dell’organizzazione delle elezioni previste per il 2015 e il 2016, ritenendo che, di fronte alle difficoltà finanziarie, le elezioni locali – finora mai organizzate – dovessero essere differite a favore delle elezioni del presidente della Repubblica, dei deputati nazionali e provinciali, dei senatori e dei governatori. Tutti i firmatari di questa lettera erano stati esclusi dalla MP. Tuttavia, alcuni membri di questi partiti politici hanno preferito rimanere fedeli al Capo dello Stato, provocando lo sdoppiamento di alcuni partiti politici.[1]

Il 20 gennaio, ventisette nuovi partiti politici hanno aderito alla Maggioranza Presidenziale (MP). Tra i nuovi membri figurano, tra altri, il Futuro del Congo (ACO), guidato dal deputato nazionale Patrick Bologna e il PCDI di Gabriel Bolenge. I nuovi membri della MP affermano di avere preso questa decisione per «contribuire alla realizzazione degli obiettivi che il presidente Joseph Kabila si è fissato».[2]

Il caso specifico del MSR

Il 25 gennaio, il portavoce del Movimento Sociale per il Rinnovamento (MSR), Laurent Simon Ikenge, ha espresso la sua indignazione nei confronti del decreto del Vice Primo Ministro e Ministro degli Interni del 23 gennaio e relativo alla registrazione di un nuovo partito politico denominato “Movimento Sociale per il Rinnovamento”. Egli ha qualificato l’atto del Vice Primo Ministro e Ministro degli Interni come un atto di «accanimento politico nei confronti di un partito dell’opposizione». Laurent-Simon Ikenge ha affermato che il MSR esiste dal 2006, che non è mai stato sciolto e che, quindi, non è possibile registrare un nuovo partito con lo stesso nome: «Il MSR è sorto come partito nel febbraio 2006 ed è stato registrato. Infatti, il ministero dell’Interno ha trasmesso la lista dei partiti registrati e riconosciuti alla commissione elettorale nazionale indipendente (CENI) e il MSR è stato autorizzato a partecipare a tutte le elezioni organizzate fino ad ora nel nostro Paese». Egli ha inoltre fatto osservare che il MSR ha circa quarantadue deputati provinciali, oltre trenta deputati nazionali e sei senatori.

Il MSR è membro del G7, un raggruppamento politico creato lo scorso settembre, dopo avere inviato una lettera aperta al Presidente della Repubblica, Joseph Kabila. La piattaforma chiedeva per il “l’assoluto rispetto della costituzione” e l’organizzazione delle elezioni previste nel 2015 e nel 2016 ritenendo che, di fronte alle difficoltà di ordine finanziario, le elezioni locali dovessero essere differite a favore delle elezioni presidenziali e legislative nazionali e provinciali. Tutti i firmatari di questa lettera erano stati esclusi dal Maggioranza Presidenziale.[3]

Il 27 gennaio, in una dichiarazione letta dal presidente del loro gruppo parlamentare all’Assemblea nazionale, Muhindo Nzangi, i deputati e i senatori del MSR- G7, «considerando la pubblicazione, da parte del Ministero dell’Interno e della Sicurezza, delle liste dei partiti politici approvate e trasmesse alla Commissione elettorale nazionale indipendente (CENI), per le elezioni organizzate nel 2006 e nel 2011 e, più recentemente, per le elezioni provinciali previste, ma non organizzate, nel 2015», hanno chiesto al Vice Primo Ministro e Ministro degli Interni e della Sicurezza di «ritirare questo decreto che causa solo confusione».[4]

Il 27 gennaio, François Rubota Masumbuko, segretario generale del Movimento Sociale per il Rinnovamento, membro dell’ala del partito rimasta fedele alla maggioranza presidenziale (MP), ha presentato all’opinione nazionale e internazionale il decreto ministeriale n°25 / CAB / VPM / Minitersec / EB / 001/2016 relativo alla registrazione del MSR come partito politico.

In primo luogo ha riferito sulla genesi del partito nel 2006, indicando che, per mancanza di tempo per preparare le elezioni, poiché il partito non esisteva ancora, fu necessario trovare una via d’uscita presentarsi come partito politico. È così che si erano presi dei contatti con il Movimento per la Nuova Repubblica (MNR). Egli ha ricordato che si era arrivati a un “compromesso politico” sulla base di un verbale che ha permesso un cambiamento di denominazione, dal MNR al MSR. In tal modo, per dieci anni, il MSR ha funzionato grazie a un’autorizzazione presa in prestito dal MNR, partito già riconosciuto legalmente dal Ministero degli Interni sin dal 1991.

Il deputato Rubota ha dichiarato che, «dieci anni dopo la sua creazione, il partito è finalmente stato registrato con il proprio nome e senza copertura legale di un altro partito che può la ritirare in qualsiasi momento, come è successo lo scorso novembre» e ha spiegato che la nuova situazione politica del MSR non significa che sia stato creato un nuovo partito politico.

Il segretario generale, François Rubota, ha precisato che non ci sono due MSR, ma un solo MSR che ha regolarizzato la sua situazione giuridica grazie al Decreto Ministeriale del 23 gennaio 2016, firmato da Evariste Boshab, ministro degli Interni e della Sicurezza, rimanendo uno e indivisibile. «Si è solo regolarizzato la sua situazione giuridica e ciò per garantirne la legalità. Non vi è alcun sdoppiamento del MSR, che non dispone che di un solo atto di registrazione presso il Ministero degli Interni e della sicurezza», ha sottolineato François Rubota, precisando che il MSR non è né membro dell’opposizione né del G7, ma della maggioranza presidenziale e che, in quanto tale, sostiene irrevocabilmente il dialogo politico nazionale proposto dal presidente Joseph Kabila.[5]

L’idea di creare un partito politico “fratello” o “amico” del PPRD era sorta nel 2006, per opera di Samba Kaputo, allora Consigliere Speciale del Capo dello Stato, Joseph Kabila. L’obiettivo era quello di mettere insieme dei “Kabilisti” che esitavano sulla loro partecipazione o meno al PPRD. Tuttavia, Samba Kaputo si trovò di fronte ad una difficoltà, quella relativa all’approvazione del partito da parte del Ministero dell’Interno poiché, in quel periodo, la registrazione di nuovi partiti politici era stata sospesa fino a nuovo ordine. Tuttavia, a Samba Kaputo si presentò una via d’uscita.

Il suo assistente, Pierre Lumbi, gli propose una possibile alleanza con un partito che già deteneva un’approvazione legale, il Movimento per la Nuova Repubblica (MNR) di Yoko Yakembe. Con la copertura legale di questo partito, il MSR (Movimento Sociale per il Rinnovamento) poté operare legalmente come partito membro della Maggioranza Presidenziale e si presentò alle elezioni del 2006 e del 2011. Presidente del partito era Pierre Lumbi, uno dei cofondatori.

Nel mese di settembre 2015, insieme a dei rappresentanti di altri sei partiti della MP, Pierre Lumbi firma una lettera aperta al Presidente Kabila, in seguito alla quale essi sono espulsi dalla Maggioranza Presidenziale. In seguito a tale espulsione, essi passano all’opposizione e fondano una nuova piattaforma politica, il G7.

Il decreto ministeriale del 23 gennaio 2016 riconosce la paternità del MSR a Yoko Yakembe. La conseguenza che ne deriva è che il gruppo dissidente del partito, guidato da Pierre Lumbi, non può più utilizzare le insegne (logo, sigla, bandiera) del MSR, sotto pena di procedure giudiziarie.

Un’altra conseguenza del decreto ministeriale è che l’ala dissidente del MSR rischia di non potere più funzionare a causa della mancanza di una base giuridica. Il rischio maggiore è quello che, in caso di elezioni immediate o a medio termine, i dissidenti del MSR non possano presentarsi come candidati di tale partito. Una via d’uscita per sopravvivere politicamente sarebbe quella di candidarsi come indipendenti, in attesa di presentare al Ministero dell’Interno una richiesta di approvazione di un nuovo partito politico.[6]

Il 12 novembre 2015, Yoko Yakembe aveva già rivendicato la paternità del MSR, appoggiandosi sul fatto che il partito funzionava sulla base giuridica dell’atto di approvazione del MNR (Movimento per la Nuova Repubblica), rilasciatogli dal Ministero dell’Interno nel 1991. In una dichiarazione resa pubblica a Kinshasa, Yoko Yakembe avuto tracciato il percorso storico del MSR, per dimostrare che il partito guidato da Pierre Lumbi non aveva alcuna esistenza legale.

Presentandosi come uno dei fondatori del MSR insieme con Guillaume Samba Kaputo e Pierre Lumbi Okongo, Yoko Yakembe aveva affermato che il MSR, come partito politico, non era mai stato registrato presso il Ministero degli Interni in quanto tale. Si era piuttosto proceduto a un cambiamento di denominazione presso le autorità competenti, per consentire al MSR di operare mediante il decreto ministeriale n. 91/0042 del 19 aprile 1991 concesso al partito politico denominato Movimento per la Nuova Repubblica (MNR).

Egli aveva spiegato che questa idea del Professor Samba Kaputo era in lui sorta per aggirare una norma della legge elettorale approvata nel 2005, che proibiva alle organizzazioni della società civile di presentare dei candidati alle elezioni. La condizione per presentarsi come candidati era infatti quella di essere iscritti sulla lista di un partito o di presentarsi come indipendente. Ma fino ad allora, il trio (Samba Kaputo, Pierre Lumbi e Yoko Yakembe) aveva fondato tutte le sue speranze sul Movimento Sociale (MS), un’organizzazione della società civile soggetta a tale disposizione.

Avendo optato per l’idea di Samba Kaputo, quella del cambio di denominazione, e poiché lui stesso non poteva prendere la leadership del nuovo partito, perché era consigliere speciale alla Presidenza della Repubblica, allora si decise di affidare la presidenza del MSR a Pierre Lumbi, fino ad allora direttore del gabinetto di Samba Kaputo. Inoltre, sempre secondo Yoko Yakembe, il MSR era stato creato con l’unico scopo di appoggiare tutte le azioni e le iniziative di Joseph Kabila, in previsione di nuove sfide politiche che si stavano profilando all’orizzonte, compresa l’organizzazione delle elezioni che dovevano sancire la fine della transizione di 1 + 4.

Ma di fronte alla dissidenza del G7, composto da sette partiti della Maggioranza Presidenziale, tra cui il presidente e alcuni altri membri del MSR, Yoko Yakembe aveva ritenuto che il presidente del loro partito aveva rotto il fondamento ideologico che lo legava a Joseph Kabila. È così che egli dichiarava: «La firma della lettera del G7 da parte del Presidente del MSR costituisce una grave violazione del contratto morale in base al quale il Movimento per la Nuova Repubblica aveva preso l’impegno di cambiare il suo nome con quello di un consorzio denominato Movimento Sociale per il Rinnovamento (MSR)».

Di fronte a questa situazione, Yoko Yakembe aveva proceduto alle seguenti opzioni:

– Egli, fondatore ancora in vita, e i membri del MSR rimasti a lui fedele riaffermavano la loro appartenenza alla MP;

– Il MNR invitava gli ex dirigenti del MSR che si erano “autoesclusi” a non agire e a non parlare più a nome del partito. Allo stesso modo, interdiva ai dirigenti del MSR passati al G7 di continuare a servirsi del decreto ministeriale del MNR come base giuridica del nuovo gruppo dissidente e, in tal modo, negava loro la possibilità di agire come partito politico, a causa della mancanza di una base giuridica. Secondo Yoko Yakembe, infatti, sul piano giuridico il MSR non esisteva più. Al contrario, egli annunciava la ripresa ufficiale da parte del MNR dei suoi diritti come partito politico autorizzato e affermava la sua appartenenza alla maggioranza presidenziale.[7]

Il 13 novembre 2015, in una conferenza stampa, il segretario esecutivo nazionale del MSR, Dieudonné Bolengetenge, aveva dimostrato, documentazione alla mano, che il MSR era un partito politico registrato presso il Ministero degli Interni e che, quindi, la sua esistenza giuridica non poteva in alcun modo essere contestata.

Risalendo alle origini del partito, aveva ricordato il verbale dell’assemblea straordinaria del 15 febbraio 2006, in cui gli statuti del MNR erano stati modificati, per far nascere il Movimento Sociale per il Rinnovamento (MSR). Egli aveva fatto osservare che, dopo l’adozione dei nuovi statuto, nessun membro del defunto MNR figurava nella lista dei fondatori del MSR, né in quella del suo comitato direttivo.

E, secondo fonti prossime al dossier, all’indomani del dialogo inter-congolese del 2003 e in previsione delle elezioni che dovevano segnare la fine del periodo di transizione, il Movimento Sociale (MS) di Pierre Lumbi si era scontrato con la difficoltà di farsi registrare presso il Ministero degli Interni, poiché il periodo legale stabilito dalla legge elettorale, affinché un partito si facesse registrare, era già scaduto. Come scorciatoia, i responsabili del MS avevano proposto a Yoko Yakembe, del MNR, un accordo politico consistente nel cambiamento del nome e degli statuti del MNR, che sarebbe scomparso a favore del nuovo MSR. Del resto, è lo stesso Yoko Yakembe che si era impegnato a fare convalidare, presso il municipio di Kinshasa, gli statuti e l’atto di registrazione del nuovo partito.

Yoko Yakembe si era completamente ritirato dalla scena, lasciando i pieni poteri a Pierre Lumbi, Yves Mobando e ai loro compagni di partito, sia a livello del Collegio dei Fondatori che a quello del Comitato esecutivo del partito. È per questo che gli affiliati del MSR si sono stupiti del ritorno in scena del MNR, un partito politico scomparso in seguito alla firma degli accordi presi nel corso dell’Assemblea generale straordinaria del 15 febbraio 2006, cui aveva partecipato attivamente anche lo stesso Yoko Yakembe.

Negli ambienti del MSR, si è convinti che, dietro Yoko Yakembe, c’è una mano nera con l’obiettivo di destabilizzare il partito, di impedirgli di continuare la battaglia per il rispetto della Costituzione, avviata anche all’interno della stessa Maggioranza Presidenziale e di mantenere il controllo sulla preparazione delle prossime elezioni locali, comunali, urbane, legislative provinciali, legislative nazionali e presidenziali. In effetti, perché Yoko Yakembe è rimasto in silenzio per dieci anni ed è ritornato alla ribalta solo dopo l’uscita del MSR dalla Maggioranza Presidenziale?[8]

[1] Cf Radio Okapi, 18.01.’16

[2] Cf Radio Okapi, 20.01.’16

[3] Cf Radio Okapi, 26.01.’16

[4] Cf Le Phare – Kinshasa, 28.01.’16

[5] Cf Tshieke Bukasa – Le Phare – Kinshasa, 28.01.’16; Peter Tshibangu – La Prospérité – Kinshasa, 27.01.’16

[6] Cf Kimp – Le Phare – Kinshasa, 28.01.’16

[7] Cf Dom – Le Phare – Kinshasa, 13.11.’15

[8] Cf Le Phare – Kinshasa, 16.11.’15