COME SMANTELLARE UNA MILIZIA ASSASSINA: SETTE STRATEGIE NON MILITARI PER METTERE FINE ALLA MINACCIA DELLE FDLR NELLA RDCONGO

INDICE

  1. LE FDLR OGGI: INDEBOLITE MA IN FASE DI RIORGANIZZAZIONE
  2. Indebolite, ma non sconfitte
  3. La mancanza di consenso nell’intraprendere delle operazioni militari contro le FDLR
  4. Far ritardare gli attacchi militari senza deporre le armi
  5. Collaborazione con ufficiali dell’esercito congolese
  6. Fonti economiche delle FDLR
  7. Le FDLR continuano a reclutare soldati
  8. Mobilitazione politica
  9. La paura di essere arrestati o uccisi
  10. UN APPROCCIO GLOBALE: CINQUE IMPORTANTI TAPPE NON MILITARI
  11. L’economia: interdire il commercio lucrativo del carbone e punire i trafficanti dell’oro

proveniente da zone di conflitto

  1. Incoraggiare e proteggere i combattenti che depongono le armi
  2. Rifugiati e defezioni
  3. Arrestare gli alti ufficiali responsabili di crimini atroci
  4. RACCOMANDAZIONI
  5. CONCLUSIONE

 

1. LE FDLR OGGI: INDEBOLITE MA IN FASE DI RIORGANIZZAZIONE

a. Indebolite, ma non sconfitte

Oggi, le Forze Democratiche per la Liberazione del Ruanda (FDLR), un gruppo armato d’origine ruandese ma attivo nell’est della Repubblica Democratica del Congo (RDCongo), sono sensibilmente più deboli di quanto non lo erano 5 anni fa, ma conservano ancora una vasta rete di relazioni politiche, militari e economiche che permette loro di essere ancora in grado di commettere gravi atrocità di massa. Il numero dei combattenti delle FDLR è significativamente diminuito nel  corso degli ultimi vent’anni: 30.000-40.000 nel 2001, 6.500 nel 2009 e circa 1.200-1.500 attualmente.
A questo calo hanno contribuito le operazioni militari condotte dall’esercito congolese, dalle forze delle Nazioni Unite, dalle forze speciali ruandesi e dai gruppi armati congolesi[1], le campagne di sensibilizzazione organizzate dalle Nazioni Unite per incoraggiare le defezioni e la pressione finanziaria generata dalla legge statunitense Dodd-Frank e da altre iniziative relative ai minerali provenienti da zone di conflitto. Anche il comando militare delle FDLR si è indebolito. Lo dimostra  il fatto che, dalla fine del 2009, 43 comandanti sono stati uccisi o hanno disertato[2].

Tuttavia, le FDLR non sono ancora state sconfitte e sono attualmente in fase di riorganizzazione.

I loro comandanti militari conoscono bene il territorio e le foreste dell’est della RDCongo, perché vi sono presenti già da 20 anni. Inoltre si sono mescolati tra i rifugiati ruandesi e / o tra la popolazione hutu congolese, nascondendo le armi e portando abiti civili.

Molti dirigenti delle FDLR hanno commesso massacri, stupri, sequestri di persone e furti contro le popolazioni civili dell’est della RDCongo[3]. Per aver commesso tali atrocità, il gruppo delle FDLR figura sulla lista delle sanzioni delle Nazioni Unite e su quella delle organizzazioni terroristiche emessa dagli Stati Uniti. Il comandante militare delle FDLR, Sylvestre Mudacumura, è ricercato dal Tribunale Penale Internazionale (CPI) per i crimini di guerra e i crimini contro l’umanità commessi nella RDCongo.

Vari dirigenti delle FDLR sono stati implicati nel genocidio del 1994 in Ruanda. Sette dirigenti delle FDLR, o appartenenti alle organizzazioni che le hanno precedute, sono stati accusati di genocidio dal Tribunale Penale Internazionale per il Ruanda (TPIR)[4]. Alcuni degli attuali capi delle FDLR che hanno partecipato al genocidio in Ruanda non sono ancora stati accusati ufficialmente.

Il fatto che il Ruanda abbia più volte citato la minaccia delle FDLR, per giustificare i suoi interventi militari nell’est della RDCongo, è una ragione sostanziale per porre fine a questo gruppo. Mettere termine alle FDLR toglierebbe al Ruanda questo pretesto ed eliminerebbe uno dei principali fattori di instabilità nell’est della RDCongo e nella regione.

b. La mancanza di consenso nell’intraprendere delle operazioni militari contro le FDLR

Gli sforzi per porre fine alle FDLR hanno sofferto di una mancanza di consenso nell’intraprendere delle operazioni militari o altre misure non militari contro di loro.

Il governo congolese, che avrebbe dovuto giocare un ruolo decisivo nella sconfitta delle FDLR, esita, perché i suoi legami con il gruppo gli procurano benefici economici e politici. Per esempio, alcuni ufficiali dell’esercito congolese continuano ad arricchirsi per mezzo del commercio illegale dell’oro e del carbone delle FDLR.

Il Sud Africa e la Tanzania, i paesi che forniscono il maggior numero di truppe per la Brigata d’Intervento della Missione delle Nazioni Unite nella RDCongo (MONUSCO), hanno finora sostenuto Kinshasa soprattutto per interessi commerciali connessi alla mega-diga d’Inga III e a causa dei loro rapporti tesi con il Ruanda.

Inoltre, un grosso problema inerente ad un’opzione militare è che le FDLR si sono mescolate con le comunità locali e i rifugiati. Il rischio è che delle operazioni militari dirette contro le FDLR causino molte perdite in vite umane tra i civili. Questo rischio potrebbe tuttavia essere ridotto, se le operazioni fossero condotte da forze militari speciali, prendessero di mira solo la leadership delle FDLR e fossero accompagnate da misure adeguate di protezione della popolazione civile.

c. Far ritardare gli attacchi militari senza deporre le armi

Davanti all’ultimatum imposto dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e dai governi africani della Regione, in vista della loro smobilitazione completa entro il 2 gennaio 2015, sotto pena di dover far fronte ad un’offensiva militare, le FDLR utilizzano la loro promessa di disarmo volontario come tattica per guadagnare tempo, per riorganizzarsi militarmente e per mobilitare un appoggio politico alle loro rivendicazioni.

Queste tergiversazioni delle FDLR sono in linea con lo schema da esse utilizzato da anni, cioè quello di promettere di deporre le armi quando, in realtà, esse si riorganizzano militarmente, si rafforzano finanziariamente e pianificano come contrastare gli attacchi per evitare una sconfitta militare. Nel mese di giugno 2014, il Gruppo degli esperti delle Nazioni Unite ha documentato come le FDLR continuano a reclutare nuove leve, a fare il contrabbando dell’oro e del carbone per comprare armi e munizioni e ad avere un considerevole numero di nascondigli d’armi. Tutto questo, mentre affermano di voler deporre le armi.

L’attuale strategia delle FDLR è coerente con il modello tradizionale che usano ogni qualvolta che si trovano a dovere affrontare una pressione militare. Secondo questo schema, il gruppo promette di deporre le armi e ribadisce le sue ambizioni politiche, quelle di essere riconosciuto come partito ruandese d’opposizione.

Le FDLR approfittano poi di ogni prolungamento concesso per riorganizzarsi, tessendo alleanze militari, aumentando le loro attività economiche e incrementando il reclutamento di nuovi militari.

Un alto ufficiale delle FDLR ha affermato che «la smobilitazione non è sinonimo di resa. Nessun combattente si arrenderà se non vi è alcun progresso nei confronti delle nostre rivendicazioni».

Non esiste attualmente alcuna prova che le FDLR siano disposte a smobilitarsi volontariamente.
Nonostante che le FDLR dichiarino che i loro combattenti sono impegnati in un processo di disarmo, esse non hanno ancora rispettato diverse scadenze di smobilitazione stabilite dai governi regionali e dalla comunità internazionale.

Solo 186 su 1.200-1.500 combattenti hanno deposto volontariamente le armi dal mese di maggio fino ad ora. Inoltre, poche sono le armi consegnate. Il gruppo ha anche rifiutato di essere trasferito presso il campo di smobilitazione designato dal governo congolese.

La strategia attuale delle FDLR è quella di riorganizzarsi in tre settori: a) generare maggiori entrate finanziarie per acquistare armi e munizioni, b) cercare un appoggio politico per guadagnare maggiore legittimità e c) organizzarsi per evitare una sconfitta militare. È così che le FDLR continuano a costituire una minaccia per la sicurezza della regione.

d. Collaborazione con ufficiali dell’esercito congolese

Il rapporto tra le FDLR e il governo congolese è complesso. La RDCongo ha talvolta agito militarmente contro il gruppo, ma alcuni ufficiali dell’esercito congolese hanno collaborato e continuano a collaborare con il gruppo per trarne vantaggi economici e militari. Le FDLR hanno collaborato con alcuni ufficiali militari congolesi e, talvolta, hanno formato un muro di protezione contro i gruppi armati appoggiati dal Ruanda, come il Movimento del 23 marzo (M23). L’esercito congolese ha, di fatto, collaborato con le FDLR per combattere contro il M23.

Le FDLR continuano a scambiare informazioni con ufficiali dell’esercito congolese, il che riflette una lunga storia di collaborazione tra i due gruppi.

Nel mese di giugno 2014, il Gruppo di esperti delle Nazioni Unite ha osservato che «i soldati delle Forze Armate della RDCongo (FARDC) continuano a vendere o a scambiare armi, munizioni e uniformi con le FDLR».

Durante gli ultimi 15 anni e, soprattutto, nel 2005, in occasione della registrazione degli elettori da parte della commissione elettorale, centinaia di combattenti delle FDLR sono riusciti ad ottenere documenti di identità congolesi e hanno quindi potuto essere integrati nell’esercito congolese, attraverso campagne di reclutamento e altre diverse modalità d’integrazione.

Le FDLR e le FARDC collaborano con dei commercianti locali e tutte e due si arricchiscono attraverso il commercio illegale del carbone tra il Parco Nazionale dei Virunga e la città di Goma.
L’appoggio dell’esercito congolese consente alle FDLR di ottenere informazioni militari, armi e munizioni. Un ufficiale della Brigata d’intervento delle Nazioni Unite ha affermato che «le FDLR possiedono un’artiglieria di qualità, tra cui fucili, AK-47, RPG, mortai e mitragliatrici» e un esperto occidentale ha constatato che «le FDLR sono una forza combattente più efficace delle FARDC». Sarà impossibile mettere fine alle FDLR, a meno che il governo congolese riduca il proprio appoggio alle FDLR in modo molto più significativo.

e. Fonti economiche delle FDLR

Nel corso degli anni 2000, le FDLR si dedicavano prevalentemente ad operazioni di un vasto traffico dei minerali (commercio minerario illegale, tassazione sui siti minerari e sui depositi dei minerali, tassazione sul trasporto dei minerali attraverso l’erezione di blocchi stradali, imposizione di contributi alle società minerarie, ai centri di esportazione dei minerali e ad altre persone coinvolte nel commercio dei minerali), che generavano centinaia di milioni di dollari di entrate.

Se queste attività sono diminuite in modo significativo, a causa delle operazioni militari condotte contro di loro e degli effetti della legge statunitense  Dodd-Frank (del 2010) sui minerali provenienti da zone di conflitti, attualmente le FDLR continuano a generare entrate attraverso il commercio illegale dell’oro e del carbone del Parco Nazionale dei Virunga e dintorni, un commercio stimato sui 32 milioni di dollari all’anno. Secondo le Nazioni Unite, l’oro è venduto (o scambiato) a Butembo ed esportato in Uganda attraverso il posto di frontiera di Kasindi.

Le FDLR si servono dell’oro e del carbone per venderli, scambiarli o barattarli con l’esercito congolese in cambio di armi e di munizioni, pagando in contanti o direttamente in natura[5].

Questo reddito non è forse tanto elevato come lo era prima, ma è sufficiente per mantenere il gruppo. Inoltre, le FDLR praticano l’agricoltura, i saccheggi dei villaggi, la tassazione illegale sui rifugiati, la pesca illegale e il bracconaggio. Il gruppo utilizza una parte dei proventi per l’acquisto di armi e munizioni presso ufficiali dell’esercito congolese, con il quale continua a collaborare e a scambiare informazioni militari. Infine, il gruppo continua a ricevere degli aiuti dalla diaspora, che si trova principalmente in Europa, anche se non è chiaro quanto esattamente.

f. Le FDLR continuano a reclutare soldati

Le FDLR continuano a reclutare soldati, soprattutto nei campi per gli sfollati interni, e hanno stretto alleanze militari con gruppi armati congolesi, tra cui i Mai-Mai di Lafontaine e altri.

I rifugiati ruandesi e gli sfollati interni della RDCongo, principalmente Hutu ruandesi e congolesi, continuano a costituire una riserva di reclutamento per le FDLR.

Da quando i campi dei rifugiati hutu ruandesi sono stati smantellati, nel 1996, dall’esercito ruandese e dalla ribellione dell’ADFL sostenuta dal Ruanda, le Nazioni Unite non hanno più organizzato campi per i rifugiati nel Kivu. Da allora, i rifugiati Hutu ruandesi si sono integrati nelle comunità locali o nei campi per gli sfollati interni. Questi rifugiati costituiscono la maggior parte della popolazione residente nei campi di Masisi e Rutshuru, in cui vivono circa 185.000 persone.

Benché siano dei rifugiati internazionali, la stragrande maggioranza degli Hutu ruandesi presenti nell’est della RDCongo appaiono come sfollati interni e non sono iscritti sulle liste dell’UNHCR, in contraddizione con la politica globale dell’aiuto ai rifugiati dell’HCR. L’uso dei due pesi, due misure, in combinazione con le precarie condizioni dei campi attuali, portano molti rifugiati a sentirsi abbandonati dalla comunità internazionale. Molti rifugiati hutu si rivolgono dunque alle FDLR per avere il loro appoggio. Infatti, secondo un ricercatore esperto della regione, sono le FDLR che, in diverse zone, “controllano la sicurezza dei campi degli sfollati“, ciò che è stato confermato da un rappresentante della Commissione Nazionale per i Rifugiati nella RDCongo: «Nessun visitatore esterno può avventurarsi ad entrare in questi campi senza la preventiva autorizzazione dei capi dei combattenti delle FDLR».

g. Mobilitazione politica

Da molto tempo, l’interesse sottostante delle FDLR è quello di prendere il potere in Ruanda o, almeno, di partecipare al governo. Le FDLR stanno quindi cercando di allearsi con certi Ruandesi privati dei loro diritti, creando alleanze con dei gruppi politici della diaspora, al fine di stabilire la legittimità della loro candidatura politica. In particolare, le FDLR hanno accelerato il loro impegno politico intrecciando nuove alleanze con quattro partiti politici ruandesi, frustrati dalla crescente restrizione dello spazio politico ruandese. I negoziati del mese di giugno 2014 a Roma, con la mediazione della Comunità di Sant’Egidio, facevano probabilmente parte di questo schema di riorganizzazione, di fronte alla minaccia di un prossimo intervento militare contro di esse.

Da parte sua, il Ruanda ritiene che le FDLR e la loro collaborazione con i gruppi di opposizione ruandesi siano una minaccia costante contro l’attuale regime.

h. La paura di essere arrestati o uccisi

Molti combattenti delle FDLR affermano di avere paura di essere arrestati o uccisi qualora  ritornassero in Ruanda, come affermato da un ufficiale delle FDLR: «Abbiamo bisogno di garanzie secondo cui i combattenti che tornano in Ruanda non siano poi arbitrariamente incarcerati o barbaramente uccisi, soprattutto quando si sa che il Ruanda considera ogni dissidente come un sospetto genocida». Tali misure di garanzia sono attualmente in vigore in Ruanda ma, a causa di incidenti che hanno avuto luogo in passato, i combattenti delle FDLR non si fidano più di esse.

2. UN APPROCCIO GLOBALE: CINQUE IMPORTANTI TAPPE NON MILITARI

Per sconfiggere le FDLR occorre una strategia globale che includa sia un’azione militare mirata che un’azione diplomatica più concertata nel settore non militare, tra cui l’intensificazione di una diplomazia ad alto livello, delle misure economiche restrittive, degli incentivi per aumentare le defezioni, delle misure umanitarie e dei meccanismi di responsabilità penale. Più in particolare, si rende assolutamente necessario ridurre drasticamente la collaborazione dell’esercito congolese con le FDLR e impedire l’accesso delle FDLR alle loro fonti economiche.

Da sola, una soluzione militare non riuscirà a mettere fine alle FDLR; la soluzione deve essere globale e includere anche diverse tappe non militari, oltre a quelle attualmente in vigore. Queste tappe non militari devono essere accompagnate da operazioni militari mirate contro i principali comandanti delle FDLR. In mancanza d’una pressione militare supplementare che completi le tappe non militari, le FDLR continueranno a riorganizzarsi, ad attaccare le popolazioni civili congolesi, a facilitare la creazione di nuovi gruppi armati congolesi e a preparare attentati contro il Ruanda.
I politici possono e devono agire immediatamente, intervenendo in quattro settori non militari. Si tratterrebbe di impedire l’accesso delle FDLR alle fonti economiche e ai loro proventi finanziari, contribuire ad aumentare le defezioni dal gruppo, migliorare le condizioni umanitarie dei rifugiati e di quelli che depongono le armi e assicurare l’attuazione dei meccanismi di responsabilità penale. Un lavoro più mirato in questi settori contribuirebbe a mettere maggiormente sotto pressione gli alti dirigenti delle FDLR. Inoltre, queste strategie potrebbero provocare la separazione tra gli alti ufficiali e quelli intermedi, renderebbero più difficile il reclutamento di nuovi soldati da parte delle FDLR e, più in generale, contribuirebbero ad indebolire ulteriormente il gruppo.

a. L’economia: interdire il commercio lucrativo del carbone e punire i trafficanti dell’oro

    proveniente da zone di conflitto

Tre strategie permetterebbero di ridurre le fonti di finanziamento delle FDLR.

– In primo luogo, per limitare il commercio del carbone e del legname, la Monusco dovrebbe condurre dei regolari pattugliamenti congiunti nel Parco Nazionale dei Virunga, in collaborazione con le guardie forestali dell’Istituto Congolese per la Conservazione della Natura (ICCN).
– In secondo luogo, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite dovrebbe imporre delle sanzioni contro i commercianti d’oro che, a Butembo, a Bukavu e in Uganda, fanno affari con l’oro procurato dalle FDLR. Gli inviati speciali dell’Onu, dell’Unione Africana, dell’Unione Europea e degli Stati Uniti dovrebbero far pressione sui governi congolese e ugandese, affinché sospendano le licenze a questi operatori. Agire contro di loro impedirebbe che l’oro procurato dalle FDLR acceda al mercato internazionale.

– In terzo luogo, il Belgio e l’Unione Europea dovrebbero applicare delle sanzioni e, se necessario, arrestare, i membri della diaspora che sostengono finanziariamente le FDLR.

b. Incoraggiare e proteggere i combattenti che depongono le armi

    Proporre agli ufficiali delle FDLR che non sono accusati di crimini di accettare di stabilirsi  

    in un paese terzo

    Rafforzare la protezione degli ex combattenti di ritorno in Ruanda

Se è vero che alcuni capi delle FDLR devono essere processati per avere commesso gravi reati, è altrettanto vero che è necessario offrire degli incentivi e / o delle garanzie ai combattenti delle FDLR che hanno deposto le armi e che non sono accusati di nulla.

Due vie politiche permetterebbero d’offrire nuove prospettive ai membri delle FDLR che depongono le armi e dividerebbero ulteriormente tra loro i capi delle FDLR:

– In primo luogo, offrire agli ufficiali delle FDLR, non ricercati dalla giustizia, la possibilità di stabilirsi in un Paese terzo, al di fuori della regione, permetterebbe loro di continuare a vivere come semplici cittadini civili e, soprattutto, nella  sicurezza. Tuttavia, questa proposta diventa fattibile solo se le FDLR sono oggetto di pressione militare perché, nell’attuale situazione, gli ufficiali delle FDLR non hanno alcun interesse a lasciare l’est della RDCongo, come affermato da un loro ufficiale: «Questa offerta di asilo in un paese terzo è una specie di deportazione e noi ci opponiamo … Nessun ufficiale delle FDLR cederà a questa deportazione. Tutti noi vogliamo ritornare al nostro Paese, e questo è tutto».

– In secondo luogo, il Ruanda ha una certa politica di reintegrazione degli ex combattenti delle FDLR che non sono accusati di genocidio. Tuttavia, considerando quanto le FDLR siano diffidenti nei confronti di tale politica, a causa soprattutto di incidenti passati, sarebbe utile aggiornarla, completandola con delle garanzie internazionali che favorirebbero le defezioni dalle FDLR. Gli Inviati speciali per la Regione dei Grandi Laghi dovrebbero dunque collaborare con il Ruanda, per migliorare il suo programma di reinserimento includendovi, per i combattenti delle FDLR non accusati, delle garanzie supplementari di non essere arrestati o uccisi al loro ritorno in Ruanda. Per ovviare a questo problema, gli Inviati speciali, con l’approvazione del Ruanda, potrebbero fare in modo che degli osservatori internazionali appoggiassero tali garanzie di sicurezza espresse in una dichiarazione congiunta. Un’altra opzione potrebbe essere che i combattenti delle FDLR che rientrano in Ruanda e che non sono accusati, ricevano la protezione del personale delle Nazioni Unite o dell’equipe del Meccanismo Congiunto Allargato di Verificazione della CIRGL che controlla la frontiera tra la RDCongo e il Ruanda.

c. Rifugiati e defezioni

    Creare dei campi di rifugiati delle Nazioni Unite e aumentare le campagne per incoraggiare 

    le defezioni

Per impedire la continuazione del reclutamento di rifugiati da parte delle FDLR, per rispondere alle necessità dei rifugiati che affermano di essere abbandonati dalla comunità internazionale e per migliorare le precarie condizioni in cui vivono, le Nazioni Unite dovrebbero creare dei campi per rifugiati stranieri. Questi campi accoglierebbero non solo gli Hutu ruandesi, ma anche altri rifugiati e dovrebbero essere stabiliti al di fuori del Kivu, dove attualmente le FDLR reclutano nuove leve. I campi dovrebbero consentire ai rifugiati e alle comunità locali circostanti di avere accesso a un alloggio adeguato, all’assistenza sanitaria e a un aiuto alimentare. La sicurezza dei campi è di primaria importanza e l’entrata ad essi dovrebbe essere interdetta ai capi delle FDLR accusati di gravi reati. La sicurezza e la sorveglianza dei campi dovrebbero essere garantite dai caschi blu della Monusco e dalle unità di sicurezza di DDR/RR delle Nazioni Unite e dell’UNHCR, per evitare che dei combattenti armati vi entrino per reclutare dei rifugiati, per nascondersi o per depositarvi armi. Per i suoi legami con le FDLR, si dovrebbe evitare di affidare la sicurezza di questi campi all’esercito congolese.

d. Arrestare gli alti ufficiali responsabili di crimini atroci

Negli ultimi venti anni, le FDLR hanno commesso molti crimini e atrocità nell’est della RDCongo, ma mai è stata resa giustizia alle vittime.

Se gli investigatori nazionali e internazionali e i pubblici ministeri potessero identificare i principali responsabili di questi crimini e differenziarli da quelli che non vi sono stati implicati, ciò contribuirebbe a dividere ulteriormente tra loro i vari capi delle FDLR, incoraggerebbe le defezioni, marcherebbe un passo importante nella lotta contro l’impunità e renderebbe giustizia alle vittime dei crimini commessi.

– In primo luogo, gli Inviati speciali dell’Onu e della comunità internazionale (Djinnit, Feingold, Kobler, Dos Santos e Vervaeke) dovrebbero fare pressione sul governo congolese, affinché si avviino delle inchieste, si arrestino e si portino davanti alla giustizia gli ufficiali militari sospettati di collaborare con le FDLR. Nel caso in cui non fosse possibile un’azione giudiziaria, un’opzione alternativa sarebbe quella di sospendere gli ufficiali militari trovati colpevoli di collaborazionismo con le FDLR.

Secondo gli esperti delle Nazioni Unite e alcuni stessi ufficiali delle FDLR, vari ufficiali dell’esercito congolese continuano a fornire informazioni militari e armi alle FDLR, in cambio di certe quantità d’oro. Nonostante che, da diversi anni, se ne siano raccolte le prove, nessun ufficiale dell’esercito congolese è mai stato arrestato o sospeso per collaborazione con le FDLR. Tagliare questo appoggio delle FARDC alle FDLR è vitale, per fare pressione sulle FDLR ed è anche necessario, per combattere l’impunità di tale collaborazione all’interno delle FARDC. Essendo l’attuale sistema giudiziario congolese gravemente carente d’indipendenza e di risorse, gli inviati speciali dovrebbero continuare a fare pressione sul Governo congolese, affinché istituisca sezioni specializzate miste per processare i capi delle FDLR e altri responsabili di crimini gravi.
– In secondo luogo, gli Inviati speciali dovrebbero sollecitare il governo congolese a cooperare con la Corte Penale Internazionale (CPI) per l’arresto del capo militare delle FDLR, Sylvestre Mudacumura, da essa già ricercato per i crimini da lui commessi nel Kivu.

Il governo ruandese ha accusato molti dirigenti delle FDLR per crimini da essi presumibilmente  commessi, ma mai ha formulato un’accusa ufficiale. Nel 2005, il Ruanda avrebbe redatto una lista di persone sospettate di atti di genocidio commessi in Ruanda, ma non l’ha mai resa pubblica. La redazione di semplici liste di persone accusate, senza inchieste approfondite e trasparenti, viola le norme delle procedure internazionali, infrange i principi di base di un sistema giuridico efficace e favorisce, invece, le accuse infondate e le voci di strada. Accuse ufficiali, pubbliche e trasparenti devono essere basate su inchieste indipendenti e approfondite, piuttosto che su una semplice lista di nomi. Le inchieste dovrebbero quindi essere eseguite da investigatori indipendenti, designati dal tribunale giudiziario o militare e con l’aiuto delle unità giudiziarie della Monusco. Le inchieste devono disporre di mezzi adeguati per proteggere i testimoni e le vittime. La CPI dovrebbe indagare maggiormente sui crimini commessi dalle FDLR e mettere sotto accusa le persone sospettate di essere responsabili dei crimini più gravi.

3. RACCOMANDAZIONI

  1. La diplomazia regionale

Occorrerebbe ristabilire buone relazioni tra il Ruanda e il Sud Africa e tra il Ruanda e la Tanzania. L’obiettivo dovrebbe essere quello di creare un consenso regionale, in vista sia di operazioni militari mirate che di misure non militari, urgentemente necessarie per neutralizzare le FDLR.
2. Tagliare le fonti economiche delle FDLR: il carbone

La Missione dell’Onu nella RDCongo (Monusco) e la polizia congolese dovrebbero appoggiare la guardia forestale del Parco Nazionale dei Virunga, dipendente dall’Istituto Congolese per la Conservazione della Natura (ICCN), bloccando alle FDLR le vie d’approvvigionamento in carbone tra il Parco Nazionale dei Virunga e la città di Goma. La Monusco dovrebbe fornire dei caschi blu per pattugliare, in collaborazione con la Guardia forestale, il parco dei Virunga, al fine di limitare la produzione di carbone nel parco.

  1. La responsabilità penale degli ufficiali dell’esercito congolese

La collaborazione di ufficiali militari congolesi con le FDLR costituisce un problema importante, perché permette alle FDLR di prevenire gli attacchi e di rifornirsi. Occorrerebbe quindi aumentare la pressione sul governo congolese, affinché arresti e processi, o almeno  sospenda, gli ufficiali dell’esercito congolese sospettati di collaborare con le FDLR.

  1. Arrestare il comandante delle FDLR, Sylvestre Mudacumura

La Monusco e il Governo congolese dovrebbero cooperare con la Corte Penale Internazionale per arrestare Sylvestre Mudacumura.

  1. Trasferimento in un paese terzo

Occorre finalizzare i negoziati con dei paesi terzi al di fuori della regione dei Grandi Laghi, affinché possano accettare di accogliere, sul loro territorio, i combattenti delle FDLR che non sono accusati di crimini gravi e che hanno paura di ritornare in Ruanda.

  1. I rifugiati

Gli attuali campi per gli sfollati interni accolgono anche dei rifugiati ruandesi divenendo, in tal modo, una riserva di reclutamento di nuove leve da parte delle FDLR. Occorrerebbe collaborare con l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHRC), per creare campi protetti per i rifugiati dell’est della RDCongo. La Monusco dovrebbe garantire la sicurezza di questi campi. La creazione di campi per i rifugiati da parte delle Nazioni Unite, sorvegliati e protetti dalla stessa Monusco, impedirebbe le operazioni di reclutamento da parte delle FDLR in questi campi.

  1. Garanzie di sicurezza

Occorrerebbe collaborare con il Ruanda per migliorare il piano relativo alla sicurezza dei combattenti delle FDLR che non sono accusati di reati gravi e che ritornano in patria. Il non rispetto delle disposizioni di sicurezza, attualmente vigenti, ha causato la sfiducia dei combattenti delle FDLR. Un nuovo programma modificato, firmato congiuntamente dalle Nazioni Unite e / o dalla Comunità dell’Africa australe per lo sviluppo (SADC), potrebbe contribuire all’aumento delle defezioni in seno alle FDLR.

4. CONCLUSIONE

Le FDLR possono essere sconfitte attraverso una pressione militare concertata e mirata, ma anche attraverso una serie di misure non militari che mirano a ridurre il finanziamento del gruppo, a isolare i suoi capi dagli altri membri del gruppo, a fare giustizia per i gravi crimini commessi e a sopprimere le loro riserve di reclutamento di nuove leve.

[1] I gruppi che hanno dichiarato aver incluso tra i loro obiettivi anche la lotta contro le FDLR sono i Mai-Mai Sheka, i Mai-Mai Raia Mutumboki, i Mai-Mai Kifuafua e i Mai-Mai FDC (Defence Force Congo).

[2] Nel mese di marzo 2014, il gruppo di studio per la Repubblica Democratica del Congo di Social Science Research Council (SSRC) ha pubblicato una lista di 32 nomi di dirigenti delle FDLR che, a partire dal 2009, sono stati uccisi o hanno disertato. Cfr. Social Science Research Council, Affinity Group per la Repubblica Democratica del Congo, “FDLR: passato, presente e politiche” Marzo 2014, p. 6-7, disponibile su: https://s3.amazonaws.com/ssrc-cdn1/crmuploads/new_publication_3/%7BCD664AA5-24B4-E311-93FD-005056AB3675%7D.pdf.  Secondo il gruppo degli esperti delle Nazioni Unite, due persone di questa lista, Hamada Habimana e Ferdinand Nsengiyumya, hanno reintegrato le FDLR. Cfr. Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, “Rapporto intermedio del Gruppo degli esperti, S / 2014/428, par 43.

[3] Secondo Human Rights Watch (HRW), tra la fine di gennaio 2009 e settembre 2009, le FDLR hanno ucciso almeno 701 civili. HRW ha documentato anche una serie di atrocità commesse dalle FDLR tra il 2010 e il 2012. Oltre all’uccisione di 96 civili a Busurungi, HRW ha segnalato 60 casi di stupri, commessi  nel giugno 2010 nel sud del territorio di Lubero e una serie di attacchi a villaggi nel Sud Kivu, con vittime bruciate vive o decapitate a colpi di machete o uccise con armi da fuoco. Cf. Human Rights Watch, “Sarai punito”, Dicembre 2009, p. 12 e p. 96, disponibile su: http://www.hrw.org/sites/default/files/reports/drc1209webwcover2.pdf

[4] Questi dirigenti sono Tharcisse Renzaho, Augustin Ngirabatware, Idelphonse Nizeyimana, Grégoire Ndahimana, Aloys Ntabakuze, Augustin Bizimungu e Callixte Nzabonimana. I processi di Renzaho, Ndahimana, Ntabakuze e Bizimungu sono terminati. Quelli di Ngirabatware, Nizeyimana e Nzabonimana sono ancora in corso presso la corte d’appello. I dossier di questi casi sono disponibili su http://www.unictr.org/Cases/tabid/204/Default.aspx.

[5] Nei mese di settembre e ottobre 2013, tre ex combattenti hanno dichiarato al gruppo di esperti delle Nazioni Unite per la RDCongo che le FDLR acquista munizioni dai soldati delle FARDC pagando tra 50 e 100 franchi congolesi (tra 0,05 $ e 0,11$) per proiettile (vedi S/2013/433, par. 106-109).