ELEZIONI AD ALTO RISCHIO

“Editoriale Congo Attualità n.216 – a cura della Rete Pace per il Congo”

Un calendario per elezioni locali previste nel 2015

Il 26 maggio, la Commissione Elettorale Nazionale Indipendente (Ceni) ha pubblicato il calendario delle elezioni urbane, municipali e locali che, tenendo conto di tutte le fasi, si svolgeranno dal 10 dicembre 2014 al 5 novembre 2015.

Molti Congolesi non capiscono perché la Ceni abbia deciso di organizzare, in primo luogo, le elezioni urbane, comunali e locali, quando altre elezioni previste nel ciclo elettorale del 2011 non sono ancora state organizzate. È il caso della elezione dei deputati provinciali, dei governatori e dei senatori eletti nel 2006 e ancora in funzione, nonostante il loro mandato (di 5 anni) sia arrivato a termine nel 2011. A questo proposito, la Ceni ha spiegato che anche le elezioni urbane, municipali e locali costituiscono, come le elezioni dei deputati provinciali, dei governatori e dei senatori nazionali, degli arretrati del 2011, perché anch’esse erano incluse nella legge elettorale del 2011. Inoltre, la Ceni ha sottolineato che «le elezioni alla base (urbane, municipali e locali) sono il fondamento di ogni processo elettorale».

Contraddizioni e incongruenze

Se le spiegazioni della Ceni sembrano giuste e corrette, probabilmente lo sono solo teoricamente e, per questo, non sono affatto convincenti. Infatti, secondo vari osservatori, «è molto difficile, quasi impossibile, organizzare le elezioni locali nel 2015, perché i requisiti che la Ceni aveva posto come condizioni preliminari non sono ancora acquisiti».

Il 30 gennaio 2014, la Ceni aveva infatti presentato all’Assemblea Nazionale dei Deputati la tabella di marcia per la continuazione del processo elettorale. Al parlamento, la Ceni aveva chiesto di aggiornare, entro marzo – aprile – maggio, il quadro giuridico per le elezioni urbane, comunali, locali e per quelle provinciali, senatoriali, legislative e presidenziali e di approvare le leggi sulla ripartizione dei seggi secondo le esigenze del ciclo elettorale. Al Governo, la CENI aveva chiesto di rendere pubblica la lista ufficiale e la delimitazione dei raggruppamenti, delle città, dei comuni, dei quartieri e dei settori entro la fine di febbraio 2014, di rendere operativi i tribunali di grande istanza per l’esame dei contenziosi delle elezioni urbane, municipali e locali entro settembre 2014 e di  presentare i risultati del censimento amministrativo della popolazione entro settembre 2015. All’inizio di giugno, non si sa ancora che risposta il Parlamento e il Governo abbiano dato alla Ceni per quanto riguarda le scadenze dei primi cinque mesi del 2014.

Inoltre, le elezioni locali saranno organizzate sulla base dell’attuale database elettorale elaborato dalla Ceni, un database che ha bisogno, non solo di essere aggiornato, ma anche corretto nelle sue numerose irregolarità. Il 16 maggio, il presidente della Ceni aveva assicurato che le operazioni di aggiornamento delle liste degli elettori e dei seggi elettorali sarebbero state completate entro la fine del 2014. Da tener presente che, al 31 marzo, tali operazioni erano ancora in corso nella provincia di Bandundu e nel territorio di Befale, nella provincia dell’Equateur e che non erano ancora cominciate nelle altre 10 province. Appena 10 giorni dopo, il 26 maggio, la Ceni ha annunciato un controllo esterno del database dal 1° al 20 ottobre 2014. C’è da chiedersi se la Ceni riuscirà à terminare il lavoro di aggiornamento entro la fine di settembre, il che sembra improbabile.

Va notata anche una radicale contraddizione: le elezioni locali, previste nel 2015, saranno organizzate sulla base del database elettorale attuale, seppur rivisto e corretto, ma quelle presidenziali e legislative nazionali, previste nel 2016, saranno organizzate sulla base dei risultati di un censimento generale della popolazione, un censimento che non sarà terminato entro il 2015, come richiesto dalla Ceni, per il semplice fatto che non è ancora entrato nella sua fase di realizzazione, in un Paese povero e senza infrastrutture, con una superficie di 2.345.000 Km.² e circa 73 milioni di abitanti.

Occorre ricordare che l’idea di elezioni a suffragio indiretto dei deputati provinciali e del censimento generale della popolazione prima delle prossime elezioni presidenziali e legislative nazionale è emersa nel corso delle famose concertazioni nazionali tenutesi a Kinshasa dal 7 settembre al 5 ottobre 2013. Altro che concertazioni per costruire la coesione nazionale! Sono state concertazioni elettorali!

Conseguenze prevedibili

Queste contraddizioni e incongruenze avranno certamente delle ripercussioni negative sull’organizzazione dell’intero processo elettorale.

– Una prima conseguenza sarà un eventuale slittamento delle elezioni dei deputati nazionali e del presidente della Repubblica previste nel 2016, il che costituirebbe una flagrante violazione della Costituzione che fissa a 5 gli anni del loro mandato.

Questo slittamento sembra annunciato già nel corso della conferenza stampa in cui la Ceni a presentato il calendario delle elezioni locali quando, accennando brevemente alle elezioni legislative e presidenziali del 2016, il presidente della Ceni ha affermato che la legge elettorale prevede, prima di queste elezioni, il censimento amministrativo dell’intera popolazione. Pertanto, il governo dovrà impegnarsi a terminare il censimento entro i tempi costituzionali (prima della fine del 2015) o il parlamento dovrà modificare la legge elettorale. In caso contrario, la Ceni sarà obbligata a presentare alla Corte Costituzionale una richiesta debitamente motivata di posticipazione di dette elezioni.

– Una seconda conseguenza potrebbe essere il passaggio, ufficialmente per ragioni di ristrettezza di tempo e di risparmio economico, dal suffragio diretto al suffragio indiretto come modalità delle elezioni dei deputati provinciali. Questa disposizione contribuirebbe ad allontanare gli eletti dalla loro base naturale e violerebbe l’articolo 197 della Costituzione, che prevede l’elezione dei deputati provinciali a suffragio universale diretto. Questo cambiamento esigerebbe una revisione costituzionale e la Ceni sa bene quanto il popolo congolese sia allergico ad ogni tipo di revisione costituzionale, soprattutto se avviene in un periodo pre-elettorale e, quindi, quanto meno sospetto. I partiti dell’opposizione e gran parte della società civile e della popolazione temono che un’eventuale revisione dell’art. 197 possa essere una machiavellica manovra per cambiare anche le disposizioni costituzionali che limitano a due i mandati del presidente della Repubblica, che si vedrebbe così autorizzato a candidarsi per un terzo mandato.

Una proposta alternativa

La Ceni dovrebbe tenere conto di tutte queste difficoltà e incongruenze, esattamente per evitare inutili conflitti sociali e politici. La Ceni dovrebbe mettersi in ascolto non solo della maggioranza, ma anche dell’opposizione, della società civile e, soprattutto, del popolo, per non tradirne le aspettative.

La piattaforma della società civile “Agire per Elezioni Trasparenti e Pacifiche” (AETA) ha proposto una “alternativa” al programma elettorale di massima presentato dalla Ceni in parlamento.

AETA chiede semplicemente di organizzare con priorità le elezioni dei deputati provinciali a suffragio diretto nel 2015, seguite dalle elezioni dei senatori e dei governatori. Le elezioni presidenziali e legislative nazionali sarebbero organizzate nel 2016, nel rispetto delle scadenze costituzionali. Le elezioni comunali, urbane e locali potrebbero essere organizzate dopo il 2016, nel 2018, per esempio. In tal modo, un nuovo ciclo elettorale potrebbe iniziare con le elezioni locali del 2018, per continuare con le elezioni dei deputati provinciali nel 2020, seguite dalle elezioni dei senatori e dei governatori. e le elezioni presidenziali e legislative nazionali nel 2021.