Congo Attualità n. 354

INDICE

EDITORIALE: UNA LISTA DI PARTITI POLITICI E UNA SERIE DI NUOVE ALLEANZE ELETTORALI

  1. NUOVE PIATTAFORME O COALIZIONI POLITICHE
  2. UNA LISTA DI 599 PARTITI E 94 COALIZIONI
    1. Il rapporto del CNSA sullo sdoppiamento di certi partiti politici
    2. La trasmissione delle lista alla Commissione elettorale da parte del Ministero degli Interni
  3. IL CONGRESSO DELL’UDPS / ALA LIMETE
    1. La convocazione
    2. L’UDPS / ala Tshibala tenta di impedirlo
    3. Félix Tshisekedi eletto presidente dell’UDPS / ala Limete

 

EDITORIALE: UNA LISTA DI PARTITI POLITICI E UNA SERIE DI NUOVE ALLEANZE ELETTORALI

 

 

 

 

1. NUOVE PIATTAFORME O COALIZIONI POLITICHE

 

Il 13 marzo, il segretario permanente del Partito Popolare per la Ricostruzione e la Democrazia (PPRD), Ramazani Shadary, ha annunciato la nomina di sei nuovi vice segretari permanenti. Si tratta di Willy Bakonga, Ferdinand Kambare, José Ngookos, Kasongo Mwadia-Mvita, Beatrice Lomeya e Jacqueline Pembe, provenienti da sei aree geografiche diverse e corrispondenti alla vecchia suddivisione delle province. Lavoreranno in collaborazione con lui. Jeannine Mabunda diventa presidente della Lega delle donne, in sostituzione di Tshiala Mwana. Tunda ya Kasende e Micheline Kilumba faranno parte del Comitato politico, la cui composizione completa sarà annunciata nei prossimi giorni. I posti di presidente e vicepresidente rimangono ancora vacanti. Chi occuperà uno di questi due posti sarà il probabile successore di Joseph Kabila, che ha già concluso il suo secondo e ultimo mandato presidenziale, secondo le disposizioni della costituzione. Ramazani Sharady ha affermato che questa ristrutturazione è stata voluta dall’iniziatore del partito, Joseph Kabila, nell’intento di “assicurare la vittoria del PPRD nelle prossime elezioni».[1]

 

Il 13 marzo, dopo un incontro con una delegazione del Movimento per la liberazione del Congo (MLC) e del Partito Lumumbista Unificato (PALU), il presidente dell’Unione per la Nazione Congolese (UNC), Vital Kamerhe, ha incontrato il presidente del Raggruppamento  dell’Opposizione / ala Limete, Felix Tshisekedi. Secondo lui, questi incontri si inseriscono nella prospettiva della creazione di una grande coalizione elettorale che possa permettere loro di vincere le prossime elezioni presidenziali, previste per il 23 dicembre 2018.[2]

 

Il 15 marzo, i leader dell’Unione per la Democrazia e il Progresso Sociale (UDPS), del Movimento per la Liberazione del Congo (MLC) e dell’Unione per la Nazione Congolese (UNC) si sono incontrati a Kinshasa, per discutere della situazione politica del paese, in particolare per quanto riguarda il processo elettorale. Dopo un loro incontro a porte chiuse, Felix Tshisekedi (UDPS), Eve Bazaiba (MLC) e Vital Kamerhe (UNC) hanno firmato una dichiarazione congiunta in cui affermano di volere unire i loro sforzi, mediante la creazione di un fronte repubblicano e democratico per l’effettivo svolgimento delle elezioni in dicembre 2018. In tale dichiarazione, essi hanno «ribadito la loro determinazione ad andare alle elezioni entro quest’anno 2018, pur dicendosi contrari all’uso della macchina per votare, almeno in queste elezioni» perché, secondo loro, essa favorisce il ricorso a immensi brogli elettorali. Félix Tshisekedi, Eve Bazaiba e Vital Kamerhe hanno firmato questa dichiarazione a nome dei rispettivi partiti.[3]

 

Il 15 marzo, in serata, in un suo post su Twitter, il segretario generale dell’UDPS, Jean-Marc Kabund, si è dichiarato contrario a una coalizione con Vital Kamerhe, leader dell’UNC: «Si tratta di una dichiarazione che non impegna l’’UDPS. Il nostro partito non accetterà mai un accordo con Kamerhe che, dopo aver firmato con noi l’accordo del Centro Interdiocesano il 31 dicembre 2016, ci ha poi abbandonati per firmare gli annessi di Palazzo del Popolo, favorendo Kabila nella sua strategia di stravolgere questo accordo detto di San Silvestro 2016. Meglio essere soli che mal accompagnati. Un’unione di facciata tra i partiti dell’opposizione non può che giovare all’avversario». Jean-Marc Kabund sembra quindi contraddire Felix Tshisekedi, attuale vice segretario generale del partito, ma suo prossimo possibile presidente.[4]

 

Il 17 marzo, tre partiti politici: Congo en Marche, Union Républicaine, Congo en Avant e 19 movimenti associativi hanno  creato una nuova piattaforma politica denominata “Sentinella dell’Alternanza”. Medard Kankolongo, presidente di Congo en Marche e portavoce della piattaforma, ha affermato che l’obiettivo è quello di monitorare il processo elettorale fino alla sua conclusione e di preparare le elezioni di dicembre 2018 per vincerle. Egli ha chiesto al Governo congolese di “liberare i prigionieri politici e di opinione”, prima dell’organizzazione di tali elezioni.[5]

 

Il 17 marzo, l’Alleanza delle Forze Democratiche del Congo (AFDC), partito dell’attuale ministro della pianificazione, Modeste Bahati Lukwebo, ha presentato la sua nuova piattaforma denominata “AFDC e Alleati”, composta da venti associazioni e personalità politiche. L’autorità morale dell’Afdc, Modeste Bahati, ha parlato di un “matrimonio” tra partiti e personalità che «vogliono la ricostruzione e la crescita economica del paese, garantendo nel contempo la prosperità e il benessere di ogni cittadino». Si tratta probabilmente di un messaggio dell’AFDC rivolto al partito di Joseph Kabila, il Partito Popolare per la Ricostruzione e la Democrazia (PPRD), che si sta preparando a scegliere un successore all’attuale capo dello Stato. Seconda forza politica all’interno della maggioranza presidenziale, dopo il PPRD del presidente Kabila, anche l’AFDC potrebbe aspirare alla Presidenza della Repubblica. A differenza del Gruppo dei 7 (G7), che ha lasciato la maggioranza presidenziale per passare all’opposizione, l’AFDC è rimasta nell’ambito della coalizione presidenziale, salvandola da una fine certa. I suoi leader potrebbero quindi ritenere giusto che l’AFDC possa a sua volta presentare un suo candidato per la successione dell’attuale Capo dello Stato. Pur continuando ad essere membro della maggioranza, l’AFDC giustifica la creazione di questa sua nuova piattaforma politica per il fatto che, per le elezioni legislative nazionali e provinciali, l’attuale legge elettorale prevede uno sbarramento dell’1% e del 3% rispettivamente: «Se vogliamo vincere le elezioni, dobbiamo formare delle coalizioni che ci permettano di superare la quota minima delle sbarramento».[6]

 

Il 17 marzo, in una conferenza stampa a Kinshasa, i partiti e le coalizioni politiche membri di “Insieme per il cambiamento” hanno riaffermato la loro appartenenza al Raggruppamento dell’Opposizione / ala Limete. Il vicepresidente di questa piattaforma, Pierre Lumbi, ha affermato che «il Raggruppamento dell’Opposizione rimane la nostra piattaforma di combattimento, per impedire ogni tentativo di revisione della costituzione e qualsiasi tipo di terzo mandato presidenziale». A proposito di una possibile candidatura unica dell’opposizione in occasione delle elezioni presidenziali, egli ha dichiarato che la loro piattaforma rimane aperta a tutti: «Se è possibile arrivare a una candidatura unica dell’opposizione, ne saremo ben felici. Da parte nostra, siamo disponibili e pronti. Tuttavia, se dovessimo andare alle elezioni con due o tre candidati dell’opposizione, per noi non sarebbe un problema e noi non ostacoleremo nessuno. È questione di democrazia». Tuttavia, Pierre Lumbi ha respinto qualsiasi ipotesi di sostenere un altro candidato diverso da quello presentato da “Insieme” o di sostituire Moïse Katumbi, in esilio dal 2016, nel caso in cui non potesse ritornare in patria: «Moïse Katumbi è il nostro piano A e il nostro piano B. Siamo convinti che potrà ritornare in patria e vincerà le prossime elezioni presidenziali. Quelli che affermano che Katumbi ha paura di rientrare sbagliano».[7]

 

Il 18 marzo, in un’intervista, il segretario generale dell’Unione per la Democrazia e il Progresso Sociale (UDPS), Jean Marc Kabund, ha affermato che la creazione della piattaforma elettorale “Insieme” non ha nulla di contraddittorio con gli obiettivi del Raggruppamento dell’Opposizione e dell’UDPS. «Moïse Katumbi ha il diritto di creare la sua piattaforma elettorale. Il Raggruppamento dell’Opposizione rimane una coalizione di lotta per far partire Kabila dal potere e imporre l’alternanza politica», ha dichiarato Jean-Marc Kabund, aggiungendo che «anche l’UDPS presenterà i propri candidati a ciascun livello delle elezioni».[8]

 

Il 19 marzo, nel corso di una conferenza stampa tenutasi a Lubumbashi, il coordinatore del Raggruppamento dell’Opposizione (RASSOP) e della nuova piattaforma denominata “Insieme per il cambiamento” nel Grande Katanga, Gabriel Kyungu wa Kumwanza, ha affermato la sua appartenenza al Raggruppamento dell’Opposizione, pur sostenendo la candidatura di Moïse Katumbi alle prossime elezioni presidenziali: «La piattaforma “Insieme per il cambiamento” è una piattaforma elettorale che appoggia la candidatura di Moïse Katumbi Chapwe, ma rimane membro del Raggruppamento dell’Opposizione. Per quanto mi riguarda, rimango dunque coordinatore del Raggruppamento nel Gran Katanga e direttore della campagna elettorale per Moïse Katumbi per conto della piattaforma “Insieme per il Cambiamento”». Secondo Gabriel Kyungu, ogni partito membro del RASSOP può presentare un suo candidato presidenziale. L’essenziale è che ci sia un’alternanza ai vertici dello Stato e che l’opposizione possa arrivare alla presidenza della Repubblica. Gabriel Kyungu ha detto che non farà campagna elettorale per un eventuale candidato presentato dall’UDPS: «non ci saranno elezioni primarie all’interno del Raggruppamento. L’UDPS potrà presentare un suo candidato presidente. Ne prenderemo atto, ma non faremo campagna elettorale per lui».[9]

 

Il 21 marzo, il portavoce dell’Unione per la Democrazia e il Progresso Sociale (UDPS), Augustin Kabuya, ha affermato che l’UDPS creerà una sua piattaforma elettorale, in vista delle elezioni previste per il prossimo dicembre. Questa piattaforma elettorale dovrebbe essere denominata “UDPS / Tshisekedi e Alleati”. Secondo Augustin Kabuya, l’obiettivo di questa piattaforma sarà di consentire all’UDPS di riunire intorno a sé il maggior numero possibile delle forze dell’opposizione, per vincere le prossime elezioni. Tuttavia, il segretario generale dell’UDPS, Jean Marc Kabund, continua a porre delle condizioni alla partecipazione dell’UDPS al processo elettorale, tra cui l’affidabilità del registro elettorale e la fine dello sdoppiamento del partito.[10]

 

Il 21 marzo, il presidente di Congo Na Biso (CNB), Freddy Matungulu, ha annunciato l’uscita ufficiale, per il mese di maggio, della sua piattaforma elettorale denominata “Sinergia elettorale Nostro Congo” (SYENCO). Congo Na Biso è un partito politico membro del Raggruppamento dell’Opposizione. Freddy Matungulu ha affermato che questa piattaforma avrà tre obiettivi: ripristinare la dignità, assicurare il ritorno della pace e lanciare lo sviluppo, aggiungendo che «questa nuova piattaforma prenderà parte alle prossime elezioni. Sono candidato per le prossime elezioni presidenziali, ma intendo lavorare con altri colleghi su una candidatura unica  dell’opposizione». Secondo questo ex dirigente del Fondo Monetario Internazionale, «l’idea è quella di trovarci con altri colleghi per formare un fronte comune». Benché candidato alla presidenza, si è detto pronto a lavorare per una candidatura unica dell’opposizione.[11]

 

Sette partiti politici dell’opposizione e firmatari della carta del movimento “Insieme per il Cambiamento” hanno creato un’altra piattaforma elettorale denominata “Allenza dei Movimenti del Kongo“. Si tratta dei seguenti partiti: Insieme Cambiamo il Congo (ECCO), di Adam Bombole; Fronte Sociale degli Indipendenti Repubblicani (FSIR), di Chérubin Okende; Movimento del Popolo Congolese per la Repubblica (MPCR), di Jean Claude Vuemba; Partito Nazionale per la Democrazia e lo Sviluppo (PND), di Salomon SK Della; Rinascimento del Congo (RECO), di Masumbu Baya André; Alleanza dei Democratici Unitaristi per il Ricupero del Congo (ADURE), di Sam Bokolombe e Unione Africana Democratica-Originale (UDAO), di André-Claudel Lubaya.
Questa piattaforma elettorale è guidata dal deputato nazionale André-Claudel Lubaya.[12]

 

Il 23 marzo, il partito Congo Na Biso (CNB) e alleati, il Movimento di Liberazione del Congo (MLC) e alleati e l’Unione per la Nazione Congolese (UNC) e alleati si sono incontrati, per discutere dell’attuale situazione politica e della possibilità di una candidatura unica dell’opposizione per le prossime elezioni presidenziali. Il CNB e alleati, il MLC e alleati e l’UNC e alleati hanno anche ribadito la loro opposizione all’uso della macchina per votare proposta dalla Commissione elettorale per le elezioni di dicembre 2018.[13]

 

Il 24 marzo, il presidente di Nuova Generazione per l’Emergenza del Congo (NOGEC), un movimento cittadino, ha annunciato la creazione di una sua piattaforma elettorale denominata “NOGEC e alleati”, per preparare le prossime elezioni. Finora movimento cittadino, oggi piattaforma elettorale, NOGEC ha già registrato alcune nuove adesioni, tra cui l’Alleanza Nazionale dei Congolesi per la Democrazia e lo Sviluppo e la Convenzione Africana per la Democrazia e lo Sviluppo. Questa piattaforma ha come presidente: Constant Mutamba, vice presidente: Jacques Mbelolo, segretario generale: Ivan Ilunga e vice segretario generale: Zephyrin Mbambu.[14]

 

Il 24 marzo, il Partito Lumumbista Unificato (PALU) ha chiesto alla Maggioranza Presidenziale (MP) di appoggiare il suo futuro candidato alle presidenziali del 2018, secondo il principio della “reciprocità simmetrica”. Il suo segretario permanente, Wolf Kimasa, l’ha dichiarato in una conferenza stampa a Kinshasa: «Nel 2011, il PALU non aveva presentato alcun candidato presidenziale e aveva appoggiato il candidato Joseph Kabila. Aveva però indicato che, nelle elezioni presidenziali del 2016, si sarebbe aspettato, per reciprocità, l’appoggio della Maggioranza Presidenziale (MP) al suo candidato». Wolf Kimasa ha ritracciato le linee dell’accordo politico del 30 settembre 2006, tra Antoine Gizenga e il presidente Joseph Kabila, i cui termini e contenuti vertevano sulla formazione di una coalizione in vista di una maggioranza parlamentare per la direzione del parlamento: «l’accordo prevedeva la formazione di un governo di coalizione guidato da un primo ministro proveniente dalle file del PALU e l’appoggio del PALU al candidato Joseph Kabila nel secondo turno delle elezioni presidenziali». Infine, Wolf Kimasa ha annunciato che il PALU presenterà quasi 500 candidati deputati nazionali, quasi 700 candidati deputati provinciali e un candidato Presidente della Repubblica, presumibilmente nella persona di Antoine Gizenga, 92 anni, leader del raggruppamento politico Palu e alleati.

Da parte sua, la Maggioranza Presidenziale (MP) ha affermato di non ricordare l’esistenza di un patto che richiederebbe al campo di Kabila di appoggiare il candidato di Palu nelle elezioni del 2018. Il portavoce della MP, André Alain Atundu, ha dichiarato che, «se il PALU ha ambizioni elettorali, può sempre dialogare con la MP e negoziare con essa».[15]

 

 

2. UNA LISTA DI 599 PARTITI E 94 COALIZIONI

 

Il 13 marzo, per assicurare l’organizzazione delle elezioni il prossimo 23 dicembre 2018, il presidente della commissione elettorale, Corneille Nangaa, ha ricordato al ministro dell’Interno Henri Mova Sakanyi che deve trasmettergli, entro il 26 marzo, la lista dei partiti politici registrati presso il suo ministero.[16]

 

Il 22 marzo, in un comunicato stampa, la Commissione elettorale ha fatto un appello finale ai partiti politici, affinché regolarizzino loro situazione presso il Ministero degli Interni, soprattutto per quanto riguarda il nome e il logo del partito, l’indirizzo fisico, il nome del rappresentante legale e il numero di telefono. La Commissione elettorale ha riaffermato che un partito politico non può utilizzare il simbolo o il logo di un altro partito, né far parte di più coalizioni o piattaforme politiche.[17]

 

a. Il rapporto del CNSA sullo sdoppiamento di certi partiti politici

 

Il 21 marzo, il Consiglio Nazionale di Supervisione dell’Accordo del 31 dicembre 2016 (CNSA) ha pubblicato un suo rapporto sullo sdoppiamento dei partiti politici. Il CNSA ha raccomandato la fine della scissione dei seguenti partiti politici: Alleanza per il Rinnovamento del Congo (ARC), Unione Nazionale dei Democratici Federalisti (UNADEF), Unione Nazionale dei Federalisti del Congo (UNAFEC) e Partito Democratico cristiano (PDC), rispettivamente guidati da Olivier Kamitatu, Kyungu wa Kumwanza, Christian Mwando e Jose Endundo, ex membri della maggioranza presidenziale, ma oggi membri del Gruppo dei 7 (G7), una piattaforma politica dell’opposizione che appoggia la candidatura di Moïse Katumbi per le prossime elezioni presidenziali.

Il CNSA ha raccomandato al Ministero degli Interni di riconoscere il Movimento Sociale per il Rinnovamento (MSR), membro della maggioranza presidenziale e guidato da François Rubota, a scapito di quello guidato da Pierre Lumbi, ex consigliere di Joseph Kabila per la sicurezza e oggi membro del G7. Il presidente del CNSA, Joseph Olengankoy, ha motivato questa sua decisione in questi termini: «Dal 2006, anno della sua fondazione, fino al 2015, il MSR non ha avuto alcun documento. Come partito politico guidato da Pierre Lumbi, il MSR non ha mai ottenuto alcuna attestazione di registrazione e, fino al 2015, ha utilizzato l’attestato di registrazione n. 91/0042 del Movimento per la Nuova Repubblica (MNR ), creato nel 1991. Anche se fondato nel 2006, il MSR ha ottenuto il suo primo documento nel 2016, con l’onorevole Rubota, presidente del ramo MSR rimasto nella maggioranza presidenziale. Si tratta dell’atto di registrazione N ° 25 / CAB / VPM / MINITER SEC / EB / 001/2016 del 23 gennaio 2016». Il CNSA ha quindi raccomandato a Pierre Lumbi di creare il suo proprio partito politico, chiedendo al Ministero degli Interni di facilitarne le pratiche.
Per quanto riguarda altri partiti politici sdoppiati, tra cui l’UDPS e l’ACO,  i cui casi sono stati portati a conoscenza del CNSA, Joseph Olenga Nkoy ha affermato che i loro casi saranno esaminati nei giorni seguenti.[18]

 

Il 21 marzo, il Movimento Sociale per il Rinnovamento (MSR), membro del G7 e del Raggruppamento dell’Opposizione, ha denunciato la decisione del Consiglio Nazionale di Supervisione dell’Accordo (CNSA) che ha proposto al Ministero degli Interni di riconoscere come valido l’MSR membro della maggioranza presidenziale, a scapito di quello guidato da Pierre Lumbi, membro dell’opposizione. Secondo il segretario generale del MSR / Lumbi, Dieudonné Bolengetenge, il partito detiene documenti legali che giustificano la sua esistenza, contrariamente alle affermazioni del CNSA: «I partiti politici non esistono solamente sulla base di un attestato di registrazione. Durante la sua esistenza, un partito può cambiare direttorio e nome. In questi casi, la legge richiede che il partito interessato comunichi gli elementi di questi cambiamenti al Ministero degli Interni. Se questi sono  conformi alla legge, il ministero degli interni ne prende atto, senza rilasciare un altro attestato. Per quanto riguarda il MSR, il ministro ne ha preso atto nel 2006, quando il MNR è diventato MSR. In effetti, il MSR è ripreso sulla lista dei partiti che hanno partecipato alle elezioni del 2006 e del 2011. Ci sono dei documenti del Ministro degli Interni indirizzati alla Corte Suprema di Giustizia, in occasione dell’arbitrato sui contenziosi elettorali. Si tratta di documenti che testimoniano l’esistenza legale del MSR». Inoltre, Dieudonné Bolengetenge ha ricordato che, «nell’ambito del rasserenamento del clima politico, nel capitolo 5, paragrafo 6, l’accordo del 31 dicembre 2016 chiede al Ministero degli Interni di annullare il decreto relativo al MSR di Rubota. Stiamo aspettando che il Ministero degli Interni applichi l’accordo del 31 dicembre 2016».[19]

 

Il 24 marzo, il segretario generale del Movimento Sociale per il Rinnovamento (MSR), membro della maggioranza presidenziale, di recente riconosciuto dal CNSA, ha spiegato che, giuridicamente, il partito era inesistente, perché operava sotto copertura di un decreto relativo ad un altro partito, il Movimento per la Nuova Repubblica (MNR). Secondo François Rubota, è dopo l’uscita dei membri del G7 dalla Maggioranza Presidenziale (MP) per far parte dell’opposizione che ha fatto registrare il partito MSR presso il Ministero degli Interni e come membro della famiglia politica del presidente Kabila: «Il MSR è un’iniziativa del presidente Joseph Kabila. Dal 2006, il partito operava sotto copertura del decreto ministeriale rilasciato al Movimento per la Nuova Repubblica (MNR). Quando i nostri amici hanno lasciato la maggioranza presidenziale, i leader del MNR, tra cui Yoko Yakembe, hanno voluto recuperare il partito e il suo nome del 1991. È stato in quel momento, nel 2016, che abbiamo deciso di far registrare il MSR come partito politico per sostenere Joseph Kabila. Prima di gennaio 2016, il MSR non aveva alcun documento legale». In effetti, in un documento brandito da François Rubota, un rapporto del novembre 2015, il MNR aveva denunciato Pierre Lumbi per aver lascialo la Maggioranza Presidenziale per passare all’Opposizione, mentre «gli obiettivi del partito sono proprio quelli di appoggiare e sostenere il capo dello stato».[20]

 

Il 29 marzo, il Consiglio Nazionale per la Supervisione dell’Accordo del 31 dicembre 2016 (CNSA), pronunciandosi sulla questione dello sdoppiamento dei partiti politici, in particolare per quanto riguarda l’Unione per la Democrazia e il Progresso Sociale (UDPS), si è dichiarato a favore dell’UDPS guidato dal segretario generale Jean-Marc Kabund, a scapito dell’UDPS guidato da Tharcisse Loseke, braccio destro del primo ministro Bruno Tshibala. Il CNSA ha «raccomandato a Bruno Tshibala Nzenze di creare un suo nuovo partito e di scegliere un’altra denominazione che non dia adito a confusione, dal momento che, in occasione di un congresso di partito da lui convocato, la sua fazione ha elaborato degli statuti nuovi». Il CNSA ha ribadito la stessa raccomandazione a due altri gruppi dell’UDPS guidati rispettivamente da Valentin Mubake e da Corneille Mulumba.[21]

 

Il 30 marzo, in una conferenza stampa, l’Unione per la Democrazia e il Progresso Sociale guidata da Bruno Tshibala (UDPS / Tshibala), ha negato al Consiglio Nazionale di Supervisione dell’Accordo del 31 dicembre 2016 (CNSA) la facoltà di prendere delle decisioni sulla questione dello sdoppiamento di partiti politici. Tharcisse Loseke, presidente delegato dell’UDPS / Tshibala, ha affermato che la questione relativa alla duplicazione dei partiti politici rientra nella giurisdizione dei tribunali e ha accusato il CNSA di aver violato l’accordo del 31 dicembre 2016 che, nel suo capitolo 5/4, stipula: “Le parti interessate chiedono al Ministero degli Interni di astenersi dall’intervenire in conflitti interni dei partiti politici, procedura che è di competenza dei tribunali”.[22]

 

b. La trasmissione delle lista alla Commissione elettorale da parte del Ministero degli Interni

 

Il 26 marzo, il ministro dell’Interno,  Henri Mova Sakanyi, ha presentato alla Commissione elettorale la lista aggiornata dei partiti e raggruppamenti politici legalmente riconosciuti e potendo partecipare alle prossime elezioni. Secondo il ministro dell’Interno, si tratta di quasi 600 (599) partiti politici e di poco meno di cento (94) raggruppamenti politici.

Il ministro Mova ha affermato che, in nome dell’inclusività del processo elettorale, la lista comprende tutti i partiti politici nel loro complesso, compresi i casi di quelli “sdoppiati” che il CNSA non è riuscito a risolvere, come il MSR e l’ACO. Spetterà quindi alla Commissione elettorale e alle Corti e Tribunali stabilire quale partito o raggruppamento politico è conforme o no alla legge. Per quanto riguarda i partiti sdoppiati, Henri Mova Sakani ha raccomandato loro di trovare una soluzione amichevole. Nel caso contrario, non potranno che fare riferimento ai tribunali: «Per quelli  che non si erano messi d’accordo, il CNSA ha tentato una mediazione. A volte si è arrivati ad un accordo. Ma per quelli che non sono arrivati ad alcun accordo, ci sono altri organismi, come le Corti e i Tribunali».

Per il caso dell’UDPS, il Ministero degli Interni ha rinviato il caso al Ministro della Giustizia, Alexis Nthambwe Mwamba, affinché possa dirimere su questo caso che rientra nelle sue competenze. Ne consegue che il Ministero degli Interni a automaticamente riconosciuto come legali tutti gli UDPS, tra cui l’UDPS / Tshisekedi guidato dal suo segretario generale Jean-Marc Kabund, l’UDPS / ala Bruno Tshibala, attuale Primo Ministro e infine l’UDPS / il popolo, di Valentin Mubake, ex consigliere di Etienne Tshisekedi Wa Mulumba.

È molto probabile che, in questa lista, siano stati ripresi tutti i partiti sdoppiati, mettendo in grande difficoltà la Commissione elettorale che aveva insistito sulla chiara identificazione del nome, del logo e del leader di ciascun partito, per una migliore differenziazione tra di loro.[23]

 

 

3. IL CONGRESSO DELL’UDPS / ALA LIMETE

 

a. La convocazione

 

Il 13 marzo, il portavoce dell’Unione per la Democrazia e il Progresso Sociale (UDPS), Augustin Kabuya, ha annunciato che il partito terrà il suo congresso straordinario dal 30 al 31 marzo 2018, a Kinshasa, per eleggere il suo nuovo presidente, successore di Etienne Tshisekedi, deceduto il 1° febbraio 2017 in Belgio. Si prevede la presenza di 617 delegati del partito e di circa 100 invitati. Il budget delle spese di tale incontro ammonterebbe a circa 170.000 dollari, importo che dovrebbe provenire dai contributi dei membri stessi del partito,. I criteri per essere candidato presidente dell’UDPS sono noti: essere di nazionalità congolese, essere membri dell’UDPS da almeno venti anni, avere un livello di istruzione pari almeno alla laurea o detenere un’esperienza professionale e politica comprovata attraverso un regolare percorso all’interno dell’UDPS.

Augustin Kabuya ha annunciato anche l’imminente creazione di una piattaforma elettorale dell’UDPS e alleati, in appoggio di una probabile candidatura di Felix Tshisekedi alle prossime elezioni presidenziali: «L’UDPS rispetta tutti. Tuttavia creerà una sua piattaforma elettorale che sarà resa nota tra pochi giorni». Tale annuncio è stato fatto 24 ore dopo la creazione di un’altra piattaforma elettorale denominata “Insieme” e creata da alcune componenti del Raggruppamento dell’Opposizione che propongono Moïse Katumbi come candidato alla presidenza.[24]

 

Il 20 marzo, è terminato il tempo per la presentazione delle candidature alla presidenza dell’Unione per la Democrazia e il Progresso Sociale (UDPS). Tra le candidature, si può notare quella di David Mukeba, attualmente vicepresidente del ramo giovanile dell’UDPS. Architetto di formazione, insegna all’IBTP. Un altro candidato è Paul Tshilumbu. Sebbene non abbia un ruolo ufficiale all’interno del partito, è uno dei primi attivisti. 47 anni, è professore presso la Facoltà di Farmacia. C’è anche la candidatura di Félix-Antoine Tshilombo Tshisekedi. 55 anni, è laureato in marketing e comunicazione presso l’Istituto delle Carriere commerciali di Bruxelles. Attualmente è uno dei quattro vice segretari generali del partito. Le elezioni del nuovo presidente dell’UDPS, in sostituzione di Etienne Tshisekedi deceduto il 1° febbraio 2017 a Bruxelles, si svolgeranno durante il congresso del partito previsto dal 30 al 31 marzo 2018.[25]

 

b. L’UDPS / ala Tshibala tenta di impedirlo

 

Il 27 marzo, il Tribunale di Pace di Kinshasa-Matete ha convocato Jean Marc Kabund, segretario generale dell’Unione per la Democrazia e il Progresso Sociale (UDPS) per il mercoledì 28 marzo 2018. Tale convocazione è conseguente a una denuncia presentata dall’UDPS / ala Tshibala, che lo accusa di “falso in scrittura“, per aver “illecitamente” firmato, il 13 marzo 2018, un atto denominato “convocazione del congresso dell’UDPS dal 30 al 31 marzo 2018“, per eleggere il successore di Etienne Tshisekedi alla guida del partito. La denuncia è stata firmata da Tharcisse Loseke, presidente delegato dell’UDPS / ala Tshibala. In effetti, il 13 marzo, Jean Marc Kabund, in qualità di segretario generale dell’UDPS, aveva convocato un congresso del partito dal 30 al 31 marzo, per eleggere il successore di Etienne Tshisekedi, deceduto il 1° febbraio 2017. Secondo Tharcisse Loseke, questo congresso avrebbe come obiettivo quello di “perpetuare” la dinastia familiare a capo del partito, allusione fatta al figlio di Etienne Tshisehedi, Felix Tshisekedi, uno dei candidati in lizza.[26]

 

Secondo Tharcise Loseke, Jean Marc Kabund ha violato l’articolo 26 dello statuto dell’UDPS, il quale prevede che, in caso di decesso del presidente nazionale del partito, com’è stato  il caso della morte, il 1° febbraio 2017, di Etienne Tshisekedi, il potere di convocare, entro un mese, il Congresso spetterebbe al Direttorio esecutivo del partito. Sempre secondo Tharcise Loseke, prendendo egli stesso la decisione di convocare il congresso, Jean-Marc Kabund si è semplicemente sostituito al Direttorio esecutivo.

Da parte sua, l’UDPS / ala Limete ritiene che l’articolo 26 dello Statuto del partito, di cui parla Tharcisse Loseke, dà al segretario generale Jean-Marc Kabund il ​​potere di convocare il Congresso che eleggerebbe il successore di Etienne Tshisekedi. Inoltre, è a titolo individuale che l’attuale primo ministro Bruno Tshibala, in dicembre 2017, aveva convocato un Congresso detto dell’UDPS, anche se l’UDPS / ala Limete gli aveva negato la facoltà di convocarlo utilizzandone il logo, perché l’UDPS / ala Limete lo aveva dichiarato auto-escluso già nel mese di aprile 2017. È in quel congresso che, il 10 dicembre 2017, Bruno Tshibala è stato eletto per acclamazione presidente dell’UDPS.[27]

 

Il 28 marzo, il segretario generale dell’Unione per la Democrazia e il Progresso Sociale (UDPS), Jean Marc Kabund, si è recato presso il Tribunale di Grande Istanza (TGI) di Kinshasa-Matete.
Dopo l’apertura del processo, il suo avvocato, Peter Kazadi, ha dichiarato: «In primo luogo, abbiamo sollevato la questione della nazionalità di Tharcisse Loseke, che deterrebbe la cittadinanza belga. In secondo luogo, abbiamo fatto notare che Loseke non ha facoltà di intervenire negli affari interni di un partito politico il cui leader, Jean Marc Kabund, è legalmente riconosciuto dal Ministero degli Interni, mentre Tharcisse Loseke è membro di un altro partito guidato da Bruno Tshibala. Loseke non può parlare, né agire in nome di un partito politico cui non appartiene».
Secondo gli avvocati dell’UDPS, l’articolo 26 degli statuti del partito approvati nel 2013 stipula chiaramente che, “in caso di decesso del presidente del partito, le persone che rappresentano il partito sono il segretario generale, il presidente della convenzione democratica e il presidente della commissione elettorale interna”.

Da parte sua, l’avvocato di Tharcisse Loseke, Paulin Mukala, ha affermato che «gli avvocati della parte querelata hanno tentato di dimostrare che, detenendo una nazionalità estera, Loseke non è abilitato a sporgere denunce di interesse politico. Ma noi abbiamo portato la prova che Loseke ha rinunciato alla sua nazionalità belga». Secondo l’UDPS / Limete, Tharcisse Loseke aveva acquisito la cittadinanza belga il 19 gennaio 2010, come riportato dalla Gazzetta ufficiale del Belgio, pubblicata il 15 giugno 2010. Secondo l’UDPS / Tshibala, Tharcisse Loseke, ha ripreso la nazionalità congolese in febbraio 2017, dopo averne presentato richiesta al ministro della Giustizia Alexis Thambwe Mwamba il 26 gennaio 2017. [28]

 

Sulla base dei documenti presentati, il tribunale si è trovato di fronte a due statuti diversi, cioè quello del 2013, presentato da Jean Marc Kabund, e quello del 2017, presentato da Tharcisse Loseke. Dopo un rapido esame dei due testi, il tribunale ha concluso che si tratta di due partiti politici diversi. Secondo gli statuti del 2013, il partito è guidato da un presidente e, in caso di un suo impedimento, è il segretario generale che nel frattempo lo sostituisce.

Secondo gli statuti del 2017, invece, il partito è guidato da un presidente e da vicepresidenti. In caso di impedimento del presidente, un presidente delegato assume la responsabilità del partito e il presidente diventa, in questo caso, “autorità morale” del partito. Ne consegue che, trattandosi di due partiti diversi, Tharcisse Loseke non ha alcuna facoltà di avviare un’azione legale contro Jean Marc Kabund-a-Kabund.
Il gruppo degli avvocati di Jean-Marc Kabund ha precisato che nulla conferisce a Tharcisse Loseke la prerogativa di avviare un’azione legale contro l’attuale segretario generale dell’UDPS. Come membro di un partito politico diverso dall’UDPS, egli non può interferire nelle azioni di Jean Marc Kabund. Agli avvocati di Loseke è stato ricordato che il Ministero degli Interni ha riconosciuto tutti gli “UDPS” e che i loro nomi si trovano sulla lista dei partiti e raggruppamenti politici trasmessa alla Commissione elettorale in vista delle elezioni del 23 dicembre 2018.

Inoltre, il collettivo degli avvocati di Jean Marc Kabund ha ribadito che, come cittadino belga, in conformità con la legislazione congolese, Tharcisse Loseke non può appartenere a un partito politico congolese perché, la nazionalità congolese è una ed esclusiva. Se egli ha effettivamente rinunciato alla sua nazionalità belga, dovrebbe essere in possesso di un documento emesso dall’amministrazione belga che attesti la sua rinuncia alla cittadinanza belga. Tuttavia, finora, il professor Loseke non ha ancora presentato alle autorità amministrative e giudiziarie congolesi competenti l’atto ufficiale di rinuncia alla nazionalità belga approvato dall’amministrazione del Regno del Belgio.

Secondo il collettivo degli avvocati di Loseke, l’argomento della nazionalità belga del loro cliente non dovrebbe essere preso in considerazione, dal momento che Loseke detiene una certificato elettorale congolese, un passaporto diplomatico congolese ed è stato membro del Governo di Badibanga come cittadino congolese.[29]

 

Al termine dell’udienza, il pubblico ministero ha chiesto ai giudici di riconoscere al segretario generale dell’UDPS, Jean-Marc Kabund, la facoltà di rappresentare legalmente il suo partito. Il caso è stato rinviato al consiglio dei giudici. La sentenza è prevista entro 8 giorni, in conformità con la legislazione vigente.[30]

 

3. Félix Tshisekedi eletto presidente dell’UDPS / ala Limete

 

Il 30 marzo, nel pomeriggio, il segretario generale dell’Unione per la Democrazia e il Progresso Sociale (UDPS), Jean Marc Kabund, ha dichiarato aperto il congresso del partito. A tarda notte, Felix Tshisekedi Tshilombo, Vice Segretario Generale incaricato per le relazioni esterne del partito e presidente del Raggruppamento dell’Opposizione / ala Limete, è stato eletto presidente dell’UDPS. Succede a Etienne Tshisekedi, suo padre biologico deceduto a Bruxelles il 1° febbraio 2017. La sua investitura è prevista per il 31 marzo. Per alzata di mano, 790 delegati, ovvero il 98,38% degli 803 che hanno preso parte al voto, hanno votato per lui. Unico candidato rimasto in lizza con Felix Tshisekedi, dopo il ritiro di Paul Tshisumbu e David Mukeba, Guy Bao ha ottenuto 8 voti. 994 delegati hanno partecipato a questo congresso dell’UDPS. Subito dopo l’elezione, i partecipanti al Congresso hanno approvato una risoluzione a favore della candidatura di Felix Tshisekedi Tshilombo per le elezioni presidenziali del prossimo dicembre.[31]

 

Il 31 marzo, investito presidente dell’UDPS e candidato del partito alle elezioni presidenziali del 23 dicembre, Felix Tshisekedi si è fissato cinque obiettivi:

– Vincere le elezioni presidenziali di dicembre 2018;

– Ottenere il maggior numero di deputati nazionali e provinciali;

– Ottenere il maggior numero di governatori;

– Ottenere il maggior numero di senatori;

– Conquistare la maggior parte delle entità territoriali decentralizzate.

Inoltre, ha affermato di essere aperto a delle alleanze con altre forze politiche e sociali acquisite al cambiamento, al fine di ottenere un’alternanza politica ai vertici dello Stato.[32]

[1] Cf Alphonse Mudherwa – 7sur7.cd, 13.03.’18; Stanys Bujakera Tshiamala – Actualité.cd, 13.03.’18

[2] Cf Stanys Bujakera Tshiamala – Actualité.cd, 13.03.’18

[3] Cf Radio Okapi, 15.03.’18

[4] Cf Politico.cd, 16.03.’18

[5] Cf Radio Okapi, 18.03.’18

[6] Cf RFI, 18.03.’18

[7] Cf Actualité.cd, 17.03.’18; Stanys Bujakera – Actualité.cd, 18.03.’18

[8] Cf Stanys Bujakera – Actualité.cd, 18.03.’18

[9] Cf Roberto Tshahe – Cas-info.ca, 20.03.’18; Radio Okapi, 19.03.’18

[10] Cf Stanys Bujakera Tshiamala – Actualité.cd, 21.03.’18

[11] Cf Jeff Kaleb Hobiang – 7sur7.cd, 21.03.’18

[12] Cf Stanys Bujakera Tshiamala – Actualité.cd, 24.03.’18

[13] Cf Will Cleas Nlemvo – Actualité.cd, 24.03.’18

[14] Cf Jeff Kaleb Hobiang – 7sur7.cd, 25.03.’18

[15] Cf Radio Okapi, 25.03.’18

[16] Cf Daniel Ngoie – 7sur7.cd, 13.03.’18

[17] Cf Radio Okapi, 23.03.’18

[18] Cf Stanys Bujakera Tshiamala – Actualité.cd, 21.03.’18; Radio Okapi, 22.03.18

[19] Cf Stanys Bujakera Tshiamala – Actualité.cd, 22.03.’18

[20] Cf Stanys Bujakera Tshiamala – Actualité.cd, 24.03.’18

[21] Cf Stanys Bujakera Tshiamala – Actualité.cd, 29.03.’18

[22] Cf Stanys Bujakera Tshiamala – Actualité.cd, 31.03.’18

[23] Cf Radio Okapi, 26.03.’18; Politico.cd, 26.03.’18; Roberto Tshahe – Cas-info.ca, 27.03.’18

[24] Cf Stanys Bujakera Tshiamala – Actualité.cd, 13.03.’18; Politico.cd, 13.03.’18

[25] Cf Actualité.cd, 20.03.’18

[26] Cf Stanys Bujakera Tshiamala – Actualité.cd, 27.03.’18

[27] Cf Politico.cd, 27.03.’18

[28] Cf Radio Okapi, 28.03.’18; Christine Tshibuyi – Actualité.cd, 28.03.’18; mediacongo.net, 28.03.’18

[29] Cf Yves Kadima – Le Phare – Kinshasa, 29.03.’18

[30] Cf Radio Okapi, 28.03.’18; Christine Tshibuyi – Actualité.cd, 28.03.’18; mediacongo.net, 28.03.’18

[31] Cf Stanys Bujakera Tshiamala – Actualité.cd, 31.03.’18; RFI, 31.03.’18

[32] Cf Jeff Kaleb Hobiang – 7sur7.cd, 31.03.’18