STUPRI DI MASSA IN KIVU, CRIMINI CONTRO L’UMANITÀ IMPUNITI

“Ad oggi soltanto una persona sarebbe stata arrestata e messa sotto accusa in relazione agli stupri commessi a luglio nella regione di Walikale. L’assenza di passi avanti nelle indagini ufficiali e nei procedimenti giudiziari contro gli autori di questi crimini non fa altro che favorire il loro ripetersi”: è la denuncia formulata da Paul Nsapu, segretario generale della Federazione internazionale dei diritti umani (Fidh), anche a nome di note organizzazioni congolesi di difesa dei diritti umani quali ‘Asadho’ e la ‘Lega degli elettori’, a pochi giorni dalla pubblicazione dell’indagine realizzata dall’Ufficio congiunto delle Nazioni Unite per i diritti dell’uomo.

Secondo l’organismo Onu, nella regione di Walikale, ubicata nella provincia nordorientale del Nord-Kivu, in soli quattro giorni 300 donne, 55 ragazze, 9 ragazzi e 23 uomini sono stati stuprati da elementi armati di vari gruppi ribelli, tra cui le Forze democratiche di liberazione del Rwanda (Fdlr) e i Mayi-Mayi Sheka. Casi simili si sono verificati il mese prima, a giugno, nelle località di Abala, Kanguli e Nyakiele, nel vicino Sud-Kivu dove 200 donne hanno dichiarato aver subito violenze sessuali da parte di uomini armati guidati da Nyiragire Kulimashi, alias ‘colonnello Kirafu’.

Per la Fidh, le indagini militari in corso non bastano: “Gli stupri di massa e collettivi commessi nell’est congolese sono crimini contro l’umanità e pertanto vanno giudicati e sanzionati dalla giustizia ordinaria congolese o, in assenza di un suo procedimento dalla Corte penale internazionale” si legge in un comunicato ricevuto dalla MISNA che invita il procuratore generale della Cpi a proseguire le sue indagini sul terreno. In conclusione, “i crimini perpetrati a Walikale si inseriscono nel contesto di pratiche generalizzate di stupri di massa che si verificano quotidianamente da più di 10 anni in Repubblica democratica del Congo e in tutta impunità” sottolinea l’organizzazione internazionale di difesa dei diritti umani.

Fonte: Misna