Congo Attualità n. 449

NESSUN CONSENSO TRA LE DENOMINAZIONI RELIGIOSE PER LA DESIGNAZIONE DEL NUOVO PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE ELETTORALE

INDICE

1. CIÒ CHE È SUCCESSO ALL’INTERNO DELLA PIATTAFORMA DELLE CONFESSIONI RELIGIOSE
a. Il lavoro della segreteria tecnica
b. La seduta del 27 luglio
c. La seduta del 30 luglio
d. Le otto confessioni religiose firmano un rapporto finale di mancanza di consenso
e. Sei delle otto confessioni religiose presentano un verbale di designazione del candidato presidente
f. Due conferenze stampa
g. Cosa succederà?
2. LE ALTRE COMPONENTI

1. CIÒ CHE È SUCCESSO ALL’INTERNO DELLA PIATTAFORMA DELLE CONFESSIONI RELIGIOSE

a. Il lavoro della segreteria tecnica

Il 23 luglio, i responsabili delle confessioni religiose si sono riuniti presso il Centro Interdiocesano di Kinshasa per iniziare i lavori in vista della designazione di due candidati che faranno parte della Commissione Elettorale Nazionale Indipendente (CENI), uno come presidente e il secondo come membro.
Al termine dell’incontro, il segretario generale della Commissione Episcopale Nazionale del Congo (CENCO), padre Donatien Nshole, ha dichiarato che «i responsabili delle confessioni religiose hanno deciso che la segreteria tecnica si riunisca lunedì (26 luglio) per ricevere gli ultimi dossier elaborati a livello di ciascuna confessione religiosa. Sarà martedì mattina (27 luglio) che la segreteria tecnica inizierà, dal punto di vista tecnico, ad eliminare quelli che potranno essere eliminati». Egli ha fatto notare che, per il posto della presidenza della commissione elettorale, l’ideale è che i responsabili delle confessioni religiose possano designare un candidato per consenso. Se ciò non fosse possibile, essi dovranno passare al voto.
Secondo padre Donatien Nshole, questo candidato dovrebbe soddisfare determinati criteri: «L’ideale è di poter designare qualcuno che abbia il consenso di tutti, un alto profilo etico, la padronanza del sistema elettorale, una fedeltà indefettibile al rispetto della costituzione e delle leggi della Repubblica e un coraggio eccezionale per proclamare i veri risultati dalle urne».
Da parte loro, in un comunicato, i responsabili delle confessioni religiose hanno denunciato le pressioni e le intimidazioni di cui sono vittime: «Mentre ci accingiamo a procedere alla designazione dei nostri candidati alla CENI, permetteteci di denunciare le pressioni, le intimidazioni e le minacce rivolte contro alcuni membri della nostra piattaforma, per impedire loro di svolgere liberamente il loro lavoro. Questo modo di fare non è solo una mancanza di rispetto verso i responsabili delle confessioni religiose, ma è anche, e soprattutto, un abuso di potere. Pertanto avvertiamo che le persone responsabili di tali atti sono già state identificate, per renderne conto nel caso in cui dovesse succedere qualcosa di brutto a qualcuno di noi in tale contesto».[1]

Il 26 luglio, la segreteria tecnica della piattaforma delle confessioni religiose ha ricevuto gli ultimi dossier delle candidature per la presidenza e l’assemblea plenaria della Commissione Elettorale Nazionale Indipendente (CENI) e ha finalizzato l’esame dei vari dossier ricevuti. I membri della piattaforma delle confessioni religiose sono otto: La Chiesa cattolica, la Chiesa di Cristo in Congo (ECC), la Chiesa ortodossa, la Chiesa di Gesù Cristo sulla terra attraverso il suo inviato speciale Simon Kimbangu (EJCSK), la Comunità islamica del Congo (COMICO), la Chiesa del Risveglio del Congo (ERC), l’Unione delle Chiese Indipendenti del Congo (UEIC) e l’Esercito della Salvezza. Secondo alcune informazioni, i Kimbanghisti hanno presentato la candidatura di Denis Kadima. I musulmani quella di Madjaliwa Shabani e l’Esercito della Salvezza quella di Roger Bimwala. I cattolici hanno presentato il nome di Cyrille Ebotoko e i protestanti quelli di Bernard Lututala e di Daniel Kawata.
Da ricordare che i verbali di designazione dei candidati e i dossier completi delle candidature devono essere presentati al Comitato di presidenza dell’Assemblea Nazionale entro il il ​​28 luglio, per essere studiati da una commissione mista maggioranza-opposizione che lavorerà dal 30 luglio al 3 agosto e che presenterà il suo rapporto finale al Comitato di presidenza dell’Assemblea nazionale, Quest’ultimo lo iscriverà nell’ordine del giorno della seduta plenaria del 6 agosto per esame e approvazione. La risoluzione di approvazione dei 15 nuovi membri della CENI sarà trasmessa al Presidente della Repubblica, Felix Tshisekedi, affinché possa procedere alla loro nomina il 17 agosto.[2]

b. La seduta del 27 luglio

Il 27 luglio, nel pomeriggio, gli otto responsabili delle confessioni religiose hanno iniziato ad ascoltare i candidati ritenuti dalla segreteria tecnica per la Presidenza della Commissione Elettorale Nazionale Indipendente (CENI). L’incontro si svolge presso il centro interdiocesano, sede della CENCO. I candidati presentano il loro programma e i responsabili delle confessioni religiose pongono loro alcune domande.
Il candidato dell’Esercito della Salvezza è Roger Bimwala, deputato provinciale di Kinshasa per conto della piattaforma Toseka, nota per essere vicina all’FCC di Joseph Kabila ed è ex candidato alla carica di governatore di Kinshasa. Il candidato della chiesa cattolica è Cyril Ebotoko, capo della missione di osservazione elettorale della Cenco nelle ultime elezioni. Il candidato della Chiesa protestante è il pastore Daniel Kawata, ex coordinatore generale della commissione congolese per il disarmo (CONADER). Il candidato della Chiesa Kimbanghista, sostenuto anche dalla Chiesa del Risveglio, è Denis Kadima, direttore esecutivo dell’Istituto elettorale per una democrazia sostenibile in Africa. È considerato dalle chiese protestante e cattolica come troppo vicino al presidente Félix Tshisekedi, ciò che egli ha, ancora una volta, negato. Egli ha insistito di essere giudicato sul suo curriculum. È un esperto elettorale internazionale.
Dopo queste audizioni, le confessioni religiose non si sono accordate sul candidato Presidente della CENI e, secondo padre Donatien Nshole, portavoce della CENCO, il presidente della seduta, Mons. Marcelin Utembi, ha chiesto più tempo, per poter continuare i lavori. «Non abbiamo finito. Il presidente della seduta ha chiesto un po’ di tempo in più, per continuare le discussioni domani», ha dichiarato padre Donatien Nshole, dopo l’incontro del centro interdiocesano.[3]

Dopo la sospensione dell’incontro, i responsabili delle seguenti sei confessioni religiose: la Chiesa Ortodossa, la Chiesa Kimbanghista, la Comunità Islamica, la Chiesa del Risveglio, l’Unione delle Chiese Indipendenti del Congo e l’Esercito della Salvezza si sono incontrati presso la sede della Commissione per l’Integrità e la Mediazione Elettorale (CIME), in assenza dei responsabili della Chiesa cattolica e della Chiesa protestante, e hanno designato i due candidati della piattaforma delle confessioni religiose per la presidenza e la plenaria della Commissione Elettorale Nazionale Indipendente (CENI).
Mons. Dodo Israel Kamba Balanganay, presidente e rappresentante legale della Chiesa del Risveglio del Congo (ERC), ha affermato: «Eravamo arrivati ​​a un’ora tale che non ci permetteva più di continuare l’incontro presso la sede della CENCO. Per poter finire i lavori, abbiamo quindi dovuto recarci presso la sede della CIME. Essendo l’ultimo giorno del tempo che ci era stato dato, abbiamo ritenuto necessario poter portare a termine i lavori che avevamo iniziato vari mesi prima. E ora siamo pronti a consegnare il verbale della designazione al Comitato di presidenza dell’Assemblea nazionale». Tuttavia, Mons. Dodo Israel Kamba non ha voluto fornire il nome del candidato proposto: «Non sta a noi rivelarlo. Sarà l’Assemblea nazionale a farlo». È dunque in un contesto di crisi che le confessioni religiose hanno concluso questa giornata, che ricorda le peripezie che avevano caratterizzato la candidatura di Ronsard Malonda nel 2020.[4]

Il 28 luglio, il Presidente dell’Assemblea Nazionale, Christophe Mboso, ha ricevuto separatamente una prima delegazione composta dai rappresentanti delle sei seguenti confessioni religiose: la Chiesa Ortodossa, la Chiesa Kimbanghista, la Comunità Islamica, la Chiesa del Risveglio, l’Unione delle Chiese Indipendenti e l’Esercito della Salvezza e una seconda delegazione composta dai rappresentanti delle Chiese Cattolica e Protestante.
Secondo alcune fonti, la prima delegazione ha presentato i dossier dei due candidati designati il ​​giorno prima ma, in assenza del consenso dei cattolici e dei protestanti e in seguito alla giurisprudenza del caso Malonda nel 2020, non è stato possibile che il presidente dell’Assemblea nazionale accettasse i dossier presentati. Christophe Mboso ha quindi concesso alle confessioni religiose due giorni in più, fino al 30 luglio, per trovare un consenso e trasmettergli i dossier completi dei loro due candidati ai posti di presidente e membro della futura Commissione Elettorale Nazionale Indipendente.[5]

c. La seduta del 30 luglio

Il 29 luglio, Mons. Marcel Utembi, presidente della Conferenza Episcopale Nazionale del Congo (CENCO) e della piattaforma delle confessioni religiose, ha convocato una nuova seduta per il giorno successivo, venerdì 30 luglio, presso il centro interdiocesano, sede della CENCO. I responsabili delle confessioni religiose dovranno continuare i lavori per la designazione dei loro due candidati a far parte della CENI, uno come presidente e il secondo come membro. I lavori erano stati sospesi il 27 luglio, perché i responsabili delle confessioni religiose non avevano trovato alcun consenso.[6]

In un’intervista, il portavoce della Chiesa di Cristo in Congo (ECC), il pastore Éric Nsenga, ha affermato che i lavori sono stati sospesi a causa dei dubbi che gravano su alcuni candidati: «È importante far notare che sono i lavori della piattaforma delle confessioni religiose ad essere stati sospesi, non la partecipazione dell’ECC e della CENCO a tali lavori. Non si tratta di una sospensione della partecipazione dell’ECC e della CENCO. Si tratta piuttosto della sospensione dei lavori a causa di alcune difficoltà incontrate nell’esame delle candidature. A questo proposito, bisogna chiarire che non è solo una candidatura a porre problema. In realtà sono due. In entrambi i casi, ci sono dei dubbi sorti in seguito a delle denunce e testimonianze di alcuni membri della piattaforma»,
Il pastore Nsenga ha posto un particolare accento sull’indipendenza, l’etica e la moralità che devono caratterizzare il presidente della CENI: «La nostra responsabilità nei confronti della CENI è trovare un candidato che assicuri la sincerità, la verità, la giustizia, l’unità e la pacificazione. Non si può designare il presidente di un’istituzione che dovrà decidere secondo giustizia e verità con metodi o meccanismi che sono già falsificati sin dall’inizio. È per questo che si deve essere rigorosi nell’esame dei dossier sulla questione dell’indipendenza dei candidati, della loro imparzialità, della loro etica e della loro moralità. È solo a queste condizioni che si può garantire una CENI completamente indipendente». Egli ha infine affermato che le confessioni religiose hanno deciso di riprendere il dibattito, per armonizzare le loro opinioni sulla scelta di un candidato consensuale.[7]

Il portavoce dell’ECC, il pastore Eric Nsenga, ha affermato che la Chiesa di Cristo in Congo (ECC) e la Chiesa Cattolica, pur di arrivare ad un consenso a tutti i costi, sono pronte a ritirare i loro candidati: «L’ECC e la CENCO non si aggrappano a tutti i costi ai loro candidati. Se, in nome del consenso, si tratta di ritirare i nostri candidati, siamo pronti. Non abbiamo un candidato di vita o morte. Occorre cessare di ingannare l’opinione pubblica dicendo che l’ECC e la CENCO sono contro questa e quella persona a causa della loro appartenenza etnica o che vogliono imporre il loro candidato». Il pastore Éric Nsenga ha invitato le varie parti implicate a non considerare la designazione del presidente della Commissione elettorale come una competizione: «la designazione del futuro presidente della CENI non dovrebbe dare l’impressione di essere una competizione. Non è un incontro di boxe dove le persone vengono a mostrare i loro muscoli o la loro influenza politica». Secondo lui, si tratta piuttosto di una responsabilità comune: «Alla fine, quando si valuterà la responsabilità delle confessioni religiose nella scelta del candidato, non si dirà che questo candidato è stato votato da tale confessione contro un’altra. Si dirà che è il candidato delle confessioni religiose. Sarà una responsabilità comune. E se ci saranno stati dei problemi, ce ne prenderemo la responsabilità insieme».
Sempre secondo il pastore Nsenga, non è questo il momento opportuno per passare a una votazione, in quanto non si è ancora completato l’esame delle candidature: «Non possiamo ancora passare a una votazione, in assenza di consenso, perché ci troviamo ancora in una fase di stallo nell’esame delle candidature su questioni di merito. Secondo noi, l’indipendenza, la moralità e l’etica del candidato non possono essere sussidiarie. Il problema non si pone a livello della tecnicità dei candidati. Se oggi vogliamo cambiare le cose è perché, spesso, il problema è a livello di influenza politica».[8]

L’incontro del 30 luglio è l’ultimo incontro decisivo. La proposta dei cattolici e dei protestanti è già sul tavolo, contenuta nella lettera di convocazione di questo nuovo incontro. La CENCO e l’ECC propongono alle altre sei confessioni religiose di rinunciare al loro candidato Denis Kadima, mentre esse stesse rinunceranno al loro candidato, Cyrille Ebotoko, presidente della missione di osservazione elettorale della Conferenza episcopale. Su questi due candidati si enumera una lista di questioni ancora irrisolte, tra cui pressioni, minacce e perfino tentativi di corruzione nei confronti di alcuni membri della piattaforma delle confessioni religiose. La soluzione proposta dal presidente della piattaforma, mons. Utembi, sarebbe quella di trovare, insieme, un candidato consensuale che, dal punto di vista della moralità più che della tecnicità, possa rassicurare tutti gli attori politici.
Nell’entourage del responsabile della Chiesa del Risveglio, qualcuno ha così reagito: «È una proposta o una decisione?», aggiungendo: «Non possiamo più sottometterci al diktat dei cattolici».[9]

Nella sua lettera di convocazione, Mons. Marcel Utembi Tapa, arcivescovo di Kisangani e presidente della CENCO e della piattaforma delle confessioni religiose, ha confermato l’esistenza di pressioni che condizionano pesantemente la designazione del candidato alla presidenza della CENI. Tali pressioni riguardano soprattutto due candidati. Non li cita per nome, ma li designa come candidato X e candidato Y. Nella sua lettera di convocazione, Mons. Utembi ha citato le testimonianze di alcun membri della piattaforma delle confessioni religiose che sono stati “personalmente intimiditi, per non dire minacciati, da certe personalità e autorità che, prossime al potere, hanno ordinato loro di votare per X”. Egli ha sottolineato che alcuni candidati sono stati spinti a ritirare le loro candidature, in modo che “le confessioni religiose che li avevano presentati votino per questo stesso candidato”. Monsignor Marcel Utembi ha ricordato che un membro della piattaforma delle confessioni religiose è stato “avvicinato da un altro membro della piattaforma, proponendogli  di votare per lo stesso candidato presentato come candidato del potere, in cambio di una jeep”.
Sempre secondo questa lettera, anche un altro responsabile religioso avrebbe ammesso davanti ai suoi colleghi della piattaforma di essere stato “avvicinato all’hotel Béatrice da una certa personalità, peraltro già citata nel resoconto della seduta plenaria del 13 maggio 2021, offrendogli una somma colossale di denaro, affinché votasse per lo stesso candidato”. Inoltre, il presidente della CENCO ha ricordato le affermazioni di un membro della piattaforma che ha dichiarato che un collega gli aveva confidato che il candidato Y gli si era avvicinato con del denaro in mano da distribuire alle sei confessioni religiose. Mons. Utembi ha quindi proposto ai suoi colleghi di mettere da parte questi due candidature X e Y e di proporre altri candidati competenti in materia, «ciò che sembra la soluzione migliore, per uscire con onore da questa situazione che rischia di trasformarsi in una crisi irrisolvibile e nociva per il Paese». Infine, egli ha proposto che, oltre ai due candidati rimasti in lizza, sui quattro anteriormente ritenuti, ogni confessione religiosa possa depositare, presso la segreteria tecnica della piattaforma, il dossier di un altro candidato.[10]

Il 30 luglio, i responsabili delle otto confessioni religiose hanno terminato i lavori per la designazione del presidente della Commissione Elettorale Nazionale Indipendente (CENI) e hanno firmato congiuntamente un rapporto conclusivo. «Abbiamo terminato i lavori. Le conclusioni saranno riservate in primo luogo all’Assemblea nazionale, cui comunicheremo oggi stesso il rapporto finale», ha affermato mons. Marcel Utembi, presidente della CENCO e della piattaforma delle confessioni religiose.[11]

d. Le otto confessioni religiose firmano un rapporto finale di mancanza di consenso

La piattaforma delle confessioni religiose non è riuscita a designare il proprio delegato al posto di presidente della CENI, nonostante le 48 ore supplementari concessegli dal Comitato di presidenza  dell’Assemblea nazionale per appianare le divergenze. Il rapporto conclusivo presentato il 30 luglio alla Camera dei deputati indica che i membri della piattaforma delle confessioni religiose non sono riusciti a trovare alcun consenso.
Secondo il rapporto finale firmato dalle otto confessioni religiose, «sulla base delle discussioni svoltesi all’interno della piattaforma delle confessioni religiose il martedì 27 luglio 2021 e il venerdì 30 luglio 2021, dopo aver esaminato i dossier dei candidati, è stato raggiunto un consenso sugli aspetti tecnici di quattro candidati, ma sono apparsi due punti di vista divergenti sul piano dell’etica, dell’indipendenza e della reputazione di ciascun candidato… Due confessioni religiose ritengono che, sul piano etico, le informazioni ricevute e i dubbi sorti nei confronti di due candidati della lista (peraltro i migliori sul piano tecnico), ne pregiudichino l’indipendenza e la credibilità, il che non permette loro, secondo l’articolo 17 del regolamento interno, di passare al voto (in mancanza di consenso), finché i nomi di questi due candidati rimangono in lista. Pertanto, chiedono di metterli da parte e di continuare i lavori con altri candidati. Sei confessioni religiose ritengono che i dubbi sollevati nei confronti dei 2 candidati o non sono comprovati o non riguardano direttamente i candidati e, quindi, propongono di andare direttamente al voto. In queste condizioni, il presidente della piattaforma non ha voluto organizzare la votazione».[12]

e. Sei delle otto confessioni religiose presentano un verbale di designazione del candidato presidente

Il 30 luglio, sei confessioni religiose hanno presentato al Comitato di Presidenza dell’Assemblea Nazionale la lista di due candidati, uno come presidente e il secondo come membro della Commissione Elettorale Nazionale Indipendente (CENI) e ciò nonostante avessero già firmato il rapporto finale congiunto della piattaforma delle confessioni religiose, in cui si constatava la mancanza sia di un consenso che di una votazione. Sui due candidati presentati, non è stata rivelata alcuna informazione. «Abbiamo presentato al Comitato di presidenza dell’Assemblea nazionale il verbale di designazione di due candidati. Non c’è alcuna contraddizione. Il rapporto finale firmato congiuntamente era una questione interna», ha dichiarato Dodo Kamba, rappresentante della Chiesa del Risveglio del Congo e portavoce delle sei confessioni religiose. Per queste ultime, l’importante è evitare di rinviare le elezioni, ciò che sarebbe una violazione delle scadenze costituzionali. Secondo alcune informazioni, le sei confessioni religiose hanno mantenuto la candidatura di Denis Kadima, nonostante l’opposizione dei cattolici e dei protestanti. Sempre secondo le stesse fonti, è Roger Bimwala, il candidato proposto dall’Esercito della Salvezza, che è stato presentato come candidato membro della CENI. Anche in questo caso, cattolici e protestanti avevano fatto notare il attivismo politico. La palla è ora nel campo del Comitato di presidenza dell’Assemblea Nazionale, che dovrà decidere se prendere in considerazione o meno il verbale inoltratogli dalle sei confessioni religiose.[13]

f. Due conferenze stampa

Il 2 agosto, la Conferenza Episcopale Nazionale del Congo (CENCO) e la Chiesa di Cristo in Congo (ECC) hanno indetto una conferenza stampa per chiarire le discrepanze sulla designazione dei candidati della piattaforma delle confessioni religiose a far parte della CENI.
Padre Donatien Nshole ha evocato i motivi per i quali la Chiesa cattolica e la Chiesa di Cristo in Congo (ECC) si sono pronunciate contro la candidatura di Denis Kadima. Secondo il segretario generale della CENCO, vi sono testimonianze di persone che hanno affermato di essere state sottoposte a pressioni da parte di alcune autorità e personalità politiche che le esortavano a votare a suo favore: «Tutti i membri della piattaforma delle confessioni religiose hanno firmato la dichiarazione in cui si denunciavano intimidazioni e minacce, atti che minano l’indipendenza della stessa CENI. Anche in seduta plenaria, alcuni di noi hanno testimoniato di essere stati avvicinati da una certa persona già citata, per convincerli a votare per lui, in cambio di una somma colossale. Non lo abbiamo sentito per strada, ma in seduta plenaria».
Secondo il reverendo Eric Nsenga, portavoce dell’ECC, non si può passare al voto finché non si siano risolti tutti i principali problemi relativi alle candidature in campo: «Il voto è una modalità che interviene dopo aver risolto i problemi di fondo. Non ci si può appellare al voto come mezzo per evitare di affrontare un problema di fondo. Si arriva al voto quando, in mancanza di consenso, si deve decidere tra candidati che soddisfano tutti i criteri di ammissibilità». Secondo Eric Nsenga, «anche se è la maggioranza ad esprimersi, ma lo fa in modo illegale, ciò che dice o decide rimane comunque illegale». Secondo lui, il verbale delle sei confessioni religiose è illegale per diversi motivi: esse hanno redatto il verbale quando la seduta era stata sospesa e il verbale stesso non porta la firma del presidente della piattaforma, che è l’unico abilitato, secondo lo statuto.[14]

Il 3 agosto, le 6 confessioni religiose hanno tenuto una conferenza stampa presso la sede della Commissione per l’Integrità e la Mediazione Elettorale (CIME) situata nel comune di Ngaliema, a Kinshasa. Nel suo intervento, il pastore Dodo Kamba, portavoce della parte maggioritaria dei membri della piattaforma delle confessioni religiose, ha contestato le dichiarazioni secondo le quali solo il presidente o il vicepresidente della piattaforma possono convocare una seduta plenaria o presentare il verbale (PV) della designazione dei membri delegati alla Commissione Elettorale Nazionale Indipendente (CENI) al Comitato di presidenza dell’Assemblea nazionale: «Nel nostro statuto, non si dice che debba essere il tale o tal altro ad inoltrare il verbale di designazione all’Assemblea Nazionale. Infatti, non è stato né il presidente, né il vicepresidente, né il segretario generale quello che è andato a presentare il rapporto finale della nostra ultima riunione (del 30 luglio)! È stato uno dei tecnici». Inoltre, il pastore Dodo Kamba ha affermato che, secondo lo statuto della piattaforma, anche la maggioranza dei membri può convocare una  riunione e decidere di inoltrare il conseguente verbale: «Nel nostro statuto, l’articolo 16, paragrafo 2 prevede che l’assemblea plenaria della piattaforma delle confessioni religiose è convocata dal Presidente. In caso di assenza, il vicepresidente può convocare l’assemblea. In assenza di quest’ultimo, la maggioranza dei membri della piattaforma può convocare l’assemblea plenaria. Se è la maggioranza dei membri della piattaforma che convoca una riunione e prende una decisione, chi firmerà? È chiaro che le firme del presidente o del vicepresidente non sono una condizione indispensabile per andare a presentare il verbale all’Assemblea nazionale».
Infine, Dodo Kamba ricorda che se lo statuto stabilisce la sede della piattaforma presso la Conferenza Episcopale Nazionale del Congo (CENCO), lo stesso statuto prevede che tale sede può essere trasferita per decisione dei membri e non per decisione del presidente o del vicepresidente.[15]

g. Cosa succederà?

Il 3 agosto, in un’intervista, il vescovo Dodo Kamba, presidente e rappresentante legale della Chiesa del Risveglio del Congo (ERC), ha affermato che, in questa fase, non è più possibile che i responsabili delle confessioni religiose si riuniscano ancora per appianare le loro divergenze: «È già stato fatto. Stiamo correndo dietro al tempo. Abbiamo altre cose da fare in questo paese. Non abbiamo solo questo da fare. Abbiamo capito che, su questo argomento, non possiamo guardare nella stessa direzione».[16]

Il 2 agosto, in un’intervista, il deputato nazionale Garry Sakata ha affermato che i verbali depositati dalle sei confessioni religiose presso il Comitato di presidenza dell’Assemblea nazionale saranno probabilmente “restituiti”, per assenza di “consenso”, secondo la procedura prevista dalla nuova legge sulla Commissione Elettorale Nazionale Indipendente (CENI). Secondo G. Sakata, la legge prevede anche che, in caso di rigetto da parte dell’Assemblea nazionale, le confessioni religiose debbano scegliere un altro candidato al posto di quelli che sono stati presentati. Il deputato ha spiegato che, prima di arrivare a questo, il Comitato di presidenza dell’Assemblea nazionale dovrà presentare il verbale inoltrato dalle sei confessioni religiose ai deputati riuniti in seduta plenaria, Dopo di che si costituirà una commissione paritetica maggioranza/opposizione, incaricata di verificare se i candidati presentati soddisfino o meno le condizioni definite dalla legge.[17]

2. LE ALTRE COMPONENTI

Il 27 luglio, le organizzazioni della società civile specializzate in questioni elettorali hanno presentato al Comitato di presidenza dell’Assemblea nazionale i nomi dei loro candidati per un posto di membro dell’assemblea plenaria della nuova Commissione elettorale nazionale indipendente (CENI). La Sinergia delle Missioni di Osservazione Civica Elettorale (SYMOCEL) e la commissione di Educazione Civica ed Elettorale (EDUCIEL) sono le due strutture che erano state scelte a tal fine. La SYMOCEL ha inviato una lista di due candidati, mentre EDUCIEL ha presentato una lista di tre candidati. Una fonte prossima a SYMOCEL ha spiegato: «Abbiamo un posto. Ogni struttura avrebbe dovuto inviare un elenco di tre persone. Un candidato della lista SYMOCEL si è ritirato durante la stesura del nostro verbale, perché è della stessa provincia di un candidato alla presidenza della commissione elettorale. Secondo la nuova legge sulla CENI, nessuna provincia può essere rappresentata da più di un membro. Quindi ha preferito dare più possibilità all’altro candidato, quello alla presidenza. Ecco perché, pur avendo diritto a un solo posto nella commissione elettorale, la legge prevede che si presentino tre nomi per ogni componente. Lo scopo è quello di assicurare un’equa rappresentatività delle province, ciò che è reso più facile se si dispone di più candidati. Se non funziona per uno, può funzionare per un altro», Anche le organizzazioni per i diritti delle donne hanno presentato al Comitato di presidenza  dell’Assemblea nazionale i nomi delle loro tre candidate alla carica di membro dell’assemblea plenaria della nuova Commissione Elettorale Nazionale Indipendente (CENI).[18]

Il 30 luglio, constatando la mancanza di consenso all’interno della piattaforma delle confessioni religiose e auspicando un consenso nazionale per un processo elettorale pacifico, trasparente, inclusivo e rispettoso delle scadenze costituzionali, Insieme per la Repubblica di Moïse Katumbi, l’Unione per la Nazione Congolese (UNC) di Vital Kamerhe, la piattaforma Lamuka di Martin Fayulu e il Fronte Comune per il Congo (FCC) di Joseph Kabila hanno deciso di non presentare ancora la lista dei loro candidati per la CENI.[19]

[1] Cf Radio Okapi, 23.07.’21
[2] Cf Actualité.cd, 27.07.’21
[3] Cf Sonia Rolley – RFI, 27.07.’21; Clément Mwamba – Actualité.cd, 27.07.’21
[4] Cf Clément Muamba – Actualité.cd, 27.07.’21
[5] Cf Actualité.cd, 29.07.’21
[6] Cf Actualité.cd, 29.07.’21; Radio Okapi, 29.07.’21
[7] Cf Merveil Molo – 7sur7.cd, 29.07.’21
[8] Cf Merveil Molo – 7sur7.cd, 29.07.’21
[9] Cf Sonia Rolley – RFI, 30.07.’21
[10] Cf Actualité.cd, 30.07.’21; Merveil Molo – 7sur7.cd, 30.07.’21
[11] Cf Radio Okapi, 30.07.’21
[12] Cf Fonseca Mansianga – Actualité.cd, 30.07.’21
[13] Cf Clément Muamba – Actualité.cd, 30.07.’21; Actualité.cd, 31.07.’21
[14] Cf Prince Mayiro – 7sur7.cd, 02.08.’21; Ivan Kasongo – Actualité.cd, 02.08.’21
[15] Cf Moise Dianyishayi – 7sur7.cd, 03.08.’21; Clément Muamba – Actualité.cd, 04.08.’21
[16] Cf Clément Muamba – Actualité.cd, 03.08.’21
[17] Cf Roberto Tshahe – 7sur7.cd, 03.08.’21
[18] Cf Fonseca Mansianga – Actualité.cd, 30.07.’21
[19] Cf Radio Okapi, 31,07.’21