Congo Attualità n. 440

INSEDIAMENTO DEL GOVERNO SAMA LUKONDE E REVISIONE LEGGE “COMMISSIONE ELETTORALE”

INDICE

1. L’APPROVAZIONE DEL PROGRAMMA D’AZIONE DEL NUOVO GOVERNO
2. LA REVISIONE DELLA LEGGE RELATIVA ALL’ORGANIZZAZIONE E AL FUNZIONAMENTO DELLA COMMISSIONE ELETTORALE

1. L’APPROVAZIONE DEL PROGRAMMA D’AZIONE DEL NUOVO GOVERNO

Il 20 aprile, il nuovo Primo Ministro Jean-Michel Sama Lukonde ha trasmesso all’Assemblea nazionale il programma del suo governo per approvazione. Era accompagnato dai suoi 4 vice primi ministri.[1]

Il 26 aprile, il nuovo primo ministro Jean-Michel Sama Lukonde ha presentato all’Assemblea nazionale il programma di governo, in vista della sua approvazione.
Intitolato “Costruire uno Stato forte, prospero e unito – Programma di governo 2021 – 2023”, questo programma è imperniato su 4 settori, suddivisi in 15 pilastri e 62 campi di attività con 343 azioni da realizzare:
1. Politica, giustizia, difesa e sicurezza
– Pacificazione del Paese
– Rafforzamento dell’autorità dello Stato
– Partecipazione al consolidamento della pace in Africa e implementazione della diplomazia
– Lotta contro la corruzione e i crimini economici.
2. Economia e finanza
– Miglioramento della governance nella gestione delle risorse naturali
– Miglioramento delle condizioni di investimento
– Diversificazione dell’economia
3. Ricostruzione del Paese
– Modernizzazione delle infrastrutture di base
– Promozione e sviluppo delle nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione;
– Lotta contro l’inquinamento climatico.
4. Questione sociale
– Miglioramento delle condizioni sociali, alloggi
– Miglioramento del settore acqua ed elettricità
– Lotta contro la povertà
– Autonomia delle donne e promozione dei giovani
– Promozione dell’arte, dello sport e della cultura
Si tratta di un programma molto ambizioso (forse troppo), la cui implementazione richiede molte risorse da destinare: all’esercito e alla polizia, impegnati sul fronte per combattere i gruppi armati; alle province più svantaggiate, attraverso la creazione di un meccanismo di ridistribuzione delle entrate; ai magistrati concentrati nelle grandi città, per motivarli ad accettare, mediante un incentivo speciale, di esercitare la loro professione in zone rurali.
Per realizzare questo programma, il governo di Sama Lukonde ha pianificato alcune misure per aumentare le entrate dello Stato, tra cui l’unificazione dei servizi finanziari, l’informatizzazione dell’agenzia delle entrate, la razionalizzazione delle esenzioni e la riforma dell’Ispettorato generale delle Finanze e della Corte dei conti.[2]

Negli ultimi vent’anni, tutti i governi hanno sempre promesso le stesse cose, senza mai riuscire ad attuarle. Tutto resta ancora da fare. Sicurezza, salute, istruzione, occupazione, trasporti, accesso all’acqua e all’elettricità, infrastrutture … Occorre ricostruire o, addirittura, costruire, ancora tutto poiché i vari governi che si sono succeduti non sono mai riusciti a realizzare il cambiamento promesso, né a migliorare la vita dei Congolesi.
La sicurezza dapprima.
Non sorprende che l’aspetto della sicurezza sia stato presentato come la principale priorità del nuovo governo. Secondo il Primo Ministro, la crescente insicurezza a Beni, Butembo, Ituri e Nord Katanga costituisce “un’urgenza nazionale”. A parte l’ennesima ristrutturazione dell’esercito, impotente di fronte all’immensità del numero dei gruppi armati, Sama Lukonde non esclude la proclamazione dello stato di emergenza in tutte quelle zone colpite dall’insicurezza e dalla violenza.
Quattro le novità da segnalare. Innanzitutto, l’eventuale sostituzione, in questi territori, dell’amministrazione civile con un’amministrazione militare, qualora la situazione dovesse ulteriormente deteriorarsi. La sostituzione di ufficiali e militari presenti nelle zone di conflitto già da molto tempo e spesso sospettati di complicità con i gruppi armati locali. L’interdizione di integrare, nell’esercito regolare e nel corpo di polizia, i membri dei gruppi armati che decidono di deporre le armi. E infine, la fusione del programma di “Disarmo, smobilitazione e reintegrazione” (DDR) e di quello di “Stabilizzazione e Ricostruzione” (STAREC), in un unico programma denominato “Disarmo, Smobilitazione, Reintegrazione Comunitaria e Stabilizzazione” (DDRCS), con l’obiettivo di reintegrare gli ex membri dei gruppi armati in “attività economiche e di interesse pubblico, diverse dalla professione militare”.
Povertà, gratuità dell’istruzione primaria, infrastrutture
La vita quotidiana dei cittadini congolesi è marcata da una situazione economica tra le più preoccupanti del mondo. Quando 3/4 della popolazione vive con meno di 2 dollari al giorno, la lotta contro la povertà e la disoccupazione non poteva che essere uno dei punti di forza del programma governativo.
Sotto l’aspetto sociale, il miglioramento delle condizioni abitative e sanitarie, l’accesso all’acqua potabile e all’elettricità, la creazione di posti di lavoro e la gratuità dell’istruzione primaria sono parte integrante del programma di governo del nuovo esecutivo.
Sul fronte economico, lo stesso programma prevede la riabilitazione e l’ammodernamento delle infrastrutture di base, come le strade, i ponti, i porti, gli aeroporti e le ferrovie, tutte attualmente in pessime condizioni. Particolare attenzione è data all’industrializzazione dell’agricoltura, al miglioramento delle condizioni che favoriscano gli investimenti, la promozione dell’imprenditoria, l’integrazione del settore informale nel settore formale … Misure ripetutamente annunciate, ma mai attuate a causa della mancanza di risorse finanziarie … e di volontà politica.
Elezioni generali entro le scadenze costituzionali.
Nel suo discorso ai deputati nazionali, Jean-Michel Sama Lukonde Kyenge ha ribadito la volontà del suo governo di organizzare le elezioni entro i tempi previsti dalla costituzione e ha annunciato l’istituzione di un meccanismo di finanziamento delle elezioni: «Il governo prevederà un budget annuale per il finanziamento delle elezioni, iscrivendovi ogni anno i crediti necessari. Inoltre, per non compromettere finanziariamente l’organizzazione ciclica delle elezioni, il governo garantirà la disponibilità permanente di detti crediti». Sama Lukonde ha inoltre annunciato l’organizzazione di un censimento generale che permetta l’identificazione della popolazione: «si tratta di un’operazione normale e ordinaria di uno Stato responsabile che vuole semplicemente conoscere il numero dei suoi abitanti e fornire a ciascuno una carta d’identità, per scopi di gestione e di pianificazione». Egli ha tuttavia assicurato che il suo governo non intende subordinare l’organizzazione delle prossime elezioni a quella del censimento della popolazione.[3]

Il primo ministro Jean-Michel Sama Lukonde ha sottolineato la determinazione del suo governo nel continuare a promuovere il settore minerario, affinché possa contribuire alla crescita dell’economia e all’aumento delle entrate pubbliche. Egli ha annunciato il rafforzamento delle misure adottate per combattere lo sfruttamento e il traffico illegale dei minerali, in particolare nell’est del paese. Pertanto, si è impegnato a implementare un programma di certificazione mineraria che permetta di migliorare e proteggere le risorse minerarie congolesi.
Secondo Sama Lukonde, questo programma di certificazione mineraria intende combattere la svendita delle risorse minerarie e la speculazione sul mercato, riorganizzare i mercati minerari locali e incoraggiare la popolazione, attraverso incentivi, ad investire maggiormente in questo settore.
Il Primo Ministro ha approfittato di questa occasione per annunciare una nuova strategia di valorizzazione dei prodotti minerari congolesi, attraverso l’incremento di industrie di trasformazione locale.
Inoltre, ha annunciato che il suo governo intende assicurare una rigorosa applicazione delle tasse relative a questo settore, tenendo conto dell’aumento dei prezzi dei metalli e ciò in conformità con il codice e i regolamenti minerari. Il governo si impegna, secondo le condizioni stabilite dalla legge, a garantire il rispetto del monopolio del subappalto a beneficio dei nazionali e a sostenere la creazione di centri commerciali e di mercati legalmente approvati, al fine di garantire la tracciabilità dei minerali congolesi e di proteggere i centri minerari artigianali, dispiegandovi degli agenti della polizia mineraria.
Sempre secondo il Primo ministro, il governo promuoverà le cooperative minerarie, coinvolgerà la società civile e le autorità tradizionali nella risoluzione dei conflitti minerari e renderà operativa l’Autorità per la Regolamentazione e il Controllo dei Minerali Strategici (ARECOMS), per permettere il funzionamento dell’Impresa Générale del Cobalto e l’istituzione del Fondo Minerario per le Generazioni Future, in conformità con il Codice minerario.[4]

Il primo Ministro Sama Lukonde ha affermato che il costo complessivo di questo programma triennale 2021-2023 si aggira sui 36 miliardi di dollari, cioè 12 miliardi di dollari all’anno e che le entrate previste nello stesso periodo sono stimate su 22 miliardi di dollari, secondo la media degli ultimi budget annuali di 7,3 miliardi di dollari. Ne consegue quindi, nel finanziamento del programma triennale del governo, un divario di 14 miliardi di dollari. Questo gap potrebbe essere finanziato attraverso interventi di incremento delle entrate, rafforzate da una crescita economica dello +0,8% registrata a fine settembre 2020, quando le previsioni iniziali per fine 2020 si aggiravano sul -1,7%. Tale miglioramento è dovuto soprattutto all’aumento del prezzo del rame, del cobalto e dello stagno sul mercato mondiale. Per ridurre ulteriormente il divario e garantire il finanziamento del programma, il governo di Sama Lukonde propone le seguenti risorse aggiuntive che non sono state prese in considerazione nel 2021:
1. Gli adeguamenti fiscali avviati nel settore minerario
2. La ridistribuzione di alcuni blocchi petroliferi, per un valore di 1,3 miliardi di dollari
3. Il completamento del contratto cinese, ovvero 2 miliardi di dollari in tre anni
4. Il previsto appoggio del FMI al bilancio, cioè 1,6 miliardi di dollari su tre anni
5. Il contributo della BM per la gratuità dell’istruzione primaria, pari a 800 milioni di dollari in due anni.
Dato che il programma presentato riguarda l’intero triennio 2021-2023 e visto che il budget annuale già promulgato per il 2021 ammonta a soli 6,6 miliardi di dollari, sarà necessario procedere a una rettificazione della legge finanziaria 2021. [5]

Il 26 aprile, i deputati nazionali hanno proceduto all’insediamento del governo di Sama Lukonde. Su un totale di 500 deputati, 412 erano presenti e 410 hanno votato a favore dell’approvazione del programma di Governo. L’atto di insediamento è avvenuto pochi minuti dopo l’audizione del programma d’azione del governo Sama. In effetti, i deputati stavano sottoponendo le loro preoccupazioni al Primo Ministro, quando uno di loro, Alphonse Ngoyi Kasanji, ha proposto di passare direttamente all’atto di insediamento del nuovo governo, ciò che ha posto fine agli interventi dei deputati.[6]

Il 28 aprile, in un’intervista, il presidente del Consiglio di amministrazione dell’Osservatorio della Spesa Pubblica (ODEP), Florimond Muteba Tshitenge, ha affermato che il budget triennale di 36 miliardi di dollari, distribuiti in 12 miliardi di dollari all’anno, proposto dal capo del governo della Sacra Unione è irrealistico e utopico. Il professor Florimond Muteba Tshitenge ha ritenuto rischioso e demagogico far credere ai cittadini congolesi che si può passare così facilmente da un budget annuale di 6 miliardi di dollari a quello di 12 miliardi di dollari. Egli ha ricordato che, nel 2020, su un budget di circa 12 miliardi di dollari, la RDC non è riuscita a mobilitare che 3,7 miliardi di dollari, cioè il 30% del previsto. Egli ha aggiunto che, nel primo trimestre del 2021, il tasso di attuazione del budget di 6,9 miliardi di dollari previsto nella legge finanziaria 2021 è molto basso, tanto da non raggiungere nemmeno il 50%. La media mensile è di circa 250 milioni di dollari su una previsione di 550 milioni di dollari. Infine, il presidente del Consiglio di amministrazione dell’ODEP ha insistito sulla necessità di rafforzare le misure fiscali, il controllo delle finanze pubbliche e la repressione dei crimini economici.[7]

A proposito della questione economica, è conveniente ricordare che nei due mesi di gennaio e febbraio 2021, il Tesoro pubblico ha speso 15.920.102.516 FC (7.702 milioni di dollari, secondo il tasso di cambio medio di 2.067 FC per dollaro) per l’Assemblea nazionale e 12.743.456.984 FC (6.165 milioni di dollari) per Senato, per un totale di 13,867 milioni di dollari.
All’Assemblea nazionale, le spese effettuate rappresentano il 26,87%  delle previsioni stabilite per fine febbraio 2021ed equivalenti a 59.246.105.503 FC (28.662 milioni di dollari).
Per quanto riguarda il Senato, la spesa effettuata rappresenta il 60,34% delle previsioni fissate per i primi due mesi dell’anno e valutate sui 21.119.831.779 FC (10,217 milioni di dollari).
Le spese parlamentari rappresentano il 2,52% del totale della spesa pubblica effettuata dal governo.
Va notato che, durante i primi due mesi dell’anno 2021, il governo ha speso 1.136.765.810.024 FC (549.959 milioni di dollari) su una previsione di 2.259.196.178.491 FC, con un conseguente tasso di esecuzione pari al 50,3%.[8]

2. LA REVISIONE DELLA LEGGE SU ORGANIZZAZIONE E FUNZIONAMENTO DELLA COMMISSIONE ELETTORALE

Il 12 aprile, il Centro di Ricerca e Studi sullo Stato di Diritto in Africa (CREEDA) ha pubblicato un rapporto sulle riforme elettorali, in vista delle elezioni generali congolesi previste per il 2023.
Tra le raccomandazioni, questa organizzazione propone la depoliticizzazione della Commissione Elettorale Nazionale Indipendente (CENI). Pertanto, per raggiungere questo obiettivo, il CREEDA afferma che «la depoliticizzazione della CENI deve iniziare con la riduzione a 4 del numero dei rappresentanti dei partiti politici nella composizione del suo comitato direttivo: 2 per la maggioranza e 2 per l’opposizione. I restanti 9 posti devono essere assegnati a:  le confessioni religiose, le organizzazioni della società civile specializzate in educazione civica ed elettorale, le organizzazioni femminili, le organizzazioni giovanili, le associazioni di persone con disabilità, la magistratura, gli ordini, i sindacati e le autorità tradizionali .., Per rafforzare la depoliticizzazione della CENI, il CREEDA raccomanda anche l’abolizione della fase di approvazione della designazione dei membri CENI da parte dell’Assemblea nazionale e la trasmissione dei documenti di nomina al Presidente della Repubblica. Conseguentemente, i contenziosi relativi alla designazione dei membri della CENI sono affidati a un Tribunale Amministrativo».
Per quanto riguarda la tempistica delle nomine dei membri della CENI, essa decorre dal novantesimo (90°) giorno prima della scadenza del mandato dei membri in carica.
Per quanto riguarda il rafforzamento dell’Assemblea Plenaria come organo supremo della CENI, il CREEDA propone la designazione di un suo comitato direttivo, composto da membri diversi da quelli del Comitato di presidenza della CENI. Pertanto l’Assemblea plenaria dovrebbe essere presieduta da un Presidente (dell’opposizione politica), un Vicepresidente (…) e un relatore (…). Ciò garantirebbe la trasparenza e la separazione dei poteri tra l’organo decisionale e di controllo (l’Assemblea plenaria) e l’organo esecutivo (il Comitato di presidenza).
Il CREEDA propone l’idea di una Amministrazione pubblica elettorale permanente e retta da uno specifico statuto giuridico di diritto pubblico, al fine di assicurare la continuità del funzionamento della CENI e la valorizzazione delle esperienze elettorali. Il vantaggio di questa proposta è quello di evitare che gli agenti della CENI siano reclutati sulla base di criteri non oggettivi e di parte o siano al servizio degli interessi dei membri del Comitato di presidenza. Il CREEDA insiste anche sulla necessità di un decentramento, ritenendo che una forte centralizzazione e la concentrazione dei poteri a livello nazionale favoriscano i casi di brogli elettorali.
Per quanto riguarda la responsabilità penale e lo statuto dei membri della CENI, il CREEDA ha proposto che le violazioni disciplinari, come lo spergiuro, siano sanzionate da un giudice amministrativo, mentre altri comportamenti dei membri della CENI, come quelli della manipolazione e falsificazione dei risultati elettorali dovrebbero essere puniti in conformità con il diritto penale comune o essere considerati come infrazioni autonome.
Per quanto riguarda il rafforzamento della gestione finanziaria della CENI, il CREEDA raccomanda ai parlamentari di affidare la competenza di verificare la contabilità della CENI alle istituzioni o agli organi tradizionali di controllo delle finanze pubbliche e di astenersi dal creare altri meccanismi.[9]

Il 12 aprile, in un gruppo di lavoro, il presidente dell’Assemblea nazionale, Christophe Mboso N’kodia, ha avanzato una serie di proposte relative alla nomina dei membri della Commissione Elettorale Nazionale Indipendente (CENI).
I. La procedura della nomina dei membri della CENI.
L’Ufficio di presidenza dell’Assemblea Nazionale convoca la Conferenza dei presidenti per fissare il calendario relativo alla nomina dei membri della CENI. Il calendario stabilito sarà presentato e discusso in seduta plenaria per approvazione.
Secondo il calendario adottato dall’Assemblea Nazionale, le varie componenti si riuniscono per designare i loro delegati presso la CENI secondo quanto stabilito dalla Legge Organica e trasmettono all’Assemblea Nazionale i verbali di designazione dei candidati a membri della CENI.
In caso di mancanza di consenso sulla designazione di un membro all’interno di una componente, l’Assemblea nazionale seleziona il candidato che ha ricevuto il maggior numero di pareri favorevoli da parte dei membri della sua componente e che soddisfa i criteri richiesti.
Nel caso in cui manchi un verbale relativo alla designazione dei candidati membri del CENI o in cui si superi il tempo  limite di trasmissione dei verbali dei candidati all’Assemblea Nazionale, quest’ultima prende automaticamente in mano il fascicolo e delibera in materia.
In seduta plenaria, l’Assemblea nazionale crea un comitato misto maggioranza-opposizione incaricato di esaminare i singoli dossier delle persone designate, secondo le condizioni e i criteri legali. La commissione le ascolta, alla presenza dei rappresentanti delle componenti che le hanno designate.
La commissione mista invia le conclusioni del suo lavoro al Comitato di presidenza, che le presenta all’assemblea plenaria per approvazione.
Il Comitato di presidenza dell’Assemblea nazionale trasmette l’elenco dei candidati approvati al Presidente della Repubblica, in vista del loro insediamento.
II. L’organizzazione della CENI
.
La CENI è composta da due organi: l’Assemblea Plenaria e il Comitato di Presidenza.
L’Assemblea plenaria istituirà una commissione incaricata di valutare e controllare, con cadenza trimestrale, la gestione finanziaria e le attività tecniche della CENI.
III. La composizione della CENI
Si tratta di una composizione mista non paritaria
+ L’Assemblea plenaria sarà composta da quindici (15) membri, di cui nove (9) provenienti dai partiti politici (maggioranza, opposizione) e sei (6) dalla società civile.
I partiti politici si spartiranno la loro quota, in proporzione alla loro rappresentanza nell’Assemblea nazionale, il che significa concretamente che la maggioranza avrà sei (6) membri e l’opposizione tre (3) membri.
La società civile avrà sei (6) membri, distribuiti come segue:
– Confessioni religiose: due (2) membri.
– Organizzazioni di osservazione elettorale: tre (3) membri, così suddivisi: un (1) membro per quelle di educazione elettorale e due (2) membri per quelle di osservazione elettorale.
– Organizzazioni per la difesa dei diritti delle donne: un (1) membro.
+ Il Comitato di presidenza è composto da sei membri così distribuiti:
– Società civile, un (1) membro: Presidente (delle confessioni religiose).
– Maggioranza, tre (3) membri: Vicepresidente, Questore e Vice relatore;
– Opposizione, due (2) membri: relatore e vice questore.
IV. Le competenze degli organi
– L’Assemblea Plenaria è l’organo di concezione, orientamento e decisione.
Al fine di promuovere una buona governance elettorale, una commissione parlamentare valuterà e controllerà la gestione finanziaria e le attività tecniche della CENI ogni sei mesi.
– Il Comitato di Presidenza è l’organo incaricato della gestione quotidiana e del coordinamento delle attività della CENI, assicura la messa in esecuzione delle decisioni dell’Assemblea Plenaria e assicura il rispetto della Costituzione, delle leggi e dei testi regolamentari.
V. Altre considerazioni tecniche
– Al fine di garantire la trasparenza nella gestione del processo elettorale e di garantire pari opportunità a tutte le parti interessate, è necessario stabilire un quadro di concertazione e di scambio tra la commissione elettorale e i vari attori implicati nel processo elettorale.
– Chiamati a lavorare in una struttura costituzionalmente indipendente, i membri della CENI cessano di dipendere dalla loro componente d’origine. Di conseguenza, le componenti non possono né ritirarli, né sostituirli, né tanto meno costringerli a dimettersi, esercitando su di loro pressioni di qualsiasi genere.
– Per garantire il rispetto del calendario elettorale e, quindi, dei tempi costituzionali relativi all’organizzazione delle elezioni, è necessario che si crei un fondo elettorale speciale.[10]

Il 21 aprile, in un comunicato, la piattaforma delle confessioni religiose ha affermato che «lo scopo delle riforme elettorali è quello di rafforzare i meccanismi legali atti a garantire l’indipendenza, la neutralità e l’imparzialità della Commissione Elettorale Nazionale Indipendente (CENI), in modo da rassicurare tutti i futuri contendenti elettorali sulla credibilità delle elezioni del prossimo 2023. Per raggiungere questo obiettivo, occorre ridurre il più possibile l’influenza politica su di essa.
Per quanto riguarda la designazione dei membri della CENI, le varie componenti devono essere libere di scegliere i propri rappresentanti presso la CENI. Nel caso in cui una componente non riuscisse a raggiungere un consenso al suo interno, si propone che il Comitato di Presidenza dell’Assemblea Nazionale nomini tre personalità indipendenti e competenti che svolgano una missione di mediazione temporanea e limitata entro un periodo ristretto di tempo, perché l’Assemblea nazionale non può designare e contemporaneamente, approvare.
A proposito dell’organizzazione della CENI, invece della COPEC, si potrebbe istituire un altro tipo di commissione che, composta da delegati delle 3 componenti in forma paritetica, assicuri il monitoraggio e il controllo sulla CENI attraverso una valutazione tecnica periodica. Dato il ruolo cruciale svolto dal segretariato esecutivo nazionale della CENI, esso non dovrebbe dipendere dal presidente della CENI, ma dovrebbe piuttosto essere regolamentato da una legge.
Ci si aspetta un grande cambiamento nella composizione del Comitato di presidenza della CENI e l’ideale sarebbe che tutti i suoi membri provenissero dalla società civile. Il minimo sarebbe un Comitato di presidenza composto in forma paritaria. Si dovrebbe evitare ad ogni costo un comitato di presidenza che sia controllato da una tendenza politica.
Per l’assemblea plenaria, i partiti politici dovrebbero designare i loro rappresentanti tra le personalità indipendenti che non hanno partecipato ad alcuna attività dei partiti politici negli ultimi 5 anni. Per quanto riguarda la questione del finanziamento delle elezioni, esso rimane una prerogativa del governo. Le altre fonti, per quanto necessarie, restano secondarie».[11]

Il 13 aprile, il deputato nazionale Christophe Lutundula ha presentato all’Assemblea Nazionale riunita in seduta plenaria il suo disegno di legge modificante la legge organica sull’organizzazione e il funzionamento della Commissione Elettorale Nazionale Indipendente (CENI). Questo disegno di legge era stato trasmesso al Comitato di presidenza dell’Assemblea nazionale l’8 agosto 2019.
In una conferenza stampa, Christophe Lutundula ha dichiarato: «Per quanto riguarda la composizione della CENI, ho proposto il criterio della parità. La CENI non è una commissione di tipo politico. Non si è membri della CENI per difendere gli obiettivi di un partito politico. La CENI deve garantire l’imparzialità, la neutralità, la parità di opportunità e la credibilità delle elezioni. Quindi non è ammissibile che ci sia una componente che abbia un maggior numero di rappresentanti rispetto alle altre. Per quanto riguarda la partecipazione delle associazioni della società civile alla CENI, occorre tener conto della loro situazione giuridica. Devono essere delle associazioni implicate nel processo elettorale, cioè delle organizzazioni che svolgono la loro attività nei settori dell’educazione elettorale o dell’osservazione elettorale. È necessario rispettare questo criterio, perché si è membri della CENI non per rappresentare un’organizzazione o una categoria sociale, ma per svolgere un compito ben preciso».[12]

Christophe Lutundula propone nuove procedure e regole per quanto riguarda la designazione dei membri del Comitato di presidenza della Commissione Elettorale Nazionale Indipendente (CENI) e l’organizzazione e il funzionamento della CENI stessa.
Per quanto riguarda i criteri di ammissibilità dei candidati a membri della CENI, egli ricorda le condizioni citate nell’articolo 12 comma 1 (I membri della CENI sono scelti tra le personalità indipendenti riconosciute per la loro competenza, integrità morale, probità e onestà intellettuale) e nell’articolo 16 (Essere di nazionalità congolese; avere almeno 30 anni; essere in possesso di un certificato di idoneità fisica e mentale, di un certificato penale pulito e di un attestato di buona condotta; essere titolare di una laurea o di un diploma ritenuto equivalente; avere un’esperienza professionale di almeno dieci anni in un campo che può essere ritenuto utile per la CENI). Oltre a queste condizioni, Christophe Lutundula propone di aggiungere che «nessuno può essere nominato membro della CENI se è, o se è stato, un dirigente nazionale o provinciale di un’organizzazione politica o di un’organizzazione della società civile affiliata o alleata di un’organizzazione politica, durante i 5 anni precedenti alla sua designazione».
Per quanto riguarda il numero dei membri e la loro designazione, Christophe Lutundula propone di modificare l’articolo 10 relativo al numero dei membri, alla modalità della loro designazione e alla quota riservata a ciascuna delle parti implicate. Secondo la legge attuale, la CENI è composta da 13 membri nominati dalle forze politiche rappresentate all’interno dell’Assemblea Nazionale, secondo il seguente criterio: 6 membri per la maggioranza, 4 per l’opposizione e 3 per la società civile. Per quanto riguarda i tre membri della Società civile, uno è designato dalle denominazioni religiose, il secondo dalle organizzazioni di osservazione e di educazione elettorale e il terzo dalle organizzazioni femminili per la difesa dei diritti delle donne. Christophe Lutundula propone il passaggio da 13 a 15 membri, designati dalle tre componenti in modo paritario: 5 per la maggioranza parlamentare, 5 per l’opposizione e 5 per la società civile. Circa questi ultimi, 2 sono designati dalle confessioni religiose, 2 dalle organizzazioni di osservazione ed educazione elettorale e 1 dalle organizzazioni femminili per la difesa dei diritti delle donne. Egli chiede anche una particolare attenzione sulla parità di genere, sulla rappresentazione giovanile e sull’equilibrio geopolitico, secondo il quale nessuna provincia può avere più di un membro.
Per quanto riguarda la procedura della designazione, Christophe Lutundula propone che, dopo che ciascuna componente abbia designato i suoi delegati, l’Assemblea Nazionale crei una commissione paritetica maggioranza-opposizione, al fine di esaminare, sulla base delle condizioni e criteri legali, i singoli dossier trasmessi all’Assemblea Nazionale. Questa commissione, dopo aver ascoltato i vari candidati in presenza dei rappresentanti delle loro componenti, presenta i relativi dossier in una seduta plenaria dell’Assemblea nazionale per approvazione. Nel caso in cui un candidato non fosse confermato, il Comitato di presidenza dell’Assemblea Nazionale lo comunica alla componente interessata, affinché possa designare un nuovo candidato, seguendo sempre la medesima procedura.
Il disegno di legge in esame prevede la nomina del presidente della CENI per consenso delle tre componenti (maggioranza, opposizione e società civile) sul candidato proposto dalla società civile.
Circa il rapporto tra i membri designati e i loro designatori, Christophe Lutundula suggerisce di includere che: “i membri della CENI non rappresentano le componenti che li hanno nominati, cui è interdetto di ritirarli, di sostituirli e di costringerli a dimettersi”.
Per quanto riguarda la fine del mandato dei membri della CENI, egli propone che il  Comitato di presidenza dell’Assemblea Nazionale prenda tutte le misure necessarie per designare i nuovi membri 3 mesi prima della fine del mandato dei membri uscenti. Durante questo periodo di transizione, è il segretariato nazionale che garantisce la continuità delle attività fino all’insediamento dei nuovi membri.
Per quanto riguarda l’organizzazione della CENI, Lutundula suggerisce l’istituzione di un comitato direttivo dell’assemblea plenaria diverso dal comitato di presidenza della CENI e composto da un moderatore, un vice moderatore, un relatore e un vice relatore, tutti non membri del Comitato di presidenza della CENI. Per quanto concerne il Comitato di presidenza della CENI, la legge Lutundula prevede 6 incarichi, di cui 3 affidati alla maggioranza, 2 alla società civile e 1 all’opposizione. I 6 incarichi sarebbero così distribuiti: Presidente: società civile, vicepresidente: maggioranza, relatore: opposizione, vice relatore: maggioranza, questore: società civile e vice questore: maggioranza.
Oltre al Comitato di presidenza della CENI e al comitato direttivo dell’assemblea plenaria, il disegno di  legge Lutundula prevede la creazione di un terzo organo denominato Commissione Permanente di Valutazione e di Controllo (COPEC). composta da membri diversi da quelli del Comitato di presidenza e coordinata da un segretario permanente e da un vice segretario permanente eletti da tutti i membri della CENI. Secondo la proposta, la COPEC è un organo di monitoraggio, valutazione e controllo dotato di ampi poteri e incaricata di: “verificare se gli atti del Comitato direttivo dell’assemblea plenaria e del Comitato di presidenza della CENI sono conformi o meno alla missione affidata alla CENI, come definita dall’articoli 211 della costituzione e dall’articolo 9 della legge organica sulla CENI; controllare l’esecuzione del budget e del programma d’azione della CENI; monitorare l’attuazione del calendario elettorale e delle operazioni elettorali; controllare la gestione delle risorse e dei beni della CENI; organizzare, in qualsiasi momento del processo elettorale e sull’insieme del territorio nazionale, delle missioni di controllo delle attività della CENI e delle operazioni pre-elettorali, elettorali e post-elettorali; formulare delle raccomandazioni destinate al comitato direttivo dell’assemblea plenaria e al Comitato di presidenza della CENI e, se necessario, comunicare all’Assemblea Nazionale, al Governo o al tribunale competente le eventuali anomalie o irregolarità riscontrate nella gestione della CENI e nell’attuazione del processo elettorale”.
Per quanto riguarda il funzionamento della CENI, Lutundula propone il finanziamento delle attività anche con risorse specifiche di un Fondo per le Elezioni, da istituire con decreto del Primo Ministro deliberato in Consiglio dei Ministri. Propone inoltre la creazione di un ambito di concertazione e di dialogo tra la CENI e le parti implicate nel processo elettorale, con l’obbligo, da parte del Comitato di presidenza della CENI di convocare almeno una riunione ogni tre mesi.[13]

Il 21 aprile, in seduta plenaria e dopo dibattito generale, l’Assemblea nazionale ha dichiarato ammissibile la proposta di legge organica che modifica e integra la legge sull’organizzazione e il funzionamento della Commissione Elettorale Nazionale Indipendente (CENI) e l’ha trasmessa alla Commissione politica, amministrativa e giuridica dell’Assemblea nazionale per un ulteriore approfondimento. Questa commissione ha 10 giorni per effettuarlo.[14]

[1] Cf Berith Yakitenge – Actualité.cd, 20.04.’21
[2] Cf Sonia Rolley – RFI, 25.04.’21; Prince Mayiro – 7sur7.cd, 26.04.’21
[3] Cf Christophe Rigaud – Afrikarabia.com, 27.04.’21; Clément Muamba – Actualité.cd, 26.04.’21; Jephté Kitsita – 7sur7.cd, 26.04.’21
[4] Cf Christian Kamba – Politico.cd, 26.04.’21
[5] Cf Stéphie Mukinzi – Politico.cd, 26.04.’21; Jephté Kitsita – 7sur7.cd, 26.04.’21
[6] Cf Orly-Darel Ngiambukulu – 7sur7.cd, 26.04.’21; Christophe Rigaud – Afrikarabia.com, 27.04.’21
[7] Cf Orly-Darel Ngiambukulu – 7sur7.cd, 28.04.’21
[8] Cf Actualité.cd, 19.03.’21
[9] Cf Auguy Mudiayi – Actualité.cd, 13.04.’21
[10] Cf Hervé Pedro – Politico.cd, 22.04.’21
[11] Cf Fonseca Mansianga – Actualité.cd, 21.04.’21
[12] Cf Berith Yakitenge – Actualité.cd, 13.04.’21
[13] Cf Fonseca Mansianga – Actualité.cd, 19.04.’21
[14] Cf Berith Yakitenge – Actualité.cd, 21.04.’21