Nuovo calendario elettorale: applausi e contestazioni

Editoriale Congo Attualità n. 340 – a cura della Rete Pace per il Congo

Il 5 novembre, la Commissione elettorale ha finalmente pubblicato un nuovo calendario elettorale, che prevede l’organizzazione delle elezioni presidenziali, legislative nazionali e legislative provinciali per  il 23 dicembre 2018.

Da 504 a 330 giorni

Poche settimane fa, la stessa Commissione elettorale aveva annunciato che, per preparare tali elezioni, aveva bisogno di almeno 504 giorni (17 mesi) a partire dalla fine dell’operazione di registrazione degli elettori nelle due province del Kasai e Kasai centrale. Tale dichiarazione lasciava quindi supporre che le elezioni in questione potessero svolgersi verso il mese di giugno 2019.

Secondo il nuovo calendario elettorale, tale periodo di preparazione è ridotto a circa 330 giorni, il che permetterebbe di anticipare le elezioni di ben sei mesi circa. Si tratta certamente di una buona notizia. Ma occorre pure interrogarsi su questo cambiamento di valutazione della tempistica. Se prima erano necessari 504 giorni “incompressibili” per preparare le elezioni, come mai ora sono sufficienti 330 giorni? O la Commissione elettorale ha mentito prima, o sta mentendo ora! Certamente dovrà apportare delle spiegazioni.

Sotto la pressione degli Stati Uniti

Senza alcun dubbio, tale cambiamento di rotta è dovuto alla recente visita, a Kinshasa, dell’ambasciatrice statunitense presso le Nazioni Unite, Nikki Halley, che ha trasmesso alle autorità congolesi un messaggio estremamente chiaro: gli Stati Uniti vogliono che le elezioni congolesi si svolgano nel 2018 e non tollereranno alcun altro ritardo, che provocherebbe, di fatto, la sospensione di ogni loro tipo di appoggio. Di fronte alla franchezza e alla decisione di tale messaggio, alla Commissione elettorale e, soprattutto, alle autorità congolesi, non rimaneva altra possibilità che quella di sottomettersi alle ingiunzioni ricevute. In tal modo, la Commissione elettorale e le autorità congolesi hanno salvato la loro faccia ma, nello stesso tempo, hanno preparato il terreno per un ulteriore rinvio delle elezioni: “abbiamo accettato di organizzarle nel 2018 … abbiamo tentato … ma non ci è stato possibile”!!!

 

I germi di un eventuale ulteriore rinvio

I germi di un eventuale ulteriore rinvio sono già presenti nello stesso calendario elettorale appena pubblicato.

– Un primo esempio: il dibattito parlamentare sulla necessaria revisione della legge elettorale è previsto dal 15 al 30 novembre, un periodo di 16 giorni che dovrebbe concludersi con l’approvazione definitiva del testo modificato, che dovrebbe essere ufficialmente promulgato dal Presidente della Repubblica il 15 dicembre, ultimo giorno della sessione parlamentare di settembre.

In realtà, l’esame del progetto di revisione della legge elettorale non è ancora stato inserito nell’ordine del giorno dei lavori del Parlamento, il che è già un primo segno premonitore di ritardo.

– Un secondo esempio: il Governo non ha ancora trasmesso al Parlamento il progetto di legge finanziaria per il 2018, la legge che dovrebbe indicare come il Governo intende finanziare le elezioni del 2018 e permettere la formulazione di un piano di erogazione dei fondi destinati alla Commissione elettorale. Tutto ciò lascia intuire che tale legge non sarà approvata nell’attuale sessione parlamentare che terminerà il 15 dicembre, il che rappresenta un secondo segno premonitore di ritardo.

Questi due contrattempi, tra molti altri, sono segni evidenti di una totale incapacità o, peggio, di un’assoluta mancanza di volontà, da parte delle Istituzioni congolesi (Governo e Parlamento) controllate dalla Maggioranza Presidenziale, di organizzare le elezioni, per cui la pubblicazione del nuovo calendario elettorale risulta essere una commedia di cattivo gusto e una semplice operazione di immagine, per accattivarsi l’accondiscendenza della Comunità internazionale in generale e degli Stati Uniti in particolare.

 

Le contraddizioni della Comunità internazionale

A dire il vero, sembra proprio che tale operazione sia ben riuscita: Stati Uniti, Nazioni Unite, Unione Europea e Unione Africana, tutti hanno applaudito alla pubblicazione del calendario elettorale. Dopo aver sbraitato a squarciagola di volere le elezioni prima di dicembre 2017, ora si congratulano con la Commissione elettorale che annuncia le elezioni per dicembre 2018.

Dopo aver, per molti mesi, appoggiato l’opposizione, ora la tradisce, concedendo alla maggioranza presidenziale e al Presidente Kabila un anno supplementare per rimanere al potere.

Pura illusione, rassegnata impotenza, cedimento intollerabile, complicità irresponsabile???

 

Un’opposizione sbraitante, ma inefficace

Anche l’Opposizione contribuisce a peggiorare la situazione: rifiuta il calendario elettorale proposto dalla Commissione elettorale, incita la popolazione a non riconoscere più Kabila come Presidente della Repubblica, indice una campagna di disobbedienza civile, propone una transizione senza Kabila. Tutto ciò non farà che radicalizzare ancor di più la Maggioranza Presidenziale nelle sue posizioni e ritardare ulteriormente il processo elettorale in corso.

Due elementi, tra molti altri, indicano che l’Opposizione non ha alcun programma alternativo da offrire al popolo congolese.

– Il primo: se è vero che l’Accordo del 31 dicembre 2016 prevede l’organizzazione delle elezioni entro la fine di dicembre 2017, è altrettanto vero che lo stesso accordo prevede che, in caso di ritardi o di difficoltà, la Commissione elettorale, il Governo e il Consiglio Nazionale di Supervisione dell’Accordo possono consensualmente valutare il tempo che sia necessario per portare a compimento le operazioni elettorali. Avendo l’Opposizione sottoscritto tale disposizione, è difficile capire come essa possa ora opporsi ad un ormai inevitabile rinvio delle elezioni al 2018, anche se il mese di dicembre rappresenta una data veramente tardiva.

– Il secondo: la proposta di un periodo di transizione (tanto più senza Kabila) non ha alcun fondamento giuridico, né nella Costituzione, né nell’Accordo del 31 dicembre 2016. Per cui, dopo aver tante volte denunciato, con ragione, la violazione della Costituzione e dell’Accordo da parte della Maggioranza Presidenziale e del Presidente Kabila, ora anche l’Opposizione imbocca la stessa strada. Voglia di rivincita, sterile populismo, fame di potere???

 

Che fare allora?

Un nuovo calendario elettorale è ora a disposizione di tutti e si tratta semplicemente di applicarlo. Come già ripetuto tante volte, il Parlamento e il Governo, secondo le proprie competenze, devono fare la loro parte, per permettere alla Commissione elettorale di fare avanzare il processo elettorale. In modo particolare, essi devono assicurare, con priorità e urgentemente, l’approvazione della legge finanziaria per l’anno 2018 e della revisione della legge elettorale. Inoltre, il Governo deve rendere noto il suo piano di erogazione e di messa a disposizione della Commissione elettorale, dei fondi finanziari e dei mezzi logistici necessari per l’organizzazione delle elezioni, affinché la Comunità internazionale possa apportare il suo contributo come complemento agli sforzi intrapresi dal Governo congolese.

Da parte sua, l’Opposizione dovrebbe probabilmente rivedere la sua strategia, visto che la politica del populismo, della demagogia, della sedia vuota, delle giornate “città morte, dell’astensionismo, del rifiuto e delle manifestazioni di piazza rischia di non portare ad alcun risultato positivo. Essa dovrebbe presentare proposte concrete e fattibili che possano migliorare il calendario elettorale appena pubblicato e contribuire, in tal modo, all’organizzazione delle elezioni nel più breve tempo possibile.