Congo Attualità n. 327

INDICE

EDITORIALE: DUE QUESTIONI ANCORA APERTE → REGISTRAZIONE DEGLI ELETTORI E CONSIGLIO NAZIONALE PER LA SUPERVISIONE DELL’ACCORDO

  1. PROCESSO ELETTORALE
    1. Commissione elettorale: l’operazione di registrazione degli elettori
    2. La classe politica di fronte alle sue responsabilità
    3. Organizzazione delle elezioni: prima della fine del 2017 o “il più presto possibile”?
  2. VERSO LA FORMAZIONE DEL CONSIGLIO NAZIONALE DI SUPERVISIONE DELL’ACCORDO DEL 31 DICEMBRE 2016 (CNSA)
    1. Il Presidente Kabila ha chiesto di trasmettergli le liste dei delegati al CNSA
    2. Il Presidente dell’Assemblea Nazionale a preso contatto con le parti firmatarie dell’accordo del 31 dicembre 2016
  3. COSTO TOTALE DELLE OPERAZIONI ELETTORALI E LEGGE FINANZIARIA 2017

 

EDITORIALE: DUE QUESTIONI ANCORA APERTE → REGISTRAZIONE DEGLI ELETTORI E CONSIGLIO NAZIONALE PER LA SUPERVISIONE DELL’ACCORDO

 

 

 

 

1. PROCESSO ELETTORALE

 

a. Commissione elettorale: l’operazione di registrazione degli elettori

 

Il 28 maggio, la Commissione Elettorale ha iniziato l’operazione di registrazione degli elettori a Kinshasa. Per la fase iniziale, si sono scelti quattro comuni pilota: Barumbu, Kinshasa, Ligwala e Gombe. Buona l’affluenza dei cittadini, nonostante abbiano dovuto aspettare anche un’intera giornata per ottenere il loro nuovo certificato elettorale. La popolazione se n’è lamentata. La lentezza degli agenti elettorali e l’insufficienza dei computer sono le principali cause di questa situazione. Alcuni agenti elettorali sembrano non sapere utilizzare bene gli strumenti informatici messi a loro disposizione.

Un altro problema è che sono stati aperti solo alcuni centri di registrazione. Altri sono ancora chiusi per mancanza di agenti elettorali. Secondo alcune fonti, gran parte del personale addetto ai centri di registrazione stanno ancora seguendo dei corsi di formazione. Altri non dispongono di computer. In questi centri, le operazioni potranno iniziare con qualche giorno di ritardo.

Un altro problema ancora è quello dei locali. La maggior parte dei centri di iscrizione sono stati allestiti in edifici scolastici, dove le ore di lezione continuano normalmente. Vari direttori di scuole sono stati costretti a liberare alcune aule per metterle a disposizione della Commissione elettorale, affinché possano servire come centri di registrazione degli elettori.

Per la città di Kinshasa, la Commissione elettorale prevede di poter registrare più di quattro milioni di elettori, in un periodo di circa tre mesi.[1]

 

Secondo fonti della Commissione elettorale, il database elettorale completo non potrà essere disponibile entro la fine di luglio, com’era stato inizialmente annunciato. Secondo tali fonti, esso potrebbe essere pronto solo per il mese di ottobre e, solo in seguito, esso potrà essere presentato alla sessione parlamentare di settembre.

Secondo queste fonti, il ritardo è dovuto a diversi parametri, tra cui l’insicurezza nelle province del centro e l’instabilità politica. Per quanto riguarda la situazione di insicurezza, queste fonti portano come esempio l’incendio, il 12 marzo 2017, della sede della Commissione elettorale di Kazumba da parte di miliziani di Kamuina Nsapu, incendio che ha causato la perdita di diverso materiale, tra cui 476 urne, 47 pannelli solari, 43 generatori, 45 batterie solari, 12 moto e 33 Thurayas. Un altro esempio è quello del saccheggio del magazzino della Commissione elettorale a Dimbelenge, avvenuto il 12 dicembre 2016, otto giorni dopo il saccheggio della sede di Kabeya Kamuanga. In questa parte del paese, le operazioni elettorali rischiano di riprendere solo dopo la fine di giugno.

L’altro parametro citato dalla Commissione elettorale è il ritardo con cui si sono iniziate le operazioni di registrazione degli elettori a Kinshasa. Questo ritardo è dovuto all’instabilità politica che deriverebbe dall’incertezza della data del rimpatrio dei resti mortali di Etienne Tshisekedi. Secondo un membro del comitato centrale della Commissione elettorale, «a Kinshasa, si è iniziato con un mese di ritardo. Volevamo che tutte le parti si mettessero d’accordo, al fine di evitare conseguenze collaterali di eventuali manifestazioni organizzate in occasioni di tali funerali. Il ritardo di Kinshasa è stato causato anche da un problema d’ordine finanziario. Il governo Badibanga ha praticamente funzionato con un budget a credito provvisorio in cui quasi non appariva il finanziamento del processo elettorale».

Questi dati forniti dalla Commissione elettorale associati al ritardo accumulato nella formazione del nuovo governo e del Consiglio Nazionale di Supervisione dell’Accordo del 31 dicembre (CNSA) rendono praticamente improbabile l’organizzazione delle elezioni entro la fine del 2017, come previsto nell’accordo politico del 31 dicembre 2017.[2]

 

Il 5 giugno, il vice rappresentante speciale della Monusco e coordinatore umanitario, Mamadou Diallo, ha affermato che la Commissione elettorale ha già registrato quasi 25 milioni di elettori su un totale previsto di 40-41.000.000 di persone, quindi quasi il 63% degli elettori previsti. Le operazioni di registrazione degli elettori sono già iniziate anche nelle aree operative 3 e 4, in cui sono incluse anche le cinque province sorte dallo smembramento del Gran Kasai. Tra queste cinque province, è solo nel Kasai e nel Kasai centrale che le operazioni non sono ancora iniziate. Nelle altre tre province le operazioni sono già in corso e la Commissione elettorale ha già iscritto oltre il 30% degli elettori previsti. Secondo Mamadou Diallo, è quindi necessario continuare questo sforzo. Non si può permettere che le popolazioni del Kasai e del Kasai centrale si sentano escluse da questa operazione di iscrizione degli elettori. E il modo migliore per evitarlo è quello di iniziare tali operazione anche a Kananga, a Tshikapa e in quelle zone in cui c’è già un certo livello di sicurezza. Non è possibile pensare di organizzare le elezioni in Congo senza gli elettori del Kasai e del Kasai centrale.[3]

 

Il 21 giugno, il relatore della Commissione elettorale ha dichiarato che, dall’inizio delle operazioni di registrazione degli elettori fino al 20 giugno 2017, la Commissione ha registrato circa 27 milioni di elettori sui 41 milioni previsti.[4]

 

La Sinergia delle Missioni di Osservazione Cittadina delle Elezioni (SYMOCEL) ha rivelato alcune irregolarità riscontrate nel processo di registrazione degli elettori, soprattutto nelle zone operative 3 e 4 che includono le province del Basso e Alto Uele, il Kongo centrale, il Kasai Orientale, Kinshasa, Kwango, Kwilu, Lomami, Mai Ndombe, Sankuru e Tshopo. Secondo la SYMOCEL, queste irregolarità potrebbe compromettere l’affidabilità delle operazioni di identificazione e di registrazione degli elettori. Secondo questa organizzazione, si tratta della registrazione di minorenni in alcuni centri di registrazione del Kasai Orientale, di Mbuji-Mayi e villaggi circostanti e  di Kasangani. La SYMOCEL rivela anche l’iscrizione di persone che non dispongono dei documenti richiesti secondo la legge e la non affissione, per mancanza di carta, delle liste dei candidati registrati. Inoltre, la SYMOCEL deplora il fatto che vari presidenti dei centri di registrazione rifiutano di comunicare le statistiche aggiornate dell’operazione di registrazione degli elettori e attira l’attenzione sulla lentezza constatata nell’accreditamento degli osservatori elettorali e dei testimoni dei partiti. Essa constata pure le difficoltà incontrate dagli osservatori per accedere  a certi centri di registrazione e il mancato pagamento del personale dei centri di registrazione. Infine, la SYMOCEL chiede alla Commissione Elettorale di applicare “le misure correttive previste”.[5]

 

Il 3 luglio, il presidente provinciale dell’Associazione Congolese per l’Accesso alla Giustizia (ACAJ), Adrien Ilobakweyi, ha chiesto alla Commissione Elettorale di avviare le operazioni di registrazione degli elettori anche nelle due province del Kasai e del Kasai centrale. La commissione elettorale aveva annunciato il rinvio delle registrazioni in queste due province a causa dell’insicurezza che vi era constatata da diversi mesi. Secondo Adrien Ilobakweyi, l’organizzazione, senza incidenti, degli esami finali della scuola primaria in queste zone (con un mese di ritardo rispetto al resto del paese) è la prova di un relativo ritorno alla normalità. Adrien Ilobakweyi ha affermato che la sua associazione si impegna a sensibilizzare la popolazione locale che, secondo lui, ha capito che «le elezioni sono la via per mettere fine alla crisi del nostro paese». Ha quindi chiesto alla Commissione elettorale di non dare alcun “pretesto” a quelli che non vogliono le elezioni.[6]

 

Il 3 luglio, il presidente della Commissione Elettorale, Corneille Nangaa, ha annunciato che la Commissione ha già registrato più di 31,5 milioni di elettori, il che rappresenta il 75% dei 41,5 milioni di elettori previsti. L’ha detto in occasione dell’apertura di un seminario di sensibilizzazione sul processo elettorale rivolto agli agenti delle radio confessionali e private di Kinshasa. Iniziata il 28 maggio 2017, nelle ultime aree operative questa operazione di registrazione durerà almeno tre mesi.[7]

 

Il 7 luglio, il presidente della Commissione elettorale, Corneille Nangaa, ha annunciato sul suo account Twitter che l’inizio dell’operazione di registrazione degli elettori nel Kasai e Kasai centrale è fissato per il 20 luglio. Egli ha affermato di avere fissato tale data in seguito al miglioramento della sicurezza in questa parte del paese colpita, nel corso di quest’ultimo anno, da frequenti scontri tra le forze di sicurezza e la milizia di Kamuina Nsapu.[8]

 

b. La classe politica di fronte alle sue responsabilità

 

Il 14 giugno, dato che la sessione parlamentare di marzo si conclude il 15 giugno, l’Unione per la Nazione Congolese (UNC) ha chiesto la convocazione di una sessione straordinaria del Parlamento, affinché i parlamentari possano affrontare le  diverse questioni non ancora esaminate, tra cui quelle relative all’approvazione della proposta di legge organica sulla creazione e organizzazione del CNSA e all’aggiornamento della legge elettorale.[9]

 

Il 29 giugno, il deputato nazionale Muhindo Nzangi ha trasmesso al Comitato centrale dell’Assemblea nazionale un progetto di legge elettorale.

Tra le novità rilevate nella sua proposta di legge elettorale, il deputato del G7 ha sottolineato la necessità di una tregua giudiziaria nei confronti dei candidati alle elezioni presidenziali. Muhindo Nzangi ha affermato che «è necessario che, a partire dalla presentazione della loro candidatura alle elezioni presidenziali, i candidati non siano perseguiti dalla giustizia né arrestati, fino all’insediamento del nuovo presidente eletto. Questo per evitare che le campagne elettorali dei candidati alla Presidenza della Repubblica siano interrotte da eventuali persecuzione giudiziarie. Questa disposizione sarebbe certamente in sintonia con lo spirito delle misure di rasserenamento del clima politico».

Un’altra innovazione promossa nel progetto di legge elettorale presentato dal deputato Muhindo è quella dell’esclusività della competizione delle donne nelle circoscrizioni che hanno più di quattro seggi. «Dove ci sono più di 4 seggi, uno dovrebbe essere riservato alla competenza esclusiva delle donne», ha dichiarato il deputato Muhindo, sottolineando che l’obiettivo di tale disposizione è quello di promuovere la rappresentanza delle donne nelle istituzioni del Paese. In questo progetto di legge elettorale, il deputato Muhindo propone anche che l’operazione di registrazione dei Congolesi della diaspora nelle liste degli elettori, prevista per l’attuale ciclo elettorale, ma non effettuata, lo sia nel prossimo ciclo.[10]

 

Il 1° luglio, il rappresentante speciale del Segretario Generale delle Nazioni Unite nella RDC, Maman Sidikou, ha esortato il governo congolese a garantire la piena e rapida attuazione delle misure di rasserenamento del clima politico previste dall’accordo del 31 dicembre 2016, al fine di «creare le condizioni politiche necessarie per l’organizzazione delle elezioni». Ha ricordato che «l’accordo del 31 dicembre 2016 è l’unica via praticabile e pacifica per uscire dall’impasse attuale e per permettere l’organizzazione di elezioni pacifiche e credibili». Egli ha anche esortato i partiti politici a moltiplicare gli sforzi per trovare, attraverso il dialogo, una soluzione all’attuale situazione di stallo.[11]

 

Il 1° luglio, a Kinshasa, l’ex segretario esecutivo della Conferenza Internazionale sulla Regione dei Grandi Laghi (CIRGL) ed ex ministro per i diritti umani, il professor Alphonse Ntumba Luaba, ha annunciato la sua candidatura alla presidenza della Repubblica. «Se sarò eletto, farò un solo mandato», ha egli detto. Tale annuncio avviene un mese dopo la presentazione ufficiale del suo movimento cittadino “Congolesi in piedi per costruire”, il cui obiettivo è la trasformazione qualitativa, etica e strutturale della RDCongo, soprattutto da parte dei giovani e delle donne. Nel mese di marzo era stato molto critico nei confronti dell’attuale leadership al potere, quando ha affermato che «il Paese è mal gestito. C’è un enorme problema di leadership. Ci sono dei ministri che agiscono singolarmente e si contraddicono».[12]

 

Il 4 luglio, il medico ginecologo Denis Mukwege si è detto preoccupato per l’aumento dei focolai di tensione e di insicurezza in molte parti del Paese, in particolare nelle province del Kivu, del Kasai e dell’ex Katanga. Il dottor Mukwege ha accusato personalità prossime al potere di creare e sostenere dei gruppi armati: «Che si tratti di Beni (Nord Kivu), degli altipiani di Uvira  e di Fizi (Sud Kivu), del triangolo della morte nel Katanga e del Kasai, ci si rende conto che questi gruppi armati hanno sempre dei rapporti con personalità influenti originarie di questi luoghi e appartenenti al cerchio del potere o del governo». Secondo Mukwege, il loro obiettivo è quello di impedire l’organizzazione delle elezioni previste, secondo l’accordo del 31 dicembre 2016, entro la fine di quest’anno 2017, per rinviarle a tempo indeterminato.[13]

 

c. Organizzazione delle elezioni: prima della fine del 2017 o “il più presto possibile”?

 

Il 19 giugno, in un’intervista, François Nzekuye, deputato nazionale e membro della maggioranza presidenziale, ha fatto notare che è ormai praticamente impossibile organizzare le elezioni generali prima della fine del 2017 com’è finora previsto. Secondo lui, «l’idea di organizzare le elezioni prima del 30 dicembre 2017 è  ormai insostenibile. Infatti, per registrare gli elettori, ad ogni centro di iscrizione è stato concesso un periodo di 3 mesi e ci sono posti dove questa operazione non è ancora iniziata. Si può dunque pensare le liste degli elettori non siano disponibili prima del mese di settembre».

Al di là di questo, egli ha ricordato che la legge che dovrebbe consentire l’organizzazione delle elezioni [legge sulla ripartizione dei seggi] non potrà essere approvata prima dell’apertura della sessione parlamentare di settembre. Nzekuye, secondo cui l’accordo del 31 dicembre 2016 «lascia una porta aperta per un eventuale rinvio di tale data», ha chiesto di trovare un consenso, affinché si possa organizzare le elezioni “in un tempo conveniente”  e in un clima sereno, per potere avere dei risultati “non contestabili“. Secondo François Nzekuye, «nell’accordo è chiaramente affermato che le elezioni devono aver luogo entro il mese di dicembre 2017. Tuttavia, il CNSA, il governo e la CENI possono valutare insieme quanto tempo sia necessario per lo svolgimento delle elezioni. Ciò significa che l’accordo stesso contempla la possibilità che, per un qualsiasi motivo, le elezioni non abbiano luogo nel mese di dicembre e che sia quindi necessario che queste tre istituzioni si incontrino per trovare una nuova data».[14]

 

Il 20 giugno, in una conferenza stampa, la coalizione del G7 ha dichiarato di voler “ad ogni costo” mantenere la data del mese di dicembre 2017 “al più tardi” come data per le elezioni, in conformità con l’accordo firmato presso il Centro Interdiocesano con la mediazione della Conferenza Episcopale nazionale del Congo (CENCO). Il presidente del G7, Pierre Lumbi, ha ricordato che, se le elezioni non si svolgeranno entro tale data, esse saranno organizzate “senza Joseph Kabila“. Egli ha affermato che «il G7 chiederà alla Commissione elettorale di organizzare le elezioni sotto la supervisione delle Nazioni Unite, in quanto nessuna istituzione dello Stato sarà legittima».[15]

 

Il 1° luglio, il rappresentante speciale del Segretario Generale delle Nazioni Unite nella RDC, Maman Sidikou, ha invitato la Commissione Elettorale a pubblicare un calendario elettorale “ufficiale e consensuale”.[16]

 

Il 3 luglio, Delly Sesanga, presidente della piattaforma dell’opposizione “Alternanza per la Repubblica” (AR) ha affermato la necessità di finalizzare il processo elettorale come concordato nell’accordo del 31 dicembre 2016, che prevede lo svolgimento delle elezioni presidenziali,  legislative nazionali e provinciali prima della fine del 2017, ciò che richiede il completamento dell’operazione di revisione del registro elettorale e la pubblicazione del calendario elettorale.[17]

 

Il 4 luglio, in un comunicato stampa, la Dinamica per l’unità d’azione dell’opposizione ha indicato Joseph Kabila come “unico ostacolo allo sviluppo e alla prosperità della RDCongo”. Questa coalizione politica guidata da Martin Fayulu e Claudel Lubaya ha accusato il Capo dello Stato di essere alla base della crisi socio-politica del Paese e ha chiesto la sua uscita dalla Presidenza il 31 dicembre 2017. «A Kabila era stato concesso di rimanere al potere un anno in più, cioè fino al 31 dicembre 2017. A tale data, che ci siano elezioni o no, Kabila dovrà abbandonare la presidenza della Repubblica. Non ci sarà alcun terzo mandato, né altro dialogo o referendum, né alcuna modifica o revisione della Costituzione. Tutto ciò è fuori discussione (…) La Dinamica intensificherà la propria presenza sul territorio, per mobilitare la popolazione congolese», ha detto Martin Fayulu, moderatore della Dinamica che, tra l’altro, mette in guardia il presidente della Commissione elettorale contro qualsiasi “broglio” nelle operazioni di revisione del registro elettorale.[18]

 

Il 5 luglio, a Bruxelles (Belgio), l’Alto rappresentante dell’Unione europea (UE) per gli affari esteri, Federica Mogherini, ha dichiarato che l’UE chiede e appoggia lo «svolgimento di elezioni trasparenti e democratiche nella RDC “nel più breve tempo possibile». Ha fatto questa dichiarazione alla fine di un incontro con il vice primo ministro congolese incaricato degli Affari Esteri, Léonard She Okitundu, in visita nella capitale belga. Secondo Federica Mogherini, l’organizzazione delle elezioni è la via d’uscita da un’impasse politica caratterizzata da gravi conseguenze sul piano economico, umanitario e della sicurezza. Ha anche ricordato la disponibilità dell’Unione europea ad appoggiare il processo elettorale, ma a partire dalla definizione di un calendario elettorale preciso.[19]

 

Il 6 luglio, nel corso di una visita di due giorni a Kinshasa, la ministra canadese per lo sviluppo internazionale e la Francofonia, Marie-Claude Bibeau, ha sottolineato l’importanza di una buona governance nella RDC e ha affermato che «solo una soluzione politica potrà permettere al Paese di superare la crisi. Pertanto, il Canada appoggia l’attuazione dell’accordo al 31 dicembre 2016 e lo svolgimento delle elezioni presidenziali il più presto possibile».[20]

 

Il 7 luglio, nel corso di un incontro con l’Organizzazione Internazionale della Francofonia (OIF), il presidente della Commissione elettorale, Corneille Nangaa, ha affermato che la Commissione non può organizzare le elezioni entro quest’anno 2017: «È impossibile organizzare le elezioni entro quest’anno ma, prima di prendere una decisione su un probabile rinvio, dobbiamo dapprima procedere ad una valutazione con il governo e il Consiglio Nazionale di Supervisione dell’accordo e del processo elettorale (CNSA), come richiesto dall’accordo del 31 dicembre 2016». Durante le negoziazioni dell’accordo, Corneille Nangaa aveva già detto che il calendario suggerito nel corso delle discussioni rientrava in uno schema politico e non tecnico.[21]

 

Il 5 luglio, in visita a Kisangani, il Capo dello Stato, Joseph Kabila, ha ricevuto varie personalità della città e della provincia, tra cui monsignor Marcel Utembi, Presidente della Conferenza Episcopale Nazionale del Congo (CENCO) e Arcivescovo di Kisangani. Dopo l’incontro con Joseph Kabila, monsignor Utembi ha dichiarato: «Abbiamo parlato di elezioni. Ci saranno. Non è un segreto. Tutti parlano di elezioni. E anche il Presidente, al suo livello, non ha cessato di dire che ci saranno le elezioni».[22]

 

 

2. VERSO LA FORMAZIONE DEL CONSIGLIO NAZIONALE DI SUPERVISIONE DELL’ACCORDO DEL 31 DICEMBRE 2016 (CNSA)

 

a. Il Presidente Kabila ha chiesto di trasmettergli le liste dei delegati al CNSA

 

Il 12 maggio, in un comunicato dell’ufficio della Presidenza della Repubblica, il Presidente Joseph Kabila ha chiesto a tutte le componenti della classe politica e sociale che hanno firmato l’accordo del 31 dicembre 2016, di «trasmettergli, entro 48 ore, la lista dei loro delegati per il Consiglio Nazionale di Supervisione dell’Accordo del 31 dicembre 2016 (CNSA)», in conformità con l’articolo 13 dell’Annesso all’Accordo stesso.[23]

 

Il 13 maggio, il Movimento di Liberazione del Congo (MLC), membro del Fronte per il Rispetto della Costituzione (FRC), ha confermato la sua candidatura alla presidenza del CNSA. Eve Bazaïba, segretaria generale del MLC, ha dichiarato: «Confermiamo la nostra candidatura per la presidenza del CNSA. Secondo noi, ciò rappresenta una garanzia per l’applicazione [dell’accordo], poiché non siamo implicati nella gestione diretta della cosa pubblica». Il FRC ha infatti rifiutato di partecipare al governo del primo ministro Bruno Tshibala.

Il portavoce dell’Unione per la Nazione Congolese (UNC), Jolino Makelele, ha confermato che la coalizione dei firmatari dell’accordo del 18 ottobre 2016 ha designato Vital Kamerhe come candidato alla presidenza del CNSA. Secondo lui, «dal momento che la Presidenza della Repubblica è rimasta nelle mani della Maggioranza Presidenziale e il governo nelle mani del Raggruppamento  dell’opposizione, è normale che l’opposizione firmataria dell’Accordo del 18 ottobre si presenti come candidata alla presidenza del CNSA».

Da parte sua, anche Joseph Olenghankoy, presidente del Comitato dei Saggi di un’ala dissidente del Raggruppamento dell’opposizione, si è presentato come candidato alla presidenza del CNSA. Secondo lui, membro dello stesso gruppo del Primo Ministro Bruno Tshibala, si tratta di “rispettare l’accordo del 31 dicembre 2016”, in cui si afferma che la presidenza del CNSA spetta al presidente del Comitato dei Saggi del Raggruppamento dell’Opposizione. Ma il problema è che, attualmente, ci sono almeno due “Raggruppamenti”: l’ala di Limete e l’ala di Kasa-vubu.[24]

 

Mentre il Movimento di Liberazione del Congo (MLC), l’opposizione firmataria dell’Accordo del 18 ottobre 2016 e il Raggruppamento dell’Opposizione / ala di Joseph Olenghankoy sono già entrati nella corsa per la presidenza del CNSA, il Raggruppamento dell’Opposizione / ala di Félix Tshisekedi – Pierre Lumbi si dice “non implicato”.

Il Raggruppamento dell’Opposizione guidato da Félix Tshisekedi rifiuta di prendere parte all’iniziativa avviata dal Capo dello Stato, che ha chiesto alle parti firmatarie dell’accordo del 31 dicembre 2016 di presentare le loro liste di candidati per la formazione del CNSA. Esso chiede piuttosto l’applicazione dell’accordo stesso. Secondo il deputato Jean-Claude Vuemba, alleato di Félix Tshisekedi, il fatto che il presidente Joseph Kabila chieda che gli si presenti le liste dei candidati membri del CNSA viola l’accordo firmato tra il Potere e l’opposizione: «L’accordo del 31 dicembre non gli ha mai dato tutto questo potere. Inoltre, secondo l’accordo, il posto [di presidente del CNSA] spetta al presidente del Comitato dei Saggi del Raggruppamento dell’opposizione, Pierre Lumbi». Jean-Claude Vuemba ritiene che «è Félix Tshisekedi che deve presentare il nome del Presidente del CNSA e Kabila dovrebbe solo prenderne atto». Secondo il deputato, poiché «l’annesso all’accordo, letto e firmato a Palazzo del Popolo sotto l’egida di Kengo e di Minaku, è stato falsificato», tutto dipende ormai da ciò che il potere decide.[25]

 

Il 5 giugno, la Commissione legislativa del governo Tshibala ha iniziato l’esame della proposta di legge sulla creazione, composizione, organizzazione e funzionamento del Consiglio Nazionale di Supervisione dell’Accordo del 31 dicembre 2016 (CNSA), presentata al Comitato centrale dell’Assemblea Nazionale l’11 aprile 2017 dal deputato UNC Grégoire Mirindi. Vital Kamerhe, Joseph Olenghankoy,  Pierre Lumbi e il Fronte per il Rispetto della Costituzione mantengono le loro candidature alla presidenza di questo nuovo organo di appoggio alla democrazia.[26]

 

Il 5 giugno, secondo fonti prossime al Raggruppamento dell’Opposizione / ala di Limete, nell’ambito di una missione di consulenza, il rappresentante speciale delle Nazioni Unite, Maman Sidiku, avrebbe proposto a questa piattaforma politica di assumere la presidenza del CNSA, per favorire il rasserenamento del clima politico congolese. Tuttavia, buona parte delle componenti di tale struttura, tra cui la Dinamica dell’Opposizione, avrebbe manifestato una certa reticenza nei confronti di tale proposta. Secondo queste componenti, il Raggruppamento dell’Opposizione non può più permettersi di cadere in ulteriori errori e deve a tutti i costi evitare di essere, ancora una volta, preso in giro da una maggioranza che non intende rispettare gli impegni presi.

Questa parte del Raggruppamento vorrebbe piuttosto rinunciare formalmente alla richiesta di posti all’interno delle diverse istituzioni e concentrarsi unicamente sulla preservazione delle conquiste raggiunte con l’accordo del 31 dicembre 2016, tra cui lo svolgimento delle elezioni entro dicembre 2017, la non candidatura di Joseph Kabila per un terzo mandato presidenziale e l’intangibilità della costituzione in questa fase pre-elettorale. Ma secondo le stesse fonti, alcuni membri del Raggruppamento non escludono del tutto l’ipotesi di integrare il CNSA.[27]

 

Il 20 giugno, nel corso di una conferenza stampa, la piattaforma del G7 ha annunciato la sua decisione di non partecipare al Consiglio Nazionale di Supervisione dell’Accordo (CNSA).

Un membro della piattaforma ha dichiarato che, «non avendo accettato di far parte del governo, perché formato sulla base di oscure disposizioni, in quanto non rispettano le clausole dell’accordo del 31 dicembre, per lo stesso motivo il G7 rifiuta di essere membro del CNSA».[28]

 

b. Il Presidente dell’Assemblea Nazionale a preso contatto con le parti firmatarie dell’accordo del 31 dicembre 2016

 

Il 3 luglio, nell’ambito della creazione del Consiglio Nazionale di Supervisione dell’accordo del 31 dicembre (CNSA), il presidente dell’Assemblea Nazionale Aubin Minaku ha presieduto una riunione con i firmatari dell’accordo politico del 31 dicembre 2016. Il presidente del Senato Léon Kengo era assente perché in Europa. L’incontro è stato presentato come una prima presa di contatto in preparazione del primo grande incontro che sarà convocato al ritorno del Presidente del Senato e che sarà presieduto congiuntamente da Aubin Minaku e Léon Kengo.

L’ordine del giorno del prossimo incontro è già noto, nonostante il fatto che il progetto di legge sul CNSA non sia ancora stato esaminato, né approvato in Parlamento. Aubin Minaku ha affermato che «si tratterà di convalidare i mandati del membri del CNSA, creare il comitato direttivo, trovare un consenso sul presidente di questa istituzione e elaborare il regolamento interno».

Per quanto riguarda la presidenza dei lavori del prossimo incontro, Aubin Minaku ha dichiarato che sarà assunta congiuntamente dai presidenti delle due camere del Parlamento e che si tratta di un mandato loro affidato  dal Presidente della Repubblica. «Il CNSA è una struttura di capitale importanza nei prossimi mesi. È la struttura che, in collaborazione con il governo e la Commissione elettorale, permetterà di stabilire il calendario elettorale», ha detto il presidente dell’Assemblea nazionale, Aubin Minaku. A questo incontro preparatorio erano presenti la maggioranza presidenziale e il Fronte per il Rispetto della Costituzione, ma non il Raggruppamento dell’Opposizione / ala Félix Tshisekedi – Pierre Lumbi, né l’opposizione firmataria dell’accordo del 18 ottobre 2016 rappresentata da Vital Kamerhe. Il Presidente dell’Assemblea nazionale ha auspicato che il Raggruppamento dell’Opposizione / ala Félix Tshisekedi – Pierre Lumbi partecipi alle discussioni sulla creazione del CNSA: «Auspichiamo che tutte le parti firmatarie dell’accordo del 31 dicembre 2016 siano membri del CNSA. L’ala Olengankoy del Raggruppamento dell’Opposizione ha già presentato i nomi dei suoi sei delegati. Aspettiamo che il campo di Tshisekedi presenti i suoi sei il prima possibile».[29]

 

Il Segretario generale dell’UDPS, Jean Marc Kabund, ha dichiarato che «il Raggruppamento dell’opposizione non parteciperà ad alcuna riunione convocata da Minaku e Kengo sulla creazione del CNSA perché, trovandosi in una situazione di illegalità, non hanno alcun potere per convocarci su questa questione».

Presidente del Fronte Cittadino per la Repubblica (FCR) e segretario esecutivo dell’Alternanza per la Repubblica (AR), il deputato nazionale Jean-Bertrand Ewanga ha dichiarato che il Raggruppamento dell’opposizione non è interessato alla riunione convocata dai presidenti delle due camere del Parlamento in vista della creazione del CNSA. «Non siamo interessati all’avventurismo di quelli che si sono riuniti a Palazzo del Popolo per creare un CNSA artificiale», ha egli sottolineato, aggiungendo che «il vero CNSA dovrebbe essere quello proposto nell’accordo raggiunto sotto la mediazione della CENCO. Ciò che si fa a Palazzo del Popolo dietro convocazione dei presidenti dei due rami del Parlamento non impegna che la maggioranza presidenziale e i suoi alleati». Secondo lui, «il rispetto dell’accordo del 31 dicembre 2016 deve passare attraverso la nomina di un primo ministro presentato dal Raggruppamento dell’Opposizione guidato da Félix Tshisekedi, non dal gruppo di Olengankoy, che è stato prodotto da Kabila».[30]

 

Il rappresentante dell’opposizione firmataria dell’accordo del 18 ottobre 2016, Vital Kamerhe, si è detto contrario alle consultazioni avviate dai presidenti dei due rami del Parlamento sulla creazione del CNSA. In un’intervista, Vital Kamerhe ha affermato che Minaku e Kengo non hanno il potere di consultare le varie componenti politiche su questo tema e ha chiesto di rispettare la lettera e lo spirito dell’accordo del 31 dicembre 2016. Secondo le sue dichiarazioni, ciò che motiva la sua assenza alla riunione convocata dai presidenti dei due rami del Parlamento sulla composizione del CNSA, è il rispetto dell’accordo: «Abbiamo firmato l’accordo e non è previsto che i presidenti delle due camere del Parlamento debbano convocare le parti firmatarie per creare il CNSA. L’accordo non prevede nemmeno che siano i delegati membri del CNSA a nominare il presidente di questo organo. Secondo lo spirito e la lettera dell’accordo, la nomina del Presidente del CNSA riguarda le componenti e i delegati che hanno partecipato al dialogo, senza alcuna esclusione. È necessario consultare l’intera classe politica per raggiungere un consenso che permetta di andare avanti».

Secondo lui, la nomina del Presidente del CNSA per consenso è una questione che interessa l’intera classe politica, senza eccezioni: «Il Presidente del CNSA dovrà dunque essere nominato per consenso dalle componenti che hanno partecipato al dialogo che si è concluso con l’accordo del 31 dicembre 2016 e non dai delegati membri del CNSA».[31]

 

Le varie parti politiche che avevano partecipato al dialogo della CENCO hanno trasmesso all’ufficio dei presidenti delle due camere del Parlamento, Aubin Minaku (Assemblea Nazionale) e Léon Kengo (Senato), le liste  dei loro delegati per la formazione del Consiglio Nazionale di Supervisione dell’Accordo del 31 dicembre (CNSA). Queste liste dovranno essere convalidate nella prossima riunione che sarà convocata al ritorno del presidente del Senato, per essere trasmesse al Capo dello Stato per approvazione. Il numero dei delegati è stato rivisto al rialzo: 34 invece di 28, come previsto nell’accordo. La maggioranza presidenziale avrà 9 delegati, il Raggruppamento / ala Kasavubu 6, l’opposizione firmataria dell’accordo del 18  ottobre 4, il MLC 4, la società civile 3 e l’opposizione repubblicana 2. 6 posti sono stati riservati per il Raggruppamento / ala Limete guidata da Félix Tshisekedi e Pierre Lumbi, che non ha ancora presentato la sua lista.[32]

 

 

3. COSTO TOTALE DELLE OPERAZIONI ELETTORALI E LEGGE FINANZIARIA 2017

 

Il 26 maggio, dopo approvazione del Consiglio dei ministri, il primo ministro Bruno Tshibala ha trasmesso all’Assemblea Nazionale il progetto di legge finanziaria del 2017.

Secondo alcune fonti governative, il budget per l’anno 2017 sarebbe di circa 7 miliardi di dollari e terrebbe in conto l’insieme delle principali priorità del governo di transizione.

Facendo notare la debole capacità di mobilitazione di entrate da parte della DGRAD e della DGI, un deputato membro della Commissione Ecofin dell’Assemblea nazionale ha espresso dei dubbi sulla cifra di 7 miliardi di $. Secondo lui, non si potranno raggiungere più di 4 miliardi di $.

In effetti, il 24 ottobre 2016, Augustin Matata Ponyo, allora primo ministro uscente, aveva trasmesso all’Assemblea Nazionale dei deputati un progetto di legge finanziaria per l’anno 2017 valutato sui circa 4,5 miliardi di $. Rispetto al budget del 2016, questo budget presentato da Matata Ponyo rappresentava un calo del 15%, una diminuzione che Matata Ponyo aveva giustificato a causa della caduta del prezzo delle materie prime. Inoltre, il 16 maggio 2016, l’ex primo ministro Matata Ponyo aveva già dovuto presentare all’Assemblea Nazionale un progetto di revisione della legge finanziaria 2016 approvata in dicembre 2015. Il budget per il 2016 era così passato da 8 a 6 miliardi di dollari. A questo proposito, occorre anche ricordare che, secondo la Banca Mondiale, la RDCongo si trova attualmente in una crisi economica che può durare ancora a lungo. In un rapporto del 31 gennaio 2017, l’istituzione di Bretton Woods ha affermato che, tra il 2015 e il 2016, il tasso di crescita del Paese è passato dal 7% al 2,5%.[33]

 

Il 31 maggio, il primo ministro Bruno Tshibala ha presentato all’Assemblea nazionale il progetto di legge finanziaria per il 2017, valutato sui 7.783.294.528 di dollari. Il governo Tshibala riserva 764 milioni di dollari per l’organizzazione delle elezioni. Nello stesso tempo, si è impegnato a ridurre la disoccupazione, a migliorare le condizioni di vita della popolazione e a favorire gli investimenti degli imprenditori. Il Primo Ministro ha aggiunto di trovare le risorse finanziarie necessarie attraverso la moralizzazione della vita pubblica, la lotta contro la corruzione, la frode e l’evasione fiscale.[34]

 

Il 9 giugno, invitato a partecipare al Consiglio dei Ministri, Corneille Nangaa, presidente della Commissione elettorale, ha informato il governo sul costo complessivo delle elezioni, a partire dalla revisione delle liste elettorali fino all’organizzazione di tutte le 11 elezioni (dirette e indirette) durante i tre anni 2016, 2017 e 2018.

Il costo complessivo di 1.332.621.709,50 dollari è così distribuito:

– 400.821.568,80 $ per la revisione delle liste elettorali,

– 526.840.864,53 $ per le 3 elezioni dirette combinate (presidenziali, legislative nazionali e legislative provinciali),

– 377.810.267,43 $ per le elezioni dirette comunali, urbane e locali,

– 22.732.428,69 $ per le 6 elezioni indirette e

– 4.416.550,06 $ per la cooptazione dei capi tradizionali.

Secondo il rapporto del Consiglio dei Ministri, «a proposito del costo delle elezioni, i membri del governo hanno notato che, nel 2006, per 25 milioni di elettori, il costo è stato di 580 milioni di dollari; nel 2011, per 31 milioni di elettori il costo è stato di 800 milioni di dollari; nel 2017, per 41 milioni di elettori previsti, il costo previsto sarebbe di 1.332.621.679 dollari. A questo ritmo, le elezioni rischiano di assorbire più risorse che lo sviluppo del paese. È quindi necessaria una riflessione strategica per trovare modi e mezzi che permettano il finanziamento delle elezioni senza compromettere il finanziamento dello sviluppo del Paese … Per questo, in riferimento alle pertinenti risoluzioni dell’accordo del 31 dicembre 2016 citate nel capitolo IV, punto 4, relative al finanziamento delle elezioni e secondo le quali il Governo e la Commissione elettorale devono cercare il modo di ridurre il costo delle elezioni, il Presidente della Commissione elettorale ha presentato alcune proposte che vanno in questa direzione e che il governo dovrebbe prendere in considerazione al momento della redazione del  prossimo progetto di legge elettorale da presentare in Parlamento».[35]

 

Il 27 giugno, il Capo dello Stato, Joseph Kabila, ha promulgato la legge finanziaria 2017. Secondo il decreto presidenziale letto alla televisione nazionale, il bilancio preventivo è di 7.683.000.000 di dollari. Nel 2016, il bilancio della RDC era di 6 miliardi di dollari. La promulgazione del bilancio da parte del Presidente della Repubblica è avvenuta dopo la previa approvazione da parte dell’Assemblea Nazionale e del Senato. Per effettuare le spese dal mese di gennaio in poi, il governo ha fatto ricorso a crediti provvisori, secondo l’articolo 126 della Costituzione.[36]

[1] Cf Radio Okapi, 29.05.’17

[2] Cf Actualité.cd, 05.06.’17

[3] Cf Radio Okapi, 06.06.’17

[4] Cf Radio Okapi, 22.06.’17

[5] Cf Will Cleas Nlemvo – Actualité.cd, 01.07.’17

[6] Cf Radio Okapi, 03.07.’17

[7] Cf Actualité.cd, 03.07.’17

[8] Cf Radio Okapi, 07.07.’17

[9] Cf Stanys Bujakera – Actualité.cd, 15.06.’17

[10] Cf Radio Okapi, 30.06.’17

[11] Cf Radio Okapi, 02.07.’17

[12] Cf Actualité.cd, 01.07.’17

[13] Cf Patrick Maki – Actualité.cd, 04.07.’17

[14] Cf Christine Tchibuyi – Actualité.cd, 19.06.’17

[15] Cf Radio Okapi, 20.06.’17

[16] Cf Radio Okapi, 02.07.’17

[17] Cf Radio Okapi, 04.07.’17

[18] Cf Stanys Bujakera – Actualité.cd, 04.07.’17

[19] Cf Radio Okapi, 06.07.’17

[20] Cf Actualité.cd, 07.07.’17

[21] Cf Actualité.cd, 07.07.’17

[22] Cf Radio Okapi, 05.07.’17

[23] Cf Actualité.cd, 13.05.’17  https://actualite.cd/2017/05/13/cnsa-kabila-donne-2-jours-aux-composantes-lui-presenter-liste-delegues/

[24] Cf Politico.cd, 13.05.’17

[25] Cf Politico.cd, 14.05.’17

[26] Cf Stanys Bujakera – Actualité.cd, 06.06.’17

[27] Cf Élysée Odia – 7sur7.cd, 08.06.’17

[28] Cf Actualité.cd, 20.06.’17

[29] Cf Radio Okapi, 03.07.’17; Actualité.cd, 03.07.’17; Alphonse Muderhwa – 7sur7.cd, 03.07.’17

[30] Cf Stanys Bujakera – Actualité.cd, 03.07.’17; Jeff Kaleb Hobiang – 7sur7.cd, 03.07.’17

[31] Cf Stanys Bujakera – Actualité.cd, 04.07.’17; 7sur7.cd, 05.07.’17

[32] Cf mediacongo.net, 07.07.’17  http://www.mediacongo.net/article-actualite-28221.html;

7sur7.cd, 07.07.’17  https://7sur7.cd/new/2017/07/voici-la-probable-liste-des-membres-du-cnsa/

[33] Cf Radio Okapi, 27.05.’17; Stanys Bujakera – Actualité.cd, 27.05.’17

[34] Cf Radio Okapi, 31.05.’17

[35] Cf Actualité.cd, 09.06.’17

[36] Cf Radio Okapi, 27.06.’17