Congo Attualità n.216

INDICE

EDITORIALE: Elezioni ad alto rischio

1. IL PROCESSO ELETTORALE

a. Il dibattito sulla partecipazione o meno di Joseph Kabila alle elezioni presidenziali del 2016

b. L’operazione di revisione del database elettorale e di stabilizzazione della mappatura operativa

c. Una “alternativa” al programma elettorale della Ceni

d. La pubblicazione del calendario delle elezioni urbane, municipali e locali

e. Le reazioni alla pubblicazione del calendario sulle elezioni locali

1. IL PROCESSO ELETTORALE

 a. Il dibattito sulla partecipazione o meno di Joseph Kabila alle elezioni presidenziali del 2016

Il dibattito sulla partecipazione o meno di Joseph Kabila alle elezioni presidenziali del 2016 sta agitando la classe politica congolese già da diversi mesi. L’attuale presidente congolese terminerà il suo secondo mandato nel 2016. La Costituzione della Repubblica Democratica del Congo (RDCongo) limita a due il numero dei mandati presidenziali. L’articolo 220 della Costituzione afferma che questa disposizione non è soggetta ad alcuna modifica costituzionale. Ma alcuni membri della famiglia politica di Joseph Kabila ritengono che la Costituzione dovrebbe essere modificata per permettergli di candidarsi per altri nuovi mandati.[1]

Il 5 aprile, la Corrente dei Democratici Rinnovatori (CDER) ha preso posizione per «sbarrare la strada ad un’eventuale riforma costituzionale suggerita nella tabella di marcia proposta dalla Commissione Elettorale Nazionale Indipendente ( CENI)» . In una conferenza stampa a Kinshasa, il presidente della CDER, Jean Lucien Busa, ha chiesto ai partiti dell’opposizione di ritirare i loro membri dalla CENI. «In tal modo, la CENI diventerà un organismo monocolore, in violazione della legge che la regge. Se l’opposizione uscisse dalla Ceni, essa diventerebbe semplicemente incostituzionale», ha egli affermato, perché l’opposizione non vi sarebbe più rappresentata, come previsto dalla legge.[2]

Il 4 maggio, in visita a Kinshasa, a proposito delle prossime elezioni, il Segretario di Stato americano ha dichiarato che «è necessario rispettare il processo costituzionale». John Kerry l’ha affermato dopo aver incontrato il presidente Joseph Kabila. Si tratta di una dichiarazione shock: nel 2016, il presidente Joseph Kabila non dovrebbe ricandidarsi per un terzo mandato presidenziale, interdetto dalla Costituzione congolese. «Penso che [Kabila] abbia ben presente il fatto che gli Stati Uniti sono profondamente convinti che il processo costituzionale deve essere assolutamente rispettato», ha dichiarato John Kerry. Pur riconoscendo che «il presidente Joseph Kabila è ancora giovane e potrà continuare a contribuire alla vita del suo paese», John Kerry ha insistito sulla necessità di elezioni veramente democratiche, libere, credibili e trasparenti, nel rispetto dei tempi e in conformità con l’attuale Costituzione congolese. John Kerry ha inoltre auspicato che «le date del processo elettorale siano fissate e definite al più presto».

Nel corso della stessa conferenza stampa, John Kerry ha promesso «30 milioni di dollari come finanziamento supplementare per sostenere le prossime elezioni e dei programmi di ricostruzione nell’est della RDCongo». Inoltre, per le necessità espresse dalla RDCongo per quanto riguarda il programma de disarmo, smobilitazione e reintegrazione (DDR), l’agenzia per lo sviluppo degli Stati Uniti sbloccherà 1,2 miliardi di dollari per i prossimi cinque anni.[3]

L’opposizione e la maggioranza sembrano avere interpretato in maniera diversa il messaggio di John Kerry sul futuro del presidente Joseph Kabila dopo il 2016.

La visita di John Kerry a Kinshasa sembra aver incoraggiato coloro che si oppongono a una eventuale candidatura del presidente Joseph Kabila per un terzo mandato. Per il deputato dell’opposizione, Jean-Lucien Busa, John Kerry si è opposto ad ogni cambiamento della costituzione per «prolungare o modificare il mandato presidenziale».Secondo lui, sono altre le questioni urgenti che il Paese deve affrontare. «La prima urgenza è quella di completare il ciclo elettorale iniziato nel 2011, per porre fine all’illegittimità del Senato, delle Assemblee provinciali e dei governatori delle province», ha detto il deputato  riferendosi ai senatori, ai deputati provinciali e ai governatori le cui elezioni non sono ancora state organizzate benché il loro mandato sia scaduto nel 2011.

All’interno del campo presidenziale, invece, si relativizza. Da parte sua, il portavoce del governo ha affermato che le parole del Segretario di Stato degli Stati Uniti sono state mal interpretate o non capite. Secondo Lambert Mende, John Kerry non si è opposto ad un’eventuale candidatura del presidente Kabila nel 2016. «Non ho sentito John Kerry dire che il presidente Kabila non può presentarsi come candidato nel 2016», ha spiegato. Alla domanda circa l’opposizione di John Kerry ad una revisione della Costituzione, il portavoce del governo ha detto che «se si tratta di una revisione incostituzionale, è giusto che si opponga. Ma se i Congolesi ritengono che alcune modifiche sono possibili, non vedo come il Segretario di Stato americano possa dire di opporsi alla volontà del popolo congolese».[4]

b. L’operazione di revisione del database elettorale e di stabilizzazione della mappatura operativa

In seguito alle osservazioni e alle raccomandazioni formulate dopo le elezioni del novembre 2011, la Commissione Elettorale Nazionale Indipendente (Ceni) ha deciso di organizzare le elezioni urbane, comunali e locali, sulla base di un database elettorale reso più affidabile attraverso “un’operazione di revisione e aggiornamento del database stesso e di stabilizzazione della mappatura operativa“.

Si tratta di elezioni a livello della base per eleggere, con voto diretto, i consiglieri di settore e i consiglieri comunali a livello dei comuni. I consiglieri di settore eleggeranno, con voto a suffragio indiretto, i capi dei settori e i loro assistenti. I consiglieri comunali eleggeranno i borgomastri e i consiglieri urbani. I consiglieri urbani eleggeranno, a loro volta, i sindaci e vice sindaci delle città.
La circoscrizione elettorale di queste elezioni è il raggruppamento nelle zone rurali e il comune nelle aree urbane.

Al 31 marzo 2014, l’operazione di revisione e aggiornamento del database elettorale e di stabilizzazione della mappatura operativa era ancora in corso nella provincia di Bandundu e nel territorio di Befale, nella provincia dell’Equateur. La raccolta dei dati si era già conclusa a Kutu, Yumbi, Bolobo, Kwamouth, Popokabaka, Bandundu e Kikwit. Dopo la provincia di Bandundu e il territorio di Befale nell’Equateur, la Ceni si stava preparando per iniziare tali operazioni anche nelle altre 10 province.

In che cosa consiste l’operazione di revisione e di aggiornamento del database elettorale?
L’insieme degli elettori del paese sono raggruppati, secondo i loro luoghi di voto, in un documento denominato database elettorale o lista degli elettori.

Tra numerose altre irregolarità, nel novembre 2011, alcuni elettori, anche se titolari di certificati elettorali validi, non avevano potuto votare, perché il loro nome non si trovava nella lista degli elettori. Sono stati considerati come omessi. Altri erano stati spostati dai loro siti di voto in cui avevano la residenza. Inoltre, si erano constati molti casi di doppioni (iscrizioni multiple).

Occorre innanzitutto identificare questi elettori, poi integrarli effettivamente nelle liste elettorali (database elettorale) e ricollocarli nei luoghi di voto situati vicino al loro vero indirizzo registrato in occasione della revisione del database elettorale del 2010-2011. Infine, il database elettorale dovrà essere ripulito dalle registrazioni multiple, eliminando i doppioni. Si dovrà poi procedere a stampare le liste elettorali provvisorie per affiggerle, per consultazione, nei siti di voto. Dopo le correzioni che si renderanno necessarie in seguito all’affissione pubblica, si dovrà procedere all’operazione di consolidamento delle liste inali degli elettori. A partire da queste liste definitive degli elettori, sarà possibile produrre delle statistiche sugli elettori secondo la circoscrizione elettorale di base (raggruppamento e comune), che serviranno per redigere l’annesso alla legge elettorale sulla ripartizione dei seggi.

In che cosa consiste l’operazione di stabilizzazione della mappatura operativa?

Questa operazione consentirà alla Ceni di:

– Individuare e localizzare il perimetro geografico dei siti di voto all’interno dei raggruppamenti e dei comuni a partire dal villaggio o dal quartiere di residenza dell’elettore;

– Articolare la mappatura delle scuole e delle strutture ospedaliere con quella dei siti di voto;
– Produrre, per facilitare la trasmissione dei dati elettorali, la mappa di copertura telefonica mobile dei siti di voto;

– Rilevare il livello di copertura delle reti di telecomunicazioni e installare radio comunitarie;
– Produrre carte d’identificazione dei diversi soggetti implicati a livello dei raggruppamenti e dei comuni, per una buona gestione del processo elettorale.[5]

Il 16 maggio, il presidente della Ceni, l’Abbé Malu Malu, ha assicurato che le operazioni di verifica delle liste degli elettori e dei seggi elettorali saranno completate entro la fine del 2014. Ha dichiarato che queste operazioni richiedono un po’ di tempo in più, a causa di certi problemi legati alla localizzazione delle circoscrizioni in seguito alla creazione di nuove entità amministrative. Un’altra difficoltà, ha sottolineato, riguarda l’eliminazione dalle liste elettorali i nomi degli elettori già deceduti. Per questo, l’Abbé Malu Malu prevede due possibili soluzioni: attendere il censimento amministrativo o chiedere agli elettori di farsi identificare, per consentire alla Ceni di aggiornare la lista elettorale. Pertanto, Malu Malu ha affermato che queste operazioni di aggiornamento delle liste elettorali potranno richiedere un nuovo sistema di registrazione periodica degli elettori. «Ciò significa che gli elettori sono identificati e registrati per l’intero ciclo elettorale. Si tratta di un’operazione che non accetta l’identificazione di nuovi elettori», ha dichiarato il presidente della Ceni.[6]

c. Una “alternativa” al programma elettorale della Ceni

Il 9 maggio, la piattaforma della società civile “Agire per Elezioni Trasparenti e Pacifiche” (AETA) ha proposto una “alternativa” al programma elettorale di massima presentato dal presidente della Commissione Elettorale Nazionale Indipendente (CENI), l’Abbé Malumalu. Nel corso di una conferenza stampa a Kinshasa, la piattaforma ha proposto di organizzare le elezioni provinciali, legislative e presidenziali rispettivamente nel 2015 e nel 2016. Le elezioni comunali, urbane e locali dovrebbero essere indette per dopo il 2016.

Nel suo programma elettorale di massima presentato lo scorso gennaio all’Assemblea Nazionale, l’Abbé Malumalu aveva avanzato due ipotesi.

Nella prima ipotesi, l’Abbé Malumalu aveva proposto di organizzare in primo luogo, nel 2015, le elezioni a suffragio diretto, le comunali e le locali, per poi proseguire con le elezioni a suffragio indiretto dei deputati provinciali, senatori, governatori, sindaci e consiglieri comunali. organizzato Le elezioni a suffragio universale diretto del Presidente della Repubblica e dei deputati nazionali nel 2016.

Nella seconda ipotesi, il presidente della Ceni aveva proposto di organizzare, nel 2016, le elezioni a suffragio universale diretto dei deputati provinciali e nazionali, nonché del Presidente della Repubblica. Le elezioni a suffragio indiretto dei senatori e dei governatori sarebbero quindi slittate al 2017.

In entrambi i casi proposti dalla Ceni, l’AETA afferma di avervi trovato delle «incongruenze, contraddizioni e grossolani limiti che potrebbero, se non si facesse attenzione, portare un duro colpo al processo democratico del Paese».

La piattaforma della società civile rileva gli inconvenienti della prima ipotesi della Ceni e si riferisce, in particolare, alle conseguenze delle elezioni dei deputati provinciali a suffragio indiretto.
AETA indica che questa disposizione “viola” l’articolo 197 della Costituzione, che prevede l’elezione dei deputati provinciali a suffragio universale diretto. Secondo la piattaforma della società civile, l’elezione a suffragio indiretto dei deputati provinciali allontana gli eletti dalla loro base naturale.

AETA disapprova pure un’altra disposizione della prima ipotesi presentata dalla Ceni, quella di organizzare le elezioni comunali, urbane e locali nel 2015. Secondo la piattaforma, «è difficile, impossibile, organizzarle nel 2015, perché i requisiti che la Ceni pone come condizioni preliminari non sono ancora riuniti».

«La Ceni aveva chiesto all’Assemblea Nazionale di presentare un quadro giuridico riveduto prima della fine di marzo. Siamo in maggio e l’Assemblea Nazionale non ha fatto ancora nulla. La Ceni aveva chiesto al ministro dell’Interno di pubblicare la lista dei raggruppamenti amministrativi e la loro delimitazione, ma il ministro dell’Interno non ha fatto nulla. Le elezioni locali devono tener conto del contesto di decentramento, ma non c’è ancora alcun testo di legge sul processo della decentralizzazione», ha affermato Jerome Bonso, segretario permanente di AETA.

Circa la seconda ipotesi della Ceni, AETA ritiene che essa vada nel senso auspicato da molti deputati, dell’opposizione e della maggioranza, che desiderano mantenere le elezioni dei deputati provinciali a suffragio universale diretto, ma porta con sé «l’inconveniente di posticipare al 2017 le elezioni a suffragio indiretto dei senatori e dei governatori».

AETA esige, dunque, di organizzare con priorità le elezioni provinciali, nel 2015, e le legislative e presidenziali, nel 2016. Propone quindi che le elezioni comunali, urbane e locali siano organizzate dopo il 2016, per permettere di mantenere il suffragio diretto per le elezioni dei deputati provinciali, «secondo lo spirito dell’articolo 197 della Costituzione».[7]

L’11 maggio, i responsabili religiosi di Kinshasa hanno istituito una “Commissione di Integrità e di Mediazione Elettorale” (CIME), con il compito di accompagnare l’integrità del processo elettorale attraverso la prevenzione, la gestione e la mediazione dei conflitti inerenti alle elezioni nel corso dell’intero ciclo elettorale. Composta da 16 membri, la CIME desidera collocarsi al centro di tutte le tendenze, al fine di conciliare i punti di vista degli uni e degli altri, in vista di elezioni libere, trasparenti e pacifiche. «Dobbiamo garantire l’integrità del processo elettorale prima, durante e dopo gli scrutini, per evitare che elezioni mal preparate sfocino in eventuali conflitti e degenerino nella violenza», ha affermato il coordinatore della commissione, il reverendo Delphin Elebe Kapalay. La CIME organizzerà anche sessioni di animazione, sensibilizzazione e formazione della popolazione, al fine di dotarla dei mezzi che la rendano capace di svolgere un ruolo attivo, in un processo elettorale sano e responsabile.[8]

d. La pubblicazione del calendario delle elezioni urbane, municipali e locali

Il 26 maggio, la Ceni ha pubblicato il calendario delle elezioni urbane, municipali e locali. Sono da ritenere tre date principali: il 14 Giugno 2015, elezioni dei consiglieri dei comuni e dei settori; il 29 agosto 2015, elezioni dei consiglieri urbani, dei borgomastri e dei capi di settore e, infine, il 15 ottobre 2015, elezioni dei sindaci e dei vice sindaci. L’Abbé Apollinaire Malumalu ha precisato che non c’è alcun problema di finanziamento, perché la Legge Finanziaria 2014 ha già stanziato 166 milioni di dollari per queste elezioni. Il bilancio complessivo presentato dalla CENI per queste elezioni è di circa 300 milioni di dollari.

L’Abbé Apollinaire Malumalu ha inoltre promesso che la Ceni pubblicherà il calendario delle elezioni dei deputati provinciali e dei senatori nazionali quando il Parlamento si sarà pronunciato sulla modalità (suffragio diretto o indiretto) delle elezioni dei deputati provinciali. Le elezioni legislative e presidenziali sono previste per il 2016, ma la legge elettorale prevede, prima di queste elezioni, il censimento amministrativo dell’intera popolazione. Pertanto, il governo dovrà impegnarsi a terminare il censimento entro i tempi costituzionali (prima della fine del 2015) o il parlamento dovrà modificare la legge elettorale. In caso contrario, la Ceni sarà obbligata a presentare alla Corte Costituzionale una richiesta debitamente motivata di posticipazione di dette elezioni. «La Ceni non può mai pianificare un’operazione elettorale che vada oltre il 2016», ha insistito il presidente della Ceni.

Inoltre, spetta al governo trovare i mezzi finanziari sufficienti per l’intero ciclo elettorale, come precisato dall’Abbé Malu Malu: «Una delle possibilità (le elezioni dei deputati provinciali a suffragio indiretto) richiede 900 milioni di dollari. L’altra (le elezioni dei deputati provinciali a suffragio diretto) supera il miliardo di dollari. Non si può esigere uno scrutinio a suffragio diretto senza tener conto che uno scrutinio a suffragio diretto costa circa 200 milioni di dollari. La questione dei mezzi finanziari  incombe al governo».[9]

Molti Congolesi non capiscono perché la CENI abbia deciso di organizzare, in primo luogo, le elezioni urbane, comunali e locali, quando altre elezioni previste nel ciclo elettorale del 2011 non sono ancora state organizzate. È il caso della elezione dei deputati provinciali, dei governatori e dei senatori eletti dal 2006 e ancora in funzione, nonostante il loro mandato (di 5 anni) sia arrivato a termine nel 2011. L’Abbé Malumalu ha spiegato che anche le elezioni urbane, municipali e locali costituiscono degli arretrati del 2011, come le elezioni dei deputati provinciali, dei governatori e dei senatori nazionali: «La legge elettorale del 2011, che ha modificato quella del 2006, riguardava le elezioni presidenziali, legislative nazionali, provinciali, urbane, municipali e locali. Pertanto, anche quest’ultime sono, come le elezioni dei deputati nazionali, dei governatori e dei  senatori nazionali, degli arretrati elettorali del 2011».

Alla domanda del perché iniziare con le elezioni urbane, comunali e locali, invece di porre fine all’anomalia delle Istituzioni organizzando le elezioni provinciali e senatoriali, il Presidente della CENI è stato chiaro: «I senatori, i governatori di province e i deputati provinciali sono stati eletti. A livello locale, invece, i borgomastri, i capi di settore e i sindaci non sono mai stati eletti e continuano ad essere nominati. La disfunzione è ancor più grave a questo livello. Dovremmo convocare per la terza volta il popolo congolese alle urne, senza dargli la possibilità di eleggere le sue autorità locali?», si è chiesto l’Abbé Malu Malu, secondo cui «le elezioni alla base (urbane, municipali e locali) sono il fondamento di ogni processo elettorale».

Circa il fatto che, nel 2006, la Commissione Elettorale Indipendente (CEI) non abbia organizzato le elezioni locali, Malu Malu ha detto che «il governo non aveva ancora adempiuto i prerequisiti per l’organizzazione di quelle elezioni. La legge sulle entità decentralizzate è uscita nel 2008, la legge sulle entità deconcentrate nel 2010, i decreti del Presidente del Consiglio nel 2013 e le ordinanze del ministro dell’Interno nel 2014. Ora che queste condizioni sono soddisfatte, la Ceni non può più dire che non può organizzare queste elezioni locali attese da lungo tempo».

Circa il fatto che, ad ogni decisione della CENI, la maggioranza presidenziale applaude, mentre l’opposizione si dimostra quasi sempre molto critica, l’Abbé Malumalu ha detto che «la Ceni è un’istituzione di appoggio alla democrazia e non ha alcun legame diretto né con la maggioranza, né con l’opposizione. L’organo decisionale è composto di 13 membri: sei sono della maggioranza presidenziale, quattro dell’opposizione e tre della società civile. Questa decisione (della pubblicazione del calendario elettorale) è stata presa all’unanimità».[10]

e. Le reazioni alla pubblicazione del calendario sulle elezioni locali

Jean Claude Vuemba, presidente del Movimento del Popolo Congolese per la Repubblica e vice presidente del gruppo parlamentare dell’UDPS e alleati ha dichiarato incostituzionale il calendario pubblicato dalla Ceni e considera l’atto di Malu Malu come un affronto fatto all’Assemblea Nazionale. «Come può permettersi il presidente della Ceni di pubblicare il calendario delle elezioni locali, quando la sua proposta di programmazione di massima delle prossime elezioni non è ancora stata discussa nell’Assemblea Nazionale?», si è chiesto. Secondo lui, Malu Malu fa il gioco di Kabila e vuole prorogare il mandato del capo dell’attuale maggioranza oltre il 2016. L’opposizione chiede dapprima le elezioni, a suffragio diretto, dei deputati provinciali, per sostituire le assemblee provinciali esistenti, il Senato e i governatori, ora fuori termine costituzionale. «Chiediamo che si organizzi dapprima le elezioni dei deputati provinciali, dei senatori e dei governatori, per porre fine alla palese e insolente illegittimità di tali istituzioni», ha ricordato Jean Claude Vuemba.[11]

Il 27 maggio, Laurent Simon Ikenge, portavoce del Movimento Sociale per il Rinnovamento (MSR), un partito della maggioranza presidenziale, ha affermato che l’organizzazione delle elezioni locali è un’occasione per gli elettori di «eleggere dei dirigenti locali secondo le proprie aspettative e speranze».

Da parte sua, la piattaforma “Sauvons le Congo”, una coalizione dell’opposizione politica, ritiene “provocatoria” la pubblicazione del calendario delle elezioni locali da parte della CENI.
Il coordinatore di questa piattaforma, il deputato Martin Fayulu, ha detto di non capire perché il presidente della Ceni proponga di iniziare con le elezioni locali, sapendo che «l’attuale database degli elettori non consente di organizzare le elezioni locali, perché non è stato programmato secondo l’attuale suddivisione territoriale locale. Infatti, la circoscrizione delle elezioni locali è il raggruppamento, ma l’iscrizione degli elettori è stato fatta a livello di Centro di registrazione e non di raggruppamento». Secondo Martin Fayulu, la CENI e il suo presidente, l’Abbé Apollinaire Malumalu, hanno volontariamente scelto di cominciare con le elezioni urbane, comunali e locali per allungare i tempi e mantenere Kabila al potere il più a lungo possibile.[12]

Il 27 maggio, l’Opposizione “radicale” ha rilasciato alla stampa una dichiarazione congiunta firmata da Martin Fayulu (Sauvons le Congo), Bruno Mavungu (UDPS) e Vital Kamerhe (UNC).

I firmatari affermano che «le forze politiche del cambiamento informano l’opinione nazionale e internazionale di essere fermamente contrarie al calendario elettorale pubblicato dalla Ceni.
Hanno notato con stupore che la CENI ha sottilmente introdotto il censimento amministrativo della popolazione come requisito per le elezioni del 2016, quando tutti sanno che ci vogliono almeno tre anni per organizzare un censimento credibile in un Paese tanto vasto.

Hanno inoltre notato l’interpretazione tendenziosa della legge elettorale da parte della CENI, soprattutto per quanto riguarda la disposizione secondo cui “la suddivisione dei seggi sarà stabilita in funzione dei dati demografici aggiornati”. Qui la legge si riferisce all’aggiornamento delle liste degli elettori da parte della Ceni e non ad un eventuale censimento.

Ritengono dunque che l’atteggiamento degli animatori della CENI sia una chiara dimostrazione che essi cercano di soddisfare il desiderio del presidente Kabila di rimanere al potere oltre il 2016, in flagrante violazione della Costituzione».[13]

Il 27 maggio, il coordinatore della Nuova Società Civile Congolese (NSCC), Jonas Tshiombela, non ha nascosto la sua insoddisfazione nei confronti del calendario elettorale pubblicato dalla Ceni. Egli avrebbe auspicato che la CENI pubblicasse piuttosto il calendario delle elezioni provinciali e senatoriali. Si tratta infatti di una situazione che deve essere rettificata, perché i deputati provinciali, i governatori provinciali e i senatori nazionali occupano tali funzioni su basi illegittime, in quanto il loro mandato è giunto a termine già nel 2011. Secondo Jonas Tshiombela, la CENI avrebbe dovuto correggere questa situazione, prima di affrontare la questione dell’organizzazione delle elezioni urbane, municipali e locali.[14]

Secondo il partito della Democrazia Cristiana (DC), il calendario elettorale pubblicato dalla Ceni contiene diverse lacune e incongruenze in rapporto all’intero processo elettorale. In questo contesto, la DC vuole denunciarne le maggiori anomalie.

1. Il calendario elettorale pubblicato negli ultimi giorni non fornisce alcuna precisazione in rapporto all’identificazione dei votanti per le elezioni locali del 2015. Se ne può dedurre che queste elezioni locali si terranno sulla base del database elettorale delle ultime elezioni del novembre 2011, da tutti conosciuto per la sua inaffidabilità e la sua totale opacità. Il calendario elettorale non fornisce inoltre alcuna indicazione – né sulle date, né sul bilancio economico – rispetto all’aggiornamento del database elettorale. Senza alcuna precisione, si annuncia semplicemente un sibillino “controllo esterno” (?) del database elettorale previsto dal 1° al 20 ottobre 2014.

2. Le misure di attuazione del decentramento locale previsto dalla Costituzione non sono ancora state approvate. A questo, si aggiunge il fatto che il Parlamento non ha ancora approvato la legge sulla ripartizione dei seggi nelle nuove entità amministrative, molto probabilmente perché queste ultime non sono ancora state definite dall’Esecutivo mediante un atto di attuazione della legge sul decentramento amministrativo.

Visto quanto precede, la DC chiede:

1. Un censimento della popolazione congolese prima di qualsiasi scadenza elettorale, sia a livello locale che nazionale. Il database elettorale dovrà essere stabilito sulla base del censimento, per determinare il numero dei votanti per ogni circoscrizione e identificare coloro che sono in età di voto. Il database elettorale dovrà essere pubblicato, per assicurare la trasparenza e per essere consultabile sia dalla “maggioranza” che dalla “opposizione”. Per la DC, la soluzione del censimento è, di per sé, una soluzione palliativa in rapporto alla necessità, per la RDCongo, di avere un database digitale di stato civile, a livello locale e nazionale, e di assicurare ad ogni cittadino la sua carta di identità personale. È davvero deplorevole che, ad ogni elezione, la Repubblica sia costretta a sborsare ingenti somme per identificare “temporaneamente” i suoi cittadini, il periodo di tempo di un ciclo elettorale, quando una gestione responsabile della “res publica” richiede il continuo aggiornamento di un database digitale di Stato Civile.

2. L’accoppiamento delle elezioni locali, provinciali, legislative e presidenziali, per ridurre i costi del processo elettorale e, soprattutto, per rispettare i tempi fissati dalla Costituzione, per quanto riguarda la durata del mandato degli animatori delle istituzioni.

3. L’approvazione, da parte del Parlamento, delle leggi sulla ripartizione dei seggi nelle circoscrizioni locali, finora giuridicamente indeterminate.[15]

Il presidente del gruppo parlamentare UDPS e alleati, Samy Badibanga, ritiene infondato condizionare la programmazione delle elezioni presidenziali e legislative nazionali alla previa organizzazione del censimento della popolazione.

Nessuna legge in vigore condiziona la programmazione di elezioni, qualsiasi esse siano, all’organizzazione di un censimento di tipo amministrativo o scientifico. Tuttavia, i dati demografici della popolazione sono necessari per l’attribuzione, da parte dell’autorità competente (il Governo), dello statuto delle entità amministrative (città e comuni) a certe agglomerazioni. È a partire dallo statuto delle entità amministrative che la Ceni procede alla suddivisione delle circoscrizioni elettorali. Per questo, la Ceni ha bisogno di dati demografici affidabili e credibili sugli elettori, per facilitare la distribuzione dei seggi nei diversi tipi di elezioni.

Sembra che ci sia una certa confusione nell’interpretazione della seguente disposizione della legge organica della Ceni: “suddividere le circoscrizioni elettorali in proporzione ai dati demografici aggiornati”.

In effetti, ci sono diversi modi per aggiornare i dati demografici, attraverso il consolidamento dei rapporti inviati dalle entità di base (raggruppamenti, settori, distretti, comuni, città , territori e province) sullo stato della popolazione o attraverso un censimento amministrativo o scientifico.
Si può affermare che molti dati demografici sono aggiornati e sono disponibili presso il Ministero degli Interni, in quanto questi dati sono stati utilizzati per elaborare alcuni decreti, emessi il 13 giugno 2013 dal Primo Ministro, sulla concessione dello statuto di città (almeno 100.000) e di comuni (almeno 20.000 abitanti) ad alcune entità di province.

Attualmente, secondo i vari decreti citati sopra, la RDCongo ha 98 città, 145 territori e 603 comuni. Tuttavia, l’unica lista che non è ancora ben definita è quella dei raggruppamenti, benché sia essenziale per la programmazione, l’organizzazione e lo svolgimento delle elezioni locali.
Considerando quanto precede, è opportuno fare una critica sul calendario elettorale pubblicato che privilegia le elezioni locali.

In realtà, si nota una certa precipitazione, da parte della Ceni, nel programmare prima di tutto le elezioni locali, benché alcune condizioni preliminari non siano soddisfatte (quadro giuridico incompleto: mancano ancora la legge sull’organizzazione dei raggruppamenti, la legge sulla ripartizione dei seggi per le elezioni locali, l’istituzione e l’operatività dei tribunali di pace abilitati a dirimere i contenziosi elettorali a livello locale), trascurando la programmazione dell’organizzazione delle elezioni provinciali e, soprattutto, delle elezioni presidenziali.
Detto chiaramente, le elezioni presidenziali non richiedono la ripartizione dei seggi o la suddivisione delle circoscrizioni, perché esse sono già predefiniti dalla legge elettorale (un seggio e una circoscrizione).

Anche per le elezioni provinciali, la legge elettorale in vigore determina la circoscrizione elettorale e, con la pubblicazione dei decreti emessi il 13 giugno 2013 dal Primo Ministro sulle città e i comuni, la CENI è già in grado di fare la suddivisione delle circoscrizioni elettorali, senza attendere un eventuale censimento, perché il numero delle circoscrizioni elettorali è noto (266 circoscrizioni: 145 territori, 97 città e 24 comuni di Kinshasa) ma, come notato sopra, il numero delle circoscrizioni per le elezioni locali non è ancora noto.

Si può quindi qualificare il calendario delle elezioni locali, pubblicato dalla Ceni, di immaginario e irrealistica potendo, in tal modo, causare lo slittamento dell’organizzazione delle elezioni presidenziali del 2016.[16]

Secondo la coalizione “Sauvons le Congo”, la pubblicazione del calendario elettorale è un passaggio forzato del Presidente della Ceni, l’Abbé Malu Malu, proprio quando l’opposizione e la maggioranza stanno trattando, sotto l’egida della comunità internazionale, per stabilire un tabella di marcia consensuale sulle varie elezioni previste fino al 2016. Vital Kamerhe, presidente dell’UNC e membro della coalizione “Sauvons le Congo”, ha criticato la mancanza di concertazione e afferma che «il presidente della Ceni avrebbe dovuto aspettare ancora un po’, prima di comunicare questo calendario, per vedere se si fosse riusciti a raggiungere un compromesso tra l’opposizione e la maggioranza».[17]

Il 29 maggio, a Kinshasa, la Voce dei Senza Voce (VSV), un’organizzazione per la difesa dei diritti umani, ha tenuto una conferenza stampa per commentare il calendario elettorale pubblicato dalla Ceni. Secondo l’Ongdh, questo calendario contiene molte incongruenze e non tiene assolutamente conto dell’opinione pubblica.

La VSV osserva che in vari ambienti politici, si parla di un calendario elettorale irrealistico e impossibile da rispettare, progettato per il solo scopo di prolungare il mandato dell’attuale Capo dello Stato, Joseph Kabila, che non sarebbe pronto a cedere il potere alla fine del suo ultimo mandato che,  in conformità con la Costituzione in vigore, scade nel 2016.

Secondo la VSV, le polemiche sorte dalla pubblicazione del calendario elettorale dimostrano a sufficienza che le consultazioni avviate dalla Ceni con le varie parti interessate al processo elettorale non hanno portato ad alcun consenso capace calmare gli spiriti e le preoccupazioni degli uni e degli altri, circa l’organizzazione di elezioni trasparenti, libere, tranquille e veramente democratiche.
La VSV invita la Ceni a rivedere il suo calendario elettorale e a pubblicarne un altro, dopo il raggiungimento di un consenso tra tutte le parti interessate nel processo elettorale, altrimenti l’Abbé Apollinaire Malumalu sarebbe l’unico responsabile di tutte le conseguenze derivanti da un ennesimo caos elettorale.[18]

Il 30 maggio, a Kinshasa, in un comunicato stampa, il Movimento per la Liberazione del Congo (MLC), ha denunciato il fatto che la Ceni abbia deciso unilateralmente di pubblicare un calendario per le elezioni locali che non soddisfa i desideri espressi da molte personalità politiche e della società civile. Il partito deplora la priorità data dalla Ceni alle elezioni urbane, comunali e locali a scapito delle elezioni provinciali richieste da una grande parte della classe politica.
Il partito denuncia anche la pubblicazione non consensuale di questo calendario elettorale che secondo lui, potrà essere una fonte latente ed evidente di future contestazioni. «La Ceni ha pubblicato un calendario frammentario, incompleto, parziale e di parte, che non include un approccio globale del ciclo elettorale completo dal 2014 al 2016», ha detto il segretario generale del MLC, Thomas Luhaka.

Il partito ritiene inoltre che il calendario elettorale presentato non tiene conto dei presupposti giuridici, tecnici, amministrativi e giudiziari necessari per lo svolgimento di queste elezioni. Thomas Luhaka vi rileva dei semi di conflittualità: «La mancanza delle liste dei raggruppamenti e il problema dei “raggruppamenti di fatto” rischiano di provocare gravi contestazioni sulla configurazione delle future circoscrizioni elettorali».

Parlando alla stampa in occasione della pubblicazione del calendario elettorale, il presidente della Ceni, l’Abbé Apollinaire Malumalu, aveva affermato che «il ministero dell’Interno ha dichiarato che mancherebbero ancora solo due importanti incontri da organizzare, in giugno, a Kananga e a Mbuji – Mayi, prima di rendere pubblici i decreti ministeriali sulla configurazione dei raggruppamenti».
Tuttavia, pur ribadendo la sua volontà di collaborare in modo costruttivo con la Ceni per il successo del processo elettorale e per il consolidamento della democrazia, il MLC chiede la sospensione del calendario elettorale ultimamente presentato e di continuare il dialogo tra tutte le parti implicate nel processo elettorale.[19]

Il presidente dell’Unione per la Nazione Congolese (UNC), Vital Kamerhe, ha dichiarato che il calendario elettorale pubblicato dalla Ceni mantiene la confusione sulla configurazione e sulla mappatura dei raggruppamenti amministrativi, che serviranno come base per la suddivisione delle varie circoscrizioni elettorali. Egli rileva alcune divergenze circa il numero di questi raggruppamenti. «Alcuni parlano di 6.500 raggruppamenti, altri di 7.250, altri ancora di 8.000. La Ceni stessa aveva parlato della mancanza di chiarezza nella configurazione di ben 811 raggruppamenti», fa osservare Vital Kamerhe, che si chiede come sarebbe possibile organizzare elezioni locali in tale situazione di confusione.
Anche la società civile del Katanga respinge il calendario elettorale presentato dalla CENI.
Il suo portavoce, Jean – Pierre Muteba, ha dichiarato alla stampa che la commissione elettorale dovrebbe organizzare dapprima le elezioni dei deputati provinciali, dei governatori e dei senatori nazionali il cui mandato è scaduto nel 2011. Secondo lui, l’organizzazione delle elezioni locali richiede alcune leggi sull’attuazione del decentramento che non sono ancora state approvate, né promulgate.[20]

[1] Cf Radio Okapi, 06.05.’14

[2] Cf Radio Okapi, 05.04.’14

[3] Cf RFI, 04.05.’14

[4] Cf Radio Okapi, 06.05.’14

[5] Cf La Prospérité – Kinshasa, 03.04.’14

[6] Cf Radio Okapi, 17.05.’14

[7] Cf Radio Okapi, 09.05.’14

[8] Cf Radio Okapi, 11.05.’14

[9] Cf Radio Okapi, 26.05.’14; RFI, 27.05.’14; Le Potentiel – Kinshasa, 27.05.’14:

http://www.lepotentielonline.com/index.php?option=com_content&view=article&id=7978:le-cycle-electoral-2014-2016-est-lance&catid=85:a-la-une&Itemid=472

[10] Cf Radio Okapi, 28.05.’14

[11] Cf 7sur7.cd – Kinshasa, 27.05.’14

[12] Cf Radio Okapi, 28.05.’14

[13] Cf Le Phare – Kinshasa, 28.05.14

[14] Cf Dorian Kisimba – Forum des As – Kinshasa, 28.05.’14

[15] Cf Comunicato DC du 28/05/2014

[16] Cf 7sur7.cd – Kinshasa, 29.05.’14 http://7sur7.cd/index.php/8-infos/5551-dans-une-analyse-critique-samy-badibanga-desapprouve-le-calendrier-malu-malu#.U4ilH-mKBdg

[17] Cf Sonia Rolley – RFI, 20.05.’14

[18] Cf Gode Kalonji Mukendi – La Tempête des Topiques – Kinshasa, 30.05.’14

[19] Cf Radio Okapi, 31.05.’14

[20] Cf Radio Okapi, 31.05.’14