SUD KIVU: NUOVA COALIZIONE RIBELLE, OBIETTIVO DESTITUIRE KABILA

Misna

Si chiama Unione delle Forze rivoluzionarie del Congo (Ufrc) e si presenta come una coalizione politico-militare con base a Bukavu (Sud Kivu) l’ultimo nato tra i numerosi gruppi ribelli che destabilizzano la Repubblica democratica del Congo. L’obiettivo dichiarato dell’Ufr, la cui nascita è stata ufficializzata ieri, è la destituzione del presidente Joseph Kabila, al potere dal 2000 e riconfermato alle elezioni contestate del 28 novembre 2011.

In un comunicato a firma del presidente del comitato di coordinamento della coalizione, Gustave Bagayamukwe Tadji, già inviato all’Onu, l’Ufrc chiede “l’apertura di un procedimento giudiziario per alto tradimento” contro il presidente Kabila e l’organizzazione di “elezioni democratiche”. Secondo la nuova formazione originaria della provincia del Sud Kivu (est), “è giunta l’ora di istaurare in tempi brevi un nuovo ordine politico, in grado di alleviare le sofferenze del popolo congolese” ma anche di “gettare le basi di una vera repubblica e di una democrazia davvero partecipativa”. Per raggiungere il traguardo, l’Ufrc intende “assumere la guida della provincia del Sud Kivu”, coinvolgendo tutte le “forze vive congolesi”, cioè la società civile, le organizzazioni politiche e gli altri movimenti attivi nella regione. L’atto di nascita dell’Ufrc dovrebbe essere formalmente consegnato oggi all’Assemblea nazionale, al Senato e a tutte le rappresentanze diplomatiche con sede a Kinshasa.

Come il Nord Kivu, anche la provincia meridionale dell’Est è ricca di risorse minerarie ed è storicamente instabile, in quanto già teatro di diverse ribellioni armate. Negli ultimi mesi il governo del presidente Kabila ha dovuto far fronte al Movimento del 23 Marzo (M23), che lo scorso novembre è riuscito a prendere il controllo di Goma, il capoluogo del Nord Kivu. Negoziati politici sono attualmente in corso a Kampala tra l’esecutivo di Kinshasa e una delegazione dell’M23. Nell’est del Congo i paesi della regione dei Grandi Laghi potrebbero far dispiegare una forza lungo il poroso confine con il Rwanda per lottare ai gruppi armati.

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