R.D.CONGO: DECENNI DI CRIMINI IMPUNITI. ORA BASTA!

TESTO INTEGRALE RAPPORTO (in inglese)

NOTIZIA RIPORTATA SUL CORRIERE DELLA SERA – 10 agosto 2011

 

A cura di Amnesty International
10 agosto 2011

In un rapporto diffuso oggi, intitolato “Il tempo per la giustizia è adesso. C’è bisogno di una nuova strategia per la Repubblica Democratica del Congo“, Amnesty International ha denunciato che, dopo decenni, l’esercito congolese e i gruppi armati attivi nell’est del paese africano continuano ancora a commettere crimini di diritto internazionale, tra cui omicidi e stupri.

L’organizzazione invoca una riforma e un rafforzamento del sistema giudiziario nazionale, uniche possibilità per contrastare l’impunità che alimenta un ciclo pluridecennale di violenza e violazioni dei diritti umani.

La popolazione della RDC subisce crimini di guerra e crimini contro l’umanità, tra cui tortura, violenza sessuale e impiego dei bambini soldato ma, di fronte a tutto questo, solo una manciata di responsabili è stata portata di fronte alla giustizia” – ha dichiarato Veronique Aubert, vicedirettrice per l’Africa di Amnesty International. “Tutti i presunti autori di questi crimini di diritto internazionale devono essere processati secondo gli standard internazionali sui processi equi, senza ricorso alla pena di morte“.

In vista delle elezioni presidenziali e parlamentari, previste a novembre, i processi per le violazioni dei diritti umani e i risarcimenti per le vittime non devono essere solo una priorità della campagna elettorale, ma diventare azioni concrete” – ha aggiunto Aubert.

L’anno scorso, le Nazioni Unite avevano pubblicato un rapporto sulle gravissime violazioni dei diritti umani commesse nella RDC dal 1993 al 2003, sottolineando come il sistema giudiziario congolese fosse troppo debole per fornire giustizia per i crimini di diritto internazionale.

Reagendo al rapporto delle Nazioni Unite, il governo della RDC aveva proposto l’istituzione di un Tribunale speciale competente per giudicare su tali crimini, composto da personale locale e internazionale. La proposta è all’esame del Parlamento e potrebbe essere approvata entro alcune settimane.

Si tratta di un’iniziativa molto positiva per contrastare l’impunità ma occorre fare molto di più per mettere i tribunali ordinari in condizione di affiancare questo organismo. Mentre il Tribunale speciale dovrebbe occuparsi dei casi di più alto profilo, il grosso dei processi rimarrebbe comunque a carico dei tribunali ordinari” – ha precisato Aubert.

Amnesty International ha identificato ulteriori misure fondamentali da intraprendere affinché il sistema giudiziario della RDC possa risarcire gli uomini, le donne, le bambine e i bambini colpiti da violenze e violazioni endemiche.

 “Intanto, le vittime dimenticate di questi terribili crimini devono poter contribuire alla riforma ed essere ascoltate dal governo” – ha spiegato Aubert.

Occorre poi garantire processi equi e regolari, poiché i giudici e il personale del sistema giudiziario subiscono regolarmente minacce e interferenze da parte delle autorità politiche e militari. È necessario, inoltre, avviare un programma di protezione delle vittime e dei testimoni, che sono riluttanti a farsi avanti per timore di rappresaglie da parte di autori di crimini ancora in libertà.

La popolazione congolese dev’essere consapevole dei propri diritti e ricevere i risarcimenti che le spettano. Il rapporto di Amnesty International sottolinea come anche nei casi in cui le indagini giungono al termine, le sentenza dei tribunali vengano raramente eseguite. L’organizzazione non è a conoscenza di un solo caso in cui sia stato pagato un risarcimento disposto da un tribunale.

 Le condizioni di detenzione devono essere ampiamente migliorate e dev’essere posta fine alle evasioni, che si susseguono regolarmente.

 Nel marzo di quest’anno, Amnesty International ha visitato le prigioni di Bukavu e Goma. Quella di Bukavo ha una capienza di 350 prigionieri ma all’epoca ce n’erano 1207, tra cui 37 minorenni e sette neonati con le loro madri. La prigione centrale di Goma ha spazio per 150 prigionieri ma ne ospitava 943.

I progetti di riforma giudiziaria attualmente in corso nella RDC non sono sufficientemente ampi né adeguatamente coordinati. I paesi donatori e il governo congolese devono porre in essere un sistema di coordinamento efficace.

Infine, date le attuali carenze dei programmi nazionali e internazionali
e la mancanza di fondi del sistema giudiziario congolese,
Amnesty International chiede ai singoli governi, alle Nazioni Unite, all’Unione europea e ad altri importanti donatori di fornire la necessaria assistenza tecnica e finanziaria per assicurare l’avvio di una strategia complessiva e a lungo termine di riforma del sistema giudiziario del paese.