Lungo la Via Francigena per la pace in Congo

di Anna Pozzi – L’Avvenire, 9 luglio 2011

La storia di John Mpaliza partito da Reggio Emilia lo scorso 26 giugno per raggiungere a piedi Roma. Lo scopo dell’iniziativa è sensibilizzare sulla situazione del suo Paese alla vigilia delle elezioni.

Ama la natura e ama camminare. Ma soprattutto ama la sua terra d’origine, pur sentendosi perfettamente integrato in Italia, dove vive e lavora da 17 anni. John Mpaliza, congolese d’origine ed emiliano d’adozione, è in cammino verso Roma, lungo la via Francigena, ricordando la Repubblica Democratica del Congo. Pellegrino della fede e della speranza per un Paese che vive una tragedia dimenticata da tutti.

Sono partito da Reggio Emilia lo scorso 26 giugno – racconta John, dalla sua tappa a Livorno – e conto di arrivare a Roma il prossimo 16 luglio. Cammino per la pace del Congo. Senza presunzione. So che non è facile parlare di pace, specialmente per un Paese come il mio. E so che è molto difficile spiegare quello che vi succede, soprattutto nelle regioni del Nord e del Sud Kivu, all’Est, di cui sono originario. Ma è necessario farlo. Io ho scelto questo modo, cercando di sensibilizzare la gente che incontro, singole persone, gruppi o amministratori locali. Quello che sta avvenendo in Congo è un vero e proprio genocidio: ci sono già stati 6 milioni di morti e gravissimi crimini di guerra. Ci sono le Prove. E anche i responsabili. Ma tutti tacciono”.

Lui, no. Anzi, ci riprova. John non è nuovo a queste imprese. Lo scorso anno si era cimentato sul cammino di Santiago di Compostela, in Spagna, da cui è tornato con 300 messaggi di pace video-filmati in 17 lingue e di 30 nazionalità diverse. “Nel mio piccolo, una bella soddisfazione!”, ricorda volentieri. “L’esperienza di Santiago mi ha insegnato moltissimo – aggiunge-. Tornato a casa, ho scoperto che i colleghi d’ufficio e gli amici mi seguivano. Allora ho coinvolto anche la comunità di Congolesi in Emilia Romagna e ho deciso di ripartire, questa volta anche con il sostegno del Comune di Reggio Emilia, dove lavoro come informatico, e della Provincia”.

In questi giorni a Livorno sto incontrando alcuni gruppi di scout: “È importante parlare con i giovani, perché siano consapevoli di quello che succede anche al di fuori del loro Paese e possano un domani costruire un modo migliore”.

In vista delle prossime elezioni, fissate per novembre e su cui si stanno già addensando fosche nubi, John lancia un appello: “Il Congo ha bisogno di Pace e di democrazia. Solo dopo potremo iniziare a parlare di ricostruzione e sviluppo”.

Camminando, John incontra molti nuovi amici: di persona o attraverso il suo blog http://www.facebook.com/peacewalkingman.
E condivide con loro questa esperienza di “uomo di pace in cammino”, come si auto-definisce. Un giovane pellegrino informatico, che sta portando un po’ di speranza peril futuro del Congo lungo le antichissime vie percorse da San Francesco.