Rapporto Mapping dell’Onu sui crimini in RdCongo: 4^ uscita

ALTO COMMISARIATO DELLE NAZIONI UNITE PER I DIRITTI DELL’UOMO
Repubblica Democratica del Congo, 1993-2003.

RAPPORTO DEL PROGETTO MAPPING SULLE PIÙ GRAVI VIOLAZIONI DEI DIRITTI DELL’UOMO E DEL DIRITTO INTERNAZIONALE UMANITARIO COMMESSE TRA MARZO 1993 E GIUGNO 2003 SUL TERRITORIO DELLA REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL CONGO.

Agosto 2010.

SOMMARIO:

SEZIONE I – CAPITOLO II:

LUGLIO 1996 – LUGLIO 1998: PRIMA GUERRA E REGIME DELL’AFDL

B. ATTACCHI CONTRO I RIFUGIATI HUTU

2. Nord Kivu

3.Maniera

L’ampiezza dei crimini, il grande numero di vittime, l’uso estensivo di armi bianche (principalmente martelli) e l’apparente natura sistematica dei massacri dei superstiti dopo la presa dei campi dei rifugiati, potrebbero indicare che i numerosi decessi non sono imputabili alle conseguenze della guerra o assimilabili a danni collaterali. Tra le vittime, infatti, c’era una maggioranza di bambini, di donne, di anziani e di ammalati, spesso sottoalimentati, che non rappresentavano nessun rischio per le forze attaccanti.

SEZIONE I.

INVENTARIO DELLE PIÙ GRAVI VIOLAZIONI DEI DIRITTI DELL’UOMO E DEL DIRITTO INTERNAZIONALE UMANITARIO COMMESSE SUL TERRITORIO DELLA RDC TRA MARZO 1993 E GIUGNO 2003.

CAPITOLO II.

 

LUGLIO 1996 – LUGLIO 1998: PRIMA GUERRA E REGIME DELL’AFDL

B. ATTACCHI CONTRO I RIFUGIATI HUTU

2. Nord Kivu

Attacchi contro i rifugiati dei campi situati lungo la strada Goma-Rutttshuru.

211. Nell’ottobre 1996, l’HCR stimava a 717 991 il numero dei rifugiati ruandesi presenti nella provincia del Nord-Kivu. La maggior parte vivevano in cinque campi situati intorno alla città di Goma. I campi di Kibumba (194 986), Katale (202 566) e Kahindo (112 875) si trovavano sulla strada di Rutshuru, a nord di Goma. I campi di Mugunga (156 115) e Lago Verde (49 449) erano localizzati sulla strada di Sakè, a meno di 10 chilometri a ovest di Goma. Sebbene la grande maggioranza dei rifugiati fossero dei civili non armati, questi campi servivano anche come basi per i militari ex-FAR, particolarmente numerosi nel campo del Lago Verde e per i miliziani Interahamwe, particolarmente numerosi nel campo di Katale, per condurre frequenti incursioni in territorio ruandese .

212. Come al Sud-Kivu, elementi infiltrati provenienti dal Ruanda avrebbero attaccato i campi dei rifugiati situati sull’asse Rutshuru a più riprese, anche prima dell’inizio ufficiale delle ostilità. Il gruppo Mapping ha documentato il seguente incidente:

– Nella serata del 27 giugno 1996, in un attacco contro il campo dei rifugiati di Kibumba, nel territorio di Nyiragongo, un gruppo di infiltrati provenienti dal Ruanda hanno ucciso tre rifugiati, due militari del Contingente zaïrese per la sicurezza dei campi (CZSC) e tre guardie della Croce – Rossa.

213. A partire da metà ottobre 1996, le infiltrazioni dal Ruanda si sono intensificate e i militari dell’AFDL/APR hanno cominciato a sparare in modo sporadico, con armi pesanti dell’artiglieria e con armi leggere, sui tre campi situati lungo l’asse Goma-Rutshuru. Il campo di Kibumba, situato a 25 chilometri a nord di Goma, è stato il primo a cadere. Il gruppo Mapping ha documentato il seguente:

– Nella notte dal 25 al 26 ottobre 1996, dei militari dell’AFDL/APR hanno bombardato il campo di Kibumba con artiglieria pesante, uccidendo un numero indeterminato di rifugiati e distruggendo l’ospedale del campo. Fuggendo da Kibumba, circa 194 000 rifugiati hanno preso la direzione del campo di Mugunga.

214. Anche il campo di Katale è stato attaccato nella notte dal 25 al 26 ottobre 1996 dall’AFDL/APR, ma i militari delle FAZ/CZCS e gli ex-FAR/Interahamwe hanno respinto l’attacco. Il gruppo Mapping ha documentato il seguente:

– Il 26 ottobre 1996, militari dell’AFDL/APR hanno attaccato il campo di Katale con l’artiglieria, uccidendo varie decine di rifugiati e un militare zaïrese del Contingente zaïrese per la sicurezza dei campi (CZSC). Hanno ucciso anche un numero indeterminato di rifugiati con armi bianche.

215. Dopo violenti combattimenti con i militari FAZ e gli ex-FAR/Interahamwe del campo dei rifugiati di Katale venuti in rinforzo, i militari dell’AFDL/APR hanno preso il controllo del campo militare delle FAZ di Rumangabo, situato tra Goma e Rutshuru, vicino alla frontiera con il Ruanda. Il 30 ottobre, la maggior parte dei rifugiati dei campi di Katale e Kahindo, che si trovavano vicino al campo militare, hanno cominciato a prendere la fuga. Come le truppe dell’AFDL/APR avevano tagliato la strada verso Goma, alcuni rifugiati sono partiti in direzione di Masisi passando per Tongo, mentre altri hanno tentato di raggiungere il campo di Mugunga attraverso il parco nazionale dei Virunga. Altri rifugiati sono rimasti nei campi. Il gruppo Mapping ha documentato il seguente incidente:

– Il 31 ottobre 1996, dei militari dell’AFDL/APR avrebbero ucciso varie centinaia di rifugiati che si trovavano ancora nei campi di Kahindo e di Katale. Il relatore speciale sulla questione della violazione dei diritti dell’uomo in Zaire, Roberto Garretón, che si era recato sul posto alcuni mesi più tardi, ha stimato il numero delle vittime a 143 nel campo di Katale e tra 100 e 200 in quello di Kahindo.

216. Durante la prima settimana dopo l’offensiva dei militari dell’AFDL/APR nel Nord-Kivu, un piccolo numero di rifugiati ha scelto di ritornare in Ruanda. Secondo il HCR, tra il 26 e il 31 ottobre 1996, circa 900 rifugiati hanno così attraversato la frontiera a livello di Mutura.

217. È stato impossibile determinare il numero di rifugiati uccisi dai militari dell’AFDL/APR, durante gli attacchi condotti contro i campi localizzati lungo la strada che collega Goma a Rutshuru.

In questo contesto, il gruppo Mapping ha documentato i seguenti incidenti:
– Dal 2 al 30 novembre 1996, la popolazione di Kibumba ha inumato 2 087 corpi. Tra il 30 novembre 1996 e il 26 gennaio 1997, la squadra di emergenza della biodiversità (EUB), ha sepolto 1 919 corpi nel campo di Kibumba e dintorni.

– Tra l’1 e il 25 dicembre 1996, EUB ha inumato 281 corpi nel campo di Kahindo. Alcuni corpi sono stati scoperti nelle latrine pubbliche. Molte vittime avevano le mani incatenate.

– Tra l’1 dicembre 1996 e il 18 gennaio 1997, EUB ha inumato 970 corpi nel campo di Katale. Numerosi corpi sono stati scoperti nelle latrine pubbliche.

218. Alla data del 1° novembre 1996, tutti i campi dei rifugiati tra Goma e Rutshuru erano stati smantellati. I superstiti di Kibumba si trovavano nelle vicinanze del campo di Mugunga. Quelli di Kahindo e Katale si erano dispersi attraverso il parco nazionale dei Virunga. Cercando di sfuggire alle squadre di intercettazione dell’AFDL/APR inviate nel parco dei Virunga, molti rifugiati hanno errato nella foresta durante parecchie settimane e sono morti di sete, per mancanza di acqua potabile, a causa della lava che ricopre il parco in vari posti.

In questo contesto, il gruppo Mapping ha documentato i seguenti incidenti:

– Durante il mese di novembre 1996, dei militari dell’AFDL/APR hanno ucciso un numero indeterminato di superstiti dei campi di Kahindo e Katale, a livello delle barriere di controllo erette tra il vulcano Nyiragongo e i campi di Mugunga. I superstiti di Kahindo e Katale, sopravvissuti all’attacco, sono stati i primi a raccontare che le truppe dell’AFDL/APR dividevano i rifugiati che arrestavano all’uscita del parco, secondo la loro età e il loro sesso e che uccidevano sistematicamente gli adulti di sesso maschile.

– Durante i mesi di novembre e dicembre 1996, elementi dell’AFDL/APR hanno ucciso un numero indeterminato di rifugiati che si erano reinstallati in campi provvisori nel parco nazionale dei Virunga.

219. I massacri nelle vicinanze dei precedenti campi di Katale, Kahindo e Kibumba e nel parco nazionale dei Virunga sono continuati parecchi mesi. Nel febbraio 1997, un testimone ha raccontato che, sul terreno dell’ex campo rifugiati di Kibumba, la popolazione locale scopriva, ogni mattina, nuovi cadaveri di persone recentemente uccise .

Il gruppo Mapping ha documentato il seguente incidente:

– L’11 aprile 1997, militari dell’AFDL/APR hanno ucciso varie centinaia di rifugiati in un luogo chiamato Mwaro, situato nella foresta vicina al villaggio di Kibumba. Le vittime che tentavano di ritornare in Ruanda erano state intercettate il 9 aprile dai militari dell’AFDL/APR, presso il villaggio di Kibumba. Sono state rinchiuse in una moschea, non lontano dall’istituto Kibumba, e nell’edificio di un vecchio progetto di allevamento, poi sono state uccise dai militari.

Attacchi contro i rifugiati dei campi di Mugunga e Lago Verde.

220. Il 29 ottobre, dopo la caduta del campo militare delle FAZ di Rumangabo, i militari dell’AFDL/APR hanno lanciato un attacco su Goma e hanno preso il controllo della città il 1° novembre 1996. Durante alcuni giorni, gli ex-FAR/Interahamwe provenienti dai campi di Mugunga e Lago Verde e dei gruppi armati Mayi-Mayi originari di Sakè hanno bloccato i militari dell’AFDL/APR a 7 chilometri dal campo di Mugunga. Una parte dei rifugiati ne hanno approfittato per abbandonare i campi e avvicinarsi alla città di Sakè. Il 12 novembre, tuttavia, dopo avere concluso un’alleanza coi Mayi-Mayi locali, i militari dell’AFDL/APR hanno preso il controllo delle colline intorno a Sakè e hanno accerchiato i rifugiati ammassati tra i campi di Mugunga e la città.

Il gruppo Mapping ha documentato il seguente incidente:

– Il 14 novembre 1996, militari dell’AFDL/APR hanno sparato in modo indiscriminato sul campo di Mugunga e i suoi dintorni durante sei ore, uccidendo un numero indeterminato di rifugiati.

221. Nel pomeriggio del 14 novembre, dopo violenti combattimenti con i Mayi-Mayi a Sakè, gli ex-FAR/Interahamwe presenti nel campo di Mugunga hanno rotto l’accerchiamento e preso la fuga in direzione di Masisi, portando al loro seguito numerosi rifugiati.

Il gruppo Mpping ha documentato il seguente incidente:

– Verso il 14-15 novembre 1996, i militari dell’AFDL/APR, posizionati sulle colline intorno a Sakè, hanno ucciso un gran numero di rifugiati che tentavano di fuggire in direzione di Masisi, sparando su di loro in modo indiscriminato, con armi pesanti e mitragliatrici. Centinaia di corpi di rifugiati sono stati sepolti in una fossa comune situata nella piantagione di caffè di Madimba, vicino a Sakè.

222. Il 15 novembre 1996, mentre il Consiglio di Sicurezza dava l’autorizzazione per l’invio di una forza multinazionale nell’est dello Zaire, i militari dell’AFDL/APR sono entrati nel campo di Mugunga e hanno ordinato ai rifugiati, ancora presenti nel campo, di ritornare in Ruanda. Tra il 15 e il 19 novembre 1996, varie centinaia di migliaia di rifugiati hanno lasciato i campi di Mugunga e del Lago Verde e sono ritornati in Ruanda. Il gruppo Mapping ha documentato il seguente incidente:

– Il 15 novembre 1996, elementi dell’AFDL/APR hanno ucciso, in modo deliberato, dei rifugiati del campo di Mugunga e dintorni. Un giornalista, entrato nel campo il 16 novembre, ha recensito 40 vittime, tra cui donne e bambini, uccise da spari di armi da fuoco e all’arma bianca. Un numero indeterminato di rifugiati sono stati uccisi tra Mugunga e la città di Sakè. Il 19 novembre, dei volontari del Croce Rossa zaïrese di Goma hanno raccolto e inumato 166 cadaveri, trovati lungo la strada tra la città di Sakè e la periferia del campo di Mugunga.

223. Numerosi testimoni hanno segnalato l’esistenza di una barriera di controllo tra i campi di Mugunga e del lago Verde. In tale posto di blocco, elementi dell’AFDL/APR dividevano i rifugiati secondo l’età e il sesso. Generalmente i militari lasciavano passare le donne, i bambini e gli anziani. Gli uomini adulti erano, invece, molto spesso fermati e uccisi.

In questo contesto, il gruppo Mapping ha documentato i seguenti incidenti:

– Tra il 15 e il 16 novembre 1996, elementi dell’AFDL/APR hanno fermato un numero indeterminato di uomini hutu ruandesi in provenienza dai campo del Lago Verde e di Mugunga e li hanno uccisi. Alcuni sono stati incatenati e gettati vivi nel lago Verde, in cui sono morti annegati. Altri sono stati uccisi con colpi di armi fa fuoco alla testa e i loro corpi sono stati gettati nel lago.

– I massacri di Mugunga e del Lago Verde sono continuati nelle vicinanze per parecchie settimane. Alcuni superstiti hanno raccontato che i militari dell’AFDL/APR li hanno attaccati alla fine di novembre 1996, mentre cercavano di farsi rimpatriare in Ruanda. I rifugiati che uscivano dal parco sono stati raggruppati insieme e poi uccisi. Una fonte ha riportato l’esistenza di parecchie fosse comuni all’interno del parco localizzate a 5 chilometri dal campo di Mugunga.

 

Attacchi contro i rifugiati in fuga attraverso il Masisi e il Walikale.

Territorio di Masisi

224. Fin dal 15 novembre 1996, i militari dell’AFDL/APR si sono lanciati all’inseguimento dei rifugiati scampati e degli ex-FAR/Interahamwe che fuggivano attraverso il Masisi, in direzione della città di Walikale. Hanno attaccato le persone meno veloci, che si erano installati in campi provvisori a livello dei villaggi di Osso, Kinigi e Katoyi (dei superstiti soprattutto di Mugunga e Kibumba), di Kilolirwe, Ngandjo, Nyamitaba, Miandja, Nyaruba, Kirumbu e Kahira (principalmente dei superstiti di Kahindo e Katale).

In questo contesto, il gruppo Mapping ha documentato i seguenti incidenti:

– Nella seconda metà del mese di novembre 1996, elementi dell’AFDL/APR hanno ucciso decine di rifugiati nei campi provvisori situati nelle vicinanze della fattoria di Osso, nel territorio di Masisi.

La maggior parte delle vittime erano dei rifugiati, tra cui un gran numero di donne e bambini. Sono stati uccisi anche dei civili zaïresi, a cui le truppe dell’AFDL/APR rimproveravano di avere nascosto o aiutato dei rifugiati. Poco dopo il massacro, dei testimoni oculari hanno affermato di avere visto, sul terreno del campo, tra 20 e 100 corpi .

– Durante la settimana del 9 dicembre 1996, militari dell’AFDL/APR hanno ucciso varie centinaia di rifugiati ruandesi nel campo provvisorio creato a livello del villaggio di Mbeshe Mbeshe, nella collettività di Katoyi. Dopo avere accerchiato il campo verso le 5h00 del mattino, i militari dell’AFDL/APR hanno aperto il fuoco, in modo indiscriminato, sui suoi occupanti, uccidendo un numero indeterminato di rifugiati.

225. L’8 novembre 1996 circa, molti rifugiati, per la maggior parte scampati dai campi di Kahindo e Katale, si sono installati nella collettività Bashali, a nord-est del territorio di Masisi. Verso il 18 novembre 1996, dei militari dell’AFDL/APR hanno attaccato il loro campo provvisorio localizzato a livello di Rukwi. Durante settimane e mesi, hanno attaccato e ucciso un numero indeterminato di superstiti di questo campo che tentavano di fuggire.

In questo contesto, il gruppo Mapping ha documentato i seguenti incidenti:

– Fine novembre 1996, elementi dell’AFDL/APR hanno ucciso una cinquantina di civili, tra cui 40 rifugiati ruandesi e dieci Banyarwanda hutu, nel villaggio di Miandja.

– Nel mese di aprile 1997, elementi dell’AFDL/APR hanno ucciso un gran numero di rifugiati che si erano installati in un sito chiamato Karunda, nel villaggio di Kirumbu e nella piantagione di Nyabura, nella collettività di Bashali-Mokoto.

– Il 22 aprile 1997 circa, elementi dell’AFDL/APR hanno ucciso 53 rifugiati in una scuola del villaggio di Humule, vicino alla località di Karuba, a 50 chilometri da Goma. Le vittime cercavano di raggiungere il centro di transito del HCR di Karuba, per essere rimpatriate in Ruanda. Secondo alcuni testimoni, le donne che si trovavano tra il gruppo di vittime sono state violentate prima di essere uccise.

 

Territorio di Walikale

 226. I rifugiati ruandesi sono arrivati nel territorio di Walikale nel novembre 1996, attraverso tre diverse strade. Un gruppo proveniente da Bukavu ha raggiunto il territorio di Walikale, passando per Bunyakiri. Un altro gruppo proveniente da Bukavu, è passato attraverso la foresta di Kahuzi-Biega, via Nyabibwe. Un altro gruppo, infine, proveniente dai campi del Nord-Kivu, ha raggiunto il territorio di Walikale passando per il sud del territorio di Masisi e per le località di Busurungi e Biriko. Inseguiti dai militari dell’AFDL/APR, i ritardatari, spesso lasciati indietro dagli uomini armati, sono stati attaccati e uccisi in modo indiscriminato.

227. I militari dell’AFDL/APR che provenivano da Bukavu sono arrivati a Hombo, un villaggio situato fra il Nord-Kivu e il Sud-Kivu, il 7 dicembre 1996 circa. Si sono divisi poi in vari gruppi. Una parte delle truppe ha continuato il cammino in direzione della località di Walikale, mentre un’altra è rimasta in zona, per attaccare i rifugiati. Un terzo gruppo è partito all’inseguimento dei rifugiati in fuga nel raggruppamento di Walowa-Luanda, nel sud-est del territorio di Walikale.

228. Al loro arrivo nel territorio di Walikale, i militari dell’AFDL/APR hanno organizzato delle riunioni pubbliche a cui era invitata la popolazione zaïrese. Durante queste riunioni, hanno accusato i rifugiati hutu di essere collettivamente responsabili del genocidio dei Tutsi in Ruanda. Hanno anche affermato che i rifugiati stavano progettando di commettere un genocidio contro le popolazioni civili zaïresi della regione. Nei loro discorsi, essi paragonavano spesso i rifugiati ai “maiali” che devastano i campi dei contadini. Spesso, chiedevano agli Zaïresi di aiutarli a trovarli e a ucciderli. Secondo varie fonti, il termine “maiali” era il nome di codice utilizzato dalle truppe dell’AFDL/APR per parlare dei rifugiati hutu ruandesi. Quando i militari dell’AFDL/APR vietavano agli Zaïresi di accedere a certi siti, dicevano loro che stavano “uccidendo dei maiali”.

229. In questa regione, i massacri sono stati organizzati secondo uno schema quasi identico, in modo da uccidere il massimo possibile di vittime. Ogni volta che scoprivano una grande concentrazione di rifugiati, i militari dell’AFDL/APR sparavano su di loro in modo indiscriminato, sia con armi pesanti che leggere. Promettevano poi ai superstiti di aiutarli a ritornare in Ruanda. Dopo averli riuniti con diversi pretesti, li uccidevano spesso a colpi di martello o di zappa. Quelli che tentavano di fuggire venivano uccisi con i fucili. Molti testimoni hanno affermato che, nel 1999, dei militari dell’APR/ANC si sarebbero recati sui vari siti dei massacri, per dissotterrare i corpi e bruciare i cadaveri.

In questo contesto, il gruppo Mapping ha documentato i seguenti incidenti:

– A partire dal 9 dicembre 1996, dei militari dell’AFDL/APR hanno ucciso, con fucili, molte centinaia di rifugiati, tra cui un gran numero di donne e bambini, a livello del ponte di Hombo. Durante i giorni seguenti, hanno bruciato vivi, sul ciglio della strada, un numero indeterminato di rifugiati presso la località di Kampala, situata ad alcuni chilometri da Hombo. Prima di essere uccise, numerose donne sono state violentate dai militari. Prima di ucciderle, i militari avevano chiesto alle vittime di raggrupparsi, in vista del loro rimpatrio in Ruanda.

– Verso il 9 dicembre, dei militari dell’AFDL/APR hanno intercettato e ucciso parecchie centinaia di rifugiati ruandesi nelle vicinanze del villaggio di Chambucha, situato a 4 chilometri da Hombo. Le vittime, tra cui si trovava un gran numero di donne e bambini, sono state fucilate o uccise a colpi di martello e di zappa sulla testa, vicino ad un ponte sul fiume Lowa. Prima di ucciderli, i militari dell’AFDL/APR avevano promesso ai rifugiati di rimpatriarli in Ruanda con l’aiuto del HCR. La maggior parte dei corpi sono stati gettati poi nel fiume Lowa.

230. Quando i militari dell’AFDL/APR hanno preso il controllo della strada asfaltata tra Hombo e Walikale, i rifugiati ruandesi che non erano ancora arrivati sulla strada principale tra Bukavu e Walikale hanno dovuto tornare indietro, in direzione di Masisi. La maggior parte di loro si sono installati provvisoriamente nel villaggio di Biriko, nel raggruppamento di Walowa-Luanda.

Il gruppo Mapping ha documentato il seguente incidente:

– Intorno al 17 dicembre 1996, dei militari dell’AFDL/APR, in provenienza da Ziralo (Sud-Kivu), Bunyakiri (Sud-Kivu) e Ngungu (Nord-Kivu), hanno accerchiato i campi provvisori installati a Biriko e ucciso centinaia di rifugiati, tra cui delle donne e dei bambini. I militari hanno ucciso le vittime con fucili o a colpi di zappa. La popolazione di Biriko ha sepolto dei cadaveri nel villaggio. Molti altri cadaveri sono stati invece gettati nel fiume Nyawaranga.

231. Nei giorni seguenti, i militari dell’AFDL/APR hanno attaccato i rifugiati nei villaggi di Kilambo, Busurungi (collina Bikoyi Koyi), Nyamimba e Kifuruka, situati nel raggruppamento di Walowa-Luanda del territorio di Walikale.

Il gruppo Mapping ha documentato il seguente incidente:

– Nel dicembre 1996, dei militari dell’AFDL/APR hanno ucciso varie centinaia di rifugiati presso la località di Kifuruka, situata a 10 chilometri da Biriko. I militari avevano riunito le vittime nel villaggio di Kifuruka, poi li avevano condotti fino alla strada, facendo loro credere che li avrebbero aiutati a ritornare in Ruanda. Una volta usciti dal villaggio, i militari li hanno fucilati o uccisi a colpi di machete.

232. Mentre certe unità dell’AFDL/APR commettevano questi massacri nel raggruppamento di Walowa-Luanda, altre hanno continuato la loro progressione verso il capoluogo del territorio, Walikale. Il gruppo Mapping ha documentato il seguente incidente:

– Nel corso della terza settimana del mese di dicembre 1996, elementi dell’AFDL/APR hano ucciso centinaia di rifugiati ruandesi presso la località di Musenge, situata tra Hombo e Walikale. Per intercettare i rifugiati, i militari dell’AFDL/APR avevano posto molti sbarramenti lungo le strade. Promettevano alle vittime di aiutarle a ritornare in Ruanda mediante l’HCR, poi le conducevano in delle case a Musenge. Dopo un certo tempo, le vittime venivano fatte uscire dalle case e poi uccise a colpi di barre di ferro, vicino alle colline di Ikoyi e di Musenge (accanto al dispensario).

233. Nelle vicinanze di Itebero, a partire da dicembre 1996, unità speciali dell’AFDL/APR hanno iniziato ad attaccare i rifugiati in modo sistematico. Il gruppo Mapping ha documentato il seguente incidente:

– Durante il mese di dicembre 1996, militari dell’AFDL/APR hanno ucciso molte centinaia di rifugiati nella località di Mutiko. Una volta intercettate a livello delle barriere erette dai militari, le vittime venivano istradate verso il villaggio di Mutiko. I militari davano loro del cibo e chiedevano loro di prepararsi a salire sui camion del HCR fermi all’uscita del villaggio. Le vittime venivano quindi condotte fuori del villaggio di Mutiko, sulla strada, poi uccise a colpi di bastone, di martello o di ascia sulla testa. I militari incitavano la popolazione autoctona a partecipare alle carneficine. La costringevano poi a seppellire i cadaveri.

 234. Il 16 dicembre 1996 circa, i militari dell’AFDL/APR sono arrivati a Walikale-centro. Il gruppo Mapping ha documentato il seguente incidente:

– Tra la fine del 1996 e l’inizio del 1997, elementi dell’AFDL/APR hanno ucciso un numero indeterminato di rifugiati a Walikale-centro. La maggior parte delle vittime sono state uccise nel quartiere Nyarusukula. Dopo l’installazione delle truppe dell’AFDL/APR in città, questo quartiere era stato trasformato in un quartiere militare a cui era vietato l’accesso ai civili. La maggior parte dei corpi delle vittime sono stati gettati nel fiume Lowa e i suoi affluenti.

235. Un altro gruppo di rifugiati ruandesi provenienti da Masisi ha raggiunto, nel dicembre 1996, il territorio di Walikale passando per un sentiero forestale che collega il villaggio di Ntoto a quello di Ngora, situato a una quindicina di chilometri a nord di Walikale centro. Dopo la presa di Walikale da parte delle forze dell’AFDL/APR, questi rifugiati e degli ex-FAR/Interahamwe hanno tentato di nascondersi nel villaggio di Kariki, installandosi in un sito di piscicoltura abbandonato, situato ai bordi del sentiero tra i villaggi di Ntoto e Ngora. Il gruppo Mapping ha documentato il seguente incidente:

– All’inizio del 1997, dei militari dell’AFDL/APR hanno ucciso un numero indeterminato di rifugiati nel campo provvisorio di Kariki, situato a 13 chilometri da Walikale. I militari venivano da Ngora, dove avevano costretto dei civili ad accompagnarli per portare i loro bagagli e le loro casse di munizioni. Arrivati a Kariki, hanno sorpreso degli elementi ex-FAR/Interahamwe che si trovavano ai piedi della collina e li hanno disarmati. Dopo avere ucciso gli ex-FAR/Interahamwe, hanno attaccato il campo che si trovava sull’altro versante della valle. La maggioranza dei corpi non sono stati sepolti e il gruppo Mapping ha potuto constatare che le ossa erano ancora visibili quando è stato redatto il presente rapporto.

 

3. Maniera

236. Verso la fine del 1996, il Governo zaïrese ha ammassato le sue forze a Kindu e Kisangani, in vista di lanciare una controffensiva nei Kivu. I primi rifugiati sono arrivati nella provincia del Maniema all’inizio del 1997, in provenienza dal territorio di Walikale, nel Nord-Kivu. Si sono diretti innanzitutto verso la città di Kisangani, ma sono stati bloccati dalle FAZ e indirizzati verso il sito di Tingi-Tingi, a 7 chilometri da Lubutu, vicino ad un aerodromo. Durante le seguenti settimane, circa 120 000 rifugiati si sono installati in un campo provvisorio a Tingi-Tingi. Nello stesso momento, altri 40 000 hutu ruandesi, tra cui una maggioranza di ex-FAR/Interahamwe, sono arrivati nel villaggio di Amisi, a 70 chilometri a est di Tingi-Tingi. Fin dall’inizio del 1997, gli ex-FAR/Interahamwe hanno utilizzato il campo di Tingi-Tingi come base di reclutamento e di addestramento, in vista di una controffensiva congiunta con le FAZ contro le truppe dell’AFDL/APR. Tra le FAZ e gli ex-FAR/Interahamwe, si è instaurato un coordinamento molto stretto. In modo particolare, le FAZ hanno fornito agli ex-FAR/Interahamwe armi, munizioni e uniformi.

237. Nel gennaio 1997, durante varie settimane, dei violenti combattimenti hanno opposto i militari dell’AFDL/APR agli ex-FAR/Interahamwe, nei pressi del ponte di Osso, tra le province del Nord-Kivu e del Maniema. Il 7 febbraio, dopo violenti combattimenti nel villaggio di Mungele, le truppe dell’AFDL/APR hanno preso il campo di Amisi. La maggioranza della popolazione del campo aveva potuto fuggire in direzione di Lubutu e si era installata vicino al campo di Tingi-Tingi. Gli ultimi scontri tra l’AFDL/APR e gli ex-FAR/Interahamwe hanno avuto luogo nel villaggio di Mukwanyama, a 18 chilometri da Tingi-Tingi. In seguito, i combattimenti sono praticamente cessati e gli ex-FAR/Interahamwe sono fuggiti nel più grande disordine. Alcuni dignitari dell’ex regime ruandese e quei pochi rifugiati che potevano pagare il biglietto (800 dollari degli Stati Uniti), hanno preso posto a bordo di aerei commerciali venuti espressamente a Tingi-Tingi e sono partiti per Nairobi. Nella serata del 28 febbraio, i rifugiati, avendo appreso che le truppe dell’AFDL/APR si trovavano a 10 chilometri da Tingi-Tingi, hanno abbandonato il campo, in direzione di Lubutu. Sono stati tuttavia bloccati, fino all’indomani mattina, dalle FAZ nelle vicinanze del ponte sul fiume Lubilinga, chiamato comunemente ponte Lubutu.

In questo contesto, il gruppo Mapping ha documentato i seguenti incidenti:

– Nella mattinata del 1° marzo 1997, elementi dell’AFDL/APR sono entrati nel campo di Tingi-Tingi e hanno ucciso, in modo indiscriminato, gli ultimi occupanti. Sebbene la maggior parte dei rifugiati avessero già lasciato il campo, vi si trovavano ancora parecchie centinaia di loro, tra cui numerosi ammalati curati nel dispensario e dei bambini non accompagnati. Secondo i testimoni, le truppe dell’AFDL/APR avrebbero ucciso la maggior parte delle vittime a colpi di coltello. I corpi sono stati poi sepolti in varie fosse comuni dai volontari della Croce Rossa di Lubutu.

– Nel pomeriggio del 1° marzo 1997, elementi dell’AFDL/APR hanno aperto il fuoco sui rifugiati che si trovavano in coda alla colonna in fuga verso Lubutu e ne hanno ucciso parecchie decine. Lo stesso giorno, i militari dell’AFDL/APR hanno ucciso con armi da fuoco parecchie centinaia di rifugiati che aspettavano di attraversare il ponte sul fiume Lubilinga. Molti rifugiati sono morti annegati gettandosi nel fiume; altri sono morti calpestati dalla folla in panico. Il 2 marzo, i militari dell’AFDL/APR hanno chiesto alla popolazione di Lubutu di seppellire le vittime, ma la maggior parte dei corpi sono stati gettati nel fiume.

238. Il 27 febbraio 1997, le truppe dell’AFDL/APR sono entrate nella città di Kindu disertata dalle FAZ. I rifugiati hanno continuato la loro strada in direzione di Lodja (asse ovest) o di Kasongo (asse sud). Precedentemente, un terzo gruppo, molto meno numeroso, aveva raggiunto il campo di Tingi-Tingi, prendendo la strada di Punia.

In questo contesto, il gruppo Mapping ha documentato i seguenti incidenti:

– Il 1° marzo 1997, elementi dell’AFDL/APR hanno ucciso 11 religiosi rifugiati hutu ruandesi sulla strada di Kindu, a una ventina di chilometri da Kalima, nel territorio di Pangi. Le vittime, otto preti e tre suore, si erano rifugiate nel Sud-Kivu sin dal 1994. Dal 22 febbraio, avevano trovato rifugio presso la parrocchia di Kalima. Dopo avere preso la città, il 23 febbraio, le truppe dell’AFDL/APR, hanno chiesto ai religiosi di seguirli, con il pretesto di farli ritirare in Ruanda.

Il 1° marzo, i religiosi sono saliti a bordo di un minibus mandato dai militari. In serata, questi ultimi hanno ucciso i religiosi a colpi di bastone. I corpi delle vittime sono stati sepolti sul posto.

– Nel marzo 1997, elementi dell’AFDL/APR hanno ucciso circa 200 rifugiati nei territori di Pangi e Kasongo. Le vittime erano, per la maggior parte, dei superstiti dei massacri commessi nel territorio di Shabunda, nel Sud-Kivu. Nel campo rifugiati aperto vicino all’aeroporto di Kalima, nel territorio di Pangi, i militari hanno ucciso almeno 20 persone, principalmente donne e bambini che aspettavano l’arrivo dell’aiuto alimentare fornito dall’HCR. Nella città di Kalima, i militari hanno perquisito delle case, hanno ucciso i rifugiati che vi si erano nascosti e percosso gli Zaïresi che li avevano lasciati entrare nella loro casa. I militari hanno poi ucciso dei rifugiati lungo tutta la strada tra Kalima e Kindu, particolarmente nei villaggi di Kingombe Mungembe, Mumbuza, Kenye e Idombo. I corpi delle vittime sono rimasti sulla strada per vari giorni prima di essere sepolti dalla popolazione civile. Durante le settimane seguenti, i militari hanno continuato ad attaccare i rifugiati nel territorio di Kasongo. Ne hanno ucciso un grande numero nei villaggi di Kisanji, Sengaluji e Karubenda. I superstiti si sono, per la maggior parte, dispersi nella foresta. I testimoni hanno dichiarato di avere visto almeno 165 corpi, ma il numero totale delle vittime è probabilmente molto superiore a questa cifra.

239. Mentre non c’erano più scontri tra gli ex-FAR/Interahamwe/FAZ e le truppe dell’AFDL/APR, i massacri dei rifugiati sono ancora continuati, nelle settimane dopo la caduta di Tingi-Tingi. I rifugiati catturati dai militari dell’AFDL/APR basati a Lubutu sono stati portati in un sito chiamato Golgotha, a 3 chilometri da Lubutu, dove sono stati sistematicamente uccisi. Il gruppo Mapping ha documentato il seguente incidente:

– Il 14 marzo 1997, in occasione di una missione congiunta, gli organismi delle Nazioni Unite e delle ONG hanno trovato circa 2 000 rifugiati, sopravvissuti ai recenti massacri, errando nei campi di Tingi-Tingi e di Amisi. Fino alla chiusura ufficiale di questi campi, il 2 aprile, i militari dell’AFDL/APR hanno bloccato deliberatamente ogni aiuto umanitario, sanitario e medico destinato agli scampati. MSF ha riportato che, in quel periodo, era praticamente impossibile fornire cure mediche ai rifugiati, perché le autorità dell’AFDL avevano vietato o ritardato ogni missione umanitaria, per “ragioni di sicurezza”. Durante le tre settimane dopo la presa del campo, almeno 216 rifugiati sono morti a Tingi-Tingi, per mancanza di aiuto umanitario e sanitario.