30 settembre 2017 → un appuntamento mancato e l’urgenza di fissarne rapidamente un altro

Editoriale Congo Attualità n.336 – a cura di Rete Pace per il Congo

 

L’accordo del 31 dicembre 2016 prevede l’organizzazione delle elezioni presidenziali, legislative nazionali e legislative provinciali entro il mese di dicembre 2017 al più tardi. Da parte sua, la Costituzione stipula che le elezioni presidenziali siano convocate 90 giorni prima della fine del mandato del Presidente della Repubblica in funzione. Ne consegue che la Commissione elettorale avrebbe dovuto convocare l’elettorato il 30 settembre scorso, ciò che non ha fatto, perché non ha ancora portato a termine l’operazione di registrazione degli elettori. Ne deriva che le elezioni previste, in principio,  entro la fine del mese di dicembre 2017, non potranno aver luogo entro tale data.

 

Una chiara intenzione di ritardare il più possibile lo svolgimento delle elezioni

 

È vero che l’accordo del 31 dicembre 2016 prevede che, in caso di eventuali ritardi o problemi, la Commissione elettorale, il Governo e il Consiglio Nazionale di Supervisione dell’Accordo possono riunirsi per valutare quanto tempo sia necessario per portare a termine la preparazione delle elezioni, ciò che, in qualche modo, lascia supporre la possibilità di un eventuale rinvio delle elezioni, ma questa possibilità non può assolutamente servire come pretesto per continuare a rinviare le elezioni a tempo indeterminato, come sembra stia succedendo.

La Maggioranza Presidenziale continua a fare gli stessi errori del passato.

In febbraio 2015, essa riuscì a imporre alla Commissione elettorale un calendario elettorale che prevedesse di iniziare il ciclo elettorale con le elezioni locali e provinciali, previste per il 25 ottobre 2015 e di terminarlo con le elezioni presidenziali e legislative nazionali, previste per il 27 novembre 2016. Ufficialmente, la complessità delle elezioni locali e la crisi economica hanno reso impossibile l’attuazione di quel calendario elettorale.

In dicembre 2016, in occasione del dialogo svoltosi con la mediazione dei Vescovi della Cenco, facendo finta di fare delle concessioni, ha accettato di invertire l’ordine di successione delle elezioni e ha manifestato il suo accordo per iniziare il ciclo elettorale con le elezioni presidenziali, ma a condizione di organizzarle simultaneamente, cioè nella stesso giorno, alle elezioni legislative nazionale e legislative provinciali. Secondo l’accordo del 31 dicembre 2016, le tre elezioni avrebbero dovuto essere organizzate entro il mese di dicembre 2017.

Ma anche in questo caso, la situazione di insicurezza nel Kasaï e le difficoltà di ordine finanziario hanno finora “impedito” l’organizzazione di queste elezioni secondo i tempi previsti dall’accordo del 31 dicembre 2016. In realtà, l’organizzazione simultanea delle tre elezioni (presidenziali, legislative nazionali e legislative provinciali) potrebbe avverarsi molto complessa, troppo difficile e quasi impossibile da realizzarsi, a tal punto che la Commissione elettorale ha già rivelato di voler ricorrere al voto semi-elettronico, per poter semplificare le operazioni di conteggio dei voti a livello locale e della loro trasmissione al centro nazionale di compilazione. Si prevede, infatti, che siano oltre 600 i partiti che, per le elezioni dei deputati nazionali e dei deputati provinciali, presenteranno circa 60.000 candidati, cifre esorbitanti per un conteggio manuale. D’altra parte, in un paese in cui l’uso di internet e delle nuove tecnologie va poco oltre l’utilizzo dei cellulari e degli smart-fone, il ricorso al voto semielettronico si rivela quanto mai azzardato e rischioso, il che potrebbe compromettere l’esito finale delle elezioni, il che non permetterebbe di risolvere l’attuale crisi politica e contribuirebbe a fomentare la contestazione dei risultati elettorali e la tanto temuta implosione del Paese.

La Commissione elettorale non ha ancora cominciato l’operazione di registrazione degli elettori residenti all’estero e non ha ancora reso pubblico alcun calendario elettorale.

Il Governo e il Parlamento, secondo i loro rispettivi ruoli, non hanno ancora proceduto alla necessaria revisione della legge elettorale e non hanno ancora discusso, né approvato la legge sulla creazione e il funzionamento del Consiglio Nazionale di Supervisione dell’Accordo del 31 dicembre 2016.

Tutto questo sembra rivelare una chiara intenzione di ritardare il più possibile lo svolgimento delle elezioni, affinché ministri, parlamentari e lo stesso presidente della Repubblica possano conservare il loro posto il più a lungo possibile. Ciò denota una totale mancanza di rispetto nei confronti della democrazia che comporta la puntuale organizzazione delle elezioni alla fine di ogni mandato presidenziale o di ogni legislatura parlamentare.

 

Le possibilità che possono permettere l’organizzazione delle elezioni il più presto possibile

 

Il Consiglio Nazionale di Supervisione dell’accordo del 31 dicembre 2016 ha annunciato che il prossimo incontro tra la CENI, il CNSA e il Governo avrà luogo dal 12 al 16 ottobre, a Kisantu (a 120 km da Kinshasa), nella provincia del Kongo centrale. L’obiettivo sarebbe quello di valutare l’applicazione dell’accordo del 31 dicembre 2016 e l’evoluzione del processo elettorale. Sarà il momento opportuno per prendere in considerazione le seguenti possibilità che possano permettere l’organizzazione delle elezioni il più presto possibile:

– L’inizio immediato dell’operazione di registrazione degli elettori residenti all’estero, senza aspettare la fine dell’operazione di registrazione degli elettori nelle ultime due province del Kasaï.

– L’approvazione urgente, da parte del Parlamento e nel corso dell’attuale sessione parlamentare (che si concluderà il 15 dicembre 2017), dei necessari emendamenti  alla legge elettorale e l’approvazione della legge sul Consiglio Nazionale di Supervisione dell’Accordo del 31 dicembre 2016.

– Il mantenimento della sola modalità cartacea del voto, pur prendendo in considerazione la necessità di semplificare al massimo la scheda elettorale, per ridurne le dimensioni e, per conseguenza, il suo costo. La scheda elettorale potrebbe riportare solo i simboli e i nomi dei vari partiti o liste con, a lato, uno spazio in bianco per scrivervi il nome del candidato scelto. Per facilitare la scelta degli elettori, delle liste complete, formato cartellone, potrebbero essere affisse al pubblico, per consultazione, all’interno di ogni centro di voto o, formato scheda elettorale precedente, potrebbero essere messe a disposizione degli elettori, per consultazione, in ogni cabina di voto.

– L’organizzazione dell’attuale ciclo elettorale in due fasi, cominciando con le elezioni presidenziali e legislative nazionali, continuando in seguito con le elezioni locali e legislative provinciali.

– Il ricupero del materiale logistico (urne e cabine elettorali) usato nelle precedenti elezioni. Ciò contribuirebbe a ridurre le spese.

– La pubblicazione immediata del calendario elettorale comprendente le varie date e scadenze: le ultime fasi dell’operazione di registrazione degli elettori, i doveri del Parlamento e del Governo, le due convocazioni dell’elettorato, l’iscrizione delle candidature, la preparazione e la distribuzione del materiale elettorale (schede elettorali, …), lo svolgimento delle operazioni elettorali e post elettorali.