Crisi politica e dialogo tra maggioranza e opposizione, l’ultima opportunità

Editoriale Congo Attualità n. 303– a cura della Rete Pace per il Congo

Lo si è ripetuto tante volte: la Repubblica Democratica del Congo (RDCongo) sta vivendo un periodo di grave crisi politica causata dalla non organizzazione delle elezioni, in particolar modo quelle presidenziali. Secondo le disposizioni della costituzione, il secondo e ultimo mandato dell’attuale Presidente della Repubblica, Joseph Kabila, terminerà il 19 dicembre prossimo.

Dialogo: 1ª fase

Il dialogo politico svoltosi dal 1° settembre al 18 ottobre tra la Maggioranza Presidenziale e una parte dell’opposizione e della società civile non ha risolto questa crisi, poiché gran parte dell’opposizione, che non vi ha partecipato, non si è vista riflessa nelle proposte dell’accordo conclusivo di tale dialogo e minaccia di organizzare, a partire dal 20 dicembre, grandi manifestazioni in tutto il Paese, per esigere il ritiro dell’attuale Presidente.

Prendendo atto del fatto che l’accordo politico del 18 ottobre non esprime il consenso di tutte le parti politiche e sociali del Paese e del rischio di violenze che potrebbero sorgere in occasione delle manifestazioni promosse dall’opposizione, i Vescovi della Conferenza Episcopale del Congo hanno intrapreso una serie di contatti con tutte le parti, per individuarne i punti di convergenza e di divergenza. Dopo un mese di intensi lavori, la CENCO ha individuato i seguenti punti di divergenza:

1° Costituzione: la comprensione del concetto di rispetto della Costituzione e le sue implicazioni in relazione alla crisi attuale;

2° Processo elettorale: ordine di successione, calendario elettorale, finanziamento delle elezioni, indipendenza della Ceni e del CSAC;

  1. Funzionamento delle istituzioni durante il periodo di transizione;
  2. Misure di rasserenamento del clima politico;
  3. Meccanismo di controllo sull’attuazione dell’accordo politico;
  4. Modalità del compromesso politico da trovare.

Dialogo: IIª fase

Su queste divergenze, la CENCO ritiene che sia ancora possibile arrivare ad un compromesso politico concordato nell’ambito di un nuovo incontro cui, questa volta, parteciperebbero tutte le parti politiche e sociali del Paese. La durata di questo nuovo incontro sarebbe molto breve: qualche giorno solamente. Anche il numero dei partecipanti sarebbe molto ristretto. La CENCO rimane ancora a loro disposizione per portare il suo contributo di mediazione.

Grazie alla fiducia di cui la CENCO gode da parte di tutte le parti, essa ha potuto convocare, per l’8 dicembre, questo nuovo incontro, da molti ritenuto come quello della “ultima opportunità” prima della fatidica data del 19 dicembre.

– Questo nuovo incontro dovrà, prima di tutto, partire da una sintesi delle proposte emerse nei documenti anteriori, tra cui le conclusioni del congresso del Raggruppamento dell’opposizione svoltosi il 4 ottobre, l’”accordo politico per l’organizzazione di elezioni pacifiche, credibili e trasparenti nella Repubblica Democratica del Congo” firmato il 18 ottobre, senza dimenticare le ultime proposte che lo stesso Raggruppamento ha presentato alla CENCO il 24 novembre.

– Per il buon esito dell’incontro, sarebbe auspicabile che, dopo il tempo dedicato al confronto e all’analisi delle diverse posizioni, i partecipanti possano prendere delle decisioni precise, concrete e, soprattutto, realiste, cioè possibili da attuare, tenendo conto dei tempi e dei mezzi a disposizione.

– Nella prospettiva del realismo, conviene riconoscere che il dialogo attualmente in corso con la mediazione della Cenco fa seguito ad un’altra fase precedente di dialogo che si è svolto alla presenza della Comunità internazionale e che si è concluso con l’accordo del 18 ottobre. Sarebbe segno di non realismo ignorare o non tener conto delle conclusioni contenute in tale accordo. Sarebbe pure segno di non realismo il non ammettere che, come ogni altra opera umana, tale accordo sia perfettibile. Ciò richiede un atteggiamento di flessibilità che renda possibile nuovi apporti in vista del suo miglioramento.

– Una delle dimensione del realismo è l’oggettività, cioè la capacità di confrontare il proprio punto di vista e le proprie opinioni con la concretezza e la verità delle persone, degli avvenimenti e delle cose. È con questo atteggiamento che i partecipanti al dialogo dovranno avvicinarsi alla Costituzione, leggendola nella sua totalità, interpretandone gli articoli mettendoli in relazione gli uni con gli altri ed evitando rischiose estrapolazioni che potrebbero causare una comprensione incompleta e sbagliata o essere all’origine di strumentalizzazioni a favore di interessi di parte.

– Sempre a proposito di realismo, in un contesto di negoziati è normale iniziare le trattative alzando al massimo la posta in gioco, ma occorre anche sapere individuare quella linea rossa oltrepassando la quale si rischia di non ottenere nulla e di perdere tutto.

– Infine, il realismo esige di abbandonare ogni forma di retorica, che consiste nel dichiarare pubblicamente di voler difendere gli interessi del popolo, quando in realtà si stanno difendendo interessi individuali o di gruppo. Sempre, ma soprattutto nella situazione attuale, i politici congolesi hanno l’obbligo e il dovere di promuovere i valori della democrazia e il rispetto dei diritti umani, al fine di favorire la partecipazione del popolo alla vita politica del Paese e di salvaguardare la pace sociale.