Le decisioni di oggi, fondamentali per le elezioni di domani

Editoriale Congo Attualità n. 293– a cura della Rete Pace per il Congo

Iniziato il 1° settembre a Kinshasa, dopo una prima fase introduttiva dedicata all’approvazione dell’ordine del giorno proposto dal Comitato preparatorio e alla finalizzazione della lista dei partecipanti, il dialogo è entrato in una seconda fase, in cui il presidente della Commissione elettorale e gli esperti in materia elettorale dell’ONU e dell’OIF hanno presentato i loro rispettivi rapporti sul processo elettorale.

Le principali problematiche

Tra le problematiche emerse, i partecipanti al dialogo si sono soffermati in modo particolare su due di esse: l’operazione di revisione del database elettorale (liste degli elettori) e l’ordine di successione delle prossime elezioni. Le decisioni finali su queste due tematiche determineranno le scelte della Commissione elettorale per l’elaborazione del calendario elettorale.

Le prime tendenze sono già apparse durante i dibattiti che hanno avuto luogo in seguito agli interventi dei vari oratori. In seguito alla constatazione dell’impossibilità, anche solo per motivi tecnici e logistici, di organizzare le elezioni presidenziali entro i tempi stabiliti dalla Costituzione, i partecipanti al dialogo si stanno orientando verso un prolungamento del secondo e ultimo mandato presidenziale dell’attuale Presidente Joseph Kabila o, addirittura, verso un periodo di transizione guidata dallo stesso Kabila. Queste due possibilità lascerebbero immutata la situazione, lasciando ancora il processo elettorale nelle mani di chi si è già dimostrato incapace non solo di portarlo a termine, ma addirittura, di avviarlo. Occorrerebbe invece identificare i responsabili di questo fallimento, dimetterli dalle loro funzioni e citarli in giustizia. Potrebbe essere il caso, per esempio, del Ministro degli interni e di quello delle finanze.

La seconda possibilità, in particolare, risulta estremamente rischiosa perché, mettendo fine al ciclo di un massimo di due mandati presidenziali consecutivi consentiti dalla Costituzione, potrebbe offrire a Kabila la possibilità di ricandidarsi alla Presidenza della Repubblica dopo il periodo di transizione.

Le possibili decisioni

– È per questo che gran parte dell’opposizione chiede a Kabila di dimettersi prima della fine del suo mandato o di rinunciare a rimanere alla Presidenza della Repubblica oltre la fine del suo mandato.

Sarebbe un gesto clamoroso che, invece di umiliarlo, lo renderebbe grande nella storia della RDCongo, perché dimostrerebbe la sua volontà di essere fedele alla Costituzione e rispettoso della Democrazia. Inoltre, con tale gesto, eviterebbe possibili manifestazioni di piazza e contribuirebbe, in tal modo, al processo di pacificazione del Paese.

– Ma se tale opzione risultasse essere ancora un’utopia e un sogno, allora i partecipanti al dialogo dovrebbero trovare un consenso su una via alternativa.

Se l’attuale Presidente decidesse di rimanere al potere oltre la fine del suo secondo e ultimo mandato presidenziale, allora la sua Maggioranza presidenziale dovrebbe, in cambio, accettare di dare la priorità all’organizzazione delle elezioni presidenziali e legislative nazionali, rispetto a quelle locali e provinciali. D’altra parte, la priorità data alle elezioni presidenziali è motivata dal fatto che esse sono le uniche per le quali la Costituzione, all’articolo 73, fissa, in maniera chiara ed esplicita, le modalità di convocazione dell’elettorato (novanta giorni prima della fine del mandato del presidente uscente).

Si tratterrebbe di una via intermedia che, nel caso in cui il database elettorale fosse pronto per giugno – luglio 2017, come annunciato dalla Commissione elettorale, permetterebbe di organizzare le prossime elezioni presidenziali e legislative nazionali (e provinciali) in ottobre – novembre 2017, con un anno di ritardo rispetto alle disposizioni costituzionali. Questa opzione permetterebbe di limitare, nella misura del possibile, i danni causati da errori già commessi.

Questa sembra essere anche la posizione della parte di opposizione che partecipa al dialogo e che, di fronte alla volontà, ormai evidente, della Maggioranza Presidenziale di volere prolungare all’infinito il secondo ed ultimo mandato del Presidente Kabila, ha temporaneamente sospeso la sua partecipazione ai lavori delle commissioni create all’interno del dialogo.

L’opposizione potrà reintegrare il dialogo solo quando otterrà la garanzia che la Maggioranza Presidenziale avrà accettato di dare, anch’essa, la priorità alle elezioni presidenziali rispetto alle locali. Qualora la Maggioranza dimostrasse di non accettare tale compromesso, l’opposizione presente al dialogo dovrebbe sospendere, per tempo e definitivamente, la sua partecipazione ai lavori del dialogo stesso, al fine di evitare ogni tipo di complicità con quelli che vogliono rimanere al potere violando la Costituzione e contro la volontà del popolo.