RESPONSABILITÀ E SCADENZE ELETTORALI PREVISTE DALLA COSTITUZIONE

Editoriale Congo Attualità n. 275a cura della Rete Pace per il Congo

Il presidente della Commissione Elettorale congolese, Corneille Nangaa, ha evocato, ancora una volta, le difficoltà che rendono, secondo lui, “impossibile lo svolgimento delle elezioni entro i tempi previsti dalla Costituzione». Egli ha fatto riferimento a problemi tecnici legati al finanziamento del processo elettorale da parte del Governo e alla revisione delle liste degli elettori, un’operazione quest’ultima che, secondo lui, potrebbe durare almeno sedici mesi.

Da parte sua, invece, nella sua risoluzione 2277, il Consiglio di Sicurezza dell’Onu chiede al governo della Repubblica Democratica del Congo di elaborare rapidamente un piano economico e un codice di condotta per le elezioni, in modo che le elezioni, in particolare quelle presidenziali e legislative di novembre 2016, possano svolgersi entro i tempi stabiliti dalla Costituzione.

Tuttavia, il ministro congolese degli Affari Esteri, Raymond Tshibanda, ha dichiarato che, nel contesto politico attuale della RDCongo, l’insistenza delle Nazioni Unite sull’organizzazione delle elezioni presidenziali entro i tempi costituzionali “rasenta l’irresponsabilità“, aggiungendo che «la cosa più importante è che queste elezioni si svolgano in condizioni di pace».

Confusione sul significato di “responsabilità”

L’affermazione del Ministro degli Esteri può sorprendere, ma rivela in modo chiaro il pensiero della classe politica congolese attualmente al potere: ciò che, comunemente, è considerato come un atteggiamento responsabile diventa qualcosa che “rasenta l’irresponsabilità” e, viceversa, l’irresponsabilità rimpiazza la responsabilità. Chiedere il rispetto delle scadenze elettorali previste dalla Costituzione diventa segno d’irresponsabilità e rinviare le elezioni per mancanza di preparazione diventa segno di responsabilità.

Il Governo sa perfettamente che, costituzionalmente, le elezioni si svolgono ogni cinque anni e il non essere riusciti a prepararle in tempo denota la sua palese incapacità di governare il Paese e il suo disprezzo nei confronti della democrazia. Infatti, il rinvio delle elezioni priva, almeno temporaneamente, il popolo del suo diritto costituzionale al voto e, nello stesso tempo, rivela il goffo tentativo della Maggioranza Presidenziale di volere mantenere al potere l’attuale Presidente della Repubblica, violando la stessa Costituzione che, nell’articolo 70, indica, in maniera estremamente chiara, il numero e la durata di ogni mandato.

Diverse interpretazioni dell’articolo 70 della Costituzione

L’articolo 70 della Costituzione stipula che “il Presidente della Repubblica è eletto a suffragio universale diretto per un mandato di cinque anni rinnovabile una sola volta. Alla fine del suo mandato, il Presidente della Repubblica resta in carica fino all’effettiva investitura del nuovo Presidente eletto”.

Secondo la Maggioranza Presidenziale (MP), l’articolo 70 indica che, in caso di non organizzazione delle elezioni entro le date stabilite dalla Costituzione, è il presidente uscente che continua ad esercitare le stesse funzioni fino alla tenuta delle elezioni. Secondo la MP, questa disposizione è stata concepita dai costituenti al fine di evitare un vuoto di potere ai vertici dello Stato, qualora le elezioni non fossero organizzate in conformità con le scadenze costituzionali.

Secondo l’opposizione invece, l’articolo 70 riguarda semplicemente la questione relativa allo svolgimento delle pratiche ordinarie nel breve periodo di tempo che intercorre tra il giorno della proclamazione dei risultati delle elezioni presidenziali e quello del passaggio del potere tra il nuovo presidente eletto e quello uscente. Esso presuppone dunque l’organizzazione delle elezioni entro i tempi previsti dalla Costituzione, come confermato anche dall’articolo 74: “Le elezioni del Presidente della Repubblica sono convocate dalla Commissione elettorale nazionale indipendente novanta giorni prima della scadenza del mandato del presidente in carica”. Secondo l’opposizione, avendo l’attuale Presidente della Repubblica prestato giuramento il 20 dicembre 2011, all’inizio al suo secondo ed ultimo mandato secondo la Costituzione, egli arriverà a fine mandato il 20 dicembre 2016, giorno previsto per il giuramento del nuovo Presidente eletto nello scrutinio del 27 novembre 2016, come già previsto, d’altra parte, nel calendario elettorale globale pubblicato dalla Commissione elettorale nel mese di febbraio 2015.

Come si vede, la Maggioranza e l’Opposizione interpretano l’articolo 70 in maniera diametralmente opposta. Chi delle due parti potrebbe avvicinarsi maggiormente all’interpretazione più corretta?

Ciò che si può dire è che nessuna Costituzione può prevedere il caso in cui le più alte Istituzioni dello Stato (Presidenza, Governo, Parlamento, Giustizia, Commissione elettorale, …) non siano in grado di adempiere alle loro rispettive responsabilità, tra cui quella relativa all’organizzazione delle elezioni nei tempi da essa previsti.

Rendere possibile ciò che qualcuno dice impossibile

La Commissione elettorale, che già sta organizzando incontri periodici con delegati del governo e dei partner internazionali, dovrebbe convocare simili incontri anche con i delegati dei partiti politici

(tripartita “Commissione elettorale, Maggioranza e opposizione”) per trovare una soluzione ai problemi riscontrati e potere riuscire ad organizzare le elezioni, nella misura del possibile, entro i tempi previsti dalla Costituzione.

In questo contesto, l’opposizione politica, la società civile e la comunità internazionale devono assolutamente continuare ad esigere dal Governo congolese un preciso piano di erogazione dei fondi necessari per finanziare l’organizzazione delle elezioni, dando la priorità alle elezioni presidenziali e legislative nazionali, nel rigoroso rispetto della Costituzione e della risoluzione 2277 del Consiglio di Sicurezza dell’Onu. Se il Governo congolese non disponesse dei mezzi sufficienti, la Comunità internazionale potrebbe portare il suo contributo. In tal modo, la Commissione elettorale, i cui lavori sono bloccati a causa, tra l’altro, della mancanza di finanziamento, potrebbe allora proseguire le sue attività con più rapidità. Tenendo conto che, per l’aggiornamento delle liste degli elettori, l’Organizzazione Internazionale della Francofonia (OIF) aveva previsto un periodo di quattro, cinque mesi, la Commissione elettorale potrebbe riuscire ad organizzare le elezioni presidenziali e legislative nazionali in tempi relativamente rispettosi delle scadenze elettorali previste dalla Costituzione.