Congo Attualità n.321

 

 

INDICE

  1. UN NUOVO RINVIO DEL RIMPATRIO DELLA SALMA DI ETIENNE TSHISEKEDI
    1. Un’eventuale tumulazione a Kabeya Kamuanga, sua città natale (Kasai Orientale)
    2. L’UDPS annuncia il rimpatrio della salma per il 12 maggio e la tumulazione presso la sede del partito, a Limete (Kinshasa)
    3. La Polizia arresta il costruttore del mausoleo
    4. Attaccato da ignoti il posto di polizia installato nei pressi della sede dell’UDPS a Limete
    5. Il Governatore non autorizza la tumulazione di Etienne Tshisekedi presso la sede dell’UDPS
    6. L’UDPS decide di rinviare il rimpatrio della salma di Etienne Tshisekedi
    7. La polizia blocca le entrate e le uscite dalla sede dell’UDPS
  2. IL RAGGRUPPAMENTO DELL’OPPOSIZIONE (RASSOP)
    1. Una nuova piattaforma: il RASSOP corrente tshisekedista / CAT
    2. Nascita del Collettivo dei Deputati del Raggruppamento dell’opposizione (CDR)
    3. Il RASSOP / ala Limete: disposto a incontrare il presidente Joseph Kabila

1. UN NUOVO RINVIO DEL RIMPATRIO DELLA SALMA DI ETIENNE TSHISEKEDI

 

a. Un’eventuale tumulazione a Kabeya Kamuanga, sua città natale (Kasai Orientale)

 

Il 2 aprile, l’ex consigliere legale di Etienne Tshisekedi, Peter Kazadi, ha dichiarato che la famiglia di Etienne Tshisekedi e l’Unione per la Democrazia e il Progresso Sociale (UDPS) «stanno pensando di tumulare la salma di Etienne Tshisekedi a Kabeya Kamuanga, suo villaggio natale, o a Mbuji-Mayi, nel Kasai orientale». Egli ha affermato che questa decisione potrebbe essere possibile, data la “malafede del governo” che non vuole permettere che a Etienne Tshisekedi si riservino dei funerali degni della sua alta statura politica.

Etienne Tshisekedi è deceduto il 1° febbraio, a Bruxelles, in seguito a un’embolia polmonare. Il suo corpo è ancora conservato nella capitale del Belgio. La sua famiglia, il suo partito e il governo non si sono ancora accordati sul luogo della sua sepoltura.[1]

 

Il 17 aprile, Félix Tshisekedi, figlio di Etienne Tshisekedi, ha annunciato che la sua famiglia biologica ha deciso di inumarlo nel suo villaggio di origine, Kabeya Kamuanga, nella provincia del Kasai orientale. Questa decisione sarebbe la conseguenza di lunghi giorni di negoziati, peraltro senza alcun risultato, tra il governo, il partito dell’UDPS e la famiglia biologica del defunto.

Secondo Félix Tshisekedi, suo padre deve essere sepolto in un determinato luogo, fino a quando non ci sarà un governo che possa offrirgli un funerale degno del suo nome. «Abbiamo deciso di inumare il presidente Tshisekedi nel Kasai. Un domani, quando saremo al potere noi, potremo onorarlo come merita. La data del rimpatrio del suo corpo sarà fissata nelle prossime ore», ha detto il presidente del Raggruppamento dell’Opposizione.[2]

 

Il 17 aprile, l’ex consigliere di Etienne Tshisekedi, Péter Kazadi, ha affermato che la salma del defunto sarà rimpatriata con o senza il permesso delle autorità. «Non abbiamo bisogno di alcun permesso per rimpatriare il corpo del presidente Tshisekedi», ha egli detto, aggiungendo che si sta ancora pensando in quale luogo sarà esposta la salma, prima del suo trasferimento al suo paese natale.[3]

 

b. L’UDPS annuncia il rimpatrio della salma per il 12 maggio e la tumulazione presso la sede del partito, a Limete (Kinshasa)

 

Il 22 aprile, il segretario generale dell’UDPS, Jean-Marc Kabund, ha annunciato che la salma di Etienne Tshisekedi sarà rimpatriata nella RDCongo il 12 maggio. Jean-Marc Kabund ha precisato che dopo aver preso in esame le varie disposizioni di legge vigenti, l’UDPS e la famiglia del defunto hanno deciso di tumularlo presso la sede del partito, nel comune Limete, a Kinshasa.

Il segretario generale dell’UDPS ha affermato che «i resti mortali dell’illustre scomparso saranno esposti a Palazzo del Popolo (sede del Parlamento), per i meritati omaggi popolari. […] L’UDPS chiede che la sicurezza durante i funerali sia assicurata dalle forze dell’ordine congolesi e della Missione dell’Onu in Congo (MONUSCO), in conformità con la risoluzione 23-48 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite».

Il Governatorato di Kinshasa ha dichiarato di non essere a conoscenza del rimpatrio della salma di Étienne Tshisekedi, a Kinshasa, il 12 maggio, com’è stato annunciato dall’UDPS. Ha aggiunto di non aver mai autorizzato alcuna inumazione presso la sede dell’UDPS a Limete.

Il governo congolese aveva già escluso, nel corso di un consiglio dei ministri straordinario, la possibilità di tumulare Etienne Tshisekedi in un sito urbano abitato. Secondo il Vice Primo Ministro e Ministro degli Interni, Emmanuel Shadary Ramazani, il governo aveva preso tale decisione, in conformità con la legge sull’organizzazione dei funerali nella RDCongo.[4]

 

Il 29 aprile, l’UDPS ha scritto al Municipio per “notificargli” la sua decisione di tumulare la salma di Etienne Tshisekedi presso la sede del partito, a Limete (Kinshasa).[5]

 

Il 1° maggio, il portavoce del governo, Lambert Mende, ha dichiarato di non essere “a conoscenza” né del rimpatrio della salma di Etienne Tshisekedi, né dei suoi funerali. Stessa cosa da parte del portavoce della polizia, il colonnello Mwanamputu, che ha dichiarato di non aver ricevuto alcuna richiesta da parte del governatore della città di Kinshasa, che dovrebbe prendersi cura di questo evento. Da parte sua, il rappresentante della famiglia biologica di Etienne Tashisekedi, Mons. Gérard Mulumba, fratello minore del defunto Étienne Tshisekedi, ha confermato il rimpatrio della salma come già annunciato: «Per noi, è il 12 [maggio] e non un’altra data. Volenti o nolenti, il rimpatrio dei resti di Etienne Tshisekedi è fissato per il 12 maggio».

Mons. Mulumba ha inoltre affermato che la famiglia del defunto ha scritto una lettera alle autorità, per informarle della decisione, ma senza aver ricevuto alcuna risposta da parte del governo. Le autorità provinciali di Kinshasa avevano già indicato che la legge vieta qualsiasi sepoltura in un “sito urbanizzato e abitato”.[6]

 

Il 2 maggio, il segretario generale dell’UDPS, Jean-Marc Kabund, ha lanciato l’operazione “Mandalala”, (“rami” in italiano), in preparazione del rimpatrio dei resti mortali di Etienne Tshisekedi, annunciato per il 12 maggio. In un comunicato stampa firmato il 28 aprile, egli aveva annunciato che, «tenuto conto dell’importanza nazionale dell’illustre scomparso e facendo riferimento alla legge e alla prassi funeraria seguita a Kinshasa e in tutto il paese, compreso il caso del professor Bianganyi sepolto nel parco dell’Università cattolica Cardinal Malula, in Viale Saio, comune di Kasavubu, l’UDPS ha deciso di tumulare il presidente Etienne Tshisekedi Wa Mulumba nel recinto della sede del partito, situata sul piccolo viale Lumumba, nel comune di Limete». A questo proposito, l’UDPS ricorda che i lavori per la costruzione della tomba per ospitare i resti mortali del suo defunto presidente sono già iniziati. Il partito sottolinea inoltre che la decisione di tumulare la salma di Etienne Tshisekedi all’interno della sede del partito è conseguente alla volontà espressa della moglie e della famiglia, ma anche dell’opinione nazionale. L’UDPS chiede inoltre al Comune di prendere le necessarie misure relative ai funerali e gli ricorda che la data del rimpatrio della salma è mantenuta per il 12 maggio.[7]

 

Il 2 maggio, il Municipio di Kinshasa ha accusato ricevuta della lettera che l’UDPS ha scritto al governatore André Kimbuta, per informarlo sulla tumulazione di Etienne Tshisekedi presso la sede del partito a Limete, come deciso dalle due famiglie (politica e biologica) dell’illustre scomparso. Nell’attesa di una risposta da parte del governatore Kimbuta, il ministro provinciale degli Interni, Emmanuel Akweti, non ha rilasciato alcun commento sulla posizione dell’UDPS e della famiglia Tshisekedi.[8]

 

Il 3 maggio, il portavoce della missione dell’ONU nella RDCongo (MONUSCO), Charles Bambara, ha confermato la disponibilità della sua organizzazione a garantire la sicurezza in occasione dei funerali di Étienne Tshisekedi, ma solo in appoggio alla Polizia Nazionale Congolese ( PNC) e senza sostituirsi alle forze di sicurezza di Kinshasa.[9]

 

Il 3 maggio, il segretario generale dell’UDPS, Jean Marc Kabund, ha inviato una lettera al presidente dell’Assemblea Nazionale dei Deputati, Aubin Minaku, per chiedere l’autorizzazione relativa all’esposizione del corpo di Etienne Tshisekedi a Palazzo del Popolo, sede del Parlamento: «Desideriamo informarla sul fatto che i resti mortali di Etienne Tshisekedi saranno rimpatriati il 12 maggio e che saranno sepolti presso la sede del partito. Data la portata nazionale e internazionale dell’illustre scomparso e in vista di poter organizzare un funerale degno del suo rango, le chiediamo l’autorizzazione di poter esporre la sua salma presso il Palazzo del Popolo, dal giorno del suo arrivo a Kinshasa fino al giorno della sua sepoltura, secondo il programma ufficiale del funerale che le sarà comunicato».[10]

 

Il 4 maggio, dopo un incontro con André Kimbuta, governatore della città di Kinshasa, il segretario generale dell’UDPS, Jean-Marc Kabund, ha riaffermato che il suo partito ha mantenuto il 12 maggio come data fissata per il rimpatrio a Kinshasa dei resti di Etienne Tshisekedi per essere sepolto presso la sede del partito.[11]

 

Il 4 maggio, il segretario generale dell’UDPS, Jean Marc Kabund, e l’ex consigliere del defunto Etienne Tshisekedi, Peter Kazadi, si sono entrambi recati presso la sede del partito, sull’11ª Via di Limete, per informarsi sull’avanzamento dei lavori intrapresi per la costruzione di un mausoleo ove tumulare i resti mortali di Etienne Tshisekedi.[12]

 

c. La Polizia arresta il costruttore del mausoleo

 

Il 4 maggio, l’impresario belga Bruno Michaux incaricato di costruire il mausoleo per la sepoltura di Etienne Tshisekedi presso la sede del partito, nel distretto di Limete, a Kinshasa, è stato arrestato È stato poi rimesso in libertà il giorno seguente, verso mezzogiorno. «La polizia mi ha arrestato verso le 19h00, quando sono uscito dalla sede del’UDPS a Limete. Gli agenti hanno affermato che stavo costruendo il mausoleo senza permesso, il che non è vero. Aspettando l’autorizzazione, stavo semplicemente lavorando nella costruzione di una fossa settica», ha egli dichiarato, aggiungendo: «Mi hanno ammanettato e mi hanno portato alla stazione di polizia del [comune] di Lemba e poi all’Ispettorato Generale della Polizia. Nel frattempo, uomini armati, in tenuta civile ma con stivali militari, hanno attaccato la mia casa. L’hanno saccheggiata, ha rotto la cassaforte e se ne sono andati con 32.000 dollari e il mio passaporto. Mi hanno rilasciato [venerdì] a mezzogiorno, dicendomi che era stato un errore». Belga, ma residente in Congo da 40 anni, Bruno Michaux si è rivolto all’Ambasciata del Belgio, per vedere come procedere per inoltrare una querela sul suo arresto.[13]

 

Il 5 maggio, degli agenti di polizia hanno impedito che i camion che trasportano sabbia per la costruzione del Mausoleo di Étienne Tshisekedi entrino nel recinto della sede dell’UDPS.[14]

 

Il 5 maggio, Bruno Michaux, l’architetto belga assunto dall’UDPS per la costruzione del mausoleo di Etienne Tshisekedi, è stato convocato a presentarsi alla stazione di polizia il lunedì 8 maggio. L’8 maggio, egli non si è presentato alla polizia, semplicemente perché l’atto di citazione riportava la data dell’8 maggio 2018 … invece dell’8 maggio 2017.[15]

 

Il 6 maggio, in un incontro con i responsabili delle compagnie aeree, soprattutto internazionali, le autorità politico amministrative della città di Kinshasa hanno loro ordinato di non accettare alcuna richiesta di trasporto della salma di Étienne Tshisekedi. Secondo un agente della compagnia Air France, che ha partecipato all’incontro, a nessuna compagnia aerea che ne faccia richiesta sarà concesso un permesso di volo nello spazio aereo congolese o di atterraggio sul territorio nazionale. Motivo: l’UDPS e la famiglia biologica di Étienne Tshisekedi non hanno implicato le autorità congolesi nei loro preparativi di rimpatrio dei suoi resti mortali.[16]

 

L’8 maggio, l’ex consigliere giuridico di Etienne Tshisekedi, Peter Kazadi, ha affermato che, dopo il suo arrivo a Kinshasa, la salma del defunto sarà conservata presso l’obitorio dell’ospedale del cinquantesimo. L’UDPS mantiene ancora la data del 12 maggio per il rimpatrio del corpo di Etienne Tshisekedi. Finora, l’UDPS e le autorità di Kinshasa non hanno trovato alcun accodo né sulla data del rimpatrio della salma, né sul luogo della sua sepoltura.[17]

 

d. Attaccato da ignoti il posto di polizia installato nei pressi della sede dell’UDPS a Limete

 

Il 9 maggio, verso le 4h00 del mattino, il posto di polizia installato nei pressi della sede dell’UDPS a Limete a fini di sorveglianza, è stato attaccato da ignoti. Secondo fonti della polizia, un gruppo di “combattenti”, soprannome dato ai militanti del partito di opposizione, hanno incendiato un camion, una grande tenda e delle motociclette appartenenti alla polizia. Il comandante della polizia di Limete ha dichiarato che, «verso le 4h00 del mattino (3h00 GMT), siamo stati attaccati da una cinquantina di giovani armati (…) usciti dalla sede dell’UDPS. Hanno incendiato un veicolo e una tenda, hanno picchiato dei poliziotti che erano in servizio (…) hanno incendiato degli uffici della vicina stazione di polizia e ha fatto uscire 28 prigionieri, tra cui degli stupratori perseguiti dal tribunale dei minorenni. Un ufficiale è deceduto in seguito alle ferite riportate». La polizia ha rafforzato la sua presenza nei dintorni della sede del partito. Verso mezzogiorno, essa ne ha occupato i locali che erano rimasti completamente deserti.[18]

 

Secondo gli esponenti dell’UDPS si tratta di un montaggio orchestrato dalla maggioranza presidenziale con lo scopo di addossare la responsabilità del fatto all’UDPS stesso e di ritardare il rimpatrio dei resti mortali di Etienne Tshisekedi, previsto per il 12 maggio. Il portavoce del partito, Augustin Kabuya, ha affermato che si tratta di una strategia del regime di Kabila per chiudere la sede dell’UDPS e impedire il proseguimento della costruzione del mausoleo di Etienne Tshisekedi. Il segretario generale dell’UDPS, Jean-Marc Kabund, ha respinto l’ipotesi avanzata dalla polizia: «Questa mattina presto, gli agenti della polizia in servizio davanti alla sede del nostro partito sono entrati nei nostri locali. Per giustificare il loro atto, hanno incendiato un loro camion e una loro tenda». D’altra parte, egli si è chiesto: «Come avrebbero potuto dei militanti dell’UDPS incendiare una tenda e un camion della polizia, quando delle forze di sicurezza ben armate stanno giorno e notte sorvegliando la nostra sede?». Secondo Jean-Marc Kabund, «si tratta di un montaggio orchestrato dal governo, al fine di posticipare il rimpatrio del corpo del nostro presidente. Il popolo deve sapere che Etienne Tshisekedi non potrà mai essere sepolto all’estero, come Mobutu e altri. Con la pioggia o con la neve, egli sarà sepolto in Congo». Jean-Marc Kabund ha aggiunto che «la polizia ha preso il controllo della sede, impedisce che la gente entri, ha bloccato e chiuso tutti gli accessi. Tutto questo per impedire la costruzione del mausoleo».

Il segretario generale dell’UDPS ha quindi annunciato una riunione della direzione del partito con la famiglia biologica di Etienne Tshisekedi, per discutere sul mantenimento o meno della data del 12 maggio per il rimpatrio della salma.[19]

 

e. Il Governatore non autorizza la tumulazione di Etienne Tshisekedi presso la sede dell’UDPS

 

Il 9 maggio, in una sua lettera di risposta al segretario generale dell’UDPS, Jean Marc Kabund, che gli chiedeva l’autorizzazione per l’esposizione del corpo di Etienne Tshisekedi a Palazzo del Popolo, sede del Parlamento, il presidente della Camera dei Deputati, Aubin Minaku, ha comunicato all’UDPS di non poter dare una risposta definitiva, poiché si tratta di una decisione che dovrebbe essere concertata con il presidente del Senato, Leon Kengo Wa Dondo.[20]

 

Il 9 maggio, il governatorato di Kinshasa ha confermato il divieto di tumulare la salma di Etienne Tshisekedi presso la sede dell’UDPS a Limete. In una lettera indirizzata al segretario generale dell’UDPS, Jean-Marc Kabund, il governatore di Kinshasa, André Kimbuta, gli ha risposto che «la sua proposta di procedere alla tumulazione dell’illustre scomparso presso la sede del suo partito politico non può essere accolta, per non conformità alla legge». In questa lettera, il Governatore ha esortato al rispetto della normativa vigente. Riferendosi ai testi di alcune leggi, tra cui le ordinanze del 4 settembre 1909 (sui cimiteri), del 13 febbraio 1949 (sulla riesumazione e il trasferimento delle salme), del 15 marzo 1950 (sui servizi funebri) e il decreto del Governatore Generale del 16 maggio 1907, André Kimbuta ha ricordato che «non si può effettuare alcuna sepoltura se non in un luogo adibito a tal fine e non si può costruire alcuna casa ad una distanza inferiore a 50 metri da un cimitero».

Infine, André Kimbuta ha ricordato le condizioni richieste per il rimpatrio della salma: «Per consentire alla polizia di garantire un buon servizio di sicurezza, è necessario fornire i dettagli del piano di volo, l’itinerario da seguire durante il corteo funebre, la conferma del luogo di esposizione della salma al pubblico e il programma definitivo dell’organizzazione del’intero evento».[21]

 

f. L’UDPS decide di rinviare il rimpatrio della salma di Etienne Tshisekedi

 

Il 9 maggio, in un comunicato stampa diffuso in serata, l’UDPS ha affermato di aver deciso di rinviare “sine die” il rimpatrio, a Kinshasa, dei resti mortali di Etienne Tshisekedi. La decisione sarebbe sta presa “in nome della pace”, di fronte a un piano di caos orchestrato dal governo.[22]

 

Da tre mesi e mezzo, si assiste a un vero e proprio dialogo tra sordi tra il governo, il partito e la famiglia di Etienne Tshisekedi. Le autorità non autorizzano la sepoltura del corpo di Etienne Tshisekedi presso la sede del suo partito, l’UDPS. Dicono di riferirsi a una legge del 1914 che vieta le tumulazioni a meno di 50 metri da un’abitazione. Il partito si dice disponibile ad accettare qualsiasi altro luogo che non sia però un cimitero, indegno della personalità di un padre della democrazia. Si è quindi arrivati ad una inevitabile situazione di stallo.

Secondo alcuni osservatori, la famiglia e il partito avrebbero – fin dall’inizio – mal gestito l’organizzazione dei funerali politicizzandola. Infatti, sin dall’inizio i vertici dell’UDPS hanno condizionato il ritorno dei resti mortali di Etienne Tshisekedi alla nomina di un nuovo primo ministro. Politicizzare i funerali significava rischiare di inasprire le posizioni della maggioranza e di bloccare, quindi, le discussioni. Un altro motivo per cui i funerali di Etienne Tshisekedi sono successivamente rinviati è la paura, in entrambi le parti, di possibili disordini difficili da controllare. Da una parte, le autorità vogliono a tutti i costi impedire che il rimpatrio della salma di Etienne Tshisekedi e i funerali si trasformino in una grande manifestazione dell’opposizione. D’altra parte, eventuali disordini in occasione dei funerali potrebbero danneggiare l’UDPS che sarebbe immediatamente preso di mira dalle autorità.[23]

 

Il 10 maggio, nel pomeriggio, la polizia ha tolto il divieto di accesso alla sede dell’UDPS che, dopo essere stata chiusa dalle forze di sicurezza, è di nuovo accessibile ai membri del partito. Il divieto è stato stranamente revocato poco dopo l’annuncio del rinvio del rimpatrio della salma di Étienne Tshisekedi a Kinshasa.[24]

 

g. La polizia blocca le entrate e le uscite dalla sede dell’UDPS

 

L’11 maggio, il portavoce dell’UDPS, Augustin Kabuya, ha annunciato che, sin dal mattino, la polizia sta impedendo ai membri del partito di accedere alla sede. Secondo le sue dichiarazioni, solo alcuni esponenti del partito, tra cui il segretario generale Jean-Marc Kabund, sono riusciti ad entrare. «Non è possibile entrare, né uscire. Questa mattina alcuni siamo riusciti ad entrare, ma ora la polizia non ci permette di uscire», ha affermato Augustin Kabuya,

Ancora nel pomeriggio, uno dei segretari nazionali dell’UDPS, Eteni Longondo, ha dichiarato: «Siamo presi in ostaggio. La polizia ha rafforzato la sua presenza. Siamo venuti a lavorare come d’abitudine. Arrivando, abbiamo trovato la polizia all’ingresso. Ci hanno lasciati passare, ma poi non ci hanno permesso di uscire. Ora la sede del partito è completamente circondata da militari. La polizia sostiene che vogliamo cancellare le tracce del presunto attacco al suo commissariato». A tarda sera, Félix Tshisekedi, presidente del Raggruppamento dell’Opposizione / ala Limete e vice segretario generale dell’UDPS, ha raggiunto Jean-Marc Kabund. È riuscito ad entrare nella sede del suo partito dopo una lunga discussione con gli agenti della polizia che gli hanno impedito di accedervi in auto.

La “chiusura della sede dell’UDPS” è avvenuta dopo che la polizia congolese abbia accusato i militanti del partito di avere attaccato il suo commissariato situato nelle immediate vicinanze.[25]

 

Il 12 maggio, nel pomeriggio, il segretario generale dell’UDPS, Jean-Marc Kabund, ha potuto lasciato la sede del partito insieme con gli altri membri del partito (una quindicina) che vi si trovavano rinchiusi sin dal mattino del giorno precedente. Tuttavia, l’edificio è rimasto occupato dalla polizia, anche se l’accesso vi è di nuovo consentito. «Per ora, la sede è rimasta vuota. Vi rimangono solo dei militari», ha dichiarato il portavoce dell’UDPS, Augustin Kabuya, che accusa i leader della maggioranza presidenziale di strumentalizzare gli agenti delle forze di sicurezza a fini politici.[26]

 

Il 13 maggio, dopo tre giorni di blocco, gli agenti della polizia che occupavano la sede dell’UDPS hanno abbandonato l’edificio. «Sono partiti questa mattina», ha confermato Augustin Kabuya, portavoce dell’UDPS. Egli ha tuttavia precisato che si sono ritirati solo gli agenti della polizia che si trovavano all’interno dell’edificio, non gli altri che sono appostati davanti alla sede. Augustin Kabuya ha condannato l’occupazione della sede del suo partito da parte della “polizia politica”. Ma prima di qualsiasi ripresa delle attività, l’UDPS chiede un’inchiesta condotta dalla polizia scientifica della MONUSCO, per evitare di cadere in una eventuale trappola tesa dalla Polizia, che potrebbe aver introdotto delle armi, per poi giustificare la tesi secondo cui il partito disporrebbe di una milizia.[27]

 

 

2. IL RAGGRUPPAMENTO DELL’OPPOSIZIONE (RASSOP)

 

a. Una nuova piattaforma: il RASSOP corrente tshisekedista / CAT

 

Il 4 maggio, la Coalizione degli Alleati di Etienne Tshisekedi (CAT) ha annunciato di essersi mutata in una piattaforma autonoma dell’opposizione denominata RASSOP corrente tshisekedista / CAT. Pertanto, non fa più parte delle cinque componenti del Raggruppamento dell’Opposizione / ala Félix Tshisekedi – Pierre Lumbi. Si tratta di una decisione che questo gruppo politico di opposizione ha preso alla fine di un seminario che si è concluso dopo circa due settimane di lavoro. «La Coalizione degli Alleati di Etienne Tshisekedi non sarà più una componente del Raggruppamento dell’Opposizione, ma una piattaforma autonoma dell’opposizione politica», ha annunciato Jean Pierre Lisanga Bonganga, leader e coordinatore del RASSOP corrente tshisekedista / CAT. Secondo lui, «la nascita di questo nuovo movimento trova la sua giustificazione e la sua ragion d’essere nel fatto di voler perpetuare l’eredità politica di Etienne Tshisekedi, fondata sul suo costante impegno per uno stato di diritto e l’emergenza della democrazia con mezzi pacifici».

Secondo le risoluzioni del seminario, il RASSOP corrente tshisekedista / CAT ritiene che, «con la firma del suo annesso, l’Accordo del 31 dicembre 2016 è ormai completo e quindi applicabile». È in questo contesto che esso considera la nomina del primo ministro Bruno Tshibala conforme con lo spirito e la lettera dell’accordo della notte di San Silvestro.

Il RASSOP corrente tshisekedista / CAT promette di portare il suo appoggio al nuovo capo del governo «prendendo parte attiva nel governo di unità nazionale che egli deve formare». Per questo, esso chiede a tutti i Congolesi di sostenere la prossima squadra di governo.

Tuttavia, nella sua dichiarazione rilasciata alla fine dei lavori del seminario, Lisanga Bonganga ha insistito sul fatto che «questa posizione non vuole essere un assegno in bianco, perché il RASSOP corrente tshisekedista /CAT si riserva di assumersi tutte le sue responsabilità nel caso in cui questo Governo non rimanesse fedele allo spirito e alla lettera dell’annesso all’Accordo del 31 dicembre».

Inoltre, il leader della corrente Tshisekedista ha ribadito la necessità che le parti firmatarie dell’accordo del 31 dicembre si riuniscano in fretta per trovare un consenso sulla persona che deve succedere al presidente Étienne Tshisekedi alla testa del Consiglio Nazionale di Supervisione dell’Accordo (CNSA).

In questo contesto, Lisanga Bonganga ha respinto le accuse mosse contro di lui, soprattutto dopo la firma dell’annesso all’accordo. Secondo lui, «non c’è stata alcuna corruzione e ancor meno alcuna manipolazione da parte della maggioranza o di chi è al potere», ma una rottura con il Katumbismo.

Dopo aver ricordato che, durante il dialogo del Centro interdiocesano, il Raggruppamento dell’Opposizione era formato da cinque componenti: l’UDPS, la Dinamica dell’opposizione, l’AR, il G7 e la CAT, egli ha affermato che «due di queste piattaforme (la Dinamica la CAT) hanno firmato l’annesso all’accordo e sono membri della corrente tshisekedista, mentre l’AR e il G7, non firmatari dell’annesso all’Accordo appartengono alla corrente katumbista».[28]

 

b. Nascita del Collettivo dei Deputati del Raggruppamento dell’opposizione (CDR)

 

Il 10 maggio, i deputati dei partiti membri del Raggruppamento hanno creato un collettivo parlamentare denominato Collettivo dei Deputati del Raggruppamento dell’opposizione (CDR) in cui confluiscono quelli che non appoggiano il governo Tshibala. Presidente di questo collettivo è Khonde Vila Kikanda, membro del G7; vice presidente è Fabien Mutomb, membro dell’UDPS; portavoce è Jean-Bertrand Ewanga, membro di Alternanza per la Repubblica (AR). Questo collettivo di deputati che sostengono il presidente del Raggruppamento, Félix Tshisekedi, e il Presidente del Comitato dei Saggi, Pierre Lumbi, ha promesso di intraprendere delle azioni in seno all’Assemblea Nazionale, senza però entrare nei dettagli.

Il deputato Muhindo Zangi, presidente del gruppo parlamentare del MSR e uno dei coordinatori dei deputati del G7 e del Raggruppamento alla Camera dei Deputati, ha affermato che «i Deputati membri dei partiti politici del Raggruppamento dell’Opposizione si sono organizzati e intraprenderanno delle azioni in Parlamento come deputati del Raggruppamento. Ufficialmente, oggi il Raggruppamento dispone di oltre centotrenta deputati. Ma, come si sa, alcuni non sono più con noi. Possiamo però dire che, oggi, ottantatre deputati sono rimasti ancora fedeli alla logica dell’opposizione». Secondo le sue dichiarazioni, i deputati i cui partiti sono al governo ora fanno parte della maggioranza. «Questo gruppo rimane l’unico gruppo di opposizione in Parlamento perché, secondo la legge sullo statuto dell’opposizione politica, gli altri non sono più membri dell’opposizione, in quanto hanno accettato di far parte del governo e ne sono diventati membri effettivi», ricorda Muhindo Nzangi.

Da parte sua, Konde Vila Kikanda ha precisato che tale gruppo è informale. Esso funzionerà in seno all’Assemblea Nazionale con l’obiettivo di avere uno stesso linguaggio e di prendere posizioni comuni quando si tratterà di votare le leggi. Egli ha aggiunto che questo gruppo si esprimerà a nome del Raggruppamento dell’Opposizione che, attraverso il Comitato dei Saggi, gli darà degli orientamenti, in modo che non ci sia alcuna divergenza di opinioni. Essendo l’obiettivo quello di armonizzazione i vari punti di vista, questo gruppo di deputati nazionali membri del Raggruppamento lavorerà in stretto accordo con il comitato dei saggi del Raggruppamento stesso.[29]

 

c. Il RASSOP / ala Limete: disposto a incontrare il presidente Joseph Kabila

 

L’11 maggio, il deputato Christophe Lutundula, esponente del G7 e membro del Raggruppamento dell’opposizione guidato da Félix Tshisekedi, ha affermato che il Raggruppamento è sempre pronto a incontrare il presidente Joseph Kabila per “applicare” l’accordo del 31 dicembre 2016. Il Raggruppamento continua a non riconoscere né Bruno Tshibala come nuovo Primo Ministro, né l’annesso all’accordo firmato il 27 aprile scorso.

Da parte sua, Adolphe Lumanu, esponente del partito al potere e membro della Maggioranza Presidenziale ha reagito alla dichiarazione di Christophe Lutundula, affermando che il Raggruppamento dell’Opposizione / ala Félix Tshisekedi – Pierre Lumbi deve dapprima riconoscere Joseph Kabila come Presidente della Repubblica: «Quando accetteranno di riconoscerlo come Presidente della Repubblica, e non come capo di una famiglia politica, come vogliono far intendere, … allora li riceverà». Adolphe Lumanu ha poi ricordato che il Raggruppamento dell’opposizione / ala Félix Tshisekedi – Pierre Lumbi aveva rifiutato di incontrarlo lo scorso mese di aprile: «Il presidente Kabila li aveva invitati quando ha organizzato le consultazioni. Hanno risposto al suo invito?». In effetti, il Raggruppamento / ala Limete si era rifiutato di partecipare alle consultazioni intraprese da Joseph Kabila nel mese di aprile, accusando il Capo dello Stato di essere “sia giudice che parte interessata”.

Inoltre, secondo Adolphe Lumanu, «l’accordo del 31 dicembre 2016 viene già progressivamente applicato con la nomina del nuovo primo ministro, la formazione del nuovo governo, la firma dell’annesso all’accordo stesso. A proposito dell’annesso, quelli che non l’hanno ancora firmato, potranno farlo quando vorranno, se lo riterranno opportuno».

Adolphe Lumanu si è addirittura trasformato in strenuo difensore del primo ministro Bruno Tshibala come membro del Raggruppamento “originale”: «Riteniamo che questo Primo Ministro sia membro del Raggruppamento originale più di Lutundula. Questo Primo Ministro non è stato portavoce del Raggruppamento? Uno dei moderatori dei lavori di Genval? Vice segretario generale dell’UDPS?». E ha aggiunto: «Se si è opposto alla ristrutturazione [del Raggruppamento], perché forse non conforme alle risoluzioni di Genval, se si è detto contrario alla designazione di un “kabilista” alla presidenza del CNSA … per questo non può essere considerato come membro del Raggruppamento dell’Opposizione?».[30]

[1] Cf Radio Okapi, 03.04.’17

[2] Cf Politico.cd, 17.04.’17

[3] Cf Politico.cd, 17.04.’17

[4] Cf Radio Okapi, 22.04.’17; RFI, 23.04.’17; Politico.cd, 22.04.’17

[5] Cf Politico.cd, 03.05.’17

[6] Cf Politico.cd, 01.05.’17

[7] Cf Will Cleas Nlemvo et Stanys Bujakera – Actualité.cd, 02.05.’17

[8] Cf Stanys Bujakera – Actualité.cd, 02.05.’17

[9] Cf Politico.cd, 03.05.’17

[10] Cf Stanys Bujakera – Actualité.cd, 09.05.’17

[11] Cf Radio Okapi, 05.05.’17

[12] Cf Stanys Bujakera – Actualité.cd, 04.05.’17

[13] Cf Pierre Boisselet – Jeune Afrique, 05.05.’17

[14] Cf Jeff Kaleb Hobiang – 7sur7.cd, 05.05.’17

[15] Cf Stanys Bujakera – Actualité.cd, 06.05.’17 https://actualite.cd/2017/05/06/larchitecte-mausolee-de-tshisekedi-officiellement-convoque-police/ ; RFI, 09.05.’17

[16] Cf Jeff Kaleb Hobiang – 7sur7.cd, 07.05.’17

[17] Cf Stanys Bujakera – Actualité.cd, 08.05.’17

[18] Cf Radio Okapi, 09.05.’17; Politico.cd, 09.05.’17; Actualité.cd, 09.05.’17; AFP – Africatime, 09.05.’17

[19] Cf Jeff Kaleb Hobiang – 7sur7.cd, 09.05.’17; Stanys Bujakera – Actualité.cd, 09.05.’17; Trésor Kibangula – Jeune Afrique, 09.05.’17

[20] Cf Stanys Bujakera – Actualité.cd, 09.05.’17

[21] Cf Politico.cd, 09.05.’17; Jeff Kaleb Hobiang – 7sur7.cd, 09.05.’17 http://7sur7.cd/new/2017/05/flash-kimbuta-refuse-linhumation-de-tshisekedi-au-siege-de-ludps/

[22] Cf Patrick Maki – Actualité.cd, 10-05.’17

[23] Cf RFI, 11.05.’17

[24] Cf Politico.cd, 10.05.’17

[25] Cf Radio Okapi, 11.05.’17; Stanys Bujakera – Actualité.cd, 11.05.’17

[26] Cf Radio Okapi, 12.05.’17

[27] Cf Alphonse Muderhwa – 7sur7.cd, 13.05.’17

[28] Cf Rachidi Mabandu – Forum des As – Kinshasa, 05.05.’17; Alphonse Muderhwa – 7sur7.cd, 04.05.’17

[29] Cf Radio Okapi, 11.05.’17; Le Potentiel – Kinshasa, 11.05.’17

[30] Cf Politico.cd, 11.05.’17